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Dylan Dog - di Tiziano Sclavi

Aperto da Occhi nella Notte, 11 Agosto 2009, 12:35:54

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Dr Holmes

Citazione di: Hush/Tommy Elliot il 17 Gennaio 2012, 14:27:25
Citazione di: Sheldon Cooper il 17 Gennaio 2012, 14:25:11
"Il Lungo Addio" (n°74): a mio avviso, è di una banalità incredibile, scontatissimo e per nulla avvincente.
Sei consapevole di essere come quel tizio che entra nel topic su Francis Ford Coppola e smerda Il padrino, vero? :asd:

Il Lungo addio è una delle storie più amate di sempre, dagli appassionati della serie, ti sei appena guadagnato qualche anatema bello pesante. :lolle:
:lolle: Me l'aspettavo! Intraprendendo la lettura, avevo infatti grandi speranze per quanto riguarda quest'albo. Mi ha deluso un sacco, mi sembra lontano anni luce dallo spirito della serie. :sisi: L'unica cosa che mi è piaciuta è stato
Spiacente, ma non sei autorizzato a visualizzare il contenuto degli spoiler.
  :asd:

Murnau

In realtà è perfettamente in linea con lo spirito della serie, ma non con quello più superficiale ed immediatamente riconoscibile (il sangue, lo splatter, i mostri...).
Vendo vari Alan Moore, Grant Morrison, Frank Miller




Tu non sai che cosa voglia dire sentirli tutti addosso, gli anni, e non capirli più.
                                                                                                                                   La notte, 1961

Non c'è storia più grande della nostra, quella mia e tua. Quella dell'Uomo e della Donna.
                                                                                                                                    Il cielo sopra Berlino, 1987

Izzy

Ragazzi, un po' per curiosità, un po' per farmi un'idea, vorrei recuperare le storie scritte da Roberto Recchioni. Cominciamo da Dylan Dog. Qualcuno di voi ricorda quali numeri sono scritti da lui e, nel caso, quali meriterebbero la precedenza? Grazie  ;)

Murnau

Vendo vari Alan Moore, Grant Morrison, Frank Miller




Tu non sai che cosa voglia dire sentirli tutti addosso, gli anni, e non capirli più.
                                                                                                                                   La notte, 1961

Non c'è storia più grande della nostra, quella mia e tua. Quella dell'Uomo e della Donna.
                                                                                                                                    Il cielo sopra Berlino, 1987

Izzy

Citazione di: Hush/Tommy Elliot il 18 Gennaio 2012, 13:10:34
L'ordine con cui ho postato i link non è casuale.

Grazie mille!  :up: Pensavo ne avesse scritte di più... per ora recupero il 280 e il Color Fest, per gli altri si vedrà. Grazie ancora  ;)

Dr Holmes

Citazione di: Hush/Tommy Elliot il 17 Gennaio 2012, 14:38:01
In realtà è perfettamente in linea con lo spirito della serie, ma non con quello più superficiale ed immediatamente riconoscibile (il sangue, lo splatter, i mostri...).
Probabilmente hai ragione, Hush. :ahsisi: Io questo numero non sono riuscito ad apprezzarlo, e mi dispiace, perchè Sclavi è un autore che amo moltissimo e che, se dire che mi ha cambiato la vita è esagerato, posso affermare senza indugi che mi ha concesso di osservarla con occhi nuovi.
Credo che nessun lettore del Dylan Dog di Sclavi identifichi la serie unicamente con i tratti dello splatter, dei mostri etc. che - hai pienamente ragione - sono solo il suo aspetto più superficiale, una "facciata", se vogliamo.
Dylan Dog è il fumetto che leggo da più tempo e che apprezzo maggiormente: ad ogni modo, sono ancora tanti i numeri che devo leggere, e sicuramente non conosco la filosofia di Sclavi a fondo come vorrei. Tu hai letto molto più di me, probabilmente conosci molto meglio sia il personaggio di Dylan, sia il suo autore: le tue frasi lapidarie, tuttavia, non mi consentono un granchè di conoscere il tuo punto di vista.:asd: 
Vorrei capire come mai ritieni (tu e molti altri, a giudicare dai commenti che ho letto in proposito) "Il Lungo Addio" un numero in linea con lo spirito dylaniato, e soprattutto che cosa di questo numero riesce a fartelo apprezzare.
Se hai tempo e voglia, potremmo intraprendere una discussione a riguardo: io sarei curioso di conoscere meglio la serie e la filosofia di Sclavi, ma non è detto che una discussione in tal senso non possa essere di arricchimento per entrambi.
Permettimi, come prima cosa, di illustrare i motivi per cui mi piace leggere Dylan Dog (ponendo, per approssimazione, Dylan Dog = I primi 100 numeri + quelli scritti da Sclavi).
Direi che posso individuare 3 motivi principali:

