Testi: Mike Mignola
Disegni: AA.VV.
Edizione Italiana: Magic Press Numeri 3, 4, 6, 7, 10, 11
Edizione Originale: Dark Horse Comics

Nella precedente recensione di Hellboy: La Svastica ed il Drago ci siamo occupati, non senza annoiare a morte più di qualche lettore, dei volumi di Hellboy in cui il nostro eroe si trovava a rispedire nella tomba qualche nazista decisamente troppo arzillo.
In questa seconda recensione ci occuperemo invece di quei volumi che raccolgono le storie brevi di Hellboy e che contribuiscono ad arricchire e dare una grande profondità al mondo fantastico creato da Mignola.

Prima di procedere è doverosa una premessa che, ne siamo sicuri, non mancherà di seminare il panico tra alcuni lettori  amanti di un certo genere di letteratura horror.
I racconti brevi, nel genere horror, hanno da sempre avuto fortuna e molti degli scrittori si sono affidati a questo tipo di narrazione  regalandoci storie immortali: la tensione che gronda dalle poche pagine di uno di questi racconti, l’immaginario nero, caotico, bizzarro e meraviglioso, gli infiniti spunti che solleticano la fantasia del lettore, il coinvolgimento emotivo che prende il lettore è figlio della grande abilità di scrittori come Poe, Lovecraft, Le Fanu, che hanno saputo convogliare il loro talento in questa forma di narrazione.
Grazie a questi autori la letteratura horror ha avuto la possibilità di emergere e di assurgere alla dignità che si merita.
Erano tempi in cui i racconti venivano pubblicati su giornali (Le Fanu addirittura li pubblicava sul giornale che dirigeva) o nelle riviste  (come non citare il leggendario Weird Tales che ha ospitato l’opera di Lovecraft, tra i tanti).
Insomma erano i tempi in cui l’horror era un genere nobile, che non si era svilito attraverso romanzi fiume di Re del genere.
Tanto per rendere meno velata la  critica, e mettere ancora più in imbarazzo l’amministratore del sito (eventuali proteste, maledizioni, opuscoli sull’IMU e lamentele andranno indirizzate a lui direttamente), mi riferisco dell’osannatissimo e fin troppo sopravvalutato Stephen King che non ha saputo raccogliere l’eredità dei grandi maestri.
Qualcuno di voi potrà ribattere con argomentazioni intelligenti ma purtroppo sarò impegnato in qualche gara di insulto libero e non potrò prestarvi ascolto.
Ora che siamo rimasti in pochi possiamo tornare a noi e parlare dell’opera di Mignola che, con grande capacità, pesca nel laghetto degli orrori e delle fiabe a piene mani e confeziona una serie di racconti brevi capaci di regalare molte ore piacevoli agli amanti del genere.

