Storia: Jason Aaron
Disegni: Daniel Acuna
Ed. USA: Wolverine VS the X-Men TP
Ed. ITA: Wolverine (mensile) 262 – 263

 

INFERNO/PACE/PECCATO

Le colpe rappresentano il grave peso dell’anima e divengono un macigno nel tempo; essa (denominazione sintetica di anima) appartiene al corpo e al luogo ma non è legata ad alcun tempo o spazio, se non il fisico che abita, in cui alberga.
Ma se accade che lo spirito (denominazione aulica dell’anima) viene brandito da forze superiori, arcane, sporche e di una potenza irrefrenabile non indifferente ciò che ne consegue e il suo naturale concernere divengono la caduta in Averno, la perdizione, la fine possibile di un uomo probabile.
Il suo ardire, la sua forza, i suoi sensi, il suo fattore di rigenerazione cellulare istantaneo, i suoi artigli ossei ricoperti di adamantino (lega metallica indistruttibile) come il resto delle sue ossa, rendono Logan (James Howlett – Wolverine) un essere di un certo peso, un rilievo unico.
Accade, anche, che il dolore di un assassino generi una voragine enorme all’interno della suddetta anima, del suddetto spirito e il tutto termina, poi, con il più dolce soffocare.
Gli eventi di Wolverine all’Inferno hanno lasciato un guscio vuoto (il corpo di Logan) infettato da legioni di demoni, mentre la sua anima lotta nelle remote vallate del Tartaro, contro schiere di angeli caduti e diavoli.
James ha subito questo duro colpo a causa di figuri che ancora non ci è dato di scoprire, sappiamo che uno degli alfieri mossi a codesto gioco porta il nome di Mystica (la bellissima mutaforma Raven) e che, successivamente sembra essersi pentita di ciò, tentando una sorta di redenzione.
Il problema più grave, che incombe sui mutanti e sul mondo intero è un altro però, ovvero se il mutante “migliore in quello che fa” è posseduto da creature innaturali votate alla perdizione, al dolore e al sangue cosa mai potranno procurare, coadiuvate da un fisico perfetto volto alla definitiva macchina della morte?

Ciclope 3D

Utopia è la ridente isola della nuova Nazione X in cui tutti i mutanti e i loro cari vivono una esistenza migliore, pacifica, duratura forse.
Nell’istante in cui questa pace viene attaccata dalla furia del Logan Infernale Ciclope, il fantastico leader di questo manipolo di mutanti, attua il piano di riserva per annientare definitivamente la minaccia di Wolverine: chiama a raccolta Namor e Magneto  e tenta di bloccarne l’avanzata.
Se da un lato il Signore del Magnetismo manipola il metallo nelle ossa del canadese, dall’altro il Re di Atlantide strappa di forza la testa del fu ghiottone; sul tutto il monocolo pone la sua fatale e concessiva potenza, incenerendo per sempre il cadavere di James Logan.
Fine della storia, fine di Wolverine.
Ma si sa, l’amore è una concezione tanto astratta (diremmo noi) quanto potente; e nel momento in cui sembra giungere il finale su tutto, la potenza delle donne abbatte ogni previa concezione.
Benvenuti nella mente del figlio di Thomas Logan!

FORME TELEPATICHE AVANZATE

Emma Frost (telepatia e forma adamantina organica), Jubilation Lee (ex mutante, ora vampira), Rogue Anne Marie (assorbimento psico-tattile e gestione di esso), Kitty Pryde (intangibilità ad eternum) e Melita Garner (reporter, attuale ragazza di Logan) effettuano uno strabiliante viaggio all’interno della spaventevole mente del mutante dell’Alberta e scoprono una psiche frammentata, intaccata da ogni fronte da orde di demoni e incappano in una moltitudine di barriere mentali poste dallo stesso Wolverine per salvaguardare il suo passato e la sua stessa essenza.
La mente di Logan si presenta come un bellissimo castello giapponese di epoca Tokugawa, ricco di porte inviolabili (o meno) in cui ognuna rappresenta un bene o un male dell’artigliato.
Le cinque (potenziate mentalmente da corazze in stile nipponico dalla sempre fedele Regina Bianca) iniziano ad attaccare i demoni e le legioni che si avvicendano senza però procurare, apparentemente alcun danno.
In loro soccorso giunge Nightcrawler (defunto durante gli eventi di Secondo Avvento); Kurt, che è sempre stato convinto della possibilità di redenzione per l’anima di James, discende dal Paradiso per aiutare il buon Logan (che intanto ha frammentato la sua memoria in tutti i rappresentanti del suo passato: Arma X, il Guercio, il Logan animalesco del post estrazione adamantio e via dicendo) ma quando comprende che la sua forza, seppur unita a quella delle cinque guerriere psioniche, non basta rivolge la sua attenzione altrove e spalanca una porta enorme nella reminiscenza di Howlett: un portone che reca su di esso il simbolo della Fenice.

