SPOILER WARNING
Questo articolo potrebbe contenere spoiler indesiderati per chi non ha letto “Ultimate Fallout”.

 

I RAGAZZI DI BENDIS AI TEMPI DELLA CRISI

Forse se leggete il forum con regolarità lo sapete: non sono una lettrice così appassionata delle storie di Brian Michael Bendis, dato che il demiurgo Marvel a volte sa conquistarmi, altre molto meno. Mi avvicino con una certa irregolarità anche all’universo Ultimate, che ha tanti meriti, primo fra tutti quello di poter reinventare situazioni e personaggi con una certa libertà, ma in genere mi conquista non quanto quello classico.

Nonostante le prime stagioni degli Ultimates di Mark Millar siano probabilmente inarrivabili a livello di impatto sia grafico che narrativo, la Marvel ha comunque dimostrato nel tempo di credere in questo universo, affidando le storie a scrittori di primo livello (Hickman, Loeb, lo stesso Millar) tra cui spicca proprio Bendis, uno dei fondatori di questo “mondo alternativo”, la cui gestione su Ultimate Spider-Man dura da ben 11 anni, con più di 150 numeri all’attivo.

Dopo i recenti e drammatici risvolti di Ultimate Fallout, la miniserie in 6 parti che, come accade di consueto per ogni evento di questo tipo, ha segnato un nuovo inizio per l’Ultimate-verso, era legittimo quindi aspettarsi un rilancio anche per Spider-Man, che ha portato Bendis a compiere una scelta coraggiosa e molto discussa, ma ovviamente consentita e secondo me anche auspicabile in un universo che non ha legami con la continuity storica: introdurre un nuovo Uomo Ragno, e scegliere come protagonista delle sue storie un ragazzino di Brooklyn (New York) di origine afro-ispanica, Miles Morales.

La decisione ovviamente ha fatto discutere ma non deve stupire, anzi, la trovo bella e coraggiosa: sostituire Peter Parker nell’universo tradizionale, se non per un breve periodo, sarebbe impensabile, ma è giusto che nel 2011, a mio parere, si dia spazio senza paura e con convinzione personaggi appartenenti a etnie differenti, con la possibilità di esplorare problematiche sociali legate al contesto in cui questi protagonisti vivono. E’ una scelta che, parallelamente, sta compiendo in maniera specifica anche la DC: nei “nuovi 52” infatti, oltre alla presenza di Cyborg nella JLA, è possibile notare un aumento di testate dedicate a personaggi di colore, senza dimenticare lo spazio dato a eroine e personaggi femminili in genere, scelta che trovo giusta e foriera di nuove possibilità.

Nello sterminato parco-testate offerto da DC e Marvel c’è posto per tutto e per tutti i gusti, e come sempre, sarà il gradimento del pubblico a sostenere (o meno) la pubblicazione di una serie. In ogni caso che una svolta del genere venga impressa ad un personaggio popolare come l’Uomo Ragno (la notizia è stata riportata in prima pagina anche da USA Today) sottolinea l’interesse che Bendis conserva per il personaggio nonostante lo scriva ormai da tanti anni, desiderando veicolare attraverso la testata, per quanto rivolta ad un pubblico di giovanissimi, un messaggio preciso. Da sottolineare inoltre la bravura della nostra Sara Pichelli, artista romana che si conferma perfetta per le atmosfere di queste trame, e che sa conferire al suo Spider-Man notevole plasticità, grazia e dinamismo.

Leggere i primissimi numeri della nuova serie Ultimate Comics: Spider-Man rilanciata a settembre 2011 negli USA, dato che non avevo mai letto quella precedente, per me è stato un stato un banco di prova interessante e saporito, e devo dire che Bendis ha saputo divertirmi e affascinarmi con i primissimi passi nel mondo degli eroi di questo ragazzino timido e intelligente. La domanda alla base degli albi sembra essere la seguente: se ad acquisire i poteri di Spider-Man non fosse Peter Parker, ma un teen-ager di oggi cresciuto in una zona particolarmente disagiata, tutto ciò cosa comporterebbe? La “lotteria” in apertura del primo albo che assegna a Miles un posto in una scuola prestigiosa, concedendo di fatto a lui e alla sua famiglia una possibilità di riscatto inaspettata, è emblematica e intensa.

Il protagonista in realtà non sembra essere così diverso da Peter Parker, e nonostante le difficoltà e il passato burrascoso, appare circondato da una madre amorevole e un padre affettuoso. I poteri costituiranno proprio un’ulteriore forma di emancipazione per il giovanissimo protagonista, che dovrà affrontare il tema della “diversità” in maniera doppia (non solo si trova a dover gestire poteri enormi che non conosce, ma è appunto un ragazzo di colore in un momento di generale intolleranza e inquietudine giovanile) cercando di uscire dal ghetto e imparando, allo stesso tempo, a “conoscere se stesso”.

Non si tratta certo di tematiche inconsuete e innovative, sono scelte ricorrenti soprattutto nelle serie dedicate ai teen-ager, ma questo non significa che non possano avere un significato speciale per qualche lettore o incarnare con convinzione lo spirito dei ragazzi “ai tempi della crisi”. Bendis lo sta facendo in modo diverso anche su Scarlet, raccontando cioè la storia drammatica di una ragazza disillusa in lotta con le istituzioni, ma dimostra quanto in questo momento lo scrittore abbia a cuore i giovani, e senta la necessità, attraverso i suoi fumetti, di dare una voce a chi non ce l’ha, facendoci comprendere allo stesso tempo quanto i ragazzi di oggi abbiano i mezzi e la forza per provare a cambiare un futuro che sta inghiottendo i nostri sogni. Inoltre Bendis continua con passione a “raccontare” le vicende dei suoi protagonisti anche attraverso l’uso dei giornali e della carta stampata, riportandoci con la memoria ai tempi di The Pulse.

Sono sempre molto contenta quando leggo storie (vedi Action Comics di Morrison) in cui si cerca di dare voce alle nostre aspirazioni anche tramite una certa “rabbia” che può spingerti però a migliorare e a vincere, senza cadere nel nichilismo. Bendis lo fa in maniera più seria, pessimista e drammatica con la sua meravigliosa ragazza dagli occhi grandi e limpidissimi (Scarlet) e invece con sapiente tocco “teen”, più leggero e tradizionale (ma non per questo meno incisivo) tramite il nuovo Ultimate Spider-Man, il quale sembra tra l’altro avere sviluppato nuovi interessanti poteri. A dimostrazione che il cambiamento (e lo stiamo vedendo in questi mesi nel mondo) a volte può partire proprio da chi non te lo aspetti, in questo caso una sconvolgente fanciulla dai capelli rossi e un ragazzino di colore di Brooklyn.

In bocca al lupo, Miles. Da grandi poteri derivano di certo anche grandi possibilità.