I personaggi Marvel/DC più sopravvalutati

Aperto da UltramanMattia, 05 Maggio 2013, 11:46:34

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Ken Parker

Citazione di: Duke_Francis il 13 Novembre 2015, 10:08:50
Citazione di: The Cure il 13 Novembre 2015, 01:05:09
Citazione di: Dean Winchester il 13 Novembre 2015, 00:59:30
Ora non ricordo bene, però il Batman di Kane mi pare abbia ucciso si, ma solo dei vampiri, non credo abbia mai ucciso esseri umani.
Ha anche ucciso esseri umani.   ;)
Il Batman di Kane non conta. All'epoca Kane e Finger non avevano certo idea che il loro personaggio potesse diventare cosi famoso e quindi non si diedero di premura di dargli caratteristiche positive.

Batman non uccide e non usa armi da fuoco. Se no dovremo anche considerare il Superman di Siegle e Shuster che non volava.

CitazioneParto da una premessa: "All Star Batman e Robin" non mi fa impazzire, è giusto una lettura divertente e poco più, grottesca e anche con momenti narrativi illogici. Una delle opere "minori" di Frank.
Ciò non toglie che Miller ha sputato in faccia al politically correct che spesso soffoca il personaggio nelle serie regolari. Per certi versi ha riproposto quello di Kane (emblematica la scena finale con Robin, quasi a voler dimostrare che il Batman più estremo è morto con quell'abbraccio), con qualche differenza non da poco (il Cavaliere di Miller non uccide ed è un sbruffone, quello di Kane ammazzava ed era decisamente freddo e calcolatore).
Non concordo quando scrivi che Miller odia i mutandoni: indubbiamente preferisce i vigilanti ma,"Il Cavaliere Oscuro colpisce ancora", non è altro che un omaggio alla Justice League.
Altro punto che a mio parere ha centrato è il disprezzo che Bats prova per gli altri supers. Magari è brutto da dire, ma a una personalità ossessiva/paranoica come quella di Bruce non possono andare a genio queste semi - divinità.
Quest'ultimo è un punto che è stato analizzato più elegantemente da Azzarello con la mini "Per il domani", dove Clark sostiene che, nonostante non sia umano, è comunque più legato all'umanità di quanto non sia Batman. E Bruce pare contento di questa confessione, si sente quasi sollevato di non piacere al forzuto boy-scout.
Ritornando a Miller, ha esagerato in alcuni punti (la risata da pazzo o il rapimento di Dick), ma non trovo questo suo Batman molto più pazzo di quello di Loeb in "Hush" dove pensa come far soffrire Joker o quello in "The Killing Joke" dove ci ride addirittura assieme. Neanche il lato violento mi sorprende: pesta come in altri fumetti, solo che non ride come un ebete.
Riguardo all'onnipotenza del personaggio, invece, credo che il pipistrello ne abbia sempre sofferto; in passato chiaramente meno, Batman era un detective fallibile, ma tronfio e supponente (nonostante le sue insicurezze) lo è sempre stato. Ultimamente la DC ha esagerato, ora il Pipistrello sconfiggerebbe anche il Diavolo in persona. Io do la colpa al marketing, vogliono infilare Batman dappertutto, anche dove ha poco senso, rendendolo indigesto. Scelte editoriali sbagliate, che non hanno fatto altro che creare questo "Batman onnipotente".

Concludo dicendo che i miei Batman fumettistici  preferiti sono quelli di Loeb e Azzarello, soprattutto quest'ultimo. Brian ha dato vita ad un Batman puramente noir, violento e pestone, ossessionato dalla morte dei suoi, bravo detective ma non un Cristo sceso in terra. Le sue Gotham sono fogne fatte a città, dove quel pazzo vestito da topo volante non può che sguazzarci. E poi, cosa da non trascurare, nessun moccioso che limiti Bruce nelle sue scelte o nei suoi modi di agire. Alfred basta e avanza.
L'erede moderno del Bat-Man di Kane è quello di Azzarello, anche se non uccide.
Come detto sopra il Batman di Kane (e di Finger, va considerato anche lui dato che Kane ha avuto giusto l'idea, ma è stato Bill a creare l'universo Batmaniano) non va considerato, perchè non è Batman, lo sapete che in quell'occasione gli autori avevano copiato paro paro una storia di Shadow ?

Si c'è è vero, ma bisogna considerare che probabilmente gli autori non si aspettavano certo che il personaggio diventasse cosi popolare. Anche il primo Superman di Siegel e Shuster aveva dei comportamenti non certo consoni al personaggio come lo conosciamo oggi. Per 75 anni abbiamo avuto un Batman che non spara e non uccide e un Superman che vola e le cose sono funzionate molto bene mi pare no ?

Anche l'Uomo Ragno una volta ha picchiato Mary Jane, ma la cosa al giorno d'oggi nonv iene mai considerata.

Poi ovvio che  ognuno ha la propria versione del personaggio e Batman cosi come i suoi colleghi ne ha parecchie. Sinceramente mi va bene il Batman oscuro, ma non dark e solitario. Che combatte a fianco delgi dei, ma di certo non li disprezza. Lo stesso Batman ritiene Elongated Man un detective al suo livello anche se non lo dice e Superman ne ha grandissima fiducia.

Citazioneaggiungo che Robin fu creato per far immedesimare i ragazzi, e per alleggerire i toni.
C'è da dire che in 70 anni e passa abbimao avuto ben cinque Robin, quindi l'idea funziona.

Poi come detto Batman non è un personagigo ma un ideale. Ci sta quindi che più persone lo portino avanti.

mmh sull'ultima tua considerazione... No.

Batman è Bruce Wayne, un uomo segnato dallo shock che decide di investire le sue risorse e le sue forze nella lotta al crimine.

Secondo me non lo fa nemmeno per spirito filantropico... è semplicemente il suo modo di reagire a quello stress psicologico. Infatti tante volte Alfred o Nightwing si chiedono il perchè Bruce si spinga così al limite, all'eccesso. Bruce è un uomo segnato dalla perdita, che invece di compiangersi mette in atto una sorta di rivincita personale, fino alle estreme conseguenze. Quasi che non possa fare altrimenti

E Batman è un personaggio interessante per queste ombre, secondo me. Per cui no, Batman è Bruce Wayne perchè c'è un motivo preciso (legato anche al pipistrello). Il costume nelle mani di chiunque altro non avrebbe senso imho.

