In una sua recente intervista a ComicBookResources, lo scrittore/disegnatore Mike Mignola rivela al pubblico i suoi prossimi progetti ed anticipa gli sviluppi futuri dei personaggi da lui creati, con particolare attenzione alla sua creatura più riuscita, ossia Hellboy. Ancora una volta Mignola dimostra ai lettori il suo eclettismo, che lo porta a spaziare dal folklore, alla letteratura, al fumetto, spesso intersecandoli tra di loro e creando mondi fantastici di incredibile vivacità.

Qui di seguito vengono fornite anticipazioni piuttosto rilevanti sulle trame delle testate “Hellboy” e “B.P.R.D.”: se non volete ricevere spoiler su questi argomenti VI SCONSIGLIAMO VIVAMENTE DI LEGGERE QUANTO RIPORTATO QUI SOTTO.

Già da un po’ di tempo Mike Mignola, una volta che si fosse conclusa la run di Duncan Fegredo, aveva promesso che sarebbe ritornato a scrivere e disegnare la prossima fase della vita di Hellboy. Ma da quello che è trapelato, non sarà del tutto vero…perchè Hellboy sta per morire. Per sempre. Rivelandoci un punto chiave sul finale della miniserie attualmente in corso “Hellboy: la Furia”, il cui terzo ed ultimo albo uscirà il 10 di Agosto, Mignola ha rivelato in esclusiva in una intervista a CBR News che il fumetto mostrerà la fine del suo personaggio di punta. “Ho ucciso Hellboy anche in precedenza, ma è subito ritornato abbastanza in fretta” ha spiegato l’artista/scrittore. Sapevo che sarebbe morto, ed aspettavo che la gente dicesse tipo”Oh, merda! Hellboy è morto”, ma nessuno sembrava essersene accorto. Quindi questa volta faremo in modo che la morte di Hellboy ti farà dire “No, è morto! E non tornerà tra 12 minuti”. C’è stato bisogno che ci dessimo un bel po’ da fare perchè questa sarà davvero la fine di quel personaggio che è materialmente apparso fin dal primo numero. È una cosa strana da realizzare, ma è divertente”. Di seguito Mignola racconta a CBR come è arrivato alla decisione di uccidere il ragazzone rosso subito dopo avergli tolto un bulbo oculare e averlo fatto diventare l’erede di Re Artù in Britannia. Nello stesso tempo ha rivelato il modo con cui le storie future mescoleranno l’attuale mondo fantastico di Hellboy con le vicende di B.P.R.D., quali avventure solitarie si profilano per Abe Sapien e come i mesi che Hellboy ha speso in Messico ad ubriacarsi rimangano una fonte di ispirazione per lui e per Richard Corben.

CBR News: Ci sono ancora un sacco di cose da scoprire su “La Furia”, ma una cosa che sappiamo doverci aspettare dal n°3 è che Hellboy morirà. Cosa significherà questo per la testata? In questa serie abbiamo incontrato di continuo personaggi che sono rimasti morti per centinaia, se non migliaia, di anni, ma la morte del corpo fisico di HB significherà una modifica radicale degli scopi di questa serie?

