Testi: Neil Gaiman

Disegni: Mike Dringenberg, Sam Kieth

Edizione Italiana: Planeta DeAgostini, brossurato, 4,95 euro per albo, numeri 1-3

Edizione Originale: The Sandman, 1-8

“Noi siamo di tale stoffa, come quella di cui son fatti i sogni, e la nostra breve vita è chiusa in un sonno”

Un rito magico, un uomo crudele e ambizioso, una misteriosa entità imprigionata e 3 tesori, questi sono gli ingredienti che Neil Gaiman usa per introdurre al mondo la sua opera più famosa: The Sandman.
Era il 1989 quando uscì il primo numero di The Sandman e il fumetto era reduce da una serie di successi che lo sconvolsero profondamente: uscirono opere che  mutarono la percezione di questo medium, opere come Watchmen, Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, The Swamp Thing di Alan Moore e molte altre che fecero degli anni 80 una fucina di idee e uno dei periodi d’oro (nonostante la sua oscurità) della storia del fumetto.
Molti di questi autori rivoluzionari venivano dall’antica Albione e proprio per questo si parla di una vera e propria British Invasion in quel periodo aperta da grandi del fumetto come Alan Moore e Grant Morrison.
Tra i tanti talenti che vennero allo scoperto una delle stelle più brillanti fu proprio Neil Gaiman.
Già autore di opere come Black Orchid  (di cui potete leggere la recensione sul nostro sito QUI)  e di The Tragical Comedy or Comical Tragedy of Mr. Punch (sempre nel nostro sito potrete trovare la recensione QUI) ma soprattutto della  prima biografia ufficiale dei Duran Duran (ma non fa nulla Neil, ti perdoniamo lo stesso) Neil Gaiman venne incaricato di scrivere una serie su Sandman in modo tale da ridare lustro al personaggio ormai dimenticato.
Qualcosa del genere venne chiesto anche a Grant Morrison che dovette cimentarsi con Animal Man (e anche in questo caso trovere la recensione QUI) per farlo tornare sulla cresta dell’onda.
Neil Gaiman decise di usare del Sandman originale solo il nome per la serie e creò una sua mitologia attorno a cui far ruotare le vicende dei protagonisti della serie: gli Eterni.

IL DEBUTTO DI SANDMAN

Il primo numero della serie, disegnato da Sam Kieth e intitolato Sleep of the Just ci fa rendere conto che il fumetto che abbiamo tra le mani non è destinato ad essere dimenticato: le tavole barocche di Kieth, che aggiunge ad ogni pagina cornici inquietanti e regala una dimensione grottesca al racconto grazie al suo tratto, sono quanto di più adatto per introdurre il personaggio di Sogno, uno dei sette Eterni, nonostante all’inizio potrebbero essere difficili da digerire, specie se si è alle prime armi con questo genere di storie.
Questa prima storia fa parte del primo arco narrativo di The Sandman ovvero Preludi e Notturni, ciclo che si comporrà dei primi otto numeri della serie regolare.
Il numero narra della prigionia di Sogno che è l’incipit per i successivi numeri in cui l’Eterno dovrà mettersi alla ricerca dei tre tesori che gli sono stati rubati: Il suo elmo ricavato dal teschio di un dio morto, un sacchetto contenente della sabbia e, infine, un rubino fatto della stessa materia dei sogni.
Se il primo numero serve quindi a introdurre il protagonista della serie, Gaiman usa i successivi per far muovere Sogno all’interno dell’universo DC e in questo arco più che mai sono infatti presenti personaggi di altre testate: incontreremo già dal terzo numero John Constantine, il mago creato da Alan Moore sulle pagine del già nominato The Swamp Thing e  che successivamente Gaiman riutilizzerà nella miniserie The Books of Magic (potrete trovare la recensione dell’opera QUI), addirittura faranno la loro apparizione membri della JL (parliamo di membri come Martian Manhunter e Mister Miracle) e personaggi della mitologia Gothamita come lo Spaventapasseri.
Ad uno dei villan di Gotham meno conosciuti dal grande pubblico spetta inoltre il compito di essere l’antagonista principale di Morfeo in questo prima arco narrativo: stiamo parlando del Dottor Destiny.
Questi incontri, che successivamente non saranno più presenti, serviranno a introdurre quindi il personaggio di Sogno nella fitta continuity DC, a renderlo quindi un vero e proprio personaggio di questo universo narrativo.
Già da questi primi numeri il talento di Neil Gaiman è ben visibile e presente in storie originali e audaci, capaci di trasportare il lettore nella dimensione magica e onirica di Sandman.
In A Hope in Hell, ad esempio, saremo portati da Gaiman negli inferi dove introdurrà un’altra delle sue creazioni più riuscite: il personaggio di Lucifero, la stella del mattino.
Questo numero rappresenta sia per la storia che per i disegni un piccolo gioiello.
Dovendo recuperare il proprio elmo, Sogno si reca nel regno degli inferi dove sarà impegnato in un singolare duello con un demone.
La storia è splendidamente illustrata da Kieth: gli inferi sono mostruosi, ributtanti, con architetture grottesche e organiche, con uno stile che potrebbe essere definito barocco del macabro.
Lo “splendido” palazzo di Lucifero è la prova dell’abilità di Kieth ma anche la bolgia infernale di demoni che si raduna per “accogliere” l’illustre prigioniero.
Giudicate voi stessi da questa tavola quale sia il livello qualitativo di questi disegni.