Infatti ritengo anche la bellissima run di Snyder su detcom una parentesi. Come lo è quella di Superior Spiderman sul ragnetto :)

Bruce Wayne

Citazione di: Goji il 12 Novembre 2015, 13:35:38
comunque tornando su batman, per me il vero pipistrello è quello di Loeb e Sale. nemmeno Morrison ha centrato in pieno l'essenza del personaggio.

il batman più figo è quello che combatte i criminali, i freaks e i mafiosi. e che lo fa in solitaria, rischiando di perdere, il più delle volte.
un detective, ma non il super detective per eccellenza. deve essere fallibile e muoversi nel suo ambiente, la notte di gotham, la città più pericolosa al mondo.
il fascino di saperlo solo, contro altri come lui, armato solo della sua determinazione, qualche aggeggio tecnologico (ma non un armamento come adesso) e il supporto a distanza di Alfred. questo è Batman, o almeno è il mio Batman preferito.

il concetto stesso di bat-famiglia, pur avendo portato in dote decine e decine di ottime storie, snatura l'essenza stessa del personaggio.

Morrison ha scritto il personaggio all'apice della sua carriera. Ovviamente all'inizio Batman era un "semplice" detective che lavorava solo con Alfred... ma dopo anni di storie e di avventure ci sta arrivare al superuomo raccontato dallo scozzese.

Tra l'altro..
Spiacente, ma non sei autorizzato a visualizzare il contenuto degli spoiler.

Citazione"Se non fosse stato per Robin e la sua leggerezza, a quest'ora sarei..." (cit.)

The Cure

Citazione di: Duke_Francis il 13 Novembre 2015, 10:08:50
Citazione di: The Cure il 13 Novembre 2015, 01:05:09
Citazione di: Dean Winchester il 13 Novembre 2015, 00:59:30
Ora non ricordo bene, però il Batman di Kane mi pare abbia ucciso si, ma solo dei vampiri, non credo abbia mai ucciso esseri umani.
Ha anche ucciso esseri umani.   ;)
Il Batman di Kane non conta. All'epoca Kane e Finger non avevano certo idea che il loro personaggio potesse diventare cosi famoso e quindi non si diedero di premura di dargli caratteristiche positive.

Batman non uccide e non usa armi da fuoco. Se no dovremo anche considerare il Superman di Siegle e Shuster che non volava
Come detto sopra il Batman di Kane (e di Finger, va considerato anche lui dato che Kane ha avuto giusto l'idea, ma è stato Bill a creare l'universo Batmaniano) non va considerato, perchè non è Batman, lo sapete che in quell'occasione gli autori avevano copiato paro paro una storia di Shadow ?

Si c'è è vero, ma bisogna considerare che probabilmente gli autori non si aspettavano certo che il personaggio diventasse cosi popolare. Anche il primo Superman di Siegel e Shuster aveva dei comportamenti non certo consoni al personaggio come lo conosciamo oggi. Per 75 anni abbiamo avuto un Batman che non spara e non uccide e un Superman che vola e le cose sono funzionate molto bene mi pare no ?

Anche l'Uomo Ragno una volta ha picchiato Mary Jane, ma la cosa al giorno d'oggi nonv iene mai considerata.

Poi ovvio che  ognuno ha la propria versione del personaggio e Batman cosi come i suoi colleghi ne ha parecchie. Sinceramente mi va bene il Batman oscuro, ma non dark e solitario. Che combatte a fianco delgi dei, ma di certo non li disprezza. Lo stesso Batman ritiene Elongated Man un detective al suo livello anche se non lo dice e Superman ne ha grandissima fiducia.

Citazioneaggiungo che Robin fu creato per far immedesimare i ragazzi, e per alleggerire i toni.
C'è da dire che in 70 anni e passa abbimao avuto ben cinque Robin, quindi l'idea funziona.

Poi come detto Batman non è un personagigo ma un ideale. Ci sta quindi che più persone lo portino avanti.
Scusami, ma non capisco il tuo punto di vista riguardo al non considerare il Batman di Kane e Finger come Batman perché i due autori scopiazzarono all'epoca da the Shadow. È un pò come dire che non bisogna considerare i primi albi di Diabolik un vero Diabolik perché le Giussani copiarono letteralmente il plot narrativo del "Fantomas" di Allain e Souvestre. Un  discorso del genere si può applicare perfino al "XIII" di Van Hamme, ispirato chiaramente al Bourne di Ludlum.
Sono tutti personaggi che hanno avuto determinati modelli d'ispirazione, poi, con il passare del tempo, hanno trovato una lora (Batman magari un pò meno per via di come gli americani propongono il fumetto seriale) precisa identità.
Ovviamente ognuno ha il suo Cavaliere Oscuro preferito. A me non piace il Batman collaborativo con gli altri supereroi DC perché l'ho trovo forzato nei contesti fantascientifici (fondamentalmente è solo un uomo che si atteggia a detective e che picchia duro e non molla l'osso) e perché fa sembrare spesso Clark&Co dei coglioni con superpoteri e basta (colpa degli sceneggiatori, in questo caso).
Molti sottovalutano il personaggio Bruce Wayne. Certo, Wayne è la vera maschera. Ma io trovo che determinate caratteristiche "faunistiche" erano già insite nel bambino Bruce, ancor prima della morte dei suoi (tendenza alla solitudine, quello sguardo perennemente triste, il sentirsi spesso in colpa), manifestate poi più marcatamente dopo il trauma subito. Ed è proprio il tormento psicotico una delle caratteristiche più affascinanti del personaggio, rendendolo unico.
Ecco perché Batman è un personaggio, secondo me, che non può essere altro che un solitario. Non sta bene neppure con sé tesso. La sua anima è un pozzo nero e, quello che fa ogni notte, mi ha sempre dato l'idea di farlo per sentirsi superiore, perché gode a pestare i criminali, li vuole ridicolizzare.  Nella versione degli ultimi anni non uccide, forse perché è tutto sommato un vigliacco, forse perché non vuole sprofondare nella pazzia più completa. Ma non fa altro che contraddire la sua vera indole, soffocata dal suo ego smisurato.
Perché non uccide una volta per tutte Joker (a parte le ovvie scelte editoriali che non opteranno mai per eliminare uno dei personaggi simboli della DC)? Perché vuol a tutti i costi dimostrare che lui è superiore, che lui è Batman. Così si limita a pestarlo, lo porta ad Arkham, poi Joker evade e giù una caterva di morti. E il sangue versato dal pagliaccio finisce, seppur indirettamente, sulle mani del pipistrello.
L'omicidio è un atto nefasto, odioso, ma Joker cos'altro merita se non la fine più miserevole che possa capitare ad un essere vivente? Quindi, Bruce, in questo caso, sarebbe quasi "giustificato". Il problema è che ha paura poi di non fermarsi, di diventare una sorta di killer dei freaks. In poche parole, è il suo precario equilibrio psichico che lo frega di brutto.
Il tanto bistrattato Batman del '39, nonostante uccidesse, non era così pazzo. Moralmente ambiguo, freddo e spietato, ma non così psicologicamente contorto. Aveva quasi più analogie (psichiche, s'intende) con il primo Diabolik. 
Preferisco però il Batman più tormentato degli ultimi 30/40 anni: non ucciderà, ma è ancora più ambiguo.  :batman:
-Quando i gabbiani seguono il peschereccio è perché pensano che delle sardine stanno per essere gettate in mare.