Mike Mignola: Non voglio discuterne molto perchè non sono ancora abbastanza pronto per parlare dell’albo che sto disegnando in questo preciso momento, ma l’unica cosa che ho sempre ripetuto da anni – e per un certo periodo l’avevo detto sapendo che stavo parlando di Hellboy – era che, riferendosi in particolare alla morte di Roger l’Homunculus e di altri personaggi, ho sempre specificato che quando un personaggio muore nell’universo di Hellboy, allora diventa più interessante. Per questo Hellboy ora lo è molto di più. Ho solo capito che era arrivato alla fine della sua corsa come quel personaggio che tutti conosciamo. Hellboy è stato a spasso per il mondo – come ho potuto rendermi conto da quelle storie con Richard ambientate nel passato – per 50 anni, facendo sempre queste cose. È cominciato tutto con “ Il Verme conquistatore”, quando gli ho fatto abbandonare il B.P.R.D., e dato che avevamo lasciato da sempre degli indizi su questo tizio, ed avevo ritenuto che non potevamo semplicemente continuare a spargerne altri. Cosa sarebbe successo quindi se lo avessi allontanato dal suo lavoro quotidiano? Ed appena si è diretto sott’acqua e le sirene lo avevano rapito, ho pensato “Oh, merda! Mi sono spinto troppo oltre? Mi sono spostato troppo o troppo in fretta verso questa direzione così fantasy?” Ma allora mi sono reso conto che se ci stavamo incamminando lungo quel percorso, allora era il caso di farlo. Non volevo fare marcia indietro e dire “Dopo che sei stato rapito dalle sirene e sei scomparso per alcuni anni, possiamo semplicemente ridarti il tuo lavoro giornaliero”. Non credevo ci sarei potuto riuscire. La palla di neve che aveva iniziato a rotolare giù per il pendio stava acquisendo velocità, e stava diventando sempre più grossa. Prima o poi quella palla di neve avrebbe colpito un albero e sarebbe esplosa. Quindi, se era una cosa da fare, era meglio darci dentro. La questione di Re Artù…perchè no? Cavargli un occhio…perchè no? Se volevamo intraprendere quella strada, allora tutte queste cose dovevano succedere. Ed è strano quando tutto questo poi si verifica! Come cavargli un occhio. Ci stavo meditando sopra da anni e sapevo che prima o poi lo avrei fatto. Quindi semplicemente si è trattato di “Pensa un po’. Succederà adesso”. Una volta che sai di essere in ballo, diventa quasi eccitante perchè tutte quelle cose che ti tenevi nell’ultimo cassetto…beh, era arrivata l’ora di farle uscire tutte. In un certo senso, la storia ha dettato il ritmo secondo il quale queste cose avrebbero iniziato ad accadere. E non ho mai desiderato tornare indietro. Non ho mai voluto dire “Superman non è più morto” e tornare indietro in modo che tutto fosse come al solito. Posso sempre raccontare storie che si svolgono nel passato. Ma per quanto riguarda le storyline correnti, il mio convincimento è che abbiamo reso Hellboy come un agente del B.P.R.D. o qualcosa di simile. 

CBR: Quando hai fatto uscire Hellboy dal B.P.R.D. all’inizio c’è stato un salto nelle pubblicazioni. Hai fatto “Makoma” e hai fatto salire a bordo Richard Corben, ma ci è voluto solo un minuto perchè l’arco narrativo principale della vita di Hellboy ritornasse sui giusti binari. Quando ti è venuto in mente di intrecciare la leggenda Arturiana, miti nordici e tutte le altre influenze in gioco dentro un’unica storia? 

MM: Credo di aver avuto un mucchio di quella roba in testa che avrei voluto utilizzare e, in realtà, mi sono divertito con questo materiale su Re Artù per un bel po’ di tempo. Ma quel periodo di cui parlavi dopo “L’isola” si è verificato perchè avevo un sacco di problemi a disegnare da me tutte quelle tavole e stavo lottando con il fatto che avevo perso parecchia fiducia nelle mie abilità. Mi chiedevo se sarei stato in grado di affrontare questa grossa, o meglio immensa, storia. E sebbene mi sia scervellato per trovare qualcun’altro che realizzasse tutto ciò– almeno finché Duncan non ha detto sì – era chiaro che in quel momento avrei potuto concludere questa grossa storyline. In realtà, è divertente ripensare al fatto che all’inizio avevamo deciso che sarebbe stato Lee Bermejo a farla. Penso di essere stato tanto disperato da voler fare questa grossa storia da solo piuttosto che realizzarla con qualche tizio che non conoscevo così tanto. Quindi avrebbe dovuto farla Lee, e grazie a Dio lui…non dico che non sarebbe stato in grado di fare un buon lavoro, ma grazie a Dio non ha funzionato, perchè non so se qualcun’altro avrebbe potuto ottenere gli stessi buoni risultati di Duncan. Per cui parte di quel salto nelle pubblicazioni di cui si parlava era dovuto al fatto che Duncan è abbastanza lento. Inoltre io stavo ancora cercando di capire cosa avrei fatto e poi, quando lui è salito a bordo, ci è voluto ancora un po’ di tempo in più. Non che durante tutto quel lungo periodo di tempo noi non sapessimo cosa stavamo facendo. È solo che quando lo abbiamo capito, ci è voluto poi ancora molto tempo per mandarlo in stampa.

