Nemesis Reloaded - di Millar e Jiménez

[Arkin Torsen]

Nemesis Reloaded 1-5 (completa)
Autori: Mark Millar e Jorge Jiménez
Editore USA: Image Comics (Millarworld)

Sequel / reboot di Nemesis di Millar e McNiven

[Arkin Torsen]

Ho letto la mini.
Nell'introduzione al #1, Millar spiega che i quattro capitoli della prima mini vendettero persino più di Civil War, lasciandolo piacevolmente sorpreso. Allora ha deciso di tornare a raccontare le gesta del più grande criminale del mondo ripartendo da zero e inserendolo a tutti gli effetti nel Millarworld.
Pesca dal cinema che porta sullo schermo furti e piani impossibili, strizza l'occhio al Bane di Tom Hardy e ambienta la vicenda nel presente con gli smartphone, le dirette, il Covid e le promesse di un futuro migliore. In questo scenario realistico, nel #1, il protagonista agisce con spregiudicatezza e indisturbato, le sue smargiassate tengono banco e si caricano il fumetto sulle spalle senza problemi, aiutate da una scrittura immediata, ricca di rimandi alla cultura pop e in particolare cinematografica.

Nel #2 c'è una cosa che mi ha fatto ridere:

Spiacente, ma non sei autorizzato a visualizzare il contenuto degli spoiler.

 
Poi Millar cita una storiella del Batman di Kane e Finger, "Chi è e come lo diventato?", per raccontare le origini di Nemesis. Le racconta lui stesso e non so quanto ci si possa fidare. Andando avanti nella lettura, si scopre che questo flashback è indispensabile per la costruzione dell'intera mini, però devo ammettere che avreiu preferito non conoscere il passato del personaggio.
Nel #3 ci sono azioni spettacolari e si comincia a giocare con il tema della vendetta. Nel #4 Millar parla della caduta dell'impero americano, criticando la società. Poi cita "Jupiter's Legacy". Infine, nel #5, vengono portati alla luce gli scheletri nell'armadio del sindaco, crolla un palazzo costruito sulla menzogna, vengono tirati in ballo le Erinni e il mondo supereroico.

Jiménez è bravo a mettere al centro delle tavole i personaggi in qualsiasi situazione. Li disegna fermi, di fronte o di spalle, e colti in movimenti ordinari o in acrobazie ai limiti dell'impossibile, scegliendo sempre soluzioni registiche non scontate, valorizzate dalla colorazione di Giovanna Niro. Il segno è preciso e dinamico, attento ai particolari ma anche a evitare la saturazione degli spazi.

Un'operazione al rialzo, ambiziosa ma meno genuina della precedente.