-Hemingway una volta ha scritto: "Il mondo è un bel posto e vale la pena lottare per esso." Condivido la seconda parte.

Largand

Citazione di: Duke_Francis il 13 Novembre 2015, 16:16:52
le altre sono morti accidentali, non certo omicidi a sangue freddo.
Alcuni si...

Spiacente, ma non sei autorizzato a visualizzare il contenuto degli spoiler.
Sono un cittadino dello spazio. Mi ritengo quindi Apolide...e non italiano.

The Cure

Citazioneauthor=Arkin Torsen link=topic=14225.msg1695414#msg1695414 date=1447403976]
Bellissimo post Cure :clap:
Katy Perry scorre potente in te :hug:
Magari "scorresse" in me!   :dsi:
-Quando i gabbiani seguono il peschereccio è perché pensano che delle sardine stanno per essere gettate in mare.

-Hemingway una volta ha scritto: "Il mondo è un bel posto e vale la pena lottare per esso." Condivido la seconda parte.

Duke_Francis

#200
CitazioneBatman è Bruce Wayne, un uomo segnato dallo shock che decide di investire le sue risorse e le sue forze nella lotta al crimine.

Secondo me non lo fa nemmeno per spirito filantropico... è semplicemente il suo modo di reagire a quello stress psicologico. Infatti tante volte Alfred o Nightwing si chiedono il perchè Bruce si spinga così al limite, all'eccesso. Bruce è un uomo segnato dalla perdita, che invece di compiangersi mette in atto una sorta di rivincita personale, fino alle estreme conseguenze. Quasi che non possa fare altrimenti

E Batman è un personaggio interessante per queste ombre, secondo me. Per cui no, Batman è Bruce Wayne perchè c'è un motivo preciso (legato anche al pipistrello). Il costume nelle mani di chiunque altro non avrebbe senso imho.

Infatti ritengo anche la bellissima run di Snyder su detcom una parentesi. Come lo è quella di Superior Spiderman sul ragnett

Si, pero vorrei citarti un dialogo di Justice League One Milion, dove Firefly incontra il Batman del futuro:

CitazioneTu non puoi essere lui!"  "Batman non è un uomo. E' un ideale. E' Giustizia".
Spiacente, ma non sei autorizzato a visualizzare il contenuto degli spoiler.


Citazione di: Largand il 13 Novembre 2015, 17:14:54
Citazione di: Duke_Francis il 13 Novembre 2015, 16:16:52
le altre sono morti accidentali, non certo omicidi a sangue freddo.
Alcuni si...

Spiacente, ma non sei autorizzato a visualizzare il contenuto degli spoiler.

Pero alcune vignette vonegono dal primo periodo di Batman.....

CitazioneScusami, ma non capisco il tuo punto di vista riguardo al non considerare il Batman di Kane e Finger come Batman perché i due autori scopiazzarono all'epoca da the Shadow. È un pò come dire che non bisogna considerare i primi albi di Diabolik un vero Diabolik perché le Giussani copiarono letteralmente il plot narrativo del "Fantomas" di Allain e Souvestre. Un  discorso del genere si può applicare perfino al "XIII" di Van Hamme, ispirato chiaramente al Bourne di Ludlum.
Beh direi di si, perch+è a questo punto se io realizzo un personaggio cpiando paro paro d aun altro non è il personaggio che intendo scrivere, ma un altro.

Se per esempio scrivo Devil come Batman, e come se scrivessi Batman per dire.

CitazioneOvviamente ognuno ha il suo Cavaliere Oscuro preferito. A me non piace il Batman collaborativo con gli altri supereroi DC perché l'ho trovo forzato nei contesti fantascientifici (fondamentalmente è solo un uomo che si atteggia a detective e che picchia duro e non molla l'osso) e perché fa sembrare spesso Clark&Co dei coglioni con superpoteri e basta (colpa degli sceneggiatori, in questo caso).
Beh dipende dall'autore.

Ken Parker

eheh, justice league, one million.... tutta roba accessoria, come lo spiderman negli avengers :P
roba fatta per vendere albi (parlo di inserire personaggi forti nei vari supergruppi). non hanno una logica narrativa, sono li per altri motivi :asd:


Duke_Francis

Citazione di: Goji il 13 Novembre 2015, 18:59:41
eheh, justice league, one million.... tutta roba accessoria, come lo spiderman negli avengers :P
roba fatta per vendere albi (parlo di inserire personaggi forti nei vari supergruppi). non hanno una logica narrativa, sono li per altri motivi :asd:

Non credo, Spider man nei Vendicatori è un aggiunta a posteriori.

Batman è um membro fondatore della Lega. E One Milion è un bella storia, che seocndo me riguardo Batman esprime un bel concetto.

Largand

Citazione di: Duke_Francis il 13 Novembre 2015, 18:48:30
Pero alcune vignette vonegono dal primo periodo di Batman.....
E allora?
E' sempre Batman.



Come è sempre Batman quello "Camp" degli anni '60...





...o come è sempre Batman quello che combatteva i mostriciattoli negli anni '50...






Insomma, è sempre Batman.



E Batman ha ucciso


Sono un cittadino dello spazio. Mi ritengo quindi Apolide...e non italiano.

Scrooge

Citazione di: The Cure il 13 Novembre 2015, 17:14:44
Citazione di: Duke_Francis il 13 Novembre 2015, 10:08:50
Citazione di: The Cure il 13 Novembre 2015, 01:05:09
Citazione di: Dean Winchester il 13 Novembre 2015, 00:59:30
Ora non ricordo bene, però il Batman di Kane mi pare abbia ucciso si, ma solo dei vampiri, non credo abbia mai ucciso esseri umani.
Ha anche ucciso esseri umani.   ;)
Il Batman di Kane non conta. All'epoca Kane e Finger non avevano certo idea che il loro personaggio potesse diventare cosi famoso e quindi non si diedero di premura di dargli caratteristiche positive.

Batman non uccide e non usa armi da fuoco. Se no dovremo anche considerare il Superman di Siegle e Shuster che non volava
Come detto sopra il Batman di Kane (e di Finger, va considerato anche lui dato che Kane ha avuto giusto l'idea, ma è stato Bill a creare l'universo Batmaniano) non va considerato, perchè non è Batman, lo sapete che in quell'occasione gli autori avevano copiato paro paro una storia di Shadow ?

Si c'è è vero, ma bisogna considerare che probabilmente gli autori non si aspettavano certo che il personaggio diventasse cosi popolare. Anche il primo Superman di Siegel e Shuster aveva dei comportamenti non certo consoni al personaggio come lo conosciamo oggi. Per 75 anni abbiamo avuto un Batman che non spara e non uccide e un Superman che vola e le cose sono funzionate molto bene mi pare no ?

Anche l'Uomo Ragno una volta ha picchiato Mary Jane, ma la cosa al giorno d'oggi nonv iene mai considerata.

