L’Età degli Eroi non è stata caratterizzata unicamente dalla comparsa degli esseri più potenti della terra, ma anche dalla nascita di alcune fra le menti più brillanti della storia. Le mutazioni genetiche, il potenziamento umano e gli orizzonti aperti da questi concetti, sdoganarono un’intera nuova branca della ricerca scientifica e delle sue relative applicazioni pratiche e commerciali. I più grandi geni del pianeta si cimentarono in studi su diverse sfaccettature di queste questioni rivoluzionarie, ed alcune fra le aziende più ricche del mondo nacquero su queste fondamenta. Uomini come Bruce Banner ed i coniugi Janet ed Hank Pym furono fra i più illustri sperimentatori della scienza post-umana e vennero immediatamente reclutati dalle più alte sfere militari come ricercatori dell’esercito. Persone come Moira McTaggart e Charles Xavier esplosero sulla scena scientifica ed antropologica per essere fra i primi ad aver studiato quel poco che ora si sa sui processi genetici dietro al fenomeno mutante. Per non parlare di aziende come la Oscorp di Norman Osborne, nata e cresciuta proprio nell’ambito degli appalti governativi e militari, sempre alla ricerca di una soluzione per il vecchissimo enigma del perduto siero del super-soldato. E così molte altre aziende e gruppi di ricercatori, alcuni pubblici, altri più nascosti, magari sotto l’egida del misterioso S.H.I.E.L.D.
Nonostante questo, i più grandi fra gli intelletti che questa Era abbia visto protagonisti sono indubbiamente quelli di Tony Stark e di Reed Richards.
TONY STARK
Il Primo Eroe dell’Era Moderna
Tony Stark è sempre stato destinato a grandi cose.

Figlio del grande Howard Stark, fondatore delle storiche Stark Industries, è sin dalla nascita sottoposto alla pressione di dover, un giorno, ereditare l’impero del padre e soddisfare le altissime aspettative che tutti hanno sempre avuto nei suoi confronti. Howard era uno degli uomini più ricchi e potenti del pianeta. Il successo della sua compagnia non aveva eguali, così come il suo genio. Le Stark Industries beneficiavano di appalti governativi di ogni tipo e i suoi clienti privati erano alcune fra le persone più facoltose ed influenti del pianeta. Nonostante tutto il suo successo però, Howard era un uomo tutt’altro che semplice. Era duro, scostante, altezzoso, quasi completamente anaffettivo. Non ebbe mai una relazione stabile, nemmeno con la madre dei suoi figli; i quali erano il suo primo interesse unicamente come possibili eredi del suo impero. I suoi clienti lo rispettavano, i suoi concorrenti lo temevano, ed alcuni dei suoi legami più proficui erano con uomini ed organizzazioni piuttosto oscuri. Nel portare avanti i suoi progetti per l’esercito statunitense, non trattava nè con i capi militari, nè col Ministero della Difesa, ma direttamente con i vertici dello S.H.I.E.L.D.
Come suo fratello maggiore Gregory, Tony (nato come Antonio Stark) mostra da subito un talento per le scienze, ed in particolare per l’ingegneria, quasi disumano. Un Q.I. letteralmente fuori scala ha sempre fatto di lui un genio, un intelletto destinato a superare in brillantezza persino quello del suo ingombrante padre. Nonostante tutto questo, il carattere da sempre difficile ed impertinente del giovane Tony, unito alle pressioni cui la sua famiglia lo sottoponeva ed al paragone continuo col più composto fratello, fecero nascere in lui un istinto alla ribellione che, col passare degli anni, lo portò ad essere lo spirito libero che domina le copertine delle riviste di gossip di oggi.
Fin dai 15 anni, il giovane erede Stark è il beniamino del giornalismo scandalistico fra eccessi di ogni tipo, donne, alcool e droghe. La sua sete di trasgressione andava di pari passo unicamente con il suo desiderio di distaccarsi dalla sua famiglia, rompendo gli argini delle loro imposizioni. Senza neanche aver finito il college, Tony coinvolge la sua fidanzata di allora, Josey, nella creazione di una loro azienda, la JT Technologies. Tutto pur di allontanarsi dall’azienda di famiglia.