1) Nuovi Mondi: generalmente, Dylan Dog ha il pregio di mostrarmi moltissimi aspetti della vita (e della morte) sotto punti di vista nuovi ed inaspettati. Un esempio per tutti, potrebbe essere il concetto stesso di Morte: in Dylan Dog è stravolta la visione tradizionale, è portata all'esasperazione. I celebri totentanz che costellano la serie sono un inno, mi sembra, non alla Morte in sè, quanto all'idea di considerarla un tutt'uno con la vita ed inscindibile da essa. Mi piacciono anche molto gli approfondimenti sulle persone: la vita quotidiana, i nostri sbagli, le nostre paranoie vengono esasperate, dando origine ad un quadro grottesco, inquietante, ma maledettamente vero.

2) I puzzles: uno dei piaceri più immediati del confrontarsi con un fumetto, con un libro o con un film è l'accettare la tacita sfida che l'autore lancia laddove imbastisca un giallo ben orchestrato. Si tratta di uno scontro di menti: nel corso della lettura, si creca di raccogliere i minimi indizi, le più fugaci incongruenze per riassemblare i pezzi del puzzle scomposto all'inizio della storia. Nel caso di Dylan Dog, questo piacere è ancora più intenso per il ricorso dell'autore al sovrannaturale, o, ancora meglio, a situazioni assurde, all'incubo, alle sequenze oniriche. Quando la fantasia dell'autore è così vasta da impedire la risoluzione del caso, il piacere consiste nell'assistere, ad opera conclusa, della ricostruzione dell'enigma: quando tutti i tasselli si incastrano alla perfezione, quando ci si rende conto che ogni dialogo, anche il più insignificante, era scritto a regola d'arte per preannunciare quell'unico, maestoso momento finale, ritengo che il piacere della lettura giunga al suo culmine. Il fatto che, solitamente, giunga a risolvere l'enigma ben prima della conclusione dell'opera non fa che incrementare il mio amore per Dylan Dog, dal momento che Sclavi è il solo autore che sia riuscito ad ingannarmi innumerevoli volte. Quindi, tanto di cappello. :kneel:

3) Le citazioni: ecco, questo è il piacere più superficiale della lettura di un albo di Dylan, ma assolutamente delizioso. Consiste, ovviamente, nel tentativo di rintracciare le citazioni che l'autore ha copiosamente disseminato per l'albo. Qualora siano poco chiare, la visione del film o la lettura dell'opera proposta costituisce un notevole arricchimento non solo personale, ma anche per la comprensione dell'albo in sè. Comunque, ritengo che le citazioni non bastino a salvare un albo mediocre secondo i due punti precedenti.

In realtà, ci sarebbe anche un quarto motivo, che non ho incluso perchè il mio interesse nei suoi confronti è andato scemando nel corso del tempo. Era costituito dall'interesse per l'elaborazione psicologica del personaggio. Dylan è un personaggio molto approfondito, ma l'interesse nei suoi confronti è andato scemando dopo aver letto la prima decina di avventure: come tutti i personaggi seriali, infatti, è incappato in stereotipi che ne hanno intaccato la verosimiglianza. Non parlo solo del galeone, del clarinetto o del maggiolone, ma proprio di una serie di suoi atteggiamenti che lo rendono - a lungo andare - ridicolo e che hanno un effetto straniante sul lettore (vedi, ad esempio, l'irrefrenabile istinto di copulare con tutte le clienti :asd:). Da questo punto di vista, mi sembrava molto più maturo e drammatico il personaggio di Francesco Dellamorte, ma poichè non ho letto il libro (purtroppo) e mi rendo conto delle difficoltà che un personaggio seriale può creare, non trovo questo aspetto biasimabile.