I demoni stessi diventano architettura portante degli inferi, fusi tra di loro, in grottesche effigi, écorché dalle mostruose anatomie eppure, allo stesso modo, potrebbero trovare il posto nella wunderkammer di un qualsiasi appassionato del bizzarro.
L’inferno di Kieth è qualcosa di sublime che ricorda illustrazioni di un inferno dantesco visto con gli occhi dell’uomo moderno, è un Cabaret de l’Enfer in cui trovano posto i dannati.
Una vera e propria gioia per gli occhi.
Un’altra storia importante è sicuramente Imperfect Hosts in quanto vengono instrodotti personaggi che avranno una notevole importanza nelle storie successive: Caino e Abele, Lucien, il custode della biblioteca del Sogno ma soprattutto viene introdotto il regno di Morfeo, il Sogno.
Il legame tra Morfeo e il suo reame è talmente profondo da risultare uno l’immagine speculare dell’altro: non è un caso infatti che durante la prigionia di Morfeo (e il suo conseguente indebolimento) il Sogno cada in rovina.
Anche in questo caso emerge il genio di Neil Gaiman che fonderà mitologia classica, come i cancelli di Osso e Avorio citati in opere classiche come Eneide ed Odissea, ad idee sue originali come la già citata biblioteca.
Il ruolo che avranno questi luoghi sarà già intuibile in questo numero e, con l’avanzare della lettura di questa saga e il dispiegarsi della mitologia Sandmaniana, sarà impossibile non innamorarsene.
La fusione tra il mondo del Sogno, abitato dagli abitanti delle storie, da creature malvagie e ingannevoli e popolato di notte dai sognatori, e il mondo della Veglia, concreto e razionale, freddo e violento e del tutto privo di poetica, è forse il punto più importante dell’opera di Gaiman.
Le infinite suggestioni che regalerà questa dimensione alternativa sono il regalo più grande che potesse fare a noi lettori.
Nello stesso numero ricorrerà un’altra figura importante nella saga ovvero quello di Ecate.
Per ulteriori approfondimenti sulla sua figura rimandiamo alla rubrica Sogno o son Desto? che potrete leggere alla fine di questa recensione.
E’ necessario però sottolineare come l’introduzione di Ecate nei suoi tre aspetti, vergine, madre e vecchia, rimandi alla figura delle tre streghe presenti in MacBeth e come sia solo il primo dei molti rimandi e legami tra l’opera di Gaiman e le opere di Shakespeare.
Anche in questo caso le potenzialità di questo fumetto possono essere solo intuite dalla lettura di questo primo numero per poi schiudersi in tutta la loro bellezza in quelli successivi.
Altro numero appartenente a questo ciclo decisamente importante è 24 Hours.
Questo numero è quello che più di ogni altro rivela l’anima horror presente in Sandman.
Mettete in una storia un individuo malvagio, privo di scrupoli, dategli un oggetto capace di condizionare le persone e introducetelo in un ambiente chiuso.
Cosa otterrete quando l’uomo comincerà ad utilizzare il suo potere abbattendo quella facciata di normalità che portiamo come una maschera e che separa il nostro io interiore dal nostro io esteriore?
A questa domanda risponderà questo numero che costantemente torchierà l’animo del lettore, impotente davanti al banchetto mostruoso che si consumerà davanti ai suoi occhi.
Quello che sconvolge più di tutto in questa storia è proprio la rottura del muro interiore e lo svisceramente dei segreti più intimi e inconfessabili delle vittime di Destiny.
24 Hours è forse una delle opere horror più riuscite del genere che in parte accarezza e lusinga la poetica di Poe, in cui l’orrore viene dall’interno dell’animo umano e presenta una sua fisicità sottile con immagini mostruose e macabre (basta pensare a Destiny, ridotto a cadavere ambulante per quanto consumato dalla prigionia, e a tutte le torture psicologiche a cui sottopone le sue vittime), dall’altra invece se ne distacca abbandonando quell’eleganza grottesca di Poe mostrando invece l’orrore in tutta la sua mostruosità.
Il numero inoltre è importante perché avviene il primo dei tanti cambi di guardia ai disegni: Sam Kieth lascia Sandman e passa il testimone a Mark Dringenberg.
Questo autore è forse quello che più di ogni altro ha saputo caratterizzare la figura di Sogno e di sua sorella Morte.
Il tratto spesso e curvilineo di Kieth viene abbandonato per favorire una linea più sottile e più spigolosa.
Se il Sogno di Kieth ha le sembianze di un uomo adulto dai tratti marcati Dringenberg regala al protagonista della saga un aspetto meno duro e più Giovane.
In più nella splendida storia The Sound of her Wings introduce Morte che, fino ad ora era stata solo nominata.
L’aspetto dei due Eterni è immortalato in una delle vignette più celebri di Sandman.

