Tempo fa, quando fu annunciato l’evento Batman RIP, si scoprì che l’intera run di Morrison, a partire dai graffiti con la scritta “Zur En Arrh” della prima scena, era in realtà diretta al confronto finale con una mente diabolica il cui piano era distruggere totalmente Batman.
Questa trama e la sua frase ricorrente, “Chi è il Guanto nero?”, servono come punto di riferimento per i due anni di storie scritti dallo Scozzese e sono la base per la principale minaccia su cui si focalizzerà un’altra run, cioè i sedici numeri di Batman e Robin, che sono una sorta di sequel, ripresa, parodia perfino, di RIP.

Ora che anche il secondo ciclo di storie è finito e una nuova run, Batman Inc., sta per iniziare, possiamo vedere come come la run originale di Morrison possa essere apprezzata per il modo in cui ha prodotto i semi per ciò che doveva venire, addirittura mentre sembrava focalizzarsi sui misteri di RIP. Alcuni temi che non riguardavano il Guanto Nero e che erano stati introdotti già nel 2006 sono rimasti “dormienti” durante l’assenza di Bruce ma torneranno in primo piano nelle prossime storie:

  1. Bruce Wayne è un personaggio importante, eroico perfino quando non è nei panni di Batman.
  2. Batman è un esempio da emulare: sia le forze del bene che quelle del male hanno cercato di “duplicarlo”.
  3. Batman permetterà più parità nel rapporto con i partner, avendo visto i fallimenti provocati dalla tendenza ad avere un ruolo dominante nelle relazioni con gli altri.

Se c’è un punto dove guardare, per cogliere l’importante simbolismo della storia, quello è l’inizio della storia stessa.

Tema #1: Bruce al di sopra di Batman

Questo tema viene introdotto nella run di Morrison con le prime parole rivolte a Batman da uno dei suoi alleati.
Il Commissario Gordon apre (escludendo la battuta di un anonimo poliziotto) il dialogo in Batman #1 (Batman #655 in originale) chiedendo al vigilante mascherato, “Sei davvero tu?”.
Possiamo fermarci a un primo livello di lettura, con Gordon che sta quindi chiedendo se questo sia il vero Batman e non un altro impostore come quello che vediamo nella prima scena. Morrison però è uno scrittore fin troppo attento per non esordire con una frase a cui si possa attribuire un particolare significato.
Scendendo a un livello di lettura e di interpretazione più profondo, Morrison in realtà sta chiedendo se il costume, l’identità segreta, sia realmente l’eroe.
Questa domanda viene sottolineata dalla frase successiva di Gordon, “Te l’hanno mai detto quanto sei ridicolo in quel costume?” e ancora, con un significato oltre l’apparenza: “lo svitato vestito come te”.
Chiederci se Morrison prende sul serio o no la domanda porta direttamente al primo numero post-RIP, Batman # 28, che ci mostra un Bruce più giovane, a cui Alfred chiede, “Si è accorto che non parla più di Batman come del suo alter-ego?

Il messaggio continua a essere ripetuto dalle diverse persone che affiancano Batman, i suoi più vecchi e talvolta più saggi alleati.
Dopo che Gordon dice a Bruce di andare fuori città, Alfred gli fa notare che deve re-imparare ad essere se stesso. E Tim suggerisce di “combinare le due cose”, che in “apparenza” significa combinare i due consigli (andare fuori città e imparare ad essere Bruce Wayne) sfruttando un unico viaggio (l’invito per il party di Action for Africa), ma ad un livello “più profondo” è come se Tim gli dicesse di combinare le sue due identità.
Possiamo già vedere tutto questo messo in atto in Batman Inc., con Bruce che si fa avanti come volto pubblico della corporazione di Batman e viaggia all’estero per la sua campagna di reclutamento.

