BPRD

Set 1, 2014

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Il Bureau per la Ricerca e la Difesa del Paranormale è un’organizzazione americana, apparsa nel primo volume di Hellboy, che si occupa di difendere gli Stati Uniti e il mondo intero da minacce sovrannaturali. Il Bureau fu fondato nel 1944 da Trevor Bruttenholm per indagare sulle iniziative paranormali della Germania e dell’Unione Sovietica durante la 2ª Guerra Mondiale.

A un certo punto della continuity di Hellboy, Mike Mignola prese la decisione di creare uno spin-off sulle avventure in solitaria dei membri del BPRD. Iniziò con alcune storie brevi in cui lo scrittore di HB si avvalse dell’apporto anche di altri autori, tra cui Tom Sniegosky, Christopher Golden e addirittura Geoff Johns. Però, a un certo punto, Mike decise di dare anche al Bureau una trama unica, che si sarebbe evoluta nel corso della serie. Vediamo quale.

Attenzione: in questa recensione si parlerà dei volumi #3-4-5 del BPRD. Per chi non avesse letto i primi cinque volumi di Hellboy, è sconsigliata la lettura di questo articolo perché potrebbe contenere spoiler.

Una Piaga di Rane

recensione_01È questo il titolo del terzo volume del BPRD, da cui partirà il tema principale della serie, che si dipanerà nel corso dei vari numeri e darà origine anche ad altre “sottotrame”. Ma andiamo con ordine.
L’intento di Mignola è di ripescare alcuni elementi dei primi volumi di Hellboy, tra cui la creatura lovecraftiana Sadu-Hem, che Rasputin provò a utilizzare per richiamare l’Ogdru Jahad, fallendo.
Paradossalmente, a ridare vita a Sadu-Hem (incenerito da Liz nel primo volume di HB) è inavvertitamente lo stesso BPRD, che aveva fatto raccogliere un fungo da Cavendish All per studiarlo e farlo crescere. In realtà, il fungo era Sadu-Hem, che scapperà dal reparto scientifico per colpa di un pazzoide e si rifugerà in un paesino, in cui trasformerà tutti gli abitanti in mostri rana.

Ed è proprio questo il filo conduttore della serie, ovvero un’invasione di mostri rana che si estenderà per tutta l’America, richiamando una delle sette piaghe d’Egitto. L’intuizione che ha avuto Mignola è semplicemente fantastica, sia per i vari richiami alle credenze religiose che per il fatto di far nascere la trama unica del BPRD dallo stesso elemento presente nel primo volume di Hellboy (che instaurò una serie di avvenimenti a catena, portando HB a indagare sul suo stesso passato).

La trama di questa miniserie è molto ben congegnata, per niente scontata o prevedibile, e ripesca e utilizza vari elementi lasciati in sospeso finora nell’universo di Hellboy, dando a tutti gli avvenimenti un loro senso all’interno del quadro generale. Posso affermare che questo volume è stato un ottimo inizio, e che Mignola ha avuto un’intuizione giustissima, nella sua spontaneità.

Come ultima nota, dico che in questa storia si lascia spazio anche per dare un’indizio delle origini di Abe Sapien e della sua vita passata prima di diventare un uomo pesce. Questa rivelazione avrà sempre più riposte nei prossimi volumi della serie, diventando una delle sottotrame (di cui prima parlavo) originatasi dalla storia principale.

Un nuovo arrivato

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Nel quarto volume del BPRD, Mignola decide di collaborare ai testi con un famoso autore del fumetto americano, John Arcudi (noto soprattutto per The Mask). Questo non è nient’altro che la nascita di un lungo e importante sodalizio, in cui Arcudi aiuterà sempre di più Mike a gestire l’intricato universo narrativo di Hellboy in maniera egregia, non limitandosi soltanto al Bureau.

BenDaimioNel 4º volume, I Morti, accadono vari avvenimenti piuttosto importanti per la continuity, tra cui la trasferta della base dal Connecticut in Colorado, ma soprattutto l’introduzione di un nuovo personaggio di nome Ben Daimio. Ben è un marine morto in Bolivia insieme alla sua squadra nel mezzo di una missione, e poi risorto dopo tre giorni (guardacaso). È stato contattato da Kate Corrigan per diventare il nuovo comandante della squadra del Bureau. La natura della sua resurrezione sarà uno dei misteri dominanti nella serie.

La storia in questione è molto bella, con uno svolgimento ben fatto e situazioni bizzarre e misteriose che tengono alto l’interesse del lettore. Qua torna il tema dei nazisti della 2ª Guerra Mondiale, e tutta la storia si baserà sui segreti della nuova residenza in Colorado. Inoltre si vedono le varie reazioni dei membri del BPRD di fronte al carattere duro e risoluto (oltre che scettico) di Daimio – in particolare si svilupperà un’antipatia reciproca tra lui e Liz Sherman.

È anche vero che questa miniserie, più che altro, è un po’ di introduzione a ciò che Mignola e Arcudi svilupperanno nei prossimi volumi. Alla prima lettura, questa storia mi aveva lasciato un po’ freddino e, se confrontato a ciò che verrà dopo, questo non è uno dei migliori volumi del Bureau. Più che altro, secondo me Arcudi voleva lasciare ancora in canna le sue cartucce (per utilizzare una metafora) in modo da non disorientare il lettore con un improvviso “cambio di rotta”.

Il punto di svolta nella continuity del BPRD è il quinto volume, La Fiamma Nera. In questa miniserie, Mignola e Arcudi iniziano a sfruttare tutte le potenzialità che possono derivare dalla Piaga di Rane, introducendo due temi collegati in senso lato alla trama principale, che saranno i veri e propri pilastri su cui si reggerà la serie.