Le voci riportano che i due fidanzati erano al lavoro su alcuni promettentissimi brevetti, ma purtroppo alcune circostanze non molto chiare portarono alla separazione dei due e allo scioglimento della piccola compagnia. Tony accettò così il ruolo dal quale aveva di fuggire per anni: divenne il direttore delle Stark Industries, sostituendo il suo ormai vecchio padre, che però rimase all’interno del compagnia, fiancheggiando il riluttante figlio. Insieme iniziarono a lavorare sulle frontiere del futuro, ed in particolare su un progetto riguardante la nanotecnologia. Purtroppo, poco dopo, il grande Howard Stark morì, e Tony rimase solo alla testa della compagnia, nella sua prigione dorata.

Anni dopo, nonostante la sua riluttanza iniziale, Tony portò le Stark Industries verso un’epoca di prosperità e profitto mai toccati prima. Le nuove frontiere raggiunte dal suo genio portarono brevetti, appalti e risonanza a livello planetario. Ma Tony, dall’alto della splendida Stark Tower, non era soddisfatto. Ad un certo punto Stark arrivò a ritirarsi quasi definitivamente dalle scene, ripudiando i riflettori e rinchiudendosi nei suoi uffici. Molte furono le ipotesi che i giornali fecero su questa sua sparizione: si parlò di un lavoro top-secret, di un terribile problema di salute oppure di una passione particolarmente travolgente per qualche misteriosa donna. Nessuno seppe dare una risposta certa, fino alla tragedia che lo trasformò da ricco rampollo seguito avidamente dai tabloid, in uno degli uomini più famosi del pianeta.
La Prigionia
Nel 1990 accadde un terribile incidente nella vita di Tony. Una tragedia sulla quale va fatta ancora molta luce.
In quell’anno Stark e suo cugino, nonché socio in affari, Morgan Stark, si diressero in Guatemala per un viaggio d’affari dagli obiettivi non molto chiari. Scesi dall’aereo che li portò lì, un gruppo terroristico noto come I Diavoli Rossi, rapì Stark, suo cugino e tutti i 39 passeggeri dell’aereo di linea. E qui, questa circostanza già poco chiara sprofonda nel mistero.

Sembra che il capo dei Diavoli Rossi, Jesus Hayek, tenne i passeggeri del volo prigionieri in una località sconosciuta per diversi giorni, privandoli di cibo ed acqua per piegarne gli spiriti. Il vero obiettivo di Hayek era, ovviamente, proprio Tony Stark. I suoi agenti lo avevano informato del fatto che il CEO delle Stark Industries sarebbe arrivato in visita nel suo paese per fare affari col governo locale. Essendo Hayek un ribelle ed un terrorista, non poteva rischiare che il più grande produttore di tecnologia bellica del mondo facesse affari con i governanti che stava tentando di rovesciare, per cui organizzò il rapimento.

La prigionia ha un effetto durissimo su tutti i passeggeri, ma in particolare su Tony. Accortosi del suo deperimento fisico, suo cugino Morgan cercò di aiutarlo e Tony gli confessò la verità sul suo recente isolamento: un esame medico aveva rivelato la presenza di un tumore inoperabile nel suo cervello. La notizia lo aveva distrutto: proprio il suo cervello, la sua mente, ciò su cui Stark faceva più affidamento, nascondeva il male che lo avrebbe ucciso. Così Stark, terrorizzato, riprese in mano molti dei suoi vecchi lavori per trovare una soluzione. Un genio come lui doveva essere in grado di escogitare una figa dalla morte. E c’era quasi riuscito! Stava concependo una tecnologia innovativa: un misto di nanomacchine e biotecnologia (una versione evoluta della tecnologia sulla quale stavano lavorando una decina di anni prima altri due eminenti scienziati: Richard Parker e Edward Brock), il tutto gestito da una specie di esoscheletro computerizzato, che avrebbero tenuto il suo corpo immerso in questo bagno curativo futuristico. Un’invenzione incredibile che avrebbe tenuto a bada il cancro senza però curarlo.
Ora che però Tony è lontano dalla sua creazione, il tumore sta lentamente riprendendo il suo corso.
La prigionia dei due Stark e dei passeggeri prese una svolta quando Jesus Hayek decise di capovolgere la situazione a suo vantaggio. Decise che non gli bastava impedire che Stark facesse affari con i suoi nemici: doveva obbligarlo a costruire delle armi per loro. Tony si rifiutò e Hayek gli dimostrò che non aveva scelta, uccidendo Morgan sotto gli occhi di tutti.