Bruce Wayne è stato raramente dipinto come un perdente a tutto tondo come talvolta è capitato a Clark Kent, ma la rappresentazione del suo personaggio come dissoluto e vanesio risale a Detective Comics #27 (1939), dove il Commissario Gordon, accendendo un sigaro, dice tra sé, “Bruce Wayne è un tipo simpatico, ma deve condurre una vita noiosa. Sembra disinteressato a tutto.”
Morrison, però, mostra Bruce Wayne eseguire acrobazie che sono degne di un Batman all’apice della forma. In Batman #10, Bruce atterra con il paracadute e gli sci ai piedi dicendo: “Ho sempre voluto farlo”. Poi abbatte un elicottero usando il bastone da sci, dopo aver detto a Jezebel Jet che è molto più fico di James Bond. Il Bruce Wayne di Morrison si lancia anche da una mongolfiera in città, indossando il costume di Batman mentre è in volo. Più tardi, in Batman #27, combatte contro gli aggressori di Jezebel perfino senza mettersi il costume da pipistrello – vediamo infatti Bruce Wayne mettere al tappeto due teppisti e l’Uomo con Nove Occhi e c’è perfino una vignetta con Bruce, vittorioso, con il bat-segnale acceso dietro di lui: un’immagine molto iconica.

Il Batman di Zur En Arrh ci presenta come sarebbe Batman quando Bruce Wayne si sottrae a questa equazione. Per una sorta di legge degli equilibri, nel ciclo successivo ci saremmo potuti aspettare di vedere un Bruce Wayne con una minor componente Batmaniana. Infatti, è ciò che succede nella mini appena conclusa Il Ritorno di Bruce Wayne. L’eroe opera senza una maschera nella maggior parte dei numeri, e giunto al momento decisivo per uscire dalla trappola di Darkseid strappa via, fisicamente, un “pipistrello oscuro” da se stesso, qualcosa che nemmeno la vista calorifica di Superman può fare per lui.
Inoltre, sono parecchi gli story arc che si concludono con un immagine di Bruce Wayne senza maschera. Accade nel secondo arc, quando Bruce e Jezebel sono osservati da lontano da qualcuno con due mani guantate di nero. Succede di nuovo alla fine di RIP, apparentemente a causa del comando di Hurt secondo cui Bruce deve smettere di essere Batman. Non è Batman che sconfigge Hurt, ma è Bruce Wayne. Lo fa senza mantello, ma non è niente meno che un eroe. Bruce Wayne appare senza maschera anche alla fine di 52 #30 e #47, Batman #702, Batman e Robin #16 e Il Ritorno di Bruce Wayne #6. Il titolo stesso di quella serie ha un significato che va oltre la superficie, non è solo il viaggio di un uomo che torna a casa dopo aver compiuto la sua missione, ma è anche il ritorno di un uomo che ha ritrovato la sua importanza come individuo. La saga di Batman scritta da Morrison ci promette in ogni modo il ritorno di un personaggio chiamato Bruce Wayne. La rivelazione che Bruce ha finanziato segretamente e per molti anni Batman segna l’inizio di questa nuova era formalmente, ma i segnali del cambiamento sono stati con noi per tutto il tempo.

E cosa farà Bruce Wayne / Batman in questa nuova era?

Tema #2: Duplicare Batman

Questo tema ha reso la risposta alla domanda precedente ovvia al nostro eroe: chiunque avesse un motivo per farlo, ha provato a duplicare una diversa versione di Batman. Talia ha usato i geni suoi e di Bruce per generare il bambino definitivo in Damian. Successivamente, di nuovo Talia, crea un esercito di Man-Bats. Il Dipartimento di Polizia di Gotham City ha assunto il Dottor Hurt per rendere tre poliziotti dei sostituti ideali per Batman, nel caso lui morisse. John Mayhew cerca di assemblare la sua squadra di Batmen di tutte le nazioni. Infine, gli sgherri di Darkseid, Mokkari e Simyan, tentano di creare un esercito di cloni di Batman, usando il materiale genetico di Bruce e i suoi ricordi – un piano che avrebbe avuto risvolti temibili se l’originale non l’avesse impedito.