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Il primo tema riguarda la Zinco, associazione di ricerca scientifica apparsa nei primi volumi di Hellboy, il cui dirigente Pope deciderà di assumere l’identità della Fiamma Nera, un ex-criminale nazista apparso nella 2ª Guerra Mondiale. Come ha dichiarato Mignola, la Fiamma Nera rappresenta il Teschio Rosso dell’universo di HB, sia per il look sia per i motivi che lo spingono ad agire.
Pope finanzia studi sui mostri rana, e da loro ottiene il vero potere della Fiamma Nera, che gli servirà per richiamare Kata-Hem, uno dei 369 figli del Drago.

La seconda trama vede una misteriosa figura in ombra apparire nei sogni di Liz, che vuole spingerla a utilizzare il suo potere come non ha mai fatto, in modo da sconfiggere l’invasione delle Rane e sventare i piani della Fiamma Nera. Tuttavia, i motivi che spingono questo misterioso individuo alla “Fu Manchu” ad agire rimangono per ora ignoti, aumentando la sua aura di mistero e spingendo il Bureau a non fidarsi completamente di lui (dato anche il metodo poco ortodosso che usa per contattarli – tormentando il sonno di Liz con visioni dell’apocalisse).

recensione_09Lo svolgimento del volume è semplicemente magnifico, con momenti ricchi di pathos, mistero e un ritmo che ti fa quasi sentire dentro la storia, oltre che a un dosaggio chiaro e preciso delle varie trame sviluppate nel corso della storia. Inoltre, è resa in modo fantastico l’atmosfera di tensione e incertezza, causata da un disastro imminente che rischia di coinvolgere tutti gli Stati Uniti, e che potrebbe segnare un cambiamento definitivo nel destino del mondo.
Poi, è bellissimo come Mignola e Arcudi rigirano la situazione, in modi che il lettore non si sarebbe mai potuto immaginare, e di come tale svolta sia coerente quanto inaspettata nel contesto della storia.

Inoltre, da questo volume in poi, le cose nella trama e all’interno del Bureau non saranno più le stesse. Sia per alcuni avvenimenti inaspettati, sia per una nuova consapevolezza del BPRD sulla minaccia che stanno affrontando, rendendosi conto di quanto sono inconsapevolmente in svantaggio.

In conclusione, Mike Mignola e John Arcudi hanno fatto un ottimo lavoro in questo volume, e la qualità si alzerà proseguendo nella serie, dimostrando come, se lo si vuole, il BPRD può non avere nulla da invidiare a Hellboy (serie già fantastica di suo). Ma questa è una cosa che vale anche per gli altri spin-off, non solo per il Bureau.

I disegni e i colori

La serie BPRD nella maggior parte dei casi non è disegnata da Mignola. Nelle storie brevi dei primi due volumi, si alternano disegnatori con stili diversi tra di loro, tra cui alcuni artisti con un tratto simile a quello “spezzettato” di Mike.
Dal terzo volume in poi, Guy Davis assume il ruolo di disegnatore regolare della testata. Davis è soprattutto famoso per essere stato il “regular artist” di Sandman Mistery Theatre, serie scritta da Matt Wagner e Steven T. Seagle.

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Guy Davis, sul BPRD, impiega uno stile diverso da quello utilizzato tempo prima su Sandman, con ombreggiature di stile diverso e un differente utilizzo della prospettiva. Parlando per me, io preferisco lo stile di Davis sul Bureau, mentre invece i suoi disegni sulla testata di Wagner, come molti sapranno, non riesco a digerirli, e quando di tanto in tanto alcuni volumi sono fatti da un altro disegnatore, per me è una boccata d’aria fresca.
Ma, dato che lo stile con cui disegnava Sandman e quello utilizzato sul BPRD sono molto diversi (anche se si riconosce la sua mano), credo che questa sia una cosa dipendente dai gusti personali del singolo lettore.

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Invece, sui colori di Dave Stewart non penso vi sia nessun dubbio. Come sempre, questo colorista riesce a fare delle ottime sfumature che colpiscono ed emozionano il lettore, riuscendo a essere sempre nel contesto delle atmosfere della storia. Dico senza remore che Mignola (come sempre) ha scelto davvero bene i suoi collaboratori, dimostrando, oltre che essere un fantastico autore, di avere un ottimo giudizio critico.

Ultime considerazioni

Io credo che uno dei meriti più importanti del team Mignola-Arcudi, sia quello di aver fatto risalire la china a una testata che avrebbe potuto essere oscurata dal successo della serie madre. Ed è proprio questo che non è accaduto: perché, proseguendo con la gestione della serie, Mike e John riescono a rendere il BPRD addirittura superiore a Hellboy dal punto di vista della gestione della trama e dello sviluppo dei vari temi che la serie offre.

Molto spesso gli spin-off vengono considerati – o lo sono -inferiori alla serie madre.
Basti pensare a NCIS e NCIS Los Angeles, a Friends e Joey, in cui il prodotto derivato è sempre messo in ombra dalla serie di partenza. Sono felice di affermare che questa volta non è andata affatto in questo modo: il BPRD ha riscosso tra il pubblico e la critica tutto il successo che si è meritato e che merita tuttora, diventando conosciuto anche al di fuori del mondo dei fumetti.
Sempre rimanendo in ambito di serie tv, questa situazione può ricordare il caso del già citato NCIS e JAG, dove la prima è in realtà un derivato della seconda, che ha avuto anche più successo della serie originaria, diventando un fenomeno di costume.