Highlander

Set 29, 2009

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Da qualche anno la Dynamite Entertainment pubblica i fumetti ispirati al franchise dello scozzese immortale. Al momento esiste la prima stagione della serie regolare, durata 12 numeri più lo 0; una miniserie di 4 numeri dal titolo The Way of the Sword; un’altra mini di due episodi dal titolo Highlander Origins: Kurgan.

La prima stagione della serie regolare è scritta dall’artigiano della parola Brandon Jerwa e raccolta in tre volumi.

HIGHLANDER VOL. 1: THE COLDEST WAR TPB

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Disegni del modesto Lee Moder, questo volume 1 è ambientato subito dopo gli eventi del primo film, seppure condito con dei flashback sulle avventure passate di Connor MacLeod, e vede il protagonista affrontare una setta di immortali che lotta per vendicare la morte del loro maestro, il Kurgan che nel film era interpretato da Clancy Brown. Siamo in piena Guerra Fredda (vi ricordo infatti che il film di Russel Mulcahy è del 1986), e il passato di Kurgan da ex spia del KGB non può che portare alla minaccia di un guerra nucleare totale.
In coda, un episodio auto-conclusivo dell’ancora modesto disegnatore Kevin Sharpe: un po’ meglio dei disegni precedenti, ma nulla di che. La storia narra di un’avventura che ricorda a Connor quanto sia pericolo legarsi agli umani. Partecipazione eccezionale di Duncan MacLeod, cugino del protagonista e star assoluta delle serie TV anni ’90.

HIGHLANDER VOL. 2: DARK QUICKENING TPB

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Questa volta i disegni sono di Fabio Laguna, e per fortuna la musica cambia sensibilmente: lo stile è quello foto-realista che va tanto di moda adesso, e pur non essendo certo ai livelli di un Tony Harris o un Greg Land, l’apparto grafico è comunque di discreta qualità. La storia ci narra dei problemi che affronta Conner nel tenere a bada la “reminiscenza oscura” del Kurgan, acquisita dopo la morte di questi. Duncan è qui quasi co-protagonista, ed essenziale alla salvezza di Connor.

HIGHLANDER VOL. 3: ARMAGEDDON TPB
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I disegni passano a Carlos Rafael: ottimo artista, pronto per passare alle due Big del fumetto americano. La storia è ambientata dopo la fine del quarto film del franchise, nel quale Connor MacLeod muore e passa il testimone al cugino Duncan. Per cui niente eroe dalle fattezze di Christopher Lambert, spazio invece al più giovane degli Highlander, alle prese con una misteriosa compagnia che organizza scontri clandestini tra immortali, per il divertimento del pubblico pagante (umano, ovviamente). Sicuramente la saga meglio disegnata della collana, ma anche la meno interessante: probabilmente l’essere composta da soli 3 episodi, unita all’assenza del carismatico Connor, l’ha un po’ indebolita.

In attesa che inizi la seconda stagione, sono intanto uscite due miniserie, come dicevo.

HIGHLANDER: WAY OF THE SWORD TPB

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Ambientata qualche anno prima gli eventi del film capostipite, la storia ci narra del modo in cui la spada di Ramirez/Sean Connery sia andata perduta dopo la sua morte, e di come Connor abbia passato secoli a cercarla, come segno di rispetto nei confronti dell’amico e maestro. Ancora il bravo Carlos Rafael alle matite, ai testi l’ospite J.T. Krul: co-sceneggiatore del Fhatom di Michael Turner, Krul svolge in maniera pulita il suo compito e non si discosta più di tanto dai toni (e dalla qualità) di Brandon Jerwa.