Poi ovvio che  ognuno ha la propria versione del personaggio e Batman cosi come i suoi colleghi ne ha parecchie. Sinceramente mi va bene il Batman oscuro, ma non dark e solitario. Che combatte a fianco delgi dei, ma di certo non li disprezza. Lo stesso Batman ritiene Elongated Man un detective al suo livello anche se non lo dice e Superman ne ha grandissima fiducia.

Citazioneaggiungo che Robin fu creato per far immedesimare i ragazzi, e per alleggerire i toni.
C'è da dire che in 70 anni e passa abbimao avuto ben cinque Robin, quindi l'idea funziona.

Poi come detto Batman non è un personagigo ma un ideale. Ci sta quindi che più persone lo portino avanti.
Scusami, ma non capisco il tuo punto di vista riguardo al non considerare il Batman di Kane e Finger come Batman perché i due autori scopiazzarono all'epoca da the Shadow. È un pò come dire che non bisogna considerare i primi albi di Diabolik un vero Diabolik perché le Giussani copiarono letteralmente il plot narrativo del "Fantomas" di Allain e Souvestre. Un  discorso del genere si può applicare perfino al "XIII" di Van Hamme, ispirato chiaramente al Bourne di Ludlum.
Sono tutti personaggi che hanno avuto determinati modelli d'ispirazione, poi, con il passare del tempo, hanno trovato una lora (Batman magari un pò meno per via di come gli americani propongono il fumetto seriale) precisa identità.
Ovviamente ognuno ha il suo Cavaliere Oscuro preferito. A me non piace il Batman collaborativo con gli altri supereroi DC perché l'ho trovo forzato nei contesti fantascientifici (fondamentalmente è solo un uomo che si atteggia a detective e che picchia duro e non molla l'osso) e perché fa sembrare spesso Clark&Co dei coglioni con superpoteri e basta (colpa degli sceneggiatori, in questo caso).
Molti sottovalutano il personaggio Bruce Wayne. Certo, Wayne è la vera maschera. Ma io trovo che determinate caratteristiche "faunistiche" erano già insite nel bambino Bruce, ancor prima della morte dei suoi (tendenza alla solitudine, quello sguardo perennemente triste, il sentirsi spesso in colpa), manifestate poi più marcatamente dopo il trauma subito. Ed è proprio il tormento psicotico una delle caratteristiche più affascinanti del personaggio, rendendolo unico.
Ecco perché Batman è un personaggio, secondo me, che non può essere altro che un solitario. Non sta bene neppure con sé tesso. La sua anima è un pozzo nero e, quello che fa ogni notte, mi ha sempre dato l'idea di farlo per sentirsi superiore, perché gode a pestare i criminali, li vuole ridicolizzare.  Nella versione degli ultimi anni non uccide, forse perché è tutto sommato un vigliacco, forse perché non vuole sprofondare nella pazzia più completa. Ma non fa altro che contraddire la sua vera indole, soffocata dal suo ego smisurato.
Perché non uccide una volta per tutte Joker (a parte le ovvie scelte editoriali che non opteranno mai per eliminare uno dei personaggi simboli della DC)? Perché vuol a tutti i costi dimostrare che lui è superiore, che lui è Batman. Così si limita a pestarlo, lo porta ad Arkham, poi Joker evade e giù una caterva di morti. E il sangue versato dal pagliaccio finisce, seppur indirettamente, sulle mani del pipistrello.
L'omicidio è un atto nefasto, odioso, ma Joker cos'altro merita se non la fine più miserevole che possa capitare ad un essere vivente? Quindi, Bruce, in questo caso, sarebbe quasi "giustificato". Il problema è che ha paura poi di non fermarsi, di diventare una sorta di killer dei freaks. In poche parole, è il suo precario equilibrio psichico che lo frega di brutto.
Il tanto bistrattato Batman del '39, nonostante uccidesse, non era così pazzo. Moralmente ambiguo, freddo e spietato, ma non così psicologicamente contorto. Aveva quasi più analogie (psichiche, s'intende) con il primo Diabolik. 
Preferisco però il Batman più tormentato degli ultimi 30/40 anni: non ucciderà, ma è ancora più ambiguo.  :batman:

i miei pensieri sul personaggio scritti da un altro fan, non posso che concordare anche perchè se levi a batman il tema della pazzia gli togli il suo fascino più potente
per me batman rimane un personaggio negativo e profondamente ambiguo...
non centra nulla con viaggi spazziali e altro, figuarsi portatore di giustizia!!! Batman rappresenta la vendetta!!!
stessa cosa per spidey nei vendicatori, voi ce lo vedreste daredevil negli avengers? Io no e neanche gli autori che lo lasciano ai margini delle trame dell'universo marvel, e il motivo per cui non è forzato a starci è che non è figo per la massa come Spidey.
La fama dei personaggii forza le case editrici (giustamente) ad inserirli in tutto ciò che riguarda i piani importanti del proprio universo narrativo...ma facendo così snaturano l'essenza delle proprie creazioni

Ikki di Phoenix

Ho letto con molto interesse la vostra discussione... Vorrei intervenire con un post molto lungo, ma mi sono già accorto di averlo fatto e quindi, mi perdonerete, vi copincollo la mia recensione, presente sul sito, di All Star Batman & Robin, dove parlo di questa storia come di un CAPOLAVORO.

http://www.dcleaguers.it/comics-e-fumetti-americani/fumetti-dc-comics/batman/all-star-batmanrobin/

