Si tratta di un momento assolutamente propizio per gli appassionati del Pipistrello, e la curiosità sulle nuove serie regolari che invaderanno il mercato americano è altissima. Oltre a Batman and Robin di Morrison e alle nuove serie di Paul Dini, i fan sono in fibrillazione per l’avvento di Batwoman, comprimario destinato a salire alla ribalta su una delle testate DC più importanti, Detective Comics. Il disegnatore della serie, lo straordinario Williams III, ha rilasciato un’intervista al sito specializzato Newsarama sul in cui parla a 360 gradi del suo lavoro sul personaggio.

Si è trattato di un percorso lungo e tortuoso iniziato almeno due anni fa, anche se la parte più grossa del lavoro, realizzata dall’artista stesso e dallo sceneggiatore Greg Rucka, si è svolta soprattutto nell’ultimo anno. Williams III del resto, rallentato anche da alcuni problemi di salute, era al lavoro anche su altri progetti, come il western DC Jonah Hex. Desiderava da tempo lavorare su Batman, anche se le scadenze strette avrebbero complicato il suo metodo di lavoro, ma quando l’editor delle testate del cavaliere oscuro Peter Tomasi gli ha offerto di lavorare su Batwoman non ha saputo resistere, anche perché fin da subito l’opportunità di lavorare con uno sceneggiatore come Rucka gli è parsa ghiotta ed irripetibile:

Il concetto principale della serie mi ha subito attratto, così come la possibilità di lavorare su un progetto fin dall’inizio. La verità è che non c’era nulla di rigidamente stabilito con questo personaggio, inoltre è un personaggio che ha grandissimo potenziale, ed è la cosa giusta per me, dato che mi permette di avere un maggiore controllo della direzione visuale che avrà la serie. Non ho seguito le direttive di nessuno, mi sono solamente attenuto al look basilare del personaggio. Ma nonostante questo mi è stata data la libertà di aggiungere caratteristiche alle parti del suo costume che io e Greg ritenevamo avessero bisogno di un tocco particolare. Ho sentito subito il progetto aderirmi perfettamente. […] Aveva davvero bisogno di un impatto visivo più forte, di modo che il personaggio potesse essere preso sul serio. […] Il personaggio deve essere duro, tosto, e il suo incarnato pallido, in contrasto con i suoi capelli rossi, ciò le conferisce una consistenza grafica maggiore, ne abbiamo parlato molto. Il primo risultato che ottenemmo fu la cover del numero di debutto, la prima volta che ho disegnato Kate in assoluto. Poi la DC ha voluto che fossero messi ben in evidenza gli elementi caratteristici del personaggio, e così è arrivata la seconda cover. Kate è nata prima nella mia testa che sulla carta, e invece a me di solito succede il contrario.

L’artista ha poi continuato parlando del suo rapporto lavorativo con Greg Rucka e rispondendo ad una domanda in cui l’intervistatore gli ha chiesto se, per lavorare con lui, lo scrittore californiano avesse modificato il suo modo di realizzare la sceneggiatura:

Direi che il nostro rapporto è simile a quello che avevo con Alan Moore e Grant Morrison. Nelle nostre lunghe conversazioni telefoniche “visuali” parlavamo di ogni aspetto riguardante la pagina e di cosa quell’albo in particolare o quella sequenza aveva bisogno. Grega aveva una certa scena in mente, e discutevamo del modo in cui io potevo renderla utilizzando il mio stile, e ciò ha portato allo sviluppo di idee originali, spontanee e inaspettate per la storia. Greg realizzava degli script molto dettagliati basandosi su quello di cui avevamo discusso al telefono, e l’80% delle volte tutto funzionava, anche se occasionalmente lasciava apportare a me, fidandosi, le modifiche necessarie. Ciò che apprezzo è che Greg ascolta molto le mie idee per quanto riguarda la parte grafica, ed è molto interessato al modo in cui voglio provare cose nuove e spingermi oltre il limite, e ciò nella storia emerge. Siamo una grande squadra.

E, parlando della sua necessità di dare un tocco “personale” alle sceneggiature, ha continuato dicendo:

Ci sono poche cose che faccio quando partecipo ad un progetto; prima di tutto faccio del mio meglio per “assorbire” il meglio che la storia ha da offrirmi, non solo gli aspetti più superficiali, ma il cuore di essa, per trovarne il significato più profondo. Poi cerco di “leggere tra le righe” e portare in superficie gli elemnti necessari per la realizzazione grafica: il layout, lo stile, i colori. Alcune volte sono aspetti molto ovvi, in altri, quando il contenuto della storia, anche a livello di idee, è più astratto, non è immediato. Tutto ciò mi porta ad avere un’idea personale del progetto, e cerco di manternermi il più possibile aperto a nuovi stimoli.. limitare le idee, a meno che non sia necessario, non è la cosa da fare. Tutto ciò mi viene da dentro, è una questione di “stomaco”, è il motivo per cui lavoro molto poco al di fuori della pagina stessa, e ciò mi permette di esprimermi al meglio.

