Titolo originale: Greek
Episodi: 74 episodi (conclusa)
– 22 episodi (Stagione 1)
– 22 episodi (Stagione 2)
– 20 episodi (Stagione 3)
– 10 episodi (Stagione 4)
In onda su: ABC Family (USA), FOX (Italia, pay tv), MTV (Italia, chiaro)
Genere: Commedia romantica, Collegiale
Cast: Jacob Zachar – Rusty Cartwright
Spencer Grammer – Casey Cartwright
Scott Michael Foster – Cappie
Paul James – Calvin Owens
Jake McDorman – Evan Chambers
Amber Stevens – Ashley Howard
Dilshad Vadsaria – Rebecca Logan
Clark Duke – Dale Kettlewell
Aynsley Bubbico – Laura

Trama

Il timido e impacciato geek Russel “Rusty” Cartwright si iscrive alla facoltà di ingegneria della Cyprus-Rhodes University. Deciso a lasciarsi alle spalle la sua fama di secchione e la sua vita sociale quasi nulla dei tempi del liceo, fa domanda per entrare in una confraternita, nonostante il parere contrario della sorella Casey, già membro di una confraternita femminile, la ZBZ (zeta-beta-zeta). Nonostante il complicato rapporto che ha da sempre con la sorella, quando Rusty scopre che il fidanzato della sorella, Evan Chambers, membro della confraternita Omega Chi Delta, è un poco di buono che se la fa con Rebecca Logan, una delle iniziate della ZBZ, decide di rifiutare l’invito della Omega Chi e raccontare alla sorella l’accaduto, accettando quindi l’invito della confraternita rivale, la Kappa Tau Gamma. Tramite Cappie, il presidente della Kappa Tau, Rusty nel tempo imparerà a trasformarsi da Geek a Greek (termine inglese che indica una confraternita, o un membro di essa, perché sono sempre chiamate con un trio di lettere greche) e a farsi nuove amicizie, come il suo compagno di stanza Dale e Calvin, iniziato della confraternita Omega Chi.

Commento

È difficile commentare una serie poco dopo averne visto il finale. Molti pensieri frullano per la testa, ricordi di molti anni passati a seguire le gesta di quelli che, dopo così tanto tempo, sono diventati praticamente amici tuoi, come se esistessero realmente.

C’è chi mi prende in giro quando dico che Casey, Ash, Rusty, Dale, Laura, Rebecca, Cappie, Beaver, Calvin e perfino Evan mi mancheranno. Ma la realtà è questa: per me, loro sono vecchi amici, compagni di cazzeggio che mi hanno fatto ridere e appassionare. E ora li devo salutare, sapendo che le loro avventure universitarie sono finite.

Perché Greek è questo. Dietro la facciata del cazzeggio da confraternita e dietro le avventure romantiche dei protagonisti, ci sono personaggi ben sviluppati, che seguono caratterizzazioni chiare fin dal primo episodio sì, ma che evolvono man mano che la serie procede.
L’evoluzione dei personaggi è una delle chiavi principali del serial, ed è il frutto di un ottimo lavoro portato avanti con pazienza sia dagli autori che dagli attori. Provate a seguire i comportamenti di Rusty nell’ultimo episodio, poi riguardatevi il pilot e capirete cosa sto dicendo. Il punto di forza di questa serie è che tali cambiamenti non sono mai repentini o improvvisi: il cambiamento, la crescita del personaggio, sono lievi ma continui; i personaggi crescono man mano che gliene capitano di tutti i colori, e noi spettatori siamo testimoni di questo cambiamento. Così come succede nel mondo reale, poi, ci si accorge di questo cambiamento solo quando ripercorriamo il filo dei ricordi e ci guardiamo allo specchio confrontandoci con chi eravamo anni fa.

Una delle maggiori ispirazioni per questo telefilm è stato senza dubbio il filone della commedia teen-collegiale americana, il cui capostipite è stato Animal House. Gli autori tuttavia non tentano di emularlo a tutti i costi e non cercano il confronto, ma ne prendono spunto e ne colgono lo spirito, meglio di tanti altri film e telefilm del genere, sfornando al contempo un prodotto originale. In un mondo spietato come quello della televisione americana, dove fare un telefilm con giovani protagonisti implica produrre un teen drama (genere dove i giovani ragazzi sono costretti a subire disavventure tragiche di ogni tipo, da gravidanze inaspettate a serial killer che spuntano come funghi e pare prendano di mira solo le scuole americane), una serie leggera e simpatica come questa è puro oro colato.

Ma il cazzeggio non è l’unica componente. Alle feste leggendarie della Kappa Tau, la caccia al tesoro, al Gotch’a, ai balli, allo scivolo d’acqua (e a quello di ghiaccio), alla festa di primavera e chi più ne ha più ne metta si aggiungono anche temi importanti. Per esempio il tema dell’omosessualità è centrale, ma al contempo non predominante al punto di stressare lo spettatore. Complice uno sceneggiatore omosessuale che si è ispirato a se stesso per scriverlo, Calvin Owens è un personaggio fantastico, da questo punto di vista. È omosessuale, ma è anche reale. Non ha comportamenti effeminati, come vuole il cliché della stragrande maggioranza dei personaggi gay della televisione (non solo americana) e ci coinvolge in quel passo importante ma difficile di molti ragazzi omosessuali della sua età, il coming out, riuscendo nell’ardua impresa di coinvolgere anche i telespettatori eterosessuali nella comprensione della difficoltà di un passo del genere.

Un altro elemento che distingue questa serie dalla media dei teen show che impazzano in America è che, al contrario della maggior parte dei telefilm o dei film di questo genere, qui gli studenti studiano (o quantomeno si preoccupano per non averlo fatto), come dovrebbe fare ogni studente. In prodotti di questo genere questo elemento viene spesso ignorato, facendo pensare noi poveri telespettatori che negli Stati Uniti al liceo e al college si faccia solo baldoria.

Mi mancherete Casey, Ash, Rusty, Dale, Laura, Rebecca, Cappie, Beaver, Calvin ed Evan. Invidio veramente tutti coloro che decideranno di guardare questo telefilm dall’inizio, magari invogliati da questa nostalgica recensione. Voi avete ancora 74 episodi da vedere con gli occhi di chi lo vede per la prima volta.

Voto: 8