Ora, tornando al caso specifico dell'albo 74, mi sembra evidente come il secondo punto sia quasi inesistente: nessun mistero da risolvere, se non la presenza di una ragazza he Dylan ha amato molti anni fa. Le scene oniriche sono fini alla storia d'amore che sottende l'albo, senza alcun rovello intellettuale connesso. Forse il fatto che
Spiacente, ma non sei autorizzato a visualizzare il contenuto degli spoiler.
potrebbe essere di un qualche interesse, se non avessi già letto il  numero 153, "La Strada verso il Nulla", che presenta un impianto narrativo molto simile e che mi ha, per così dire, "rovinato" la sorpresa.
Per quanto riguarda il primo punto, mi sembra che gli argomenti che questo numero intende esplorare siano l'amore, il ricordo, la fallibilità della memoria, la giovinezza e la morte.
Secondo me, mancano i "nuovi mondi" di cui parlavo perchè, se si eccettua l'idea della morte per come è presentata, tutti gli altri temi sono trattati in modo non dissimile da come sono stati interpretati da una miriade di film o libri adolescenziali che avevano la pretesa di svelare questi argomenti. Insomma, mi pare che Sclavi, in questo numero, non abbia detto proprio niente di nuovo: mi sembra che abbia tentato di scrivere una storia fuori dalle sue corde, per compiacere una parte di lettori (lettrici, più probabilmente) che richiedevano emozioni spicce di questo tipo.
Un altro tema che sottende l'albo è probabilmente quello della solitudine (come lascia ben intuire l'ultima vignetta): sarebbe una trovata niente male, se Dylan non avesse una tipa diversa con cui trastullarsi ad ogni albo. Questo fattore rende l'ipotesi della solitudine e del rammarico per l'amore perduto non solo incoerente, ma addirittura ridicolo.
Ok, ora mi sono certamente attirato contro l'ira divina e quella dei moltissimi lettori che hanno amato questa storia :asd:, ma tengo a sottolineare che non sono irremovibile sulle mie posizioni: se ci sono validi motivi per rivalutare questa storia, sarei molto felice di farlo. :ahsisi:
Se hai tempo e se hai avuto la pazienza di leggere fino a qui, mi piacerebbe leggere la tua opinione su questo albo e sullo "spirito" dylaniato in genere: sicuramente non ho colto molti aspetti, forse sono addirittura completamente in errore (se di errore si può parlare, quando ci si confronta sull'arte).
Comunque, terrei molto ad avere un tuo giudizio. :up:

Murnau

#1266
Citazione di: Sheldon Cooper il 19 Gennaio 2012, 14:45:22
le tue frasi lapidarie, tuttavia, non mi consentono un granchè di conoscere il tuo punto di vista.:asd:  
DyD ha due livelli di lettura: testo (plot principale, con il mostro/serial killer/fantasma di turno) e sottotesto (significato sotterraneo e apparentemente nascosto). La presenza del sottotesto, soprattutto di uno che affrontava tematiche tradizionalmente ritenute "alte", permetteva alla serie d'essere un punto di incontro tra il fumetto popolare (che di solito ha esclusivamente l'intreccio narrativo e non si cura di significati "altri") e il fumetto d'autore, che invece (come è sua abitudine) affronta esclusivamente temi ritenuti socialmente e moralmente rilevanti (eutanasia, segregazione razziale, eliminazione del concetto di "diverso"...).
In Dylan Dog i due livelli di lettura si sovrapponevano e andavano a formare un fumetto probabilmente unico nel suo genere, che con disinvoltura passava dagli zombie alle riflessioni filosofiche sull'esistenza umana.
Poi ci sono alcuni episodi, come ad esempio Il Lungo addio, che mettono volutamente da parte il testo, cioè quello che di solito costituisce l'ossatura del plot ed attira l'attenzione del lettore medio (la detection e la paura), e fanno assurgere il sottotesto allo status di corpo unico del racconto. E' così per Doktor Terror, che prende di petto un argomento come l'Olocausto e il razzismo moderno, o anche Storia di Nessuno, che affronta il "male di vivere" non solo facendo a meno di una trama abbordabile per il lettore casuale, ma che oltretutto utilizza una forma del racconto che spesso non si trova neanche in quei fumetti tradizionalmente definiti "d'autore".
I motivi per i quali Il Lungo addio è un capolavoro sono molteplici: è un episodio di un fumetto popolare da edicola, indirizzato ad un pubblico generalista, ma rinuncia a tutti i trucchetti che servono a circuire il lettore medio (i nuovi mondi, i puzzle, le citazioni) e racconta direttamente una storia sul rimpianto e il rimorso, sul non detto ed il senso di colpa, su di una storia d'amore sprecata e mai vissuta ("fiore non colto, o forse sì, ma da un'altra mano"). Dovrebbe in teoria essere un horror/thriller tutto suspense e colpi di scena, come la regola richiede, invece è un film di Jean-Luc Godard o di Wong Kar-wai, è una malinconica a rassegnata dissertazione sul "dolore dell'adolescenza" e sui sogni infranti.
Insomma, questo fumetto è un capolavoro perché riesce ad essere nouvelle vogue francese laddove invece la regola lo vorrebbe Dario Argento: autorialità pura senza compromessi, quindi, piuttosto che semplice genere (per quanto fatto molto bene).
Non ci sono precedenti nel fumetto popolare italiano, fatta eccezione per Ken Parker - Adah di Berardi e Milazzo, che però non riesce ad essere coraggioso sino in fondo e conclude la storia con una svolta tradizionalmente western (sparatoria inclusa).