HIGHLANDER ORIGINS: KURGAN

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Brandon Jerwa e Carlos Paul ci consegnano le tante agognate origini del cattivo più riuscito di tutto il franchise: Kurgan, l’immortale proveniente dalle inospitali steppe russe (da notare che nel 1986 lo sceneggiatore del film, Gregory Widen, diede non caso questa origine geografica al villain… ah, it was the eghties…!).
Avvincente, crudo e allo stesso tempo crudele, forse il racconto migliore sino ad ora pubblicato. Sono due numeri da 32 pagine di fumetto ciascuno, ergo dubito che li raccoglieranno in un TP. E’ più probabile che in futuro facciano un Highlander Origins: Ramirez, sulle origini del personaggio interpretato nei film da Sean Connery, e solo allora decideranno di raccogliere le due miniserie in un unico volume da 128 pagine.

In tutto questo, le vicende narrate nel secondo film della serie vengono totalmente ignorate (come d’altronde anche nelle pellicole successive, e nel telefilm). Personalmente trovo sia un peccato, ho sempre amato quello strano film di fantascienza, e l’amo ancor più adesso che, dopo tanti anni, sono riuscito a mettere le mani sul dvd in edizione Director’s Cut. Questo, oltre ad avere circa 20 minuti in più di pellicola, un montaggio diverso e un finale decisamente differente, modifica uno degli spetti più controversi del film. Forse ricorderete che in Highlander 2 si scopre l’origine degli immortali: alieni esiliati sul pianeta Terra, come punizione per essersi ribellati alla dittatura del feroce Generale Katana. I fan s’incazzarono, non ho mai capito per quale motivo, come se l’origine aliena degli immortali fosse più fantasiosa e troppo “strana” rispetto al resto del film. Ad ogni modo, il Director’s Cut sostituisce il pianeta alieno con la Terra di un passato antidiluviano, quindi il viaggio di questi esiliati diventa temporale piuttosto che spaziale.

Ad ogni modo, nonostante tutto questo riscrivere e rimontare il film (persino la colonna sonora è in parte differente), la pellicola viene ignorata da Jerwa, cui sembrano interessare solo il primo film, la serie TV e i seguenti terzo e quarto film. Infatti dopo un po’ iniziano ad arrivare anche i riferimenti ad Highlander 3, seppur ancora solo con un brevissimo cameo di Kane/Mario Van Peebles (il cattivo del film diretto da Andy Morahan) nella mini su Kurgan, dove appare come stratega-guerriero e collega di Kurgan stesso.

Sia chiaro: Brendan Jerwa è tutt’altro che una faina, è una penna che la Marvel non assumerebbe mai, troverebbe posto giusto alla DC su titoli come Wonder Woman, Teen Titans o Outsiders (giusto per citarne alcuni, tra i mediocri della DC). Però s’impegna come un dannato a modernizzare il concetto di sword and sorcery, e soprattutto scrive principalmente per i fan di Highlander, sembra conoscerne tutti i desideri ed esaudirli puntualmente, senza disattendere nessuna aspettativa (ecco, mancano giusto i riferimenti al secondo film, ma pare che i fan lo odino, quindi anche questo temo sia voluto). La presenza quasi costante di Kurgan, nonostante la sua morte alla fine del primo Highlander, ne è una prova lampante, che culmina con la mini sul villain. Ovvero: i fan adorano Kurgan, lo amano, e non si può raccontare di MacLeod senza la sua miglior nemesi. Le fugaci apparizioni di Ramirez/Conney probabilmente si inseriscono sullo stesso filone, creando aspettative per una probabile miniserie futura. E poi l’ambientazione anni ’80, i riferimenti alla Guerra Fredda (simbolo di quegli anni ’80 cui Highlander appartiene), i flashback ambientati in epoche storiche differenti (c’è persino il Far West), l’utilizzo di Duncan MacLeod e degli Osservatori, Methos (comprimario della serie TV), la Scozia medievale, adesso anche Kane e la presenza quasi fissa di Brenda Walsh (la poliziotta delle scientifica vista nel primo film). Sono tutte strizzate d’occhio ai fan, ammiccamenti che ripescano dal calderone tutta la mitologia del personaggio e la tramutano in nuovo materiale narrativo.

Probabilmente il lettore medio può anche fare a meno di questo fumetto, ma è imprescindibile per tutti coloro che da ragazzini fingevano di agitare una spada per aria, mormorando: “Ne resterà soltanto uno”.