CBR: Mentre hai costruito il mito personale di Hellboy facendolo diventare il legittimo Re di Britannia, l’unica domanda che continuo ancora a farmi riguarda quale avversario potrebbe essere usato come controparte sia dal punto di vista materiale che mitologico. Ma ecco che mi arriva la risposta quando tu hai dato agli Ogdru Jahad una forma fisica reale per questa storia. Nel complesso, come riesce “La Furia” a rappresentare la fine di un conflitto che tu hai immaginato di far svolgere fin dal primo giorno di vita di Hellboy?

MM: È buffo. La questione degli Ogdru Jahad, che nelle mie intenzioni è sempre stata dietro a tutto il resto, era una idea della quale mi ero quasi dimenticato. Dal momento che io sapevo in che modo queste cose erano correlate, non riuscivo sempre a comprendere che in realtà non stavo rivelando tutte queste connessioni in maniera continuativa. Ed ancora, il finale di questa serie ha subito un sacco di modifiche nel tempo. Non mi ricordo neppure tutti i modi in cui sarebbe dovuta finire “La Furia”, ma mi rendo conto che solo abbastanza recentemente – tipo negli ultimi sei mesi in cui stavo scrivendo la fine de “La Tempesta” – ho capito che avevo il personaggio di Nimue che stava pregando questa cosa dalla forma di drago, quando ho deciso “Okay, è ora di recuperare gli Ogdru Jahad”. Mi è sembrato come se mi fossi accorto solo di recente che sarebbe stata una gran cosa ritornare al punto da cui ero partito. Soprattutto dal momento in cui abbiamo iniziato a rappresentare tutta quella faccenda di Re Artù, mi sembrava come se stessimo andando in una direzione completamente diversa. A modo suo ci sembrava una gran bella idea, dopo che avevamo introdotto l’Antica Inghilterra e Re Artù, tornare a quella stupida robaccia che avevo prodotto all’inizio. Una delle cose che non avrei mai voluto fare era quella di spiegare come tutta questa roba sulla antica mitologia si legasse alle storie di Lovecraft. Non volevo neppure rivelare il mistero degli antichi miti dicendo semplicemente “In realtà proviene dallo spazio!” o cose così. Ma io ero convinto che ci potesse essere un modo per connettere insieme queste tracce, in modo che ci si rendesse conto che “Oh, ma allora è tutta una unica grande storia – un’unica grande mitologia”. Ed infatti è così grande come mitologia che non vedrete mai come funziona completamente. Non spiegherà mai alcuni dei misteri più grandi, ma vi accorgerete di queste connessioni. Mentre mi avvicinavo alla fine de “La Furia”, mi sono reso conto che stava diventando fondamentale chiudere nel modo in cui eravamo partiti.

CBR: Abbiamo pubblicato un resoconto della conferenza di San Diego in cui il tuo editor Scott Allie ha dichiarato che il 2012 sarà “l’anno di Hellboy”, ed a quel punto tu lo hai corretto specificando che sarà l’anno del B.P.R.D. e di Lobster Johnson. Ti sei sempre trovato ad avere delle serie che si svolgevano parallelamente a quella principale, ma questo tipo di trovate sono uscite fuori in qualche maniera particolare ultimamente? 