CitazioneC'era una volta Frank Miller. All'epoca anche nel mondo del Fumetto esistevano gli dei. Divinità del calamaio che venivano acclamate da moltitudini di fan con fogli e penna alla mano in attesa di un autografo presso l'aeroporto di turno.
Demiurghi, per usare un termine platonico, che hanno "plasmato" alcuni personaggi con l'inalienabilità della loro impronta, segnandoli per sempre con il loro genio. Oggi parleremo di uno di questi dei, della sua morte per mano della mediocrità moderna, e dell'eredità costituita dal suo capolavoro assoluto.
Nel lontano 1979 il giovane e promettente fumettista Frank Miller faceva il suo ingresso nel mondo del fumetto che conta, e cominciava da subito a mostrare quei tratti dominanti che lo avrebbero caratterizzato da quel momento fino a oggi.
Per Miller il fumetto è Arte e mezzo di comunicazione. Una sintesi che affonda le proprie radici agli albori dell'umanità, nell'epica.  Il termine epica significa "parola". In un mondo in cui non esistevano mass medie moderni, la poesia epica era un canale di comunicazione ottimale.
Miller comprese forse per primo con chiarezza di come il Fumetto sia Epica moderna. Composto anch'esso di un momento mimetico e di uno diegetico, il Fumetto ritrova negli Eroi in calzamaglia gli eredi di quel filone mitologico e leggendario che contrapponeva figli di dei e di re in sanguinose avventure sul campo di battaglia. Se un tempo la funzione dell'epica era di esaltare un certo lignaggio o il "modus cogitandi" della classe dominante, oggi il fumetto è il propagatore di quei valori che l'autore di turno ritiene universalmente giusti e nobili, rispetto a una realtà che ci colpisce sempre di più con la sua marcata distanza dall'Ideale.
Miller ha saputo farsi interprete di questo concetto nel corso di tutta la sua vastissima produzione: da Daredevil, a Sin City, a Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, a Ronin, etc. Ma in All Star Batman il suo stile trova finalmente la sua definitiva consacrazione: forse con la maturità artistica e personale ormai pienamente raggiunta, Miller trova il coraggio di distaccarsi da quelle che sono le necessità di "politically correct" intrinseche al fumetto mainstream, per dirci veramente come la pensa. E non avrebbe potuto farlo in maniera più chiara.
Il Batman alle cui gesta si assiste in All Star Batman, è un uomo che vive fuori dal mondo, e che rifiuta di averci niente a che fare. Batman è in guerra con la realtà che lo circonda.
Come Bruce Wayne, deve cedere ai compromessi che la società e il suo ruolo gli impongono, come Bruce Wayne deve recitare la parte di tassello fondamentale di quel mosaico di marciume e laidezza che è Gotham. E' un ricco che può permettersi il lusso di chiudere gli occhi davanti all'ingiustizia e all'iniquità, e il copione che egli stesso si è scritto gli impone di palesare il suo estremo agio nello sguazzare in tale lusso.
Come Batman però, la sua guerra al crimine non è solo annunciata, ma voluta, abbracciata.
A Gotham City il crimine è il sangue vivo che scorre negli uffici, per le strade, nelle case; è il DNA di una città sordida e viziosa. E' la caricatura, ovvero sia l'estremizzazione, di tutto ciò che di marcio c'è nella nostra società: l'abuso di potere da parte dei funzionari pubblici, l'esaltazione del corpo e del sesso come strumenti di imposizione sociale, il teppismo e il bullismo dilagante nelle strade, l'imbarbarimento culturale ed esistenziale delle ultime generazioni.
Batman si erge contro tutto questo e dice basta. Il suo rifiuto non ha ancora assunto i contorni della crociata contro il crimine, ma piuttosto dell'individualistica esigenza di sfogare la sua rabbia contro un mondo che non gli appartiene e che non riconosce come suo.
Batman è un uomo nato nel secolo sbagliato, imprigionato nella gabbia della modernità. L'incudine sulla quale è stata temprata la sua convinzione non è l'assassinio dei suoi genitori, ma la presa di coscienza che quella feccia non può essere definita peggiore dei poliziotti corrotti che dovrebbero fermarla, o dei burocrati lascivi cui affidiamo la regolarità e la serenità del nostro quotidiano, e financo della gente comune che si volta dall'altra parte mentre ti rapinano o ti stuprano.
Come potrebbe un uomo sano di mente vivere in un mondo come questo? L'alternativa non è che un folle egoismo, un'affermazione di sé, una volontà di potenza.
Bruce Wayne è un uomo nel pieno della sua potenza fisica; ricco oltre ogni immaginazione, dotato di gadget dieci anni più avanti delle più moderne tecnologie in commercio, forgiato da anni di studi di diversa natura è riuscito a spingere la propria mente e il proprio corpo oltre i limiti dell'umano.
E si sente onnipotente per questo, voi non lo fareste? Come si può chiedere a un uomo che ha la forza e l'abilità di un semidio, nonché i soldi sufficienti per poter tramutare in realtà tutti i suoi desideri, di non sentirsi onnipotente?
Il vero miracolo è che Wayne abbia deciso di indirizzare la sua brama di dominio verso la feccia, piuttosto che divenire feccia egli stesso.
L'incipit e la svolta della storia, quello che porterà il Batman delle origini, il vigilante spietato di Kane e Finger che girava con la pistola e non si dispiaceva di mandare frotte di criminali in rianimazione, a diventare il Batman che noi conosciamo e amiamo da settant'anni, poggia su un evento classico della mitologia del Cavaliere Oscuro: l'incontro con Dick Grayson.
Tutti i tasselli, nella mente di Miller, sono perfettamente coerenti con se stessi e con il quadro d'insieme. In Year One, un giovane Bruce Wayne tentava le sue prime sortite come Uomo Pipistrello, cercando di gestire le problematiche scaturite dalla sua inesperienza e dalla sua iniziale incapacità a gestire la Maschera e la teatralità. In Spawn-Batman, Bruce è ormai divenuto più confidente nei propri mezzi, e comincia a sviluppare quel pizzico di follia psicotica che spesso si accompagna al delirio di onnipotenza e alla consapevolezza di non poter essere fermati.
Poi arriva All Star Batman: il fumetto che riunisce due Giganti del fumetto come Frank Miller (Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, Il Cavaliere Oscuro Colpisce Ancora) e Jim Lee (Batman: Hush). Criticato per i clamorosi ritardi nelle uscite, per le esagerazioni, per l'uso smodato di parolacce e slang, per le iperboli narrative e alcune trovate grottesche che ricordano l'Ennis più becero. E tuttavia un capolavoro. Perché?

E' un giusto giudizio dei dotti che gli uomini di tutti i tempi abbiano creduto che cosa sia bene e male, degno di lode e di biasimo. Ma è un pregiudizio dei dotti che noi adesso lo sappiamo meglio di qualsiasi altro tempo.
– Friederich Nietzsche

Nel suo tempo, Miller sarebbe ancora dio e All Star Batman sarebbe omaggiato come il capolavoro che è. Nel nostro tempo però, dio è morto, e l'epicità guascona e straripante, la poesia guerriera e ribelle di ASB, vengono tacciate di esagerata immodestia e desueto esibizionismo, ormai non più conforme ai tempi moderni.
Da quando ha cominciato a camminare lungo le strade del Fumetto, a Miller piace correre. Ma la critica moderna, e anche i lettori, impigriti a mio modo di vedere da una società che ci ha tolto progressivamente il modo di pensare e di sognare, non ama chi corre. La mediocrità percepisce la grandezza come una prevaricazione.
Il messaggio fondamentale per Miller è che il crimine è sbagliato. Deve intendersi come "crimine" anche la maleducazione, la volgarità, l'imbarbarimento dei costumi, la prevaricazione, ovvero sia anche tutta quella serie di comportamenti sbagliati che quasi mai sono sanzionati dal codice penale.

