Marvel NOW! Il rilancio è iniziato e siamo testimoni dell’evoluzione (ulteriore) dei brand della Casa delle Idee e degli autori che scendono in campo per portare una ventata di rinnovamento a questi personaggi entrati ormai nell’immaginario collettivo di tanti, proprio come quelli della controparte storica e concorrenziale: DC Comics.
Il brand mutante è stato, per anni, la punta delle vendite della Marvel: Uncanny X-Men, Wolverine, X-Men Legacy e tutte le altre testate legate al mondo degli X-Men hanno creato un fiorente gruppo di personaggi, sempre più ricco di trame, sottotrame  e legami (noti o meno) che hanno da sempre alimentato i sogni dei piccoli e grandi lettori. Oggi tutto questo ha una fine.

Brian Michael Bendis (House of M, Secret Invasione, New Avengers) inizia la sua corsa ai geneticamente differenti, agli odiati dall’uomo, e lo fa sostenuto dalle inconfondibili matite di Stuart Immonen (DC’s The Final Night, New Avengers). Ove decide di tracciare un cammino egli stupisce per  il ruolo della storia: ci si aspettava, in questo primo numero, il salto nel tempo dei cinque X-Men originali (Ciclope, Marvel Girl, La Bestia, Uomo Ghiaccio e Angelo) e che la narrazione fosse lenta (almeno per i primi due, tre numeri) per poi incrociare difficoltà che gli eroi avrebbero dovuto combattere. Bendis distoglie il lettore (sorpreso e disorientato da mesi di pubblicità, preview e annunci) e mostra le ulteriori conseguenze della disillusione forzata (ciò non toglie che abbia un’aura corretta e/o positiva) di Scott Summers (il Ciclope della continuity Marvel, post AvX) e il suo peregrinare attraverso il mondo, alla ricerca di ragazzi che hanno da poco manifestato latenti poteri mutanti. E’ un Summers inarrestabile, coadiuvato da un team fatto di resistenza, esperienza, fermezza e dolore (la glaciale Emma Frost, il “veterano” Erik/Max, Magneto e l’infernale strega mutante Illyana, Magik).

E’ premura di Bendis (ma Bendis non conosce premura, perché non v’è stupenda storia dove risiede lacuna) mostrare in principio un Hank McCoy ferito e prossimo ad un crollo (lo scrittore, per bocca di Bestia, mostra la paura, lo sconforto, la depressione e il dolore che un mutante, ma in primis un uomo, può soffrire se ferito nella parte più vulnerabile: il cuore), un McCoy che non ha più alcuna ragione di vivere, se non la vita stessa, non tanto la sua quanto quella della specie mutante. Il team di Logan (Tempesta, Uomo Ghiaccio, Kitty Pryde e Hank) è sconvolto nel vedere in cosa il loro ex leader sia evoluto: una versione distorta di un sogno che rischia di tramutarsi in un incubo. Se da un lato lo Scisma ha portato un equilibrio ed una scelta per gli homo superior, la riattivazione del gene-x  ha nuovamente sconvolto la comunità mutante dall’interno. Sta ad Hank stesso giocare una carta importante, e chiedere alle giovani versioni degli X-Men originali di seguirlo nel suo mondo per aiutarlo a fermare la follia di colui che un tempo chiamava amico. Bendis rievoca l’immaginario stupendo dei suoi Vendicatori (prima) e dei suoi Nuovi Vendicatori (poi): è formidabile assistere ai dialoghi di questo scrittore che, dopo molti anni al timone del brand vendicativo, dopo un doveroso sollevamento, una rinascita degli Avengers stessi, approda sugli X-Men, pardon, sui “Tutti Nuovi X-Men” e lo fa con la sua splendida naturalezza, regalando già dalle prime pagine dialoghi energici, ricchi di forza e dialettica (Ciclope si rivolge ai mutanti che incontra e si presenta per ciò che è nato e per ciò che è; l’invito a scegliere cosa fare dei poteri, l’epocale scontro ai danni delle autorità) e lo stesso dicasi per i giovani pupilli di Xavier: stupendamente reso l’incontro tra la Bestia del presente e l’Hank del passato.

Giovane Scott: “E tu saresti?”.
Giovane Hank: “Lui è me”.
Bestia: “Lo sono”.

La pulizia delle tavole di Stuart Immonen è superba, proprio come nel ciclo “Powerloss” dei New Avengers, Immonen usa e adora spaziare tra una figuratività, ricercata nei suoi precedenti lavori (non ultimo la stupenda The Last Night della DC) e la dinamica dei corpi (gli scontri di cui sopra, le pose sofferenti di Bestia, ad inizio di storia).

Voto 5/5