MM: Posso confermarti tutto questo perchè lo abbiamo annunciato in una conferenza, ma accadrà anche un’altra cosa, ossia che nell’ultimo numero di “B.P.R.D.” di Guy [Davis] vedremo Abe Sapien fatto a pezzi e, come stretta conseguenza delle sue ferite, accadranno altre cose a quel personaggio. In più ho chiesto a John Arcudi, anche in maniera molto goffa, se gli andava bene che lo facessimo sparire – non immediatamente, ma alla fine – in modo da cominciare a farlo scivolare fuori dalla serie regolare di “B.P.R.D.” e fare in modo che affrontasse qualche storia da solo per un certo periodo. In parte si tratterà di una questione puramente logistica, dal momento che in quel mondo stanno succedendo un sacco di cose e con una sola testata risulta davvero difficile illustrare in maniera più vasta quello che accade. Quindi facendo allontanare Abe e portando alla luce una parte di quel mondo che nella serie regolare di “B.P.R.D.” solitamente non vediamo, ci permette di averne uno sguardo un po’ più ampio, tanto quanto l’impianto complessivo della catastrofe globale. Scott Allie ed io abbiamo scritto, o stiamo scrivendo alcune one-shot o miniserie da due numeri messe qua e là, che saranno poi delle storie del B.P.R.D. che si svolgeranno parallelamente alla serie regolare e che serviranno ancora per far vedere cosa succederà nei vari posti. Per cui stanno per succedere un mucchio di cose, e quello sarà davvero l’anno del B.P.R.D., ed il mio albo di “Hellboy” arriverà molto prima.

FINE DEGLI SPOILER: da qui potere riprendere a leggere senza rischi di “brutte sorprese”…

CBR: Mike, l’ultima volta che tu ed io abbiamo parlato di Hellboy è stato proprio nel momento in cui l’attuale miniserie “La Furia” è stata annunciata, ed allora tu avevi detto – e ti sto citando – “La Furia sarà qualcosa di folle!”. Credo che ora si sappia di che cosa stavi parlando. [Risata] Non ti ho mai sentito discuterne, ma quando finisci una storia ti volti indietro a guardarla per cercare di capire come avevi progettato sarebbe finita?

MM: Devo ammetterlo, sono davvero entusiasta di quello che ha fatto Duncan. Sono veramente felice. Quello che sto ripetendo di più ultimamente è che il motivo per cui sono più contento è il modo in cui la visione di insieme di questi albi ha funzionato nel complesso, e come ognuno aggiunga qualcosa all’altro. Ma da come sta andando avanti l’attuale materiale su “Hellboy”, sono veramente felice per come è riuscita alla fine questa storyline – della quale circa la metà sapevo già come sarebbe andata ancora prima di iniziare, mentre l’altra metà ha preso praticamente vita da sola e si è spostata in un’altra direzione. In particolare, quando si sta facendo qualcosa di grosso, che diventa via via ancora più grosso, di solito in passato quello che mi capitava era qualcosa come “Sarò in grado di trovare un finale abbastanza importante per questa storia?”. Un po’ di anni fa ho realizzato una storia – la seconda miniserie di Hellboy – ed a metà si era fatta molto più grossa di quello che mi aspettavo, per cui il finale che avevo pensato in un primo momento non avrebbe più funzionato. Era troppo insignificante. Quindi ho dovuto escogitare un finale molto più rilevante. In alcuni casi si tratta di fare dei giochi di prestigio con queste vicende in modo che si svolgano in maniera corretta e non raggiungano l’apice troppo presto. Può essere insidioso, ma di questo finale sono sono particolarmente orgoglioso, che una cosa positiva perchè è davvero uno piuttosto importante.