IL FUOCO DELLA FENICE

Nella storia di Logan è sempre, o comunque quasi, presente il ricordo forte e vivo per una donna che lui ha amato e che, possibilmente, amerà per sempre: Jean Grey.
Jean è una mutante di livello omega in grado di manipolare telecineticamente la materia a livello molecolare, è inoltre una telepate superiore persino a Xavier ed è la forma umana che accoglie una delle forze cosmiche più antiche e potenti: la Fenice.
Jean è probabilmente uno degli esseri più potenti dell’universo Marvel e, anche se ormai è defunta da anni (2003/2004 per l’esattezza) il suo potere e i suoi lasciti hanno, in più occasioni, salvato la vita a più personaggi (vedasi la possessione di Scott ad opera di Void o l’attacco della Sorellanza ad Utopia).
Nella saga Wolverine Vs gli X-Men, Kurt apre un portone con l’emblema di Fenice e lascia entrare nella mente di Logan la forma psichica (una summa di ricordi) di Jean Grey Fenice Bianca della Corona; ciò permette a lei di porre fine alla battaglia contro i demoni (spaventosa la sequenza in cui, con un solo gesto, abbatte intere orde di demoni liberando Wolverine dalla possessione) e di permettere al mutante artigliato di proseguire la sua esistenza.
Ancora una volta, in una occasione importante, Jean si manifesta come Fenice Bianca della Corona (evoluzione ultima della fusione della Fenice con Jean, agisce su un piano superiore al nostro, praticamente illimitata).
Tra le fiamme eterne, la figura della rossa Grey scompare, lasciando Howlett tra le amichevoli mani dei suoi compagni, alla baia di San Francisco.

AUTOREVOLI AUTORI

Jason Aaron tratteggia un mutante senza alcuna speranza e scosso profondamente dal suo stesso passato (nei dialoghi al castello giapponese, a tratti siamo davanti ad un Logan che sta per cedere, per cadere una ultima volta); se nel precedente Wolverine all’Inferno avevamo visto la forza di arrabbiarsi persino davanti al Maligno, qui Logan, in alcuni momenti, pare spegnersi e solo l’aiuto (interno) delle cinque ninja psioniche, di Kurt e di Jean/Fenice sembra riportare alla luce questo personaggio.
L’autore, suddivide molto bene le sequenze che permettono al lettore di scoprire, pagina dopo pagina e idem per i dialoghi, ciò che la psiche del personaggio cela, ma senza mai sopravvalutare aspetti o tralasciarne altri, non perché meno preziosi ma, magari, approfondibili in altre sedi.
I dialoghi di Aaron sono freschi, rinnovati da un continuo susseguirsi di eventi e, bellissima, l’idea di originare la storia con la simulazione di ciò che vedremo nella seconda parte della stessa.

Daniel Acuna è una delle più brave stelle nel panorama fumettistico americano (e non); il suo tratto a metà tra gli acquerelli e la pittura incisiva del XVII secolo nipponico (da notare la totale ispirazione nelle tavole ambientate al castello giapponese) in alcuni frangenti lascia il posto alla bellezza delle figure intere ai lati delle pagine (da brivido assoluto l’apparizione di Jean Grey nelle vesti di Fenice Bianca della Corona) e tratteggia con estrema sapienza le sagome nel contesto in cui vengono contate.
Il taglio delle tavole, la narrazione per immagini intere e le panoramiche dal basso verso l’alto (come nella stanza delle perversioni sessuali di Logan) danno ricchezza agli splendidi colori che usa l’autore stesso.