SupermanIn questi giorni ha destato indubbiamente molto clamore lo studio promosso dall’American Psychological Association, pubblicato anche sui principali quotidiani nazionali, che liquida i supereroi di oggi definendoli “violenti” e “maschilisti”. Per un sito come il nostro, che si occupa quotidianamente di veicolare e diffondere la passione per il fumetto, mezzo espressivo in grado, secondo noi, di promuovere contenuti di spessore non solo da un punto di vista artistico ma anche da quello umano ed etico, un’affermazione del genere non sembra solo errata, ma anche priva di riscontro effettivo.

Non si può negare che esistano fumetti anche molto violenti (in genere etichettati dalle stesse case editrici come lettura per adulti e sconsigliati ai ragazzi) ma considerare solo questo aspetto delle storie che mensilmente leggiamo appare molto riduttivo. Al contrario di quanto affermato in questo studio gli eroi come Superman non erano tali solo nel 1938, anzi. Basta avvicinarsi con curiosità alle pubblicazioni delle due principali case editrici americane, Marvel e DC, per rendersi conto di quanto eroismo/idealismo trasudino ancora le avventure dei personaggi in calzamaglia. Certo, ci sono stati gli Anni 80, Miller, Moore, Watchmen, il decostruzionismo, la Image e gli anni 90, Millar, gli Ultimates, Ellis e Authorithy.. ma affrontare il problema da questo punto di vista significherebbe mettere “troppa carne al fuoco”. La figura dell’eroe è stata problematizzata, sezionata, ribaltata ed estremizzata, ma le loro imprese continuano a incantare il pubblico di appassionati, sedotto dalla forza d’animo di alcune delle icone più celebri della cultura popolare contemporanea.

Spider-Man Requiem UltimatumSuperman continua a solcare i cieli di Metropolis con instancabile amore e dedizione nei confronti del genere umano, Batman difende strenuamente legge e giustizia sulle strade di Gotham City, e Spider-Man è ancora il Ragno di quartiere guascone e pieno di superproblemi. E’ cambiato il modo di scriverli, disegnarli, raccontarli, interpretarli, ma basterebbe dare un’occhiata alle storie DC degli ultimi anni per rendersi conto di quanto alto sia il senso morale dei personaggi principali di questa casa editrice, leggendo ad esempio crossover come Final Crisis e Blackest Night, che in maniera diversa sono un tributo autentico ai valori fondanti dell’eroe.

La Marvel (che, è giusto ricordarlo, è alle soglie di una nuova Heroic Age) nell’ultimo decennio ha compiuto una scelta in parte differente, ma le trame portate avanti dalla Casa delle Idee avevano comunque lo scopo di mostrare con crudezza e senso critico i limiti della società e della politica americana degli anni 2000, fornendo molteplici spunti di riflessione.

Violenza e Maschilismo, dicevamo. Da ragazza appassionata di comics quest’ultimo è davvero l’aspetto che mi preme di più confutare. Pensate davvero che se ritenessi quello che leggo maschilista o lesivo nei confronti della dignità femminile divorerei pagine e pagine di fumetti ogni mese? No. Anzi, ritengo che nei fumetti siano presenti una serie di modelli di donna decisamente più positivi di quelli mostrati quotidianamente dai media. I fumetti sono in gran parte pensati per pubblico maschile, ma questo è un discorso diverso. Non sono le tutine attillate o la scollatura (così come non contano gli improbabili costumi sgargianti e le mutande sopra i pantaloni nel caso degli eroi maschi) a determinare le qualità di un’eroina, tutto ciò fa parte dell’ “estetica” del fumetto, che ha una componente visuale ovviamente molto forte.

Uno degli aspetti che amo del mondo dei comics è proprio la quantità di personaggi femminili convincenti che propone da sempre, caratterizzati tra l’altro in maniera magnifica da tanti scrittori (maschi) che sanno descrivere l’animo e il cuore delle ragazze MOLTO meglio di tante scrittrici. Su tutte ovviamente svetta Wonder Woman, fin dagli anni 40 (per bocca anche di chi l’ha interpretata sul piccolo schermo, la popolare attrice Lynda Carter) instancabile portabandiera dei diritti delle donne, guerriera fiera, indipendente, coraggiosa, e che ha combattuto perfino i nazisti al fronte.

Wonder Woman – cover d'epoca dedicata all’Amazzone

Nella volontà di ferro di Lois Lane, nella testardaggine di Renèe Montoya, nella volontà di autodeterminazione di Batwoman, nel commovente coraggio di Barbara Gordon, nella cocciuta opposizione a Norman Osborn di Maria Hill, nelle volontà di leader di Ms Marvel (solo per citare alcuni esempi) come può esserci traccia di maschilismo?
C’è invece ardore, forza, instancabile dedizione. C’è la volontà di non piegarsi alle ingiustizie e alle brutture della vita, e di lottare per un mondo migliore. E non mi sembra che lo stesso si possa dire invece delle vallette improvvisate che popolano i nostri palinsesti televisivi.
I fumetti sono meravigliosi proprio perché, a volte in maniera inaspettata e stupefacente, fotografano la nostra anima, le nostre paure, le nostre ambizioni. Ed è difficile persino in letteratura trovare personaggi femminili complessi e sfaccettati come quelli presenti nel colorato universo dei comics.

Quindi ci si guardi con attenzione dall’etichettare con superficialità gli eroi a stelle e strisce. Si rischia di precludersi la scoperta di un mondo denso di significati e valori, autentico erede dei personaggi mitici e mitologici che tanto facevano sognare i popoli antichi.

A cura di Elena Pizzi