Rivoluzionario è senza dubbio l’aspetto di Morte, non più vista come Tristo Mietitore, ma raffigurata come una ragazzina, vivace e gentile che sicuramente ha fatto innamorare più di un lettore della saga.
Anche in questa storia vengono gettate le basi per quello che sarà un tema di Sandman, ovvero il rapporto che gli Eterni hanno con le loro responsabilità.
Per quanto riguarda la figura di Morte è più giusto rimandare all’analisi degli Eterni fatta in QUESTO ARTICOLO.
Infine, Tale in the Sand, è l’ultima storia che va ad arricchire la neonata mitologia sandmaniana e mostra il rapporto tra Sogno e  quella che una volta era stata la sua amante Nada, prigioniera degli inferi.
In questo caso viene presentata una storia slegata dalle altre presenti nel volume, necessaria ed essenziale per immergere ancora di più il lettore nell’atmosfera del fumetto.
In questo caso la storia parla di un mondo in cui il Sogno e la Veglia erano fortemente intrecciati, come se fossero un’unica cosa, un passato mitico quindi, proveniente da una dimensione quasi biblica.
Successivamente questo genere di storie formeranno cicli a se stanti importanti per fornire al lettore una sorta di verosomiglianza della storia.
Questo primo ciclo è inoltre impreziosito (come tutta l’opera del resto) dalle stupende copertine di Dave McKean che sono vere e proprie opere d’arte, create usando diverse tecniche, degne di far bella figura in gallerie  e musei e fedelmente riportate nell’edizione Planeta DeAgostini all’inizio di ogni capitolo.
Ciò che rende unico lo stile narrativo di Gaiman è la sua capacità di abbattere il muro tra la nostra realtà e quella dei racconti mitologici, quella dimensione in cui passando di notte ad un crocevia si possono incontrare diavoli, ci si può smarrire sulle colline irlandesi e venire rapiti dal piccolo popolo, ed il lettore non potrà far altro che abbracciare il mondo descritto da Gaiman, ricco di personaggi in bilico tra modernità e mondo classico, diviso tra miti antichi e drammi moderni, in cui potenti entità soprannaturali convivono con noi, gli esseri umani, assoggettati dalla razionalità, incapaci di vedere oltre il velo di mistero e meraviglia che ognuno di noi può oltrepassare usando semplicemente la propria immaginazione.
L’opera perfetta di Gaiman, che non dovrebbe mancare nella biblioteca di nessun appassionato di fumetto, inizia quindi da questo ciclo che, pur nel suo essere acerbo, mostra già tutti quelli che saranno gli elementi più importanti e caratteristici di questa stupenda saga che, ancora oggi, resta una delle più originali e belle nel panorama dei fumetti e che, per chi deciderà di proseguire nella lettura, ha in serbo ancora molte sorprese e meraviglie.

Buonanotte..

SOGNO O SON DESTO?

ECATE

Una delle più curiose presenze in questo primo ciclo è sicuramente Ecate.
Ecate è una dea molto antica, signora degli incantesimi e dei morti ma con forti collegamenti con la maternità.
Venerata sin dai tempi antichi per poi essere