Son of M

Nov 26, 2011

Testi: David Hine
Disegni: Roy Allan Martinez
Edizione USA: Son of M, mini di sei numeri (dal Febbraio 2006 al Luglio 2006)
Edizione ITA: Wolverine 203 – 206 (dal Dicembre 2006 al Marzo 2007)


Pietro Maximoff, homo sapiens.

Nel finale della saga House of M, il mutante Magneto scopre l’inganno ordito da Pietro (suo figlio) e lo uccide senza alcuna pietà.
Il dolore, la lacerante forza che cova nelle tragedie, divampa nel cuore di Wanda Maximoff: la figlia di Erik (Magneto, appunto) e sorella di Pietro “Quicksilver” Maximoff riporta in vita l’amato fratello e pone fine a quella enorme tragedia (che verrà ricordata con il nome di M-Day) con tre semplici parole.

NO MORE MUTANTS.

L’inizio della devastazione, la piaga che per anni ha terrorizzato la razza mutante, l’orlo dell’estinzione, la fine totale, l’incubo.
Scarlet (Wanda) è una mutante di livello omega, in grado di alterare e manipolare a livello quantistico la realtà; è inoltre, capace di gestire alcune energie di natura magica definite “Magia del Caos”.
Il suo incantesimo pone fine al gene-x (gene mutato che permette la genesi di poteri mutanti) nel 99% della popolazione umana mutante, riducendoli a meno di alcune centinaia di elementi.
Wanda rende umani tutti i mutanti della Terra, in primis la sua stessa famiglia (Magneto, Quicksilver e Polaris – sua sorella) e fa lo stesso con se stessa (apparentemente).

Un giorno nella vita di Pietro Maximoff

Pietro è una ombra tra le ombre, un mutante che correva col vento, l’uomo più veloce del pianeta, il fulmine dei Vendicatori; ora è solo un uomo che ha perduto tutto insieme alla cosa più importante della sua vita: i suoi poteri.
Anni fa egli era sposato con l’Inumana Crystal da cui ebbe una figlia, Luna (bimba, stranamente, nata senza alcun potere).
Gli Inumani sono una razza di esseri messi a punto a livello genetico per manifestare capacità paranormali (non così dissimili dai mutanti) e vivono (vivevano) su Attilan, bellissima città avveniristica posta nella zona buia del satellite terrestre.
La loro condizione superiore deriva dall’infusione delle Nebbie Terrigene e di un antichissimo rituale che avviene in una segreta grotta, posta sotto la città/capitale.
All’interno di essa crescono i Cristalli Terrigeni, da cui proviene la Terrigenesi (pratica che vaporizza i cristalli e permette la creazione delle nebbie stesse).
Questo rituale permette agli Inumani di ottenere, conservare, accrescere i loro poteri e il loro status genetico.
Pietro è una ombra tra le ombre, un mutante che correva col vento, l’uomo più veloce del pianeta, il fulmine dei Vendicatori; ora è solo un uomo che ha perduto tutto insieme alla cosa più importante della sua vita: i suoi poteri
Ma ora li rivuole indietro!

Pietro Maximoff, mutante –  Hine & Martinez, autori.

L’ex Quicksilver chiede aiuto all’ex moglie, che lo conduce ad Attilan.
Infrangendo tutte le leggi della città e dei suoi sovrani (Freccia Nera e Medusa), Pietro trafuga i cristalli e dopo alcune inalazioni, ottiene nuovamente i suoi poteri; anche se in modo completamente differente.
Questo è il principio dell’avventura che viene splendidamente narrata in Son of M dallo scrittore David Hine e dal fenomenale Roy Allan Martinez.
Se il buon Hine riesce in una mini di sei numeri a delineare, in ogni singolo numero, tutte le facce di cui Pietro è maestro e pensatore ideale, ottenendo una delle caratterizzazioni più riuscite del velocista di casa Marvel.
Maximoff è sempre stato uno dei characters più difficili da gestire (sia per la sua pesante eredità come figlio di Magneto) proprio perché consapevole del destino che sembra quasi scritto dal giorno della sua stessa nascita.
Egli è un supereroe che non desidera esserlo, di riflesso sceglie di entrare nei Vendicatori (probabilmente per seguire sua sorella Scarlet) ma è costantemente assente nella sua psiche, tanto da divenire negli anni, uno dei più cinici all’interno del gruppo.
Pietro è un outsider, lo è sempre stato e non desidera redimersi (arriverà a mentire su alcune importanti questioni, in alcune saghe successive a Secret Invasion), addirittura decide di fare ritorno sulla Terra, dopo i furti compiuti ai danni degli Inumani, e di presentarsi ai mutanti depotenziati come una sorta di Messia che avrebbe loro donato ancora una volta i poteri, o ancora sottopone sua figlia Luna alle Nebbie Terrigene perché a suo avviso non è possibile che la bimba sia umana, considerato che sia lui che la moglie non lo sono: è come un’onta per Pietro.
Ecco, Hine sceglie la via della caduta per Pietro, non v’è alcuna giustificazione in lui e in ciò che compie.
Martinez inserisce uno stile totalmente innovativo nel panorama del fumetto supereroistico USA e narra le vicende di Quicksilver senza tralasciare nulla: la perfezione delle sue tavole che tendono all’Art Decò (straordinarie le rappresentazioni di Attilan, dei suoi giardini e di come riesce a creare dei connubi tra figure femminili come Crystal o Medusa e la vegetazione che le incornicia) e gli acquerelli dell’Impressionismo francese.
La sua è un’arte di “favore”, è l’arte bella di chi narra con consapevolezza e ripercorre il ricordo degli eventi: Martinez è “figlio” delle tavole diWilce Portacio (suo grande amico) e dei colori pastello.