Zorro

Set 29, 2009

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Testi: Matt Wagner
Disegni: Fancecso Francavilla
Casa Editrice: Dynamite Entertainment
Edizione Italiana: inedito

Chissà quanti di voi, cari/e compagni/e del DC leaguers, come me, negli anni ’90 si godevano le repliche di quella splendida serie vecchia di quarant’anni sullo spadaccino mascherato. Magari non riuscivate a distogliere lo sguardo dall’eleganza con cui Zorro, interpretato dall’immortale Guy Williams, disegnava nuove e deliranti parabole con la sua sciabola e si appendeva ai lampadari dei Saloon per scalciare i nemici, sfidando a muso duro qualsiasi legge della logica e della fisica. Quanti di voi, almeno una volta nella vita, non hanno esclamato con convinzione “E’ tutta una questione di polso”, magari indossando un cappello nero, dei baffi finti e sventolando una spadina di plastica.
A tutti voi è rivolto questo intervento.

La Dynamite Entertainment, famosa soprattutto per l’ennesiano The Boys, ha da circa un anno e mezzo iniziato la pubblicazione di una nuova serie di Zorro, scritta niente popò di meno che dallo stesso Matt Wagner (The Demon, Batman and the Monster Man). Fino ad ora i numeri usciti sono 15, tutti reperibili in due edizioni: Regular Edition con cover di Wagner e Variant Edition con copertina disegnata da Francesco Francavilla. Gli albetti della D.E. sono ottimi sotto tutti i punti di vista. Hanno una tipologia di carta qualitativamente di molto superiore rispetto a quella dei normali spillati americani e la maggior parte della pubblicità viene relegata alla fine dell’albo, evitando dunque fastidiose interruzioni nella narrazione.

LA STORIA

The Tribal Elders say that “a story is created by who tells it.” But a legend…a legend, is formed by those who hear it…by those who believe it. (Zorro # 1)

Zorro è sicuramente una collana fresca, divertente e dinamica, rivolta principalmente (ma non solo) ai fan della serie televisiva anni ’50 da cui ritrae le atmosfere e le scenografie. La prima run (8 numeri, raccolti in questo volume: http://www.dynamiteentertainment.com/htmlf…tml?PRO=C112140

è una sorta di Anno uno perché ripercorre le origini di Don Diego de la Vega (la nascita in Messico e l’espatrio in Spagna), raccontate dall’amico fraterno Bernardo (il ragazzo sordomuto che diventerà successivamente il suo “Alfred”), proprio per sottolinearne il carattere leggendario del protagonista. La narrazione è quasi romanzesca, senza tuttavia abbandonare la naturale liaison con la tradizione squisitamente pulp del personaggio. Le entrate di scena del cavaliere mascherato, infatti, sembrano quasi richiamare quelle del Batman milleriano, e da sole valgono il prezzo del biglietto. I numeri successivi, invece, si stabilizzano verso una più accentuata regolarità della serie. Vengono per l’appunto presentati i nuovi personaggi e le interazioni fra di essi, dimostrandosi a tratti comica e divertente, a tratti fredda e violenta, che si sintetizza in un’esplosione di cultura pop quando Don Diego indossa la maschera e sale in sella al suo Tornado (il leggendario cavallo nero come le pece). Per me, fan accanito del personaggio, è una goduria vederlo muovere nei limiti delle sbarre vignettistiche che ne delimitano le tavole, per di più se scritto da un solido professionista come Matt Wagner.
La ricerca del linguaggio è curata nei minimi dettagli. Lo scrittore americano riprende un inglese leggermente arcaico (tuttavia tranquillamente usufruibile da tutti) mischiandolo ad alcune locuzioni tipiche della tradizione spagnola, rendendo molto più realistica l’ambientazione.

I DISEGNI

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Il lavoro grafico svolto è eccezionale. Viene riprodotto esattamente lo stesso paesaggio della serie televisiva, gli stessi costumi (sia della guardie che dei paesani) e le scenografie sono pressoché identiche.
Le tavole della prima run sono dell’ottimo Francesco Francavilla, con colori di Adriano Lucas leggermente pastosi ma che tuttavia non ne appesantiscono troppo le matite. Le pennellate rendono viva la sceneggiatura di Wagner, con un calore quasi agostino che si addice all’ambientazione messicana della serie, abbattendo il fatidico muro che separa scrittore e lettore. A fare i conti con l’eredità di Francavilla, ci pensa il sufficiente Cezar Razek (che subentra nella serie a partire da Zorro # 9) caratterizzato da uno stile molto più semplice ed “intuitivo” del tratto simil-pittorico dell’artista precedente. L’avvento del nuovo disegnatore segna anche un cambiamento nella tipologia di narrazione, più lineare e periodica e meno da Graphic Novel, senza tuttavia discostarsi moltissimo dalle intenzioni originali.

Qui potete ammirare alcune pagine dalla preview del n.3:

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CONCLUSIONE
Siamo sicuramente davanti ad un buon fumetto, che sottolinea gli aspetti più romantici (nel senso letterario del termine, non “letterale”) di un personaggio controverso come Zorro. Piacerà moltissimo agli appassionati ma saprà divertire anche gli altri.

Allora, che state aspettando?
CORRETE A PRENDERLO!

A cura dell’utente Doktor Sleepless.