In esclusiva per DC Leaguers un’intervista ad un grande artista Italiano ed Internazionale: Carmine Di Giandomenico.

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Non perdiamo tempo e passiamo la parola direttamente a lui!

– Dopo esserti cimentato in maniera esemplare con alcuni dei più rappresentativi personaggi Marvel, eccoti approdare in DC Comics con una delle sue icone fondamentali: The Flash. Di certo a livello concettuale Marvel e DC sono perfettamente distinguibili, l’una casa madre dei “supereroi con superproblemi”, l’altra cattedrale di archetipi eroici assoluti e immutabili. Questa differenza si percepisce anche nel processo di creazione dei fumetti? Cosa contraddistingue l’atmosfera della Casa delle Idee da quella della Distinta Concorrenza?

Personalmente non ho trovato differenze sostanziali sul piano lavorativo. Una differenza che ho notato? Una maggiore attenzione legata al rapporto con l’autore. Questo non vuol dire che sia andata al contrario con Marvel, dove mi hanno coccolato per 10 anni. Ma in DC ti ascoltano maggiormente su scelte, sfoghi artistici da entrambe le parti (sia sceneggiature che disegni). E questo porta ad un lavoro autorialmente (nei limiti) più sereno.

– Quali sono i tuoi disegnatori preferiti di Flash? Qualcuno di loro in particolare è stato da spunto per il tuo lavoro? Su cosa lavora la tua immaginazione quando cerchi di creare nuove idee per raffigurare la supervelocità?

I disegnatori di Flash sono stati tutti geniali, da Infantino a Scott Kollins, Merino… Ho deciso di non prendere spunti, mi spiego: ho puntato tutto sul linguaggio del corpo, della sua anatomia, senza legarlo a strutture tecnologiche e sezioni (come invece nel costume precedente). Flash è velocità-scatto e quindi deve essere il suo corpo ad esprimersi. Giocare con pose semplici, ma complesse. Soprattutto cercare movimenti chiari diretti al lettore, che siano funzionali alla narrazione e ai poteri di Barry. Questo è il pensiero-attenzione principale che mi pongo. Altro sviluppo è l’eliminazione delle figure multiple, che incartano la narrazione moderna. La mia scelta è stata quella di sviluppare il senso della velocità attraverso i bagliori dei suoi fulmini. Voglio dare al lettore un Flash reattivo. Un altro punto su cui mi sono concentrato è il fondale: quando Barry raggiunge l’alta velocista, deformo lo sfondo oppure lo rendo sfocato, in modo tale che l’attenzione si concentri su Flash. Per fortuna questo riflessione è stata apprezzata.

– Fra le caratteristiche di Barry Allen, quale secondo te è peculiare nel definire la sua grandezza come supereroe? La sua curiosità scientifica, che lo sprona a sperimentare costantemente i suoi poteri? L’attitudine ad aiutare gli altri, che lo ha spinto a lavorare come poliziotto? L’incapacità di accettare delle ingiustizie, sin da piccolo, quando era il bersaglio preferito dei bulletti della sua scuola?

Credo principalmente la prima, che va a correlarsi con le altre in conseguenza… come “da grandi poteri, grandi responsabilità”.

– Il team creativo costituito da te e Joshua Williamson ha destato grande entusiasmo nel fandom sin dai primi annunci. Ti piacerebbe descriverci su cosa si basa la vostra collaborazione, se vi piace mantenere i ruoli ben distinti o se invece intervenite l’uno sul lavoro dell’altro con idee e proposte?

Con Joshua e gli editor Brian, Amedeo e Diego, ho un rapporto stupendo, anche se epistolare.
Quando lavoro in coppia cerco di non toccare assolutamente nessun intento narrativo già strutturato da un altro autore. Cerco di rispettare tutte le sue indicazioni. E prima di procedere aspetto le note in merito. Di Joshua ha apprezzato lo sviluppo della mia idea sul movimento. Mi sto divertendo molto con loro. Ma decisamente un ringraziamento lo devo anche a Ivan Plascencia, il colorista, che sta sviluppando un lavoro molto identificativo. E che valorizza la serie.

– Su quale personaggio DC e con quale autore ti senti di affermare che vorresti lavorare e che sicuramente fareste delle meraviglie? Flash e Williamson a parte, ovviamente…

Io la butto in maniera arrogante… e feroce AHAHAH
Miller – SUPERMAN.
Attento!!! Eccoli!!!
Chi?
I bulli di internet! Mi vogliono menare! AHAHAHAAHHA
Tranquilli.
Non avverrà mai AHAHAHAH
Per ora sono felice così.

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– Record-Man, 56 tavole in meno di 48 ore e disegnatore ufficiale dell’Uomo più veloce del mondo, come vivi questa accoppiata? Quanto ti senti spirito affine con Barry Allen?

