Titolo: Valter Buio
Autore: Alessandro Bilotta
Disegnatori: Vari
Editore: Star Comics
Numeri Albi: mini di 12 numeri
Prezzo per albo: 2,70 euro
In tempi di crisi l’uscita di un nuovo fumetto è sempre vista come un’avventura, soprattutto considerando le disponibilità economiche dell’utente finale e il suo dare fiducia ad un numero 1 che è spesso un’incognita.
Avvicinarsi al neonato “Valter Buio”, lanciato sul mercato più di un anno fa dall’editore StarComics, è stata per altri come per me una piacevole sorpresa, ma anche una scommessa che ha ampiamente ripagato le attese dell’autore Alessandro Bilotta. Bilotta si era già fatto notare su “Dylan Dog” in casa Bonelli, e grande merito va attribuito anche al valido gruppo di disegnatori, a partire da Andrea Del Campo, con cui l’avventura è iniziata, i quali son stati di supporto in questo bellissimo viaggio in bianco e nero che si è concluso con il migliore dei successi.
Nella serie ci viene raccontato del dono del protagonista di entrare in contatto e dialogare con i fantasmi, o “Gli Inconsci”, vittime di traumi che devono essere ancora risolti. Per queste anime l’incontrare un parente o un amico, il comprendere gli errori commessi, significa di riflesso coinvolgere Valter Buio in una missione a fianco del paziente di turno, che consiste nell’osservarlo e quindi prendere nota di tutto ciò che avviene nel corso dell’episodio (il quale contiene rimandi ad altri avvenimenti ma non inficia la lettura di ogni singolo albo).
Nel frattempo Buio vive le sue bizzarre giornate con il resto del cast: Cecilia, la sua assistente innamorata, il Conte Balestra, amico di lunga data che può solo sentire la presenza di entità soprannaturali, la madre del protagonista, una donna di altri tempi che, dopo la scomparsa improvvisa del marito, deve imparare a contare solo su se stessa. Queste, uniti agli spettri che lo psicologo incontra, sono le colonne portanti della serie, mentre il pensiero costante della moglie Aurora, da cui il protagonista è separato fin dall’inizio del primo numero, è sempre in agguato e pronto a graffiare nel cuore e nell’anima.
L’ambientazione scelta per le storie è Roma, dipanandosi dalle zone centrali fino alle estreme periferie e viceversa, in cui si incontrano personaggi e si vivono situazioni di tutti i tipi. Questa capitale così tentacolare, ma al tempo stesso così ricca di vita e di cultura, dagli spazi infiniti in cui ci si può perdere, è il fulcro delle vicende di cui noi siamo gli spettatori.
Questa è davvero una serie che è andata raccogliendo legioni di lettori in tutta Italia, grazie al passaparola e alla sapiente cura di dialoghi brillanti e dei disegni che hanno impreziosito questi 12 imperdibili numeri.
Dodici albi in cui hanno trovato spazio le gesta di questo cavaliere dei nostri tempi, sempre in bilico tra l’ansia e la speranza di dare un trapasso sereno alle anime di chi è ancora bloccato sulla Terra. Nel mezzo lui, intento a combattere i suoi demoni personali che lo stanno facendo precipitare in un profondo oblio. Un evento immutabile, o solo un incubo dei più spaventosi? L’unico modo di scoprirlo è seguire passo passo il nostro beniamino e scoprire in quali luoghi misteriosi i suoi “fantasmi” alla fine ci condurranno.
INTERVISTA AD ALESSANDRO BILOTTA
E ora ecco per voi una serie di domande all’autore della miniserie italiana “Valter Buio”!
Questa intervista è stata realizzata presso la fumetteria “Comics Boulevard” in occasione dell’uscita del primo numero della miniserie “Valter Buio”, per l’editore Star Comics.
Ancora nessuno poteva immaginare il successo a cui sarebbe andato incontro questo fumetto, ed è un piacere quindi riportare quei momenti in compagnia dell’autore Alessandro Bilotta e del disegnatore del primo numero, Andrea Del Campo. Buona lettura!
Da cosa deriva la scelta di ambientare questa serie nella capitale?
Adoro Roma e i suoi scenari, e trovo che vi si possano trovare luoghi vecchi di millenni accanto a zone moderne, che hanno un’architettura molto diversa rispetto a quella classica.
La miniserie sarà composta da 12 numeri? Come mai questa scelta precisa?
Sì, è stata una scelta editoriale dettata dal mercato italiano che come la Star Comics e la Bonelli dimostrano predilige i cicli conclusivi. Ogni numero di “Valter Buio” è una storia che potrà avere dei rimandi ad albi successivi ma non spezzerà la lettura. Inoltre, con il formato Bonelli e una foliazione più ampia, si possono raccontare più storie, e approfondire tutti i personaggi nelle migliori possibilità. Può essere stancante, ma è gratificante se si hanno ancora storie interessanti da scrivere. Per ora, la serie si sviluppa in 12 albi e nulla vieta di poter tornare sul personaggio qualora ci siano nuove idee da sviluppare.
A quali letture fate riferimento nella serie?
Mi hanno sempre affascinato le storie horror, una sorta di inquietudine che ho avuto modo di approfondire in “Dylan Dog”. Questo progetto è un pretesto per analizzare gli spiriti e sondare le paure insite nell’animo umano. I fantasmi sono un’eredità di Tiziano Sclavi, ma le radici di questa miniserie sono più improntate su “Ken Parker”, che si muove di villaggio in villaggio affrontando tematiche differenti tra di loro; così fa il nostro protagonista, spostandosi da e in più zone di Roma, dal centro alla periferia e viceversa, incontrando più persone e osservando scenari diversi. Per ciò che riguarda il nome, invece, abbiamo preferito lasciarlo in originale per differenziarlo dai titoli inglesi che compaiono in altri serie italiane.
(Domanda ad entrambi, Bilotta e Del Campo) A chi vi siete ispirati per i personaggi del fumetto?
Per Valter Buio il riferimento principale è stato un attore italiano, Fabrizio Bentivoglio, che qui è stato ringiovanito parecchio per nostre ovvie esigenze.
Per il personaggio di Bruno Cooper, la nemesi del protagonista, abbiamo preso ispirazione da Carmelo Bene, altro attore italiano, e Sean Fortune, il prete pedofilo salito alla ribalta per aver violentato e abusato di giovani ragazzi. Il suo volto nelle foto trovate in rete era perfetto: sotto l’apparenza di persona perbene nascondeva dentro di sé un mostro.
Avete goduto di piena libertà nel realizzare questo progetto?
La Star Comics ci ha dato carta bianca, e non ci sono stati problemi perchè si tratta di una piccola realtà editoriale.
L’idea di lavorare in completa autonomia mi ha spinto a dare il meglio, e non ho avuto restrizioni come sarebbe potuto accadere in casa Bonelli.