Testi: Warren Ellis.
Disegni: Kaare Andrews.
Ed. USA: Astonishing X-Men Xenogenesis TP, Marvel Comics.
Ed. ITA: Marvel Miniserie 112 – 113 – 114 (Astonishing X-Men: Xenogenesis 1 – 2 – 3), Panini.

La mutazione è la chiave della nostra evoluzione, ci ha consentito di evolverci da organismi monocellulari a specie dominante sul pianeta. Questo processo è lento e normalmente richiede migliaia e migliaia di anni, ma ogni centinaio di millenni l’evoluzione fa un balzo in avanti.

L’evoluzione è il processo di modifiche che si manifestano, in un dato arco temporale, in forme di cambiamento e di trasformazioni per gli organismi viventi.

Se la chiave della nostra evoluzione risiede nella mutazione, allora, per assurdo, è anche vero che l’uomo è mutante di se stesso.

Benvenuti nel mondo di domani!

FIGLI DI UN DIO MINORE

Di House of M sappiamo tutto (Wanda, “no more mutants” e la Decimazione) ma quello che non conosciamo è che, dopo questi eventi, gli X-Men guidati dall’intrepido Ciclope (Scott Summers – raggi ottici concussivi) non hanno mai smesso di cercare nuove nascite mutanti e, di conseguenza, nuovi pupilli o figli dell’atomo.

I veri legami degli X-Men col mondo che li circonda non sono i rapporti con l’uomo, la lotta per la salvezza dell’umanità o le alleanze ad altri gruppi di eroi, bensì la concezione illuminante di un futuro certo per la loro razza, se tale può essere definita.
Ecco, Wanda ha rimosso questa speranza assieme al gene X, ma non ha tolto la passione e la volontà di continuare a credere che il domani possa tornare ad essere luminoso, per Ciclope e i suoi fratelli.

“I BAMBINI COI POTERI”

La bella storia  che Warren Ellis e Kaare Andrews ci regalano è un mosaico di possibilità e di traiettorie infinite: il M’bangwi è una nazione (ipotetica) africana retta da un “milite” cyborg che tenta di costruire una parvenza di idillio ideale alla terra che ha scelto di governare; Tempesta (Ororo Munroe – manipolazione dei fenomeni meteorologici, dea con retaggio atlantideo) e Ciclope rispondono ad una chiamata di M.S.F. (Mutanti Senza Frontiere, una organizzazione no profit a difesa dei mutanti) e partono alla volta dello stato governato da “Crocodile” per scoprire cosa si cela dietro l’improvvisa nascita di una moltitudine di neonati con strabilianti poteri.
A loro si aggiungono Wolverine (James Howlett Logan – artigli e scheletro di adamantio, rigenerazione cellulare avanzata, ipersensi sviluppati), Bestia (Hank McCoy – fisionomia leonina, ipersensi sviluppati), la Regina Bianca (Emma Frost – telepatia, corpo diamantino organico), Corazza (Hisako Ichiki – esoscheletro psico-energetico mutabile).

In un istituto sanitario dello stato africano, gli X-Men si imbattono in una moltitudine di presunte nascite mutanti: bambini trasparenti, che prendono fuoco, incorporei o luminosi.
Bimbi che esplodono provocando distruzione e dolore nel cuore del continente e portando scompiglio in un luogo già battuto da scontri violenti e insicurezza; a tutto ciò si somma l’improvvisa entrata in scena di scompensi quantici da un’altra dimensione.
Uno dei nemici più crudeli degli Uomini X inizia l’inseguimento di un mutante (Jim Jaspers) proveniente da una realtà alternativa, dopo aver fatto stragi immani e aver quasi distrutto un universo intero.
Sarà la volta in cui Ciclope, Tempesta ed Emma dovranno porre fine a qualcosa che aveva avuto inizio tempo prima, magari in un luogo differente.

ASTONISHING!

Ellis ha il il vizio di piegare alle sue esigenze i tratti distintivi dei personaggi di cui parla, che va a muovere, che scrive.
L’autore non si trattiene dall’avventurarsi in argomenti socio-politici (vedasi le citazioni e le prese di posizione che i “suoi” X-Men proferiscono), e tende a sottolineare una storia fatta di incastri; nonostante ciò principio e fine non necessariamente sono figli della realtà in cui gli X-Men si muovono, e questo è rappresentato sia dalla provenienza di Jaspers e dei suoi inseguitori sia dal fatto che l’artista Andrews cita in una splash-page personaggi che somigliano a Batman e Robin – sì esatto, il Dinamico Duo –).
L’architettura di Ellis risulta tutt’altro che frammentaria, traducendosi alla fine dei conti in un accurato esercizio di meta-continuity marvelliana (eh sì, di quelle davvero citazioniste e ad opera di ripescaggio) e lo stesso dicasi per Kaare Andrews: in questa storia il grande illustratore ci mostra una visione unica di un gruppo come gli X-Men.
Già la bellissima scelta  di narrare questo racconto facendo indossare al gruppo delle divise differenti dai classici costumi e che denotano un aspetto molto più “raccolto” e quasi protomilitarista (Morrison e Quitely ci hanno abituati al meglio, e si sapeva), rende il corpus dell’opera più vicino al periodo in cui gli X-Men sapevano essere gruppo e non erano così pochi da doversi preoccupare per il domani (?).
Andrews esprime (come sempre) al meglio la narrazione del piano e le sue tavole sono di una dinamicità unica e fluida; il fatto che ogni singolo personaggio venga rappresentato per ciò che è (McCoy è una “Bestia” tanto quanto lo è Logan, Emma una femme fatale e così gli altri) e non idealizzato presenta una realtà fisica e visibile, non indifferente.
Encomiabili le cover da lui realizzate e la dannata violenza con cui le Furie si battono e abbattono Logan: sembra quasi di poter vedere la cruda e stupenda illusione fornita da alcune serie tv, quali Spartacus.