Williams III è quindi tornato sul costume di Batwoman, parlando della decisione, presa insieme a Rucka, di togliere i tacchi al personaggio, che secondo lui devono essere usati solo al momento giusto, anche perché rischiano di rendere Batwoman “sciocca”:

Vorremmo che Kate fosse un personaggio in grado di soddisfare le aspettative del pubblico sia maschile che femminile, e il suo look precedente a nostro parere non lo faceva. La rendeva più debole e poco convincente. Non volevamo renderla meno sexy, ma sexy in maniera diversa. Tosta e con un atteggiamento credibile agli occhi di tutti, e ciò non può accadere se ti lanci dai tetti usando i tacchi. […]Prima il suo costume la faceva sembrare strana, goffa e non le rendeva giustizia, adesso la maschera le copre il volto, proteggendolo, e la rende più “intimidatoria” agli occhi degli altri.

Kate Batwoman

Ma il cambiamento più grande ha riguardato sicuramente Kate Kane, diversissima da come l’abbiamo vista in precedenza:

Quando io e Greg abbiamo parlato di chi lei fosse in realtà volevamo qualcosa di più rispetto a quello che sapevamo già. E’ ricca e lesbica, ma poi? Quali sono gli aspetti della sua personalità e le piccole cose che la rendono un personaggio unico e a tutto tondo? Gli interessi, gli amici, gli hobbies, tutto quello che riguarda la sua vita “civile”. Il suo look si compone di aspetti diversi, il suo modo di vestire è voluto e ricercato, per darle un’immagine che risponda a stereotipi convenzionali. Il suo modo di essere e apparire è frutto della sua esperienza di vita, come accade nella vita reale.

Inoltre lo scrittore in questa serie si inchiostrerà da solo, consuetudine che ha mantenuto da Promethea in poi, permettendogli di dar sfogo liberamente alla sua creatività. A suo parere ci sono certe sfumature stilistiche che sono difficili da spiegare all’inchiostratore aspettandosi che lo faccia alla perfezione, per cui preferisce farlo da solo. Inoltre il suo rapporto con il colorista Dave Stewart è ottimo (il colore è un aspetto importantissimo e preponderante nelle tavole di Williams III) e ciò fa sì che il suo lavoro ne risulti ulteriormente esaltato. Lavorano insieme da prima dei 7 Soldati della Vittoria Grant Morrison, e hanno lavorato insieme anche alla Marvel:

E’ fantastico. Non fraintendetemi, ho lavorato con altri coloristi eccellenti, ma io e lui siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Abbiamo un metodo di lavoro molto fluido, appena ho completato una tavola gli mando delle note in cui gli spiego cosa ritengo opportuno per la colorazione di quello che disegnato, immaginandomi quale sarà il risultato finale. Dave sa come e quanto mi piace sperimentare, e spesso parliamo al telefono su quello che gli ho scritto, discutendo anche di possibili idee alternative. La sua opinione è vitale per me. Sa come esaltare il mio lavoro e cosa mi piace ottenere dai colori, penso che il nostro sia un buon abbinamento.

Ma quali saranno i tratti distintivi di questa nuova run di Detective Comics? Williams III vuole ottenere un effetto particolare, magari ispirandosi ad un film?

No, non voglio limitare il mio lavoro. Sono sempre influenzato da cose diverse, ma in questo caso da nulla di specifico. L’obiettivo principale è presentare qualcosa di unico ed innovativo rispetto ad altri fumetti che presentano lo stesso tema. Ho fatto del mio meglio per dare al pubblico qualcosa di inaspettato, mi aspetto diverse reazioni e spero in un apprezzamento del mio lavoro.

Si torna poi inevitabilmente sull’aspetto dell’omosessualità, uno dei più dibattuti del personaggio.

In qualche modo ci si aspetta che la cosa sia affrontata nel dettaglio, ma veramente, non è una questione di rilievo, non c’è ragione per cui una ragazza lesbica non possa essere un’eroina. I personaggi che creiamo, leggiamo e amiamo riflettono il mondo di persone che ci circonda, e le persone intorno a noi sono molto diverse fra loro. Questa questione non deve influenzare il giudizio sul personaggio e il fatto che meriti o no, e penso che possa avere un impatto sociale, ma la questione in sé è stupida. Ci sono sempre stati i gay e ci saranno sempre, e ci dovrebbero essere eroi gay così come eroi di ogni etnia e aspetto. Credo che la sessualità spesso sia trattata dalla gente in modo infantile, quando invece non conta. Importa solo come ci trattiamo fra di noi.

Williams ha poi affermato di essere al lavoro sul sesto numero, e che disegnare questa serie per lui è particolarmente impegnativo. Gli ingredienti che compongono la storia sono molteplici: mostri, elementi gotici, colori particolari, momenti sexy, strani e divertenti, tanta emozione, avventura, eroismo e voglia di sperimentare.

Solo queste parole sarebbero sufficienti per gettarsi a capofitto su questa nuova gestione ma.. come reagirà il pubblico americano a un rinnovamento così radicale di una testata storica come Detective Comics? Speriamo che i fan diano ragione agli autori.