Nella mente di Miller, la guerra al crimine attraversa due passaggi fondamentali: l'eroe veste i panni del nemico per poterlo meglio combattere, quindi muore. E' un concetto di eroismo profondamente romantico, radicato nella simbologia dell' "eroe perdente" di nipponica memoria.
Nella mentalità giapponese non si richiede a un eroe di vincere in ogni circostanza, di riuscire sempre nelle imprese. Si richiedono altre qualità: l'onorabilità, la lealtà, l'etica, il valore. Concetti che Batman, pur nelle psicosi con cui Miller si diverte a connotarlo in ASB, dimostra a più riprese di aver fatto indelebilmente suoi. La spettacolare veduta della Bat-caverna disegnata su più pagine apribili da un Jim Lee veramente in stato di grazia, è emblematica dell'amore di Batman per i genuini sapori antichi della tradizione guerriera: l'antro del Pipistrello è un museo in cui il Crociato Mascherato esalta e ricorda i suoi "predecessori", nella forma di diverse carrellate di armature greche, romane, samurai, protette da teche di vetro anti-ossidanti che ne proteggano la bellezza e il valore di chi un tempo le indossò; di armi di vario taglio e tipologia lucidate e curate con maniacale attenzione fino a restituire alla luce la loro stessa anima celata sotto la lama.
E' un uomo leale, fedele, generoso e gentile con quel passato che tanto lo affascina che tanto sente affine a se stesso. Ma è un uomo altrettanto disturbato, psicotico, irriverente e criminoso con quella realtà che invece rifiuta, disprezza, e cui ha deciso di dichiarare guerra.
Il Batman di All Star è come dovrebbe essere una persona reale che assiste alla morte per omicidio di entrambi i suoi genitori e decise per questo di imbarcarsi in una personale e solitaria crociata. Stiamo parlando di un uomo che di giorno recita la parte del miliardario dandy e superficiale solo per vestirsi poi da Dracula ogni notte; una persona sana di mente lo riterrebbe uno schizzato, uno con molti problemi, un sociopatico. Ed è tale e quale ce lo racconta Miller. Perché chi ama Batman non può chiudere gli occhi davanti all'evidenza della sua follia intrinseca: chi ama Batman sa che è un uomo disturbato. Il che nulla toglie al suo eroismo, alla sua intelligenza finissima o al suo carisma indiscusso.
In All Star assistiamo a un Batman che investe poliziotti con la Bat-mobile, che ride a gran voce mentre manda dei teppisti all'ospedale, che costringe Robin a cercarsi da solo la cena uccidendo qualche ratto o pipistrello, che prende Black Canary sotto la pioggia mentre il mondo attorno a lui collassa.
E' ovvio che un simile Batman faccia storcere la bocca a chi si è infarcito di serie regolari e politically correct per anni. Ma il senso di straniamento dura soltanto il poco tempo che serve a farci l'abitudine. Superata quella sensazione di "stacco" da un livello all'altro, potrete immergervi pienamente in questo capolavoro assoluto di profondità psicologica, di verità archetipica, di esaltazione grafica. Il Batman di All Star è finalmente e veramente l'incarnazione perfetta di ciò che Batman è sempre stato detto essere ma che, per pudore, non ci è mai stato fatto vedere.
Fondamentale è poi in questo senso il personaggio e il punto di vista di Robin, che di solito nelle altre storie veniva relegato sempre in secondo piano: Dick è non soltanto una straordinaria cartina di tornasole per comprendere pienamente la psicologia del personaggio Batman, ma diviene anche l'ancora di salvezza effettiva di Bruce contro la follia. La solarità, l'ingenuità, l'acutezza del ragazzo nel toccare i punti dolenti e i blocchi psicologici della mente di Bruce, aiutano il miliardario a smorzare la sua paranoia e a rendersi conto che è facile, quando si ha il potere vero, lasciarsi prendere la mano. Robin è un deterrente fondamentale contro la deriva violenta di Batman, e lui lo sa. Ecco perché non ne farà mai a meno, e ci sarà sempre un Robin nella vita di Batman.
Con Robin, Batman si rende conto che c'è ancora una possibilità di redenzione per questo mondo alla deriva. Attraverso gli occhi di un bambino impaurito cui è toccata in sorte la sua stessa tragedia, Bruce osserva l'alternativa di un domani diverso e migliore.
E qui arriviamo addirittura al metafumetto: dopo la parentesi del Batman delle origini, sinistro, tetro, spietato e capace di uccidere, solo con l'avvento del "colorato" Pettirosso Batman svilupperà la sua avversione per le armi da fuoco, il suo senso della giustizia e del limite, la sua attuale connotazione equilibrata pur con punte di psicosi, e la sua guerra al mondo si trasformerà in guerra al crimine.
In ASB, il vecchio Batman, il Bat-man di Kane, muore quando incontra l'affetto per Robin. La violenza e la follia si spengono nell'abbraccio fra un padre e un figlio.

Per me, sotto certi aspetti, quello che compare in tutte le incarnazioni dell'opera di Miller è il Batman definitivo.
Per approfondire la psicologia del Batman che io intendo come definitivo, un altro mio articolo:

Batman un profilo

Per quanto concerne la sopravvalutazione di Barry Allen... Beh, il Barry di adesso non è il Barry Allen che conosco io. Diciamo che io lo vedo come una sorta di elseworld, e spero sempre che ritorni ad essere quello di un tempo.
Posso solo dire che, parlando di storie "recenti", in Final Crisis e Blackest Night si vede forse il VERO Barry Allen. Ed è una goduria pazzesca.


"Il fuoco... Un ardore fiammeggiante quale non avevo mai sentito prima di allora, un odio spropositato e dirompente mi sovrastava. Nel mio animo sembrava fluire un magma  incandescente, come se il mio cuore avesse preso a eruttare lava come un vulcano improvvisamente ridestatosi dopo anni di silenzio. Quella folgore, quella brace che sembrava sopita dentro di me aveva ripreso a bruciare, inarrestabile. Sentiii tutta la forza delle stelle esplodermi in petto.  Una smania irrefrenabile di uccidere mi assaliva. Dovevo saziarla."

Illmatic

Citazione di: Barry Allen il 15 Novembre 2015, 18:08:39
Ho letto con molto interesse la vostra discussione... Vorrei intervenire con un post molto lungo, ma mi sono già accorto di averlo fatto e quindi, mi perdonerete, vi copincollo la mia recensione, presente sul sito, di All Star Batman & Robin, dove parlo di questa storia come di un CAPOLAVORO.

http://www.dcleaguers.it/comics-e-fumetti-americani/fumetti-dc-comics/batman/all-star-batmanrobin/

