Testi e disegni: Zerocalcare
Editore: brossurato, Autoproduzione Makkox, 144 pagine in b/n, € 12

Roberto Recchioni tra blog e Facebook si auspica da qualche settimana che Zerocalcare trovi la strada della fama che gli spetta, paragonando quello che sta facendo a quanto operato da Leo Ortolani una ventina d’anni fa.
Mi trovo sostanzialmente d’accordo. E constato con piacere che il ragazzo stia trovando sempre più ampi consensi e stia estendendo la sua fama tra gli appassionati della nona arte. Tra citazioni su larepubblica.it e l’essere entrato nella scuderia BAO Publishing, il giovane romano figlio degli anni ’80 sembra avere dinnanzi a sè buone prospettive, e io gli auguro che sia così perchè ogni lunedì, prima della “pausa” che da un paio di settimane ha deciso di prendersi, mi deliziava e mi sorprendeva con tavole dotate di grandissimo humor e sagacia, che continuano a fotografare in modo perfetto la generazione dell’autore, di cui faccio pienamente parte anch’io.

Questa premessa per dire che sono venuto in possesso di La Profezia dell’Armadillo, il libro prodotto da Makkox, grazie all’interessaento di un mio amico romano.
Me lo sono divorato in settimana. Il libro si legge in un paio d’ore, ma non si può dire che sia povero. Nè di quantità (sono pur sempre più di 130 tavole a fumetti) nè soprattutto di qualità.
Zerocalcare riesce a sfruttare appieno la formula sperimentata sul suo blog, quello della tavola autoconclusiva che inquadra perfettamente determinate situazioni e atteggiamenti della sua vita e di quello che vede attorno a sè, unendola però a un filo rosso per niente secondario che lega insieme quasi tutti questi spaccati di vita vissuta. Tale elemento, che preferisco non spoilerare, viene presentato subito all’inizio e dà il via alla storia, e al contrario di quello che ci si poteva aspettare non è per niente comico. Anzi.
Eppure, proprio come Ortolani, Zerocalcare riesce perfettamente a gestire in maniera spigliata e divertente un tema sicuramente difficile, che viene raccontato con una delicatezza e un pudore apprezzabili nell’epoca dello scalpore gridato a tutti i costi, ma che al contempo viene esorcizzato tramite le proprio idiosincrasie, le proprie paturnie e il ridere sopra a questi stati d’animo e alle incongruenze dell’essere umano in generale, della nostra generazione in particolare.

Insomma, in questo libro ho ritrovato alcune costanti che già conoscevo nel lavoro di Zerocalcare: l’autoconclusività, l’ironia fulminante, i riferimenti pop e nerd a elementi degli anni ’80 e ’90, il rappresentare graficamente alcuni comprimari come personaggi di opere a fumetti, del cinema, dei cartoni animati o dei videogiochi per esaltarne alcune caratteristiche, l’Armadillo come amico immaginario e consigliere di vita.

A questo, si sono aggiunti la capacità di costruire una trama più articolata a suon di flashback, riferimenti incrociati e storia unitaria che continua per un libro intero, con intermezzi che sanno però sempre avere riferimenti con il tutto. E la malinconia, in una certa parte presente anche nei suoi lavori online, che qui esce con più prepotenza, prendendosi il suo spazio e trasformandola in un paio di occasioni in vera tristezza.

Sul lato grafico, poco da dire: il ragazzo ha del talento vero nel disegno, il suo tratto sposa quell’estetica cartoonesca che da Disney a Bone, da Rat-Man a Lupo Alberto esercita su di me un grande fascino. Unita alla rappresentazione sempre pressochè perfetta dei characters presi in prestito da celebri universi narrativi e alla capacità di tratteggiare in modo essenziale ma completo gli sfondi, rende il disegno di Zerocalcare qualcosa di esteticamente a me congeniale.e continua per un libro intero, con intermezzi che sanno però sempre avere riferimenti con il tutto. E la malinconia, in una certa parte presente anche nei suoi lavori online, che qui esce con più prepotenza, prendendosi il suo spazio e trasformandola in un paio di occasioni in vera tristezza.

Chiudere il libro ti fa voglia di avere un seguito. Dopo l’ultima tavola, una splashpage notevole che ben coglie la malinconia di fondo che pervade il volume, c’è solo la voglia di ricominciare daccapo, rileggere quei momenti tragicomici raccontati con verve adeguata e irresistibile dall’autore per riderne, rifletterci e riconoscersi in quelle persone, in quelle situazioni.
Perchè Zerocalcare è la vera rivelazione fumettistica del 2011-2012, e spero che con la BAO possa riuscire a dimostrarlo su larga scala.