Testi: Jeph Loeb
Disegni: Tim Sale
Albi originali: Catwoman: When in Rome #1-6 e Dark Victory #13
Edizione Italiana: Batman – La Leggenda Vol.46: Il viaggio di Catwoman Ed.Planeta De Agostini; Catwoman: Vacanze Romane Ed.RW-Lion;

‘Mi stai solo facendo perdere tempo’. Questa è la prima cosa che Batman mi abbia mai detto. Un romantico bastardo, non è vero?

Spero che lei parli inglese, Don Vernini. Il mio italiano comincia con ‘Armani’ e finisce con ‘Gucci’.

Vacanze romane per Selina Kyle. Non c’è cosa migliore da fare, quando si sente il bisogno di prendersi un po’ di tempo per sé, di lasciare Gotham City alle proprie spalle ed immergersi nell’atmosfera suggestiva del vecchio continente.
Quando c’è di mezzo Catwoman, però, è lecito aspettarsi che anche un’“innocente” vacanza nella città eterna possa trasformarsi in autentico mare di guai. Del resto la Gatta è abituata agli imprevisti, e, anzi, a volte sembra proprio che, con autentica grazia felina, se li vada a cercare.

Dopo i due capolavori The Long Halloween e Dark Victory, il dynamic duo delle meraviglie, Jeph Loeb – Tim Sale, ci regala un’altra storia tutta da gustare, ambientata in una Roma tanto improbabile quanto suggestiva, con una protagonista, Catwoman, in forma assolutamente smagliante.

Il tratto di Sale, così adatto a tratteggiare le ombre e le atmosfere inquietanti del mondo del Cavaliere Oscuro, anche in questo caso si accorda perfettamente con la storia raccontata da Loeb, trascinandoci nel cuore pulsante della mafia italiana, e ricollegandosi agli eventi raccontati nelle due storie precedenti.
Nonostante l’ambientazione sia completamente diversa da quella a cui siamo abituati, e l’Urbe sia decisamente uno scenario più nobile e sontuoso rispetto alle strade degradate dell’East End, Gotham City, incredibilmente, non sembra poi così lontana. Catwoman infatti, giunta a Roma per svelare un oscuro mistero che adombra il suo passato e che la lega a doppio filo alla famiglia Falcone, oltre ad essere accompagnata dall’Enigmista (il quale sembra però più interessato all’avvenenza della Gatta, piuttosto che al vero scopo del viaggio) si imbatte incredibilmente in una serie di eventi che le ricordano da vicino la quotidianità gothamita: bevande drogate dal veleno del Joker, le armi letali di Mr Freeze, Cheetah, una donna-felino pericolosissima ed inquietante, e strani incubi che popolano le sue notti.

E Batman infatti, anche se non è un protagonista diretto della storia, lo diventa attraverso le fantasie oniriche di Catwoman, che continua a sognare il Cavaliere Oscuro incessantemente, abbandonandosi agli spettri mai sopiti del proprio passato e, allo stesso tempo, rievocando l’attrazione irresistibile ed innegabile che esiste fra i due. Anzi, sembra perfino che Batman, così lontano da Roma eppure sempre presente nell’immaginario dei protagonisti, possa apparire da un momento all’altro e risolvere la situazione, diventando quasi una presenza concreta e tangibile. Loeb, oltre a raccontare la storia in maniera incalzante e molto divertente, è straordinariamente abile nella caratterizzazione di Catwoman, che domina la scena incontrastata: è autoironica, scaltra, sofisticata, sensualissima, determinata e coraggiosa, donna “moderna” in tutto e per tutto, che sa quello che vuole e cerca in ogni modo di ottenerlo. E’ sicuramente meno vigilante, più ladra e molto più politicamente scorretta di come siamo abituati a vederla nella sua serie regolare, per quanto i suoi metodi non siano mai assimilabili a quelli di un vigilante tradizionale. E forse, per questo, a volte riesce ad essere molto più simpatica ed “umana” degli altri eroi mascherati di Gotham.

Quindi prendete con un sorriso l’italiano assolutamente scorretto presente nei testi e non badate alla versione stereotipata ed inesatta che, inevitabilmente, emerge del nostro paese. Sappiamo bene che nelle acque di Anzio non nuotano gli squali, e che a Roma esistono altri mezzi di locomozione oltre alla Vespa. Immergetevi completamente in questa storia, godetevela appieno e divertitevi, perché, anche stavolta, Loeb e Sale hanno fatto centro. Se dovessi esprimere un giudizio, beh, sinceramente non darei meno di 8. Esagerato? Forse. Ma ogni tanto è giusto sbilanciarsi. E poi io Catwoman la adoro. Lo sapete, no?

A cura di Elena Pizzi