CBR: Tuttavia, per prepararmi a parlare con te mi sono riletto “La caccia selvaggia”, ed è sorprendente il modo in cui sembra che tu spieghi chiaramente in maniera molto esplicita quello che vedremo nel finale de “La Furia”. È difficile mantenere le vicende sempre in movimento e renderle avvincenti mentre ti stai concentrando così tanto sull’idea di una profezia?

MM: Sì. Ma in parte è perchè mi sono sempre tenuto molto sul vago. Hai ragione quando dici che se uno guarda indietro, scopre tutto, ma anche quando io stavo scrivendo quelle storie, non ero del tutto sicuro sul loro significato. Quindi non necessariamente lavoro partendo da una conoscenza assoluta di come si concluderanno le cose. So dove stanno andando, per cui lascio degli indizi che le riguardano, ma i particolari si materializzano mentre vado avanti. Quindi molte di queste faccende legate alla profezia sono cose che mi sono venute quasi di getto, a partire dalla seconda miniserie di “Hellboy” con la storia della Bestia dell’Apocalisse. Non sapevo che sarei andato avanti in quel modo.[Ride] Quindi una parte di questo gioco consisteva nel lasciare un certo spazio di manovra in queste profezie in modo che non mi andassi ad infilare troppo presto in un vicolo cieco. Ma sì. Credo che se uno leggesse l’intera gestione di Duncan, si vedrebbe anche che perfino nel primo arco “L’Oscurità chiama” sembra venga richiamata Baba Yaga e la vicenda russa, ma dopo quello che succede con le streghe e specialmente con il piccolo uomo maiale, ci si accorge chiaramente che è l’inizio di questa grande storia. La cosa che mi è piaciuta di più in questo nuovo materiale di “Hellboy”è che sono riuscito a raccontare questa grande,storia gigante senza deviare lungo una delle tante e strane tangenti. Nel complesso si tiene insieme abbastanza bene. E riesce a dare l’impressione che io sapessi quello che stavo facendo. [Ride] E quello era uno dei miei obiettivi principali. Proprio all’inizio, quando ho cominciato a elaborare questa idea su come Hellboy avrebbe dovuto funzionare, sapevo che ad un certo punto avrei voluto virare verso un’altra direzione particolare. La parte artistica di me diceva “Non voglio più disegnare il Giappone o un altro dei quei posti simili.”. Volevo essere libero come artista. Quindi, come parte di questo progetto, sapendo che sarei tornato indietro e sarei stato il disegnatore della serie, avevo bisogno di recuperare un tipo diverso di personaggio. Ho voluto tornare a lui rendendolo leggermente diverso e affrontandolo in maniera diversa anche dal punto di vista artistico. Per questo ci sono un sacco di storie che possono essere ancora realizzate con Hellboy, ma dal momento che si stava avvicinando a un mondo più marcatamente fantasy, ho detto semplicemente “Tagliamo i legami e lasciamolo libero del tutto”.

CBR: Però nel frattempo sappiamo che le storie del passato continueranno con la prossima miniserie disegnata da Corben dal titolo “La casa dei morti viventi”. Si tratta per caso di una storia che vuole testimoniare la solidità di questa collaborazione e del divertimento che hai provato nello scrivere per lui?

MM: Sì. Spesso un mucchio di queste storie tendono ad assumere vita propria. E una di queste è stata l’idea di Hellboy in Messico. Mi sono divertito davvero tanto insieme a Richard nel fare questa storia così insolita e sciocca, con Hellboy che combatte contro dei wrestler messicani, e ciò che ho voluto stabilire con questa storia è che per cinque o sei mesi Hellboy è stato ubriaco. Alla fine di “Hellboy in Messico” dice che non si ricorda nei dettagli cosa sia successo dopo questa storia particolare. Quindi ho immaginato che ci fossero stati almeno tre mesi dei quali lui non si ricorda o che non vuole ricordare – ossia non ammetterà mai di ricordare cosa sia accaduto in questi tre mesi. E quella è una ambientazione veramente divertente in cui far svolgere delle storie perchè ci puoi fare accadere delle cose veramente allucinanti, nonostante siano distorte dalla sua percezione dei fatti o situazioni simili. Ci si diverte davvero molto nel realizzare storie delle quali Hellboy perde completamente la memoria per qualche strana ragione. Per questo ho fatto una storia molto breve che uscirà all’interno di “Dark Horse Presents” e poi ci sarà la graphic novel di Richard. Ed è stata messa in cantiere almeno un’altra graphic novel che si svolgerà in questa folle avventura da ubriaco in stile “fine settimana dimenticato” in Messico.

