Testi: Timothy Truman, Howard Chaykin, Ron Marz, Darick Robertson
Traduzione: Pier Paolo Ronchetti
Disegni: Tomas Giorello, Howard Chaykin, Bart Sears, Darick Robertson
Editore: Panini comics, 128 pp, a cura di Massimiliano Brighel

Il volume numero 19 della collana 100% Cult Comics di Panini è senza dubbio una delle uscite più importanti di questa serie. Qui infatti troviamo i quattro albi che narrano le vicende tratte dal racconto “La fenice sulla lama”, di Robert E. Howard. Si tratta della primissima storia in cui è comparso Conan e che ha dato vita al mito del cimmero. Pubblicato nell’ormai lontano 1932 sulla rivista pulp americana Weird Tales, questo lavoro dell’autore texano colpì l’editore della rivista e soprattutto piacque molto ai lettori dell’epoca, che reclamarono nuove storie ambientate nell’era Hyboriana. Così prese il via la saga di Conan, composta da questo e da altri 20 racconti. Racconti su cui si basano i nuovi fumetti di Dark Horse.

Oltre a “La fenice sulla lama”, in questo volume di 128 pagine troviamo anche altre tre storie ambientate in vari momenti della vita di Conan. Ma andiamo con ordine e partiamo esaminando le prime quattro, scritte da Timothy Truman e disegnate da Tomas Giorello, entrambi saldamente al timone della serie regolare di Dark Horse.

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“La fenice sulla lama” è stato proposto dalla casa editrice americana in quattro uscite, a partire dal gennaio del 2012, fino ad arrivare all’aprile dello stesso anno. Gli albi appartengono alla serie “King Conan”, dove Truman narra le gesta di un Conan ormai avanti negli anni e già al comando del regno di Aquilonia. Lo scrivano Pramis, intento nella raccolta delle memorie del sovrano dietro incarico del consigliere Publius, si appresta a trascrivere una biografia del Re, per lasciare ai posteri traccia delle vicende del regno. Con questo espediente Truman porta il lettore a vivere le gesta di Conan, un’idea interessante e ben riuscita.

Nel primo racconto, “Pugnalato alle spalle”, vediamo il Re intento a raccontare della cospirazione orchestrata contro di lui al tempo in cui, ancora quarantenne, si trovava da poco sul trono del regno più potente di Hyboria. Ritenendolo un barbaro rozzo e ignorante, indegno di portare la corona sulla sua fronte, in molti si unirono per spodestarlo. E’ così che, con l’aiuto dello stregone stygiano Thoht-Amon, un’oscura trama venne ordita alle sue spalle. In questo episodio si nota un’estrema cura per il dettaglio. I disegni di Giorello qui hanno raggiunto una maturità e uno stile eccezionali. Da ogni tavola traspare passione, cosa facilmente intuibile dalla cura estrema messa in ogni singola espressione dei protagonisti, nella ricercatezza dei tessuti e degli abbigliamenti e nella riproduzione delle armi. Truman svolge il suo lavoro in modo impeccabile, restituendo una storia molto fedele al racconto originale, aggiungendo qualche dettaglio utile ad arricchire il contesto.

In “Una riunione di avvoltoi” la cospirazione degli avversari del Re prende una piega inaspettata. Lo stregone Thoth-Amon avrà l’occasione di rimettere le mani sull’anello di Set, destabilizzando così l’intero svolgersi della vicenda. Allo stesso tempo Conan farà la conoscenza di una delle divinità del Pantheon Hyboriano. Episodio dal sapore onirico, quasi Lovecraftiano. Qui infatti vediamo il cimmero in una situazione più tipica dei racconti dell’autore di Providence, noto maestro dell’orrore e amico di Howard. Lovecraft infatti era solito trarre ispirazione per i suoi racconti dai propri incubi, che riteneva di gran lunga più interessanti dei normali sogni. I due autori si influenzarono a vicenda, cosa facilmente apprezzabile nel racconto “La fenice sulla lama”, che mescola l’azione furibonda e selvaggia tipica della narrativa howardiana ai viaggi misteriosi e indecifrabili della mente umana ricorrenti nei testi di Lovecraft. La storia anche qui ricalca fedelmente quanto scaturito dalla penna dell’autore texano, confermando la bravura di Truman. Anche per i disegni non ci sono dubbi, Giorello continua a stupire con tavole veramente senza paragoni. C’è da chiedersi come abbia fatto a rispettare tutte le scadenze, considerando l’enorme quantità di dettagli e la grande ricercatezza del suo lavoro.