 FOLKLORE, FIABE E PUNTI CHIAVE

Mike Mignola, conscio del valore della sua opera, si cimenta quindi con le storie brevi,  approfondendo avvenimenti cruciali della storia di Hellboy ed espandendo il mondo da lui creato, dando più ampio respiro alla fantasia del lettore, che grazie a queste storie potrà muoversi più a suo agio in questo universo narrativo.
L’abilità di Mignola si palesa leggendo queste storie che, in poche pagine, riescono a regalare al lettore spaccati di tradizioni e leggende di praticamente ogni parte del mondo.
Prendiamo ad esempio la prima di queste storie che ci vengono presentate, Il Cadavere: in questa breve storia Mignola non solo getta le basi portanti per quello che sarà il ciclo ambientato in Inghilterra  (di cui ci occuperemo nella prossima recensione), grazie al quale si farà ulteriormente luce su chi sia Hellboy, ma mostra anche alcuni degli elementi più suggestivi del folklore irlandese, raccontandoci del Piccolo Popolo e dei Sidhe e delle loro strane regole (pur con qualche modifica alla tradizione), in una storia divertente dai tratti macabri, avventurosi e comici.
Sulla stessa lunghezza d’onda troviamo storie come Scarpe di Ferro, Il Varcolac, Re Vold, La Strega Troll tanto per citare alcune delle storie più interessanti da questo punto di vista.
Una delle storie più importanti, tra quelle appartenenti a questo filone, è quella intitolata Baba Jaga, e  narra del primo incontro tra la strega  ed Hellboy.
Baba Jaga è forse uno dei personaggi più interessanti di tutta la saga di Hellboy e la ritroveremo sia nella prima parte con i nazisti sia nella terza parte con il ciclo britannico.
La Baba Jaga è un personaggio inquietante che ricalca fedelmente la strega protagonista di una infinità di fiabe e leggende slave: è vecchia, le sue gambe sono d’osso e cavalca un mortaio mentre con una scopa cancella le tracce del suo passaggio tornando alla sua izba che poggia su zampe di gallina.
Personaggio ambiguo, decisamente votata alla simpatica pratica del cannibalismo e con un’indole malvagia, molte delle sue gesta sono tramandate grazie al lavoro di Alexandr N. Afanasév che, ispirato dai prodi fratelli Grimm, percorse la Russia cercando di tramandare le storie che il suo popolo si tramandava.
Baba Jaga è forse una di quelle creature che si oppone più fieramente all’oblio dell’uomo moderno e che rivendica per se i propri feudi, che comprendono praticamente tutta la Russia.
Successivamente a Baba Jaga si affiancheranno anche altri personaggi del folklore slavo, forse meno conosciuti ma non meno affascinanti: Koscej l’immortale e Vasilisa la Bella.
Anche Il Terzo Desiderio, racconto contenuto nel sesto volume, è un racconto dalle tinte fiabesche che si rifà a La Sirenetta di Andersen.
La fiaba, che già di per se è decisamente poco allegra, è resa ancora più oscura e grottesca dal tratto di Mignola che forma anatomie sinuose e mostruose per le creature degli abissi.
Vera e propria perla di questo genere di racconti è I Lupi di Saint August, ispirata ad una leggenda riportata dallo stesso Mignola che ha come protagonista San Patrizio.
Secondo questa leggenda il santo maledì un gruppo di pagani condannandoli a trasformarsi in lupi ogni sette anni.
Mignola, come suo solito, prende la leggenda e la rielabora con grande maestria, rendendola originale e  aderente all’universo del diavolo rosso.
Quasi un Colosso si distacca leggermente da queste atmosfere andando ad ispirarsi al sapere alchemico e strizzando l’occhio a Frankenstein: il personaggio di Roger,  omuncolo ritrovato da B.P.R.D nel numero Il Risveglio del Demone, è il protagonista indiscusso di questo splendido racconto che mostra ancora una volta come creature mostruose possano rivelarsi più umane degli uomini stessi.
Tra tutte le creature che popolano il mondo mostruoso di Hellboy, è il vampiro quello che è protagonista del maggior numero di storie: oltre al già citato Varcolac, storia onirica dalle tinte fosche con protagonista una vampira che ricorda Carmilla, protagonista dell’omonimo racconto di Le Fanu,  troviamo anche Il Vampiro di Praga e La Bella Addormentata col Morto.
E’ evidente che Mignola con le sue storie brevi, non si è solo limitato a popolare di creature mostruose l’universo narrativo che ha inventato ma che ha reso omaggio a tutte quelle opere che ha amato e che lo hanno ispirato nel corso di una vita artistica.
Il grande talento di Mignola quindi, non si ferma solo al disegno ma si estende alla scrittura ed alla capacità di prendere elementi, personaggi o anche semplici spunti, appartenenti a tradizioni di tutto il mondo, rielaborarli e fornirne una nuova versione  attuale, macabra e con una forte dose di umorismo che contraddistingue la saga di Hellboy.

Alcuni racconti brevi di Hellboy sono estremamente importanti per la trama in quanto permettono di capire punti fondamentali della storia del nostro eroe.
Le atmosfere di queste storie si rifanno  ad atmosfere più lugubri e  seriose rispetto alle altre storie brevi.

La Bara Incatenata è uno di questi racconti dalle tinte nere e si presenta come una ghost story in tutto e per tutto: un monastero abbandonato, fantasmi che rivivono in modo meccanico e perpetuo il loro dramma e visioni demoniache sono gli elementi che rendono un classico questa storia.

Anche ne La Mano Destra del Destino  si cominciano ad avere le prime risposte concrete su chi sia Hellboy e su quale sia il suo destino, risposte che troveranno abbondantemente conferma nella splendida Una Scatola Piena di Malvagità in cui farà la sua prima apparizione il demone Astaroth, che tenterà di riportare Hellboy sulla cattiva strada.
Quel che più colpisce di queste storie, oltre alla loro qualità, è come dopo anni, per chi ha cominciato a leggere Hellboy dall’inizio, si possano trovare riferimenti nelle storie più recenti: è come se Mignola avesse composto un mosaico con queste storie e ci avesse dato tutti gli elementi sulla storia di Hellboy  in cui tutti, anche quelli che a suo tempo sembravano  meno importanti, trovano un posto.
E’ estremamente divertente quindi ritrovare riferimenti a quanto successo in passato e realizzare che nulla è stato lasciato al caso o, per lo meno, Mignola è stato abbastanza abile da modellare le nuove storie su quelle vecchie.

In conclusione i racconti brevi di Hellboy sono un importante revival ai fasti del genere horror, pregni come sono di atmosfere classiche e romantiche eppure, al tempo stesso, mostruose e macabra.
Chi ama questo genere, attualmente fin troppo in declino, non potrà lasciarsi sfuggire questi volumi che promettono piacevoli ore da passare in compagnia di mostri, fantasmi e demoni.