Spawn

Set 19, 2012

L’Inferno è sulla Terra

 

Nel 1992, un gruppo di coraggiosi decide di allontanarsi, con un sonoro schiaffo, dalle grinfie delle grandi “majors” fumettistiche: la Marvel e la DC.
Il risultato di questa brusca scissione è un casa editrice indipendente, la Image Comics.
Youngblood, Wildcats e Savage Dragon sono solo alcune delle testate che nacquero sotto la buona stella dell’Image e che dettarono, direttamente o indirettamente, i canoni del fumetto anni ’90.
Todd McFarlane, già grande innovatore dell’Uomo Ragno (sua è l’idea di Venom, uno dei villain più fortunati che la Marvel ricordi) e padre fondatore della Image Comics (assieme a Rob Leifield, Jim Lee, Erik Larsen e pochi altri) dà forma ad un personaggio che ancora oggi, dopo vent’anni, continua a vivere sulle pagine patinate dei fumetti.
Il suo nome è Spawn.

Non è il mio posto. Non qui, non adesso. Devo tornare indietro. Mi ha ingannato, era tutto un trucco. Ora c’è il buio nella mia anima. Voglio morire…ancora. Ma ho scelto di ritornare. Perchè?

Con queste parole inizia l’epopea del povero fu-Al Simmons, mercenario a pagamento, morbosamente assetato di violenza e mortalmente tradito dal suo capo, il mefistofelico Jason Wynn.
Al, da principio non ricorda assolutamente nulla, ma la sua memoria, piano piano, comincia a fornirgli qualche indizio: egli è stato spedito all’Inferno dopo la sua morte, ha stretto un patto con Malebolgia, uno dei grandi demoni che governa il regno dei dannati, ed è tornato sulla Terra.
Il patto prevedeva che Al avrebbe guidato gli immensi eserciti del suo nuovo padrone nella battaglia finale contro il Paradiso, in cambio del suo ritorno sulla Terra per rivedere un’ultima volta la moglie, Wanda.
Eh già, nonostante Al fosse un assassino a pagamento, era ed è incredibilmente innamorato di sua moglie. Ma il destino (che per lui è già stato scritto da tempo) gli ha riservato un brutto scherzo: Wanda si è risposata con quello che era il migliore amico di Al, Terry Fitzgerald, e come se non bastasse, hanno avuto anche una dolcissima bambina, Cyan.
Ecco che il povero Al scopre di essere stato “morto” per cinque anni e di essere tornato nelle vesti di un cadavere ambulante.
Da questo momento in poi, le vicende che lo toccheranno da vicino riguarderanno assassini pedofili, mafiosi, demoni dell’Inferno, il suo ex-capo, Sam & Twitch (due detective decisamente atipici), i barboni della Bowery newyorkese dai quali verrà immediatamente ospitato, e sua moglie, nonché sua figlia e il suo attuale marito, per poi capire che il suo ruolo è parte di un piano molto più grande di quello che avrebbe mai potuto immaginare.
Questa è la premessa di uno dei maggiori successi del fumetto americano anni ’90.
Leggendo le pagine di questa lunghissima saga, non ho potuto fare a meno di continuare a chiedermi: il mondo in cui viviamo è poi così meglio dell’Inferno che Spawn ha conosciuto?
Omicidi, suicidi, pedofili, psicopatici e maniaci, il sudiciume nascosto che prospera a nostra insaputa, ma che vive incredibilmente vicino a noi, alle nostre vite, alle nostre case, e al quale difficilmente possiamo sottrarci. Prima o poi, in un modo o nell’altro, direttamente o indirettamente, anche noi lo sperimenteremo.
McFarlane è stato sicuramente molto abile nel raccogliere tutta l’oscurità che ci sfiora ogni giorno e a concentrarla nel suo personaggio: Spawn, fra le altre cose, è un ricettacolo di peccati (suoi e degli altri), è un’incubatrice di male. I vermi, dei quali il nostro povero Al è costretto a cibarsi per rigenerare il suo corpo dopo una dura battaglia, sono abitanti della terra nel senso più stretto, esseri in contatto con le tenebre in quanto raramente hanno conosciuto la luce, e simboleggiano la vita che nasce dal caos della materia informe, la morte-rinascita presente in natura e nel percorso umano, la transizione dalla materia allo spirito.
Ma i vermi sono presenti anche nella putrefazione e nel disfacimento della materia, così, pur conservando la valenza simbolica della vita che trionfa sulla morte (soprattutto per quel che riguarda la materia inorganica), acquisiscono significati di distruzione, dissoluzione ed invasione. Questa è la dicotomia sostanziale sulla quale si basa il personaggio di Spawn: il desiderio di distruzione che è ormai parte integrante di lui (il tutto coadiuvato dagli straordinari e devastanti poteri che Al ha acquisito dopo il suo ritorno sulla Terra, e dal suo costume simbiotico, “innamorato” del suo ospite e pronto a diventare letale nel momento in cui esso venga minacciato o attaccato), ma anche la ricerca continua di una rinascita, un rifiuto totale della sua condizione di non-morto in stato di putrefazione, il desiderio di riprendersi ciò che era suo per ricominciare a vivere.
Quindi, nonostante tutto, egli è anche in grado di amare ancora così ardentemente la propria moglie e la famiglia che lei si è ricreata durante la sua assenza, tentando di proteggerla anche a costo della sua non-vita. E’ possibile che un’essenza di male come Spawn, possa provare questo tipo di sentimenti? E’ possibile che un figlio dell’Inferno, spesso sia migliore di coloro che l’Inferno non l’hanno mai visto (ancora)? Sì, perchè egli, oltre ad aver dolorosamente sperimentato l’inferno, è riuscito innanzitutto a trovare il paradiso (l’amore per sua moglie)
In sostanza una bellissima serie, sicuramente non priva di difetti, ma comunque sempre appassionante e spesso carica di simbologie e rimandi. Insomma, una grande prova di fumetto d’intrattenimento (anche se, a mio avviso, non si ferma solo lì).
Sul fattore estetico non voglio dilungarmi più di tanto:
McFarlane, che sia alle matite o alle chine non fa che alimentare questo mondo da incubo, e Capullo è anche meglio.

 

PS
Ve l’ho detto che Spawn è il personaggio più figo che esista?