CBR: Come hai detto, le varie serie in questo mondo si intrecciano una con l’altra, eppure nello stesso tempo occupano un loro spazio. “B.P.R.D.” si svolge sempre nel periodo moderno, allo stesso modo in cui ha a che fare con mostri in stile Chtulu o quelli che crei tu, mentre “Hellboy” è molto più connesso con il folklore. Una parte di questo indubbiamente è influenzata da ciò che ti interessa disegnare o da quello che interessa scrivere a John Arcudi, ma credi che questa suddivisione nel complesso abbia aiutato le storie in maniera significativa?

MM: Credo di sì. Penso che considerando i due titoli si possa avere una gamma più ampia di quello che queste storie vogliono rappresentare. E sì, di sicuro John ha le sue tendenze riguardo alle storie che lui vuole scrivere, come io ho le mie. Ed anche se discutiamo faccia a faccia su queste cose, c’è pochissima corrispondenza tra quello che John vuole fare e quello che vorrei io, cosa che trovo fantastica. Per questo è un bene che ci siano due testate. Quello che in realtà è davvero interessante è che nell’ultimo numero de “La Tempesta” si arriva a vedere Hellboy che dà il via a quello poi succederà su “B.P.R.D.”, mentre io so che nel numero di “B.P.R.D.” si vedranno dei riferimenti a quello che sta succedendo in Inghilterra. Quindi, nonostante le due testate scorrano parallele tra loro, stanno cominciando ad avere riferimenti una con l’altra. Sono su strade molto differenti, eppure raccontano lo stesso un’unica grande storia. Tutto sta nel sapere mettere insieme i diversi punti culminanti. Quindi quando le vicende si fanno bollenti su “Hellboy”, lo stesso succede su “B.P.R.D.” e si dipaneranno da “Hellboy” fino a “B.P.R.D.” e magari anche viceversa. È un bene, invece di essere ripetitivi ed avere due testate che raccontano le stesse cose – ed è il motivo per cui non capisco come facciano la Marvel e la DC quando pubblicano un miliardo di fumetti diversi, ma con lo stesso personaggio. Qui si svolgono due vicende separate, ma interconnesse. È lo stesso mondo.

CBR: Come ultima domanda, hai già iniziato a lavorare su qualsiasi sia il progetto che verrà dopo “La Furia”?

MM: Sì! Ho già disegnato quattro pagine, e oggi farò la quinta. Avrei dovuto essere molto più avanti, ma mi sono dovuto destreggiare tra tutte queste sceneggiature e le copertine…per un periodo piuttosto lungo ho dovuto lavorare su questo progetto facendo un po’ di mordi e fuggi, ma avevo un gozzillione di copertine da fare. Ma come puoi vedere, ci sono sempre più artisti coinvolti con queste copertine, ma ancora di più sono le sceneggiature che non sto scrivendo io. Il mio obiettivo è quello di tenere tutto sotto controllo, ma scivolando via lentamente fino a diventare praticamente lo scrittore/disegnatore della mia nuova testata a tempo pieno. Questa impresa è diventata qualcosa di davvero enorme, e semplicemente non ci sono abbastanza ore in una giornata.

Hellboy: la Furia è stato pubblicato dalla Dark Horse Comics il 10 Agosto