“Un servitore per il mio odio” è il racconto successivo. Qui Conan “riceve in dono” la lama che da il titolo al racconto, l’unica dotata di poteri magici mai apparsa nei racconti di Howard legati al cimmero. Grazie ad una scusa i traditori riescono a far allontanare dal palazzo le guardie del sovrano ed entrano nella stanza del re, con l’obiettivo di ucciderlo nel sonno. Ma trovano una sorpresa ad attenderli. Pensate a come ci si possa sentire trovandosi di fronte un cimmero inferocito e pronto a battersi come un leone, quando pensavate fosse addormentato come un innocuo gattino…  Niente da aggiungere a quanto detto finora. La qualità di testi e disegni è ancora estremamente alta. Davvero non si trovano difetti in questa trasposizione che, al momento, centra perfettamente tre colpi, regalando ai lettori un fumetto epico.

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Eccoci giunti al quarto ed ultimo episodio, intitolato “Nebbie di sangue”, dove Conan fa letteralmente venire i brividi. Una furiosa battaglia si svolge in queste pagine ed è sicuramente una delle meglio riuscite nella storia del fumetto. Teste che volano, arti che si staccano, fendenti mortali e urla di dolore in un turbinio di lame che si incrociano e cozzano fra loro. La furia del cimmero qui è inarrestabile e il miglior modo per rendere l’idea di queste scene è riportare un piccola citazione direttamente dal racconto di Howard.

«… Conan si appoggiò alla parete e alzò l’ascia. Sembrava l’immagine vivente dell’invincibilità primitiva: le gambe larghe, la testa in avanti, una mano poggiata alla parete per sorreggersi, l’altra che brandiva l’ascia, i muscoli tesi come corde d’acciaio, una smorfia feroce sul volto, gli occhi che mandavano fiamme attraverso il velo di sangue che li annebbiava. Gli uomini esitarono: per quanto feroci, criminali e senza legge, essi erano di razza cosiddetta civile; e il barbaro appariva invece come un’incarnazione della morte. Indietreggiarono: la tigre morente può ancora uccidere. …»
(da “la fenice sulla lama”, di R.E. Howard)

Si conclude così la versione Dark Horse di questo racconto. Un lavoro di qualità incredibile, da parte di tutto lo staff. Truman si conferma un vero conoscitore dell’opera howardiana e Giorello fornisce la prova di essere uno dei migliori fumettisti contemporanei. La qualità dei disegni è talmente elevata da consacrare l’illustratore argentino a pieno diritti fra l’olimpo dei migliori disegnatori di Conan della storia. I colori di Villarrubia accompagnano degnamente il tutto anche se, in un simile tripudio di eccellenza, sono forse il solo punto debole della produzione (se proprio dobbiamo trovarne uno).

Il volume prosegue con “Due donne”, scritto e disegnato da Howard Chaykin, già disegnatore di alcune storie del cimmero ai tempi delle pubblicazioni Marvel. La trama vede protagoniste due cortigiane in un altro intrigo di palazzo. Le due si contendono i favori di re Conan, qui ormai abituato ai doveri di regnante e alla vita di corte (anche se dall’animo ancora indomito). Un interessante punto di vista, che si focalizza maggiormente su figure di contorno nella corte del sovrano.

Nel racconto successivo, “Conan e il bacio del non morto”, vediamo ai testi Ron Marz e ai disegni e ai colori il bravo Bart Sears. La storia è semplice, un pretesto per far combattere un pò il possente barbaro. Molto bella la sequenza iniziale, dove Conan, nascosto nella penombra e intento a scolarsi un bicchiere, viene contattato da una giovane e bella nobile. La donna gli propone di farle da guardia del corpo in cambio di qualche moneta. Conan potrebbe mai rifiutarsi? Assolutamente no, soprattutto quando la donzella è anche molto graziosa, come in questo caso. I disegni di Sears sono volutamente esagerati, esaltando doti fisiche incredibili e ricordando vagamente lo stile del nostro Claudio Castellini.

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Nell’ultimo racconto, “Conan e il re pazzo di Gaul” il nostro eroe è ancora un giovane in cerca di avventura. Affamato e infreddolito, tenta un furto all’accampamento degli uomini del folle Re di Gaul, dai quali viene però colto con le mani nel sacco… Storia scritta e disegnata da Darick Robertson che dimostra grande passione per il personaggio, regalando al lettore una storia ben scritta, anche se di breve durata. Anche i disegni sono molto ricercati e interessanti.

Insomma questo numero, come anticipato all’inizio, è senza dubbio uno dei punti di riferimento della collana 100% Cult Comics di Panini. Questo perchè all’interno potete trovarci la nuova trasposizione a fumetti del racconto “La fenice sulla lama” di Dark Horse, realizzata da due grandi artisti che hanno superato se stessi. Truman ai testi conferma la sua duttilità e bravura come scrittore. Giorello realizza una vera e propria opera d’arte probabilmente ineguagliabile. Gli ultimi tre racconti sono da considerare più come un aggiunta, un dessert dopo la scorpacciata data da “La fenice sulla lama”.

VALUTAZIONE: “9.3”

Per saperne di più sul Cimmero:
http://www.cimmerianfans.it/