E' poi perfettamente legittimo che a te possa non piacere (a me non piace Barry Lyndon di Kubrick, da tutti ritenuto un capolavoro), è importante però per te capire che le ragioni per le quali non hai amato il fumetto sono probabilmente da imputare al tuo considerare DyD ciò che per fortuna DyD non era, e cioè un fumetto fatto solo di puzzle e indagini, laddove invece ciò che ha reso grande la serie era proprio il non piacere a chi come te cerca solo certe cose.

Insomma, credo che tutto sommato non solo non ci sia nulla di male nel fatto che a te non sia piaciuto, ma che anzi è probabilmente sintomo della riuscita dell'operazione operata da Sclavi. ;)
Vendo vari Alan Moore, Grant Morrison, Frank Miller




Tu non sai che cosa voglia dire sentirli tutti addosso, gli anni, e non capirli più.
                                                                                                                                   La notte, 1961

Non c'è storia più grande della nostra, quella mia e tua. Quella dell'Uomo e della Donna.
                                                                                                                                    Il cielo sopra Berlino, 1987

Clint Eastwood

Citazione di: Hush/Tommy Elliot il 19 Gennaio 2012, 15:45:44
Citazione di: Sheldon Cooper il 19 Gennaio 2012, 14:45:22
le tue frasi lapidarie, tuttavia, non mi consentono un granchè di conoscere il tuo punto di vista.:asd: 
DyD ha due livelli di lettura: testo (plot principale, con il mostro/serial killer/fantasma di turno) e sottotesto (significato sotterraneo e apparentemente nascosto). La presenza del sottotesto, soprattutto di uno che affrontava tematiche tradizionalmente ritenute "alte", permetteva alla serie d'essere un punto di incontro tra il fumetto popolare (che di solito ha esclusivamente l'intreccio narrativo e non si cura di significati "altri") e il fumetto d'autore, che invece (come è sua abitudine) affronta esclusivamente temi ritenuti socialmente e moralmente rilevanti (eutanasia, segregazione razziale, eliminazione del concetto di "diverso"...).
In Dylan Dog i due livelli di lettura si sovrapponevano e andavano a formare un fumetto probabilmente unico nel suo genere, che con disinvoltura passava dagli zombie alle riflessioni filosofiche sull'esistenza umana.
Poi ci sono alcuni episodi, come ad esempio Il Lungo addio, che mettono volutamente da parte il testo, cioè quello che di solito costituisce l'ossatura del plot ed attira l'attenzione del lettore medio (la detection e la paura), e fanno assurgere il sottotesto allo status di corpo unico del racconto. E' così per Doktor Terror, che prende di petto un argomento come l'Olocausto e il razzismo moderno, o anche Storia di Nessuno, che affronta il "male di vivere" non solo facendo a meno di una trama abbordabile per il lettore casuale, ma che oltretutto utilizza una forma del racconto che spesso non si trova neanche in quei fumetti tradizionalmente definiti "d'autore".
I motivi per i quali Il Lungo addio è un capolavoro sono molteplici: è un episodio di un fumetto popolare da edicola, indirizzato ad un pubblico generalista, ma rinuncia a tutti i trucchetti che servono a circuire il lettore medio (i nuovi mondi, i puzzle, le citazioni) e racconta direttamente una storia sul rimpianto e il rimorso, sul non detto ed il senso di colpa, su di una storia d'amore sprecata e mai vissuta ("fiore non colto, o forse sì, ma da un'altra mano"). Dovrebbe in teoria essere un horror/thriller tutto suspense e colpi di scena, come la regola richiede, invece è un film di Jean-Luc Godard o di Wong Kar-wai, è una malinconica a rassegnata dissertazione sul "dolore dell'adolescenza" e sui sogni infranti.
Insomma, questo fumetto è un capolavoro perché riesce ad essere nouvelle vogue francese laddove invece la regola lo vorrebbe Dario Argento: autorialità pura senza compromessi, quindi, piuttosto che semplice genere (per quanto fatto molto bene).
Non ci sono precedenti nel fumetto popolare italiano, fatta eccezione per Ken Parker - Adah di Berardi e Milazzo, che però non riesce ad essere coraggioso sino in fondo e conclude la storia con una svolta tradizionalmente western (sparatoria inclusa).

