News:

Sostenete DC Leaguers (scopri come).

Menu principale

Maus - di Art Spiegelman

Aperto da Clint Eastwood, 29 Giugno 2010, 12:18:11

Discussione precedente - Discussione successiva

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questa discussione.

Mancino

Io l'ho trovata un opera magistrale, per nulla pesante. Lunga il giusto,si legge che è un piacere.  Stra consiglio il volume.

Inviato dal mio GT-I9300 utilizzando Tapatalk

Zeno

Bellissima opera, nella sua tragicità.
Ero abbastanza sicuro che l'avrei trovata pesante, non sapevo se potesse essere di mio gusto, invece è estremamente interessante la storia di Vladek e della sua famiglia. E sì che spesso è un bel pugno allo stomaco ma trovo impossibile non provare empatia per le vicende raccontate ed i suoi protagonisti, impossibile non seguirli fino alla fine.
Spiacente, ma non sei autorizzato a visualizzare il contenuto degli spoiler.

Lo consiglierei a chiunque, per conoscere e non dimenticare mai.

Edge85

Letto! Davvero un'opera importante, ho trovato perfetto il modo in cui l'autore è riuscito a raccontare nella stessa storia le vicende dei genitori durante la guerra e il rapporto con il padre negli anni avvenire. Nonostante il tema pesante l'ho trovato scorrevole e non era facile dato che spesso nelle pagine c'è molto parlato. Nel libro traspare un po' di senso di colpa di Art per come ha dipinto il padre (burbero e taccagno) ma secondo me fa da controparte a quanto bene lo dipinga nel report da deportato. Se il padre ce l'ha fatta ad uscire vivo dalla guerra certo lo deve anche a una buona dose di fortuna, ma ci ha messo tanto anche del suo, tra le conoscenze/abilità e il sapersi fare amico di chi poteva realmente dargli una mano e aumentare di un minimo le sue probabilità di sopravvivenza.

Heimdall

Da molto tempo avevo questo volume sul "comodino", pronto da leggere. Ma conoscevo la tematica, conoscevo la "difficoltà" nell'affrontare l'argomento e cercavo un momento giusto per poterlo approcciare nel modo migliore.
Il racconto di Art Spiegelman è particolare nel mischiare il racconto del rapporto conflittuale padre/figlio con i toccanti e dettagliati flashback della vita sotto i nazisti. Il ritmo è serrato ed in tanti punti le due tematiche si mescolano in modo da confondere il senso di inadeguatezza di Art con il rimorso per essere sopravvissuto a tanti altri provato da papà Vladek.
E proprio questo punto è quello più struggente : il dover vivere l'intera esistenza restante sentendosi in colpa, in debito con coloro che non hanno usufruito della tua buona sorte, delle tue capacità di adattamento, della tua semplice fortuna di esserti trovato ad un capo della fila rispetto all'altro.
E qui arriviamo al periodo attuale....
Per tutti noi è un anno definito "orribile", la nostra libertà viene sempre più limitata e ad ogni famiglia sono richiesti sacrifici economici e/o personali. Sono il primo a condividere queste lamentele e anche io, con la mia famiglia, siamo direttamente colpiti nel nostro quotidiano.
Poi però mi fermo a riflettere e sento che tutti ci stiamo (forse) lamentando in modo troppo plateale e poco realistico di "sacrifici" che ci sembrano insormontabili ed ingiusti. Tutto sembra minare la nostra sanità mentale e soli due mesi di quarantena, in comode case superaccessoriate, ci sono sembrati un'eternità.
Non vorrei apparire retorico ma ogni volta che sento queste frasi mi chiedo come possiamo essere diventati esseri tanto "molli", come possiamo ribellarci indistintamente ad ogni minima imposizione ed appellarci alla "dittatura" ed alle sue barbarie.
Poi prendi in mano un volume del genere e capisci cosa possano essere le piaghe dell'animo, cosa possa significare morire di fame, ma LETTERALMENTE !
Maus è un maledetto (e bellissimo) cazzotto nello stomaco, una secchiata di acqua gelida che può servire a svegliarci tutti da questo torpore mentale nel quale siamo sprofondati.
Si dice che volumi, film, saggi e addirittura fumetti che trattano il tema dell'Olocausto siano tanti, per alcuni troppi.
E allora come abbiamo fatto a dimenticare tutto ciò che è accaduto ? Come possiamo intenerirci, persino commuoverci per poi "chiudere" tutto col l'ultima pagina ?
E proprio questo è ciò che si chiedeva Vladek durante uno dei racconti al figlio :
"Guarda quanti libri sono stati scritti sull'Olocausto. A che pro ?
La gente non è cambiata....
Forse ha bisogno di un Olocausto più grande
"


Non è una brutta cosa rendersi conto che non si hanno tutte le risposte. Poi cominci a fare le domande giuste....