Tony, devastato dalla cosa, acconsentì a collaborare; ma aveva un piano. Costruì un dispositivo, uno degli ordigni delle Stark Industries che Hayek voleva replicato per la sua milizia, di cui mantenne un controllo remoto. Quando arrivò il giorno della dimostrazione con Hayek ed i suoi uomini, lo fece detonare, uccidendoli. Liberò così gli altri prigionieri e riuscì a inviare un S.O.S. Stark ed i passeggeri vennero salvati e i Davoli Rossi vennero catturati.

Tornato in America Tony sparì di nuovo dalle scene, stavolta per quasi un anno. Quell’esperienza lo aveva fatto riflette dolorosamente sulle conseguenze mondiali del suo lavoro e dell’operato della sua compagnia. Stravolse la sua azienda dall’interno, limitando estremente la produzione e la vendita di tecnologia bellica, e tornò sotto l’occhio dei media portando alla luce del sole la sua più grande invenzione: l’esoscheletro, la più formidabile armatura che il mondo avesse mai concepito.

Iron Man

Stark si mostrò in conferenza stampa con l’armatura indosso, annunciando al mondo che non sarebbe più stato a guardare mentre la tecnologia, il più alto pinnacolo dell’evoluzione umana, veniva sfruttata e deformata per assecondare i fini degli uomini gretti che popolano il mondo e che, in molti casi, lo governano. Tony Stark dichiarò che avrebbe usato il suo esoscheletro per proteggere chi ne aveva bisogno. Si proclamò così il “primo Supereroe dell’era moderna”. Avrebbe collaborato con i governi dei paesi liberi, ma non ne sarebbe stato servo. E soprattutto sarebbe stato l’unico possessore di quella tecnologia. Non avrebbe mai e poi mai ceduto la sua invenzione a chi avrebbe potuto sfruttarla per fare il male.
Così disse e così fece.
Tony Stark divenne un vero e proprio supereroe. L’incredibile potere del suo esoscheletro gli permetteva di intervenire tanto sul crimine urbano, quanto nelle zone più calde dello scenario geopolitico mondiale. I media lo soprannominarono Iron Man.
Ovviamente una simile presa di posizione generò tanta ammirazione quante polemiche: nonostante le buone intenzioni e gli indubbi risultati, Stark era pur sempre uno degli uomini più ricchi del mondo che aveva creato un’arma potenzialmente inarrestabile, decidendo di tenerla per se e usandola per influenzare gli eventi del mondo. Per alcuni si trattava di eroismo puro, per altri di un atto di arroganza sconfinata e persino pericolosa.
Come sia, Iron Man oggi è una realtà. Una realtà che ha reso le Stark Industries ancora più ricche ed influenti nello scenario internazionale.
Iron Man resta ancora oggi una figura contesa fra luci ed ombre.
Se glielo si chiede adesso, Tony dirà che il suo unico rimpianto nei confronti di come si è annunciato al mondo, è il look della sua prima armatura. “Ridicola. Troppo steampunk. Cosa avevo in testa?!”.
Un problema minimo se si considerano la quantità di modelli e design diversi che Tony ha sfoggiato nel corso degli anni.
Nella prossima puntata: Ciò Che la Mente Può pt.2 (la storia di Reed Richards)
Storia tratta da: Ultimate Comics: Iron Man e Ultimate Marvel Team-Up #4 – 5
Scritti da: Nathan Edmonson e Brian Michael Bendis
Disegni di: Matteo Buffagni e Mike Allred
Colori di: Andy Troy e JC