E' poi perfettamente legittimo che a te possa non piacere (a me non piace Barry Lyndon di Kubrick, da tutti ritenuto un capolavoro), è importante però per te capire che le ragioni per le quali non hai amato il fumetto sono probabilmente da imputare al tuo considerare DyD ciò che per fortuna DyD non era, e cioè un fumetto fatto solo di puzzle e indagini, laddove invece ciò che ha reso grande la serie era proprio il non piacere a chi come te cerca solo certe cose.

Insomma, credo che tutto sommato non solo non ci sia nulla di male nel fatto che a te non sia piaciuto, ma che anzi è probabilmente sintomo della riuscita dell'operazione operata da Sclavi. ;)


:clap:
CERCO


CI SONO DUE CATEGORIE DI PERSONE...QUELLI CHE AMANO I FILM DI CLINT EASTWOOD E GLI IDIOTI
sì,sono sottoilSETTE

Murnau

Citazione di: sottoilSETTE il 19 Gennaio 2012, 16:09:58
Citazione di: Hush/Tommy Elliot il 19 Gennaio 2012, 15:45:44
Citazione di: Sheldon Cooper il 19 Gennaio 2012, 14:45:22
le tue frasi lapidarie, tuttavia, non mi consentono un granchè di conoscere il tuo punto di vista.:asd: 
[CUT]


:clap:

ammazza, ti sei sprecato nel commento!  :lolle:
Vendo vari Alan Moore, Grant Morrison, Frank Miller




Tu non sai che cosa voglia dire sentirli tutti addosso, gli anni, e non capirli più.
                                                                                                                                   La notte, 1961

Non c'è storia più grande della nostra, quella mia e tua. Quella dell'Uomo e della Donna.
                                                                                                                                    Il cielo sopra Berlino, 1987

Clint Eastwood

ma chi cazzo c'ha voglia di scrivere un papiro!!!  :lolle: :lolle: :lolle:
CERCO


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sì,sono sottoilSETTE

Mordecai Wayne

Van Helsing: A moment ago, I stumbled upon a most amazing phenomena. Something so incredible, I mistrust my own judgement.
Look!


Jabberwocky

Citazione di: Hush/Tommy Elliot il 19 Gennaio 2012, 15:45:44
Spiacente, ma non sei autorizzato a visualizzare il contenuto degli spoiler.


Aspetta dell'altro a scrivere un saggio su Sclavi, favo che non sei altro!

The Joker

Hush va oltre le tre righe, standing ovation :clap:
VENDO, SVUOTO LA LIBRERIA! FILM, SERIE TV, FUMETTI IN ITALIANO E IN INGLESE! DI TUTTO PER TUTTI... SCONTI E PREZZI TRATTABILI SU ORDINI CONSISTENTI!
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Murnau

Citazione di: Jabberwocky il 19 Gennaio 2012, 17:05:34
Aspetta dell'altro a scrivere un saggio su Sclavi, favo che non sei altro!
Mi basta già dover scrivere la tesi (non su Sclavi).  :asd:

Post Uniti: 19 Gennaio 2012, 17:21:42

Citazione di: The Joker il 19 Gennaio 2012, 17:08:22
Hush va oltre le tre righe, standing ovation :clap:
Non volevo dare l'impressione di quello che ironizza e non argomenta.
Vendo vari Alan Moore, Grant Morrison, Frank Miller




Tu non sai che cosa voglia dire sentirli tutti addosso, gli anni, e non capirli più.
                                                                                                                                   La notte, 1961

Non c'è storia più grande della nostra, quella mia e tua. Quella dell'Uomo e della Donna.
                                                                                                                                    Il cielo sopra Berlino, 1987

Clint Eastwood

Citazione di: Hush/Tommy Elliot il 19 Gennaio 2012, 17:21:21

Non volevo dare l'impressione di quello che ironizza e non argomenta.

ECCOMI ECCOMI STATE CERCANDO ME?!?  :lolle: :lolle: :lolle:
CERCO


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sì,sono sottoilSETTE