Assolutamente no.
La prova realizzata e superata a giugno nasce principalmente da un’esigenza personale – di sfida personale, terminare la mia storia di Oudeis. Ho avuto questa idea solo per stimolare la curiosità nei confronti del fumetto anche nelle persone lontane da questo mondo. E lanciare anche un messaggio, che nulla è impossibile se lo desideri in maniera sana. Personalmente essere veloce non mi pone su nessun podio. Il nostro è un lavoro di ricerca principalmente, di studio sulla narrazione e un titolo del genere non ha motivo di esistere. Però sono felice di aver vinto questa sfida con me stesso.

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– A proposito di Oudeis, in precedenti interviste dicesti che rappresentava per te oltre che una sfida artistica anche uno sfogo emotivo. Considerando che viviamo in un mondo come quello di oggi in cui  le persone sembrano incapaci di trovare una propria identità esistenziale, cosa dobbiamo aspettarci dalla seconda parte della tua opera? Ancora lo specchio attraverso il quale si riflettono le tue personali emozioni e convinzioni, il viaggio dell’uomo moderno in un mondo apparentemente senza mete e senza approdi, o l’una cosa che si compenetra nell’altra?

Esattamente, Oudeis non è altro che uno specchio di quello che vivo messo in chiave narrativa fumettistica… Cerco di far arrivare, anche se in maniera pseudo emetica, una parte di me. Oudeis nasce proprio da quel senso di smarrimento che ho avuto nella mia carriera personale ed intima. Fino a sfociare nel suo finale. Chi lo leggerà, o chi lo ha già letto, avrà la sua libera interpretazione di sensazioni. Ognuno potrà lasciarsi smarrire come vuole ma, nello stesso tempo, questo smarrirsi permette di ricomporre un puzzle complesso del nostro essere, rendendoci identificabili. Ovviamente il tutto con molta umiltà, è una mia prima opera completa alla quale credo molto, e che oggi, a mio avviso, nello smarrimento di valori, di rispetto e di serietà della società moderna, un pò la rappresenta. Siamo tutti Ulisse. Ognuno con le proprie rotte da inseguire.

– Vorremmo chiederti di raccontarti qualcosa dei segreti del tuo mestiere… In particolare, quali sono le linee guida principali cui ti attieni mettere in piedi l’originalissima impaginazione/layout dei tuoi comics?

Non ho uno schema fisso… ogni realizzazione ha uno sviluppo a sé.
Quello che faccio è leggermi la trama almeno tre volte di fila, di memorizzarla quasi… si fa per dire… chiudere gli occhi e improvvisarsi regista. Ma soprattutto anche attore protagonista, questo per capire come muovere il personaggio e la camera.

– Domanda scomoda: cosa ne pensi del pantheon dei supereroi DC? Pensi che siano stati icone perfette durante la Silver Age, ma che oggi dovrebbero ammodernarsi per rispondere meglio alle pulsioni del XXI secolo, oppure ritieni che in quanto archetipi che esprimono valori assoluti e didascalici essi non andrebbero snaturati, perché il loro messaggio era valido negli anni ’60 tanto quanto oggi?

Domanda non scomoda, ma complessa, perché di personaggi ce ne sono milioni quasi e non tutti nati nello stesso periodo. Ognuno è figlio di un’era, che sia anni ’30-’40-’50-’60-’70-’80-’90 ecc… Singolarmente ognuno rappresenta un’epoca e un modo di pensare. Quello che posso dire e che secondo me iconicamente dovrebbero abbandonare il design dei costumi tecnologici. Tornare al valore del corpo, della fisicità assoluta, riportarli al loro valore “divino”. Sulle trame non essendo sceneggiatore puro, mi astengo, ho una mia idea personale sul cosa bisogna raccontare… ma per ora va bene così.

– Cosa dovrebbe imparare il Fumetto italiano da quello d’oltreoceano, e cosa invece potremmo imparare noi dai nostri colleghi americani?

Entrambi sono simili sulla lavorazione, quindi nulla. Forse – ma dipende dai casi e dalle persone – in Italia avere più fiducia sulla regia di un disegnatore.

– Ti ringraziamo per la tua disponibilità a rispondere alle nostre domande, per la tua simpatia, e soprattutto per le tavole meravigliose che da anni ci regali. Vuoi salutare i tuoi lettori con qualche gustosa anticipazione per questo nuovo 2017?

Grazie a voi per lo spazio. Per il 2017? Ancora Flash. Orfani. Ristampa OUDEIS completa…
Poi vedremo… forse la pensione o pausa… HAHAAH
FORSE…

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Intervista a cura dello staff di DC Leaguers, contatti con l’artista tenuti da Marco Morana.