PAX ROMANA

Ott 23, 2012

Testi: Jonathan Hickman
Disegni: Jonathan Hickman
Edizione Italiana: Pax Romana, 100% Panini Comics, 14 euro
Edizione Originale: Pax Romana 1-4

 

L’ucronia è un’esperienza narrativa in cui Storia e fantasia possono convivere virtuosamente.
Non si tratta di quel “romanzare” personaggi ed eventi realmente accaduti che tanto fa storcere il naso agli storici. No, è qualcosa di più sottile e scientifico, fondato sulla consapevolezza di come la linea del tempo passato sia costituita da un’infinità di episodi nodali che, se modificati, altererebbero in maniera sostanziale tutta la Storia seguente.
E se la Spedizione dei Mille fosse fallita? E se Cesare avesse perso la battaglia di Alesia? E se Napoleone avesse vinto a Waterloo?
Jonathan Hickman comprende le potenzialità del mezzo ucronico e decide di spingersi ancora oltre. A modificare il passato alterando un evento X della sua linea temporale non sarà infatti l’invenzione di un narratore deus ex machina, ma i personaggi stessi del racconto a fumetti. I protagonisti di Pax Romana.
Ci troviamo in un Occidente sempre più vessato dalla mancanza di fede nella Chiesa, e circondato dall’aggressività e dalla forza espansiva di monoteismi rivali, su tutti l’islamismo.
Una delle cause che ha portato alla decadenza della Chiesa Cattolica è il suo tradizionalismo dogmatico, incapace secondo le critiche di molti di intercettare le istanze di cambiamento e di modernità del mondo contemporaneo. Ma non è così.
Dietro i paramenti di una fede istituzionale e istituzionalizzata che, per sua stessa definizione, non può alterare una struttura vecchia di secoli, si cela una comunità incredibilmente al passo coi tempi. Si fa ricerca scientifica, si promuovono fondazioni, istituti, ospedali, si finanziano studi pioneristici in ogni campo. Ed è proprio la Chiesa a compiere la più grande scoperta della Storia dell’umanità: la possibilità di viaggiare nel tempo.
La scoperta è senza precedenti, e potrebbe, se finisse nelle mani sbagliate, destabilizzare la vita degli uomini e distruggere l’equilibrio stesso del creato. No, l’invenzione è diabolica e va distrutta per il bene dell’umanità… Ma prima, perché non sistemare alcune cose che non vanno?
Una task force dotata di armamenti e tecnologia moderna in un mondo medievale potrebbe alterare la Storia e la realtà a beneficio delle generazioni future.
Si decide che consolidare il potere della Chiesa agli albori della sua nascita, impedire che avvengano scismi ed eresie, compattare il credo, unire l’Occidente dietro un’unica bandiera e fede, rappresenti la soluzione ideale per impedire la dissoluzione del sistema euro-americano due millenni più tardi.
La Storia passata va alterata, per il bene dell’umanità futura.
Il quando è il 300 d.C. , il dove è Roma. La task force dovrà trovare appoggio e condivisione del progetto in uno dei protagonisti dell’antichità: Costantino il Grande, primo fulgido Imperatore Cristiano della Storia (“In hoc signo vinces”).

Queste le premesse che permettono ad Hickman di imbastire una trama fortemente originale, accompagnata da un disegno suggestivo e minimale, ma fortemente d’impatto. L’Hickman disegnatore è una novità che al tempo stesso appaga e sconvolge, l’autore gioca sulle sue carenze tecniche dal punto di vista artistico per tramutarle in virtuosismi, laddove il tratto o lo storytelling latitano, Hickman compensa con un innovativo design nello sfruttamento della pagina, un layout originale basato sul bianco e nero dominante, spazi negativi, atmosfere oniriche e flash di colori.
La narrazione tenta di rispondere ad alcune domande di tipo etico sollevandone però di ancora più sconvolgenti. Qualora fosse possibile rispondere favorevolmente alla domanda “è giusto cambiare la Storia?”, vi sarebbe infatti la questione conseguente e ancor più annosa: “ma è davvero possibile?”
Qualsiasi pianificazione, qualsiasi progetto o linea guida di lungo corso, deve infatti fare i conti con una variabile caotica e irrazionale, quella dell’animo umano.
Se l’uomo deve essere l’artefice ultimo ed esecutore di un piano di cambiamento, come ci si può assicurare che siano gli stessi intenti di quell’uomo, le sue sensazioni, emozioni, paure e convinzioni, a non cambiare a loro volta?
La Storia non è infatti una semplice consecuzione di eventi, ma un racconto corale scritto da miliardi di voci che nel corso di secoli hanno raccontato ognuna la propria personale vicenda, il proprio personale tornaconto, e la propria personale idea di cambiamento. E persino un agente esterno modificatore proveniente dal futuro, se umano, non potrebbe sottrarsi a questa ineludibile verità della nostra esistenza.
In conclusione una lettura appassionante, dove Hickman condensa, forse in maniera un po’ troppo frettolosa nel finale, alcune sue considerazioni di tipo filosofico-morale ed esistenziale.
Suggestiva l’idea del Gene-Papa, con il quale si vuole alludere a come la santità non sia prerogativa di una religione esclusiva, ma uno “stato umano” raggiungibile anche attraverso strade diverse.
Una prova di forza dell’autore americano che si conferma poliedrico ed originale, amante della sperimentazione e della provocazione, coraggioso e ripagato da buoni successi, non solo sul mainstream, ma anche su una sua personale linea “creator owned” che si annuncia decisamente da seguire.