CitazioneC'era una volta Frank Miller. All'epoca anche nel mondo del Fumetto esistevano gli dei. Divinità del calamaio che venivano acclamate da moltitudini di fan con fogli e penna alla mano in attesa di un autografo presso l'aeroporto di turno.
Demiurghi, per usare un termine platonico, che hanno "plasmato" alcuni personaggi con l'inalienabilità della loro impronta, segnandoli per sempre con il loro genio. Oggi parleremo di uno di questi dei, della sua morte per mano della mediocrità moderna, e dell'eredità costituita dal suo capolavoro assoluto.
Nel lontano 1979 il giovane e promettente fumettista Frank Miller faceva il suo ingresso nel mondo del fumetto che conta, e cominciava da subito a mostrare quei tratti dominanti che lo avrebbero caratterizzato da quel momento fino a oggi.
Per Miller il fumetto è Arte e mezzo di comunicazione. Una sintesi che affonda le proprie radici agli albori dell'umanità, nell'epica.  Il termine epica significa "parola". In un mondo in cui non esistevano mass medie moderni, la poesia epica era un canale di comunicazione ottimale.
Miller comprese forse per primo con chiarezza di come il Fumetto sia Epica moderna. Composto anch'esso di un momento mimetico e di uno diegetico, il Fumetto ritrova negli Eroi in calzamaglia gli eredi di quel filone mitologico e leggendario che contrapponeva figli di dei e di re in sanguinose avventure sul campo di battaglia. Se un tempo la funzione dell'epica era di esaltare un certo lignaggio o il "modus cogitandi" della classe dominante, oggi il fumetto è il propagatore di quei valori che l'autore di turno ritiene universalmente giusti e nobili, rispetto a una realtà che ci colpisce sempre di più con la sua marcata distanza dall'Ideale.
Miller ha saputo farsi interprete di questo concetto nel corso di tutta la sua vastissima produzione: da Daredevil, a Sin City, a Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, a Ronin, etc. Ma in All Star Batman il suo stile trova finalmente la sua definitiva consacrazione: forse con la maturità artistica e personale ormai pienamente raggiunta, Miller trova il coraggio di distaccarsi da quelle che sono le necessità di "politically correct" intrinseche al fumetto mainstream, per dirci veramente come la pensa. E non avrebbe potuto farlo in maniera più chiara.
Il Batman alle cui gesta si assiste in All Star Batman, è un uomo che vive fuori dal mondo, e che rifiuta di averci niente a che fare. Batman è in guerra con la realtà che lo circonda.
Come Bruce Wayne, deve cedere ai compromessi che la società e il suo ruolo gli impongono, come Bruce Wayne deve recitare la parte di tassello fondamentale di quel mosaico di marciume e laidezza che è Gotham. E' un ricco che può permettersi il lusso di chiudere gli occhi davanti all'ingiustizia e all'iniquità, e il copione che egli stesso si è scritto gli impone di palesare il suo estremo agio nello sguazzare in tale lusso.
Come Batman però, la sua guerra al crimine non è solo annunciata, ma voluta, abbracciata.
A Gotham City il crimine è il sangue vivo che scorre negli uffici, per le strade, nelle case; è il DNA di una città sordida e viziosa. E' la caricatura, ovvero sia l'estremizzazione, di tutto ciò che di marcio c'è nella nostra società: l'abuso di potere da parte dei funzionari pubblici, l'esaltazione del corpo e del sesso come strumenti di imposizione sociale, il teppismo e il bullismo dilagante nelle strade, l'imbarbarimento culturale ed esistenziale delle ultime generazioni.
Batman si erge contro tutto questo e dice basta. Il suo rifiuto non ha ancora assunto i contorni della crociata contro il crimine, ma piuttosto dell'individualistica esigenza di sfogare la sua rabbia contro un mondo che non gli appartiene e che non riconosce come suo.
Batman è un uomo nato nel secolo sbagliato, imprigionato nella gabbia della modernità. L'incudine sulla quale è stata temprata la sua convinzione non è l'assassinio dei suoi genitori, ma la presa di coscienza che quella feccia non può essere definita peggiore dei poliziotti corrotti che dovrebbero fermarla, o dei burocrati lascivi cui affidiamo la regolarità e la serenità del nostro quotidiano, e financo della gente comune che si volta dall'altra parte mentre ti rapinano o ti stuprano.
Come potrebbe un uomo sano di mente vivere in un mondo come questo? L'alternativa non è che un folle egoismo, un'affermazione di sé, una volontà di potenza.
Bruce Wayne è un uomo nel pieno della sua potenza fisica; ricco oltre ogni immaginazione, dotato di gadget dieci anni più avanti delle più moderne tecnologie in commercio, forgiato da anni di studi di diversa natura è riuscito a spingere la propria mente e il proprio corpo oltre i limiti dell'umano.
E si sente onnipotente per questo, voi non lo fareste? Come si può chiedere a un uomo che ha la forza e l'abilità di un semidio, nonché i soldi sufficienti per poter tramutare in realtà tutti i suoi desideri, di non sentirsi onnipotente?
Il vero miracolo è che Wayne abbia deciso di indirizzare la sua brama di dominio verso la feccia, piuttosto che divenire feccia egli stesso.
L'incipit e la svolta della storia, quello che porterà il Batman delle origini, il vigilante spietato di Kane e Finger che girava con la pistola e non si dispiaceva di mandare frotte di criminali in rianimazione, a diventare il Batman che noi conosciamo e amiamo da settant'anni, poggia su un evento classico della mitologia del Cavaliere Oscuro: l'incontro con Dick Grayson.
Tutti i tasselli, nella mente di Miller, sono perfettamente coerenti con se stessi e con il quadro d'insieme. In Year One, un giovane Bruce Wayne tentava le sue prime sortite come Uomo Pipistrello, cercando di gestire le problematiche scaturite dalla sua inesperienza e dalla sua iniziale incapacità a gestire la Maschera e la teatralità. In Spawn-Batman, Bruce è ormai divenuto più confidente nei propri mezzi, e comincia a sviluppare quel pizzico di follia psicotica che spesso si accompagna al delirio di onnipotenza e alla consapevolezza di non poter essere fermati.
Poi arriva All Star Batman: il fumetto che riunisce due Giganti del fumetto come Frank Miller (Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, Il Cavaliere Oscuro Colpisce Ancora) e Jim Lee (Batman: Hush). Criticato per i clamorosi ritardi nelle uscite, per le esagerazioni, per l'uso smodato di parolacce e slang, per le iperboli narrative e alcune trovate grottesche che ricordano l'Ennis più becero. E tuttavia un capolavoro. Perché?

E' un giusto giudizio dei dotti che gli uomini di tutti i tempi abbiano creduto che cosa sia bene e male, degno di lode e di biasimo. Ma è un pregiudizio dei dotti che noi adesso lo sappiamo meglio di qualsiasi altro tempo.
– Friederich Nietzsche

Nel suo tempo, Miller sarebbe ancora dio e All Star Batman sarebbe omaggiato come il capolavoro che è. Nel nostro tempo però, dio è morto, e l'epicità guascona e straripante, la poesia guerriera e ribelle di ASB, vengono tacciate di esagerata immodestia e desueto esibizionismo, ormai non più conforme ai tempi moderni.
Da quando ha cominciato a camminare lungo le strade del Fumetto, a Miller piace correre. Ma la critica moderna, e anche i lettori, impigriti a mio modo di vedere da una società che ci ha tolto progressivamente il modo di pensare e di sognare, non ama chi corre. La mediocrità percepisce la grandezza come una prevaricazione.
Il messaggio fondamentale per Miller è che il crimine è sbagliato. Deve intendersi come "crimine" anche la maleducazione, la volgarità, l'imbarbarimento dei costumi, la prevaricazione, ovvero sia anche tutta quella serie di comportamenti sbagliati che quasi mai sono sanzionati dal codice penale.

