Testi: Greg Pak.
Disegni: Carmine Di Giandomenico.
Edizione Originale: X-Men: Magneto – Testament – Mini di 5 numeri dal Settembre 2008 al Gennaio 2009.
Edizione Italiana: 100% Marvel X-Men: Magneto – Testamento.
Il cuore umano è soggetto, nel corso della propria esistenza, a pressioni, sforzi, dolori, ma soprattutto emozione.
Il cuore dell’uomo non è solo un muscolo, ma una macchina involontaria di forza.
Se questo enorme potenziale nasconde le emozioni surreali dell’uomo, lo stesso cuore ne cela anche la natura infima più crudele.
13 Settembre 1935
Durante la parata nazionale, i Nazisti annunciano le leggi di Norimberga.
Un Ebreo non può avere la cittadinanza del Reich.
I matrimoni fra Ebrei e cittadini di sangue tedesco o affini sono proibiti.
Le relazioni extraconiugali fra Ebrei e cittadini di sangue tedesco o affini sono proibite.
Agli Ebrei è proibito esporre la bandiera del Reich e salutare i colori del Reich.
Gli eventi sono i medesimi di “sempre”, la grande ascesa del Partito Nazionalsocialita nella Germania degli Anni 30, tra i gravi tumulti popolari e il dilagante potere dittatoriale che darà il via al conflitto più devastante della storia umana recente.
In questa cornice non si muove un personaggio noto a tutti, ma un ragazzo, un adolescente ebreo che tenta disperatamente di sopravvivere a tutto questo.
Greg Pak e Carmine Di Giandomenico ci regalano una delle Graphic Novel più belle che la recente Marvel abbia mai confezionato: un toccante cantico alla natura umana e una grottesca soglia di scelte che l’uomo stesso non dovrebbe mai ponderare.
La famiglia Eisenhardt è una famiglia ebrea che, nei mesi precedenti all’ascesa di Hitler tenta di tutto per continuare a costruire il loro futuro in terra tedesca, una famiglia come tante, una famiglia in cui tutti potrebbero riconoscersi.
Il giovane Max è un ragazzo molto intelligente e portato per lo sport, che però viene ostacolato in ogni frangete, le Leggi sono ormai dogmatiche, l’ebreo diviene il mostro da combattere, e se non viene sconfitto viene deportato.
Max vede la sua famiglia falciata dalla barbarie di un sogno corrotto, il sogno di un uomo corrotto; Max vive la sua giovinezza nel campo di Auschwitz, dove per sopravvivere è costretto a fare di tutto.
Lapidarie le sue stesse parole:
Il mio nome è Max Eisenhardt.
Sono stato un Superkommando ad Auschwitz per quasi due anni.
Ho visto migliaia di uomi, donne e bambini camminare incontro alla morte.
Ho portato fuori i loro corpi dalle camere a gas. Ho estratto loro i denti, cosicchè i tedeschi potessero prendere l’oro.
Li ho portati ai forni, dove ho imparato a disporre insieme i corpi di un bambino e di un vecchio perchè bruciassero meglio.
Ho visto i miei compagni sepolti vivi da una montagna di cadaveri putrefatti.
Ho visto migliaia di persone assassinate bruciare in giganteschi pozzi esterni.
Ho visto morire con i miei occhi almeno un quarto di milione di esseri umani.
Ciò che fa scalpore nella mini, oltre al periodo di cui tutti sappiamo bene la storia, è la scelta che porta il protagonista a ciò che sarà il suo futuro: se il bambino Max fa tutto per salvare se stesso e la giovane rom Magda, di cui è innamorato, viene da chiedersi cosa lo abbia spinto realmente a formulare le sue tesi.
Magneto, il futuro Magneto, sarà/è un mutante in grado di manipolare i campi elettromagnetici e quindi possiede capacità quasi illimitate, questo uomo, questo mutante arriva a proclamarsi messia, salvatore della sua razza e compirà di tutto per fare in modo che il suo sogno si tramuti in realtà: il mutante è superiore all’uomo.
Negli anni in cui abbiamo imparato a conoscere Magneto, lo abbiamo visto allearsi varie volte con i buoni, ma altrettante volte lo osservavamo mentre colpiva con immane violenza da provocare catastrofi, morti e scatenare guerre a sua volta.
Se la duplicità della natura umana è un mistero in parte chiara, nella figura di Magneto (uno dei personaggi del fumetto americano più riuscito che esista) non si arriva a comprendere la sua reale figura, né tantomeno la sua intrinseca natura.
Erik (Lehnsherr, così lo abbiamo sempre chiamato, prima di sapere il suo vero nome) è la fase di passaggio tra Max e Magneto.
Erik è la figura centrale del personaggio, la realtà del fatto che costui non è né buono nè malvagio, ma entrambe le cose; Magneto è in grado di passare da attimi di rabbia e follia omicida assoluta a momenti di superba tenerezza.
Gli autori non tratteggiano, naturlamente, Magneto, ma Max e ripercorrono con dovizia di correttezza cronostorica tutte le tappe del principio del Regime Nazista: l’approvazione delle leggi razziali, la notte dei cristalli (9-10 Novembre 1938), l’invasione della Polonia e, infine, i campi di concentramento.
Sarà la voce del protagonista stesso a invocare che mai più tale barbarie dilaghi nel cuore umano:
Il mio nome è Max Eisenhardt.
Chiunque trovi questo, sappia che mi dispiace.
Perché io sono morto…
E ora è tutto nelle vostre mani.
Ditelo a tutti.
A chi ascolterà e a chi no.
Vi prego.
Fate che non succeda mai più.
Ecco l’ultimo messaggio di Max Eisenhardt, ecco il suo lascito all’umanità prima di perdersi in Erik Lehnsherr e, successivamente, in Magneto; ma il tutto ancor prima della scoperta del proprio potenziale.
E’, comunque, un addio all’umanità che ha generato tutto ciò.
Egli ammette di essere morto, morto in quel campo, in quel periodo.
Morto, e basta.