La maggior parte degli arc in Batman e Robin ripropongono questo tema, innanzitutto con Dick Grayson, un ragazzo orfano e combattente del crimine che assume il ruolo di Batman, con un esito migliore di quanto Bruce possa sperare: nessun candidato al manto sarà mai più bravo del primo Ragazzo Meraviglia. Jason Todd, tuttavia, ha pensato che avrebbe potuto migliorare il brand con la sue letale identità di Cappuccio Rosso. Successivamente, uno dei cloni di Darkseid ha avuto modo di scatenarsi brevemente grazie ad una Fossa di Lazzaro. Infine, il Joker si è vestito di nero e ha lavorato come detective contro il crimine, per sopperire alla mancanza del Batman originale.

E ora, seguendo piuttosto il metodo di John Mayhew che non quello degli altri, Bruce Wayne proverà a duplicare se stesso, o almeno ad esportare il concept: Batman stesso renderà il suo simbolo un brand, un franchise, viaggiando in giro per il mondo per modellare altri supereroi senza super poteri a sua immagine, elevando i metodi e gli obiettivi della loro lotta al crimine ai suoi standards. Molto probabilmente, Bruce avrà successo in ciò in cui gli altri hanno fallito.

Quando proverà a farlo, di certo saprà come comportarsi:

Tema #3: Credere negli Alleati

Questo tema è introdotta dal Cavaliere (il Batman inglese) in Batman #12 quando afferma che gli eroi assunti da Mayhew non si fidano gli uni degli altri e tutti sono in soggezione nei confronti di Batman. “Per forza non è durata più di mezz’ora”, sottolinea Knight.
Questa soggezione si può notare in tutto l’arc raccolto nel #12: con Batman che assume il comando, partecipa alle riunioni in modo quasi capriccioso, impartisce ordini e senza sforzo ottiene la gloria. Batman diventa facilmente il bersaglio dell’invidia degli altri: Wingman viene spinto proprio da questo sentimento a prendere parte ad un piano per uccidere Batman e gli altri eroi in cambio della promessa di fama e gloria da parte del Diavolo.
Wigman crede che questo Batman lo consideri un perdente (anche se non è completamente vero, poichè Bruce chiede “Ho passato un’estate ad addestrarlo a combattere il crimine. Credi che avrei sprecato tempo se non avesse avuto talento?”).

Ma non è solo il deviato Wingman o il fragile Club degli Eroi che rompe i contatti con l’altezzoso e superiore Batman. Perfino Tim viene spinto ad andarsene in due occasioni, nei numeri #657 e #676.

La prima verità di BatmanUn Batman che tende una mano agli alleati è ciò che vediamo alla fine de Il Ritorno di Bruce Wayne, con Batman che si riferisce ai membri della Justice League chiamandoli non “i miei colleghi” ma “i miei amici”.
Il Ritorno di Bruce Wayne #6 rinforza in maniera permanente il fatto che Batman sia in realtà un uomo che si confronta con la debolezza causata dalla perdita che ha subito ma che allo stesso tempo è consapevole della forza che deriva dall’aiuto degli altri.
In particolare, prima da Alfred, poi da Dick Grayson, che ha salvato la vita di Bruce non solo con le azioni ma con la sua leggerezza (“Se non fosse stato per l’umorismo di Robin e la sua franchezza sarei…”).
Ecco qual è la prima verità di Batman che viene chiesta a Bruce da Metron: Bruce diventa un pipistrello non quando esce a combattere il crimine, ma quando suona la campanella per chiamare Alfred e chiedere aiuto.

Come detto dall’archivista: “Questa è l’avventura finale di Batman… e il suo nuovo inizio.
RIP terminava con Bruce che scriveva nello Schedario Nero un ultima voce. Questo momento, nella storia dell’uomo pipistrello, pone fine alla parte di storia riguardante Darkseid, caratterizzata da viaggi nel tempo, demoni e medicina spaziale; ma sancisce l’inizio della nuova era con Batman Inc.
Una nuova stagione, che Morrison aveva introdotto fin dal primo numero nel lontano 2006. Ci stava dicendo sin dal principio che dovevamo dire addio al Batman musone e oscuro e accogliere un uomo che è più Bruce Wayne, più umano, più aperto. Potremmo chiamarlo un nuovo approccio al personaggio. Morrison, attraverso Metron, la denomina la prima verità di Batman.

Fonte: http://rikdad.blogspot.com/2010/11/batman-next-season.html