Nella mente di Miller, la guerra al crimine attraversa due passaggi fondamentali: l'eroe veste i panni del nemico per poterlo meglio combattere, quindi muore. E' un concetto di eroismo profondamente romantico, radicato nella simbologia dell' "eroe perdente" di nipponica memoria.
Nella mentalità giapponese non si richiede a un eroe di vincere in ogni circostanza, di riuscire sempre nelle imprese. Si richiedono altre qualità: l'onorabilità, la lealtà, l'etica, il valore. Concetti che Batman, pur nelle psicosi con cui Miller si diverte a connotarlo in ASB, dimostra a più riprese di aver fatto indelebilmente suoi. La spettacolare veduta della Bat-caverna disegnata su più pagine apribili da un Jim Lee veramente in stato di grazia, è emblematica dell'amore di Batman per i genuini sapori antichi della tradizione guerriera: l'antro del Pipistrello è un museo in cui il Crociato Mascherato esalta e ricorda i suoi "predecessori", nella forma di diverse carrellate di armature greche, romane, samurai, protette da teche di vetro anti-ossidanti che ne proteggano la bellezza e il valore di chi un tempo le indossò; di armi di vario taglio e tipologia lucidate e curate con maniacale attenzione fino a restituire alla luce la loro stessa anima celata sotto la lama.
E' un uomo leale, fedele, generoso e gentile con quel passato che tanto lo affascina che tanto sente affine a se stesso. Ma è un uomo altrettanto disturbato, psicotico, irriverente e criminoso con quella realtà che invece rifiuta, disprezza, e cui ha deciso di dichiarare guerra.
Il Batman di All Star è come dovrebbe essere una persona reale che assiste alla morte per omicidio di entrambi i suoi genitori e decise per questo di imbarcarsi in una personale e solitaria crociata. Stiamo parlando di un uomo che di giorno recita la parte del miliardario dandy e superficiale solo per vestirsi poi da Dracula ogni notte; una persona sana di mente lo riterrebbe uno schizzato, uno con molti problemi, un sociopatico. Ed è tale e quale ce lo racconta Miller. Perché chi ama Batman non può chiudere gli occhi davanti all'evidenza della sua follia intrinseca: chi ama Batman sa che è un uomo disturbato. Il che nulla toglie al suo eroismo, alla sua intelligenza finissima o al suo carisma indiscusso.
In All Star assistiamo a un Batman che investe poliziotti con la Bat-mobile, che ride a gran voce mentre manda dei teppisti all'ospedale, che costringe Robin a cercarsi da solo la cena uccidendo qualche ratto o pipistrello, che prende Black Canary sotto la pioggia mentre il mondo attorno a lui collassa.
E' ovvio che un simile Batman faccia storcere la bocca a chi si è infarcito di serie regolari e politically correct per anni. Ma il senso di straniamento dura soltanto il poco tempo che serve a farci l'abitudine. Superata quella sensazione di "stacco" da un livello all'altro, potrete immergervi pienamente in questo capolavoro assoluto di profondità psicologica, di verità archetipica, di esaltazione grafica. Il Batman di All Star è finalmente e veramente l'incarnazione perfetta di ciò che Batman è sempre stato detto essere ma che, per pudore, non ci è mai stato fatto vedere.
Fondamentale è poi in questo senso il personaggio e il punto di vista di Robin, che di solito nelle altre storie veniva relegato sempre in secondo piano: Dick è non soltanto una straordinaria cartina di tornasole per comprendere pienamente la psicologia del personaggio Batman, ma diviene anche l'ancora di salvezza effettiva di Bruce contro la follia. La solarità, l'ingenuità, l'acutezza del ragazzo nel toccare i punti dolenti e i blocchi psicologici della mente di Bruce, aiutano il miliardario a smorzare la sua paranoia e a rendersi conto che è facile, quando si ha il potere vero, lasciarsi prendere la mano. Robin è un deterrente fondamentale contro la deriva violenta di Batman, e lui lo sa. Ecco perché non ne farà mai a meno, e ci sarà sempre un Robin nella vita di Batman.
Con Robin, Batman si rende conto che c'è ancora una possibilità di redenzione per questo mondo alla deriva. Attraverso gli occhi di un bambino impaurito cui è toccata in sorte la sua stessa tragedia, Bruce osserva l'alternativa di un domani diverso e migliore.
E qui arriviamo addirittura al metafumetto: dopo la parentesi del Batman delle origini, sinistro, tetro, spietato e capace di uccidere, solo con l'avvento del "colorato" Pettirosso Batman svilupperà la sua avversione per le armi da fuoco, il suo senso della giustizia e del limite, la sua attuale connotazione equilibrata pur con punte di psicosi, e la sua guerra al mondo si trasformerà in guerra al crimine.
In ASB, il vecchio Batman, il Bat-man di Kane, muore quando incontra l'affetto per Robin. La violenza e la follia si spengono nell'abbraccio fra un padre e un figlio.

Per me, sotto certi aspetti, quello che compare in tutte le incarnazioni dell'opera di Miller è il Batman definitivo.
Per approfondire la psicologia del Batman che io intendo come definitivo, un altro mio articolo:

Batman un profilo

Per quanto concerne la sopravvalutazione di Barry Allen... Beh, il Barry di adesso non è il Barry Allen che conosco io. Diciamo che io lo vedo come una sorta di elseworld, e spero sempre che ritorni ad essere quello di un tempo.
Posso solo dire che, parlando di storie "recenti", in Final Crisis e Blackest Night si vede forse il VERO Barry Allen. Ed è una goduria pazzesca.
Applausi e applausi e ancora applausi.
Sia per la recensione a ASBR che per il profilo di Batman.

Ikki di Phoenix



"Il fuoco... Un ardore fiammeggiante quale non avevo mai sentito prima di allora, un odio spropositato e dirompente mi sovrastava. Nel mio animo sembrava fluire un magma  incandescente, come se il mio cuore avesse preso a eruttare lava come un vulcano improvvisamente ridestatosi dopo anni di silenzio. Quella folgore, quella brace che sembrava sopita dentro di me aveva ripreso a bruciare, inarrestabile. Sentiii tutta la forza delle stelle esplodermi in petto.  Una smania irrefrenabile di uccidere mi assaliva. Dovevo saziarla."

pumui75

ma non è dedicato agli eroi il topic?
forse dovremmo farne uno pure sugli autori, dal titolo come mai si son rovinati?
MILLER forse è rimasto attaccato al genre NOIR
DE MATTEIS  E LA NOCENTI invece mi paiono ormai fusi e da mandare in pensione
saluti dal colle ASTAGNO DI ANCONA

mar-vell

Quoto totalmente Barry sulla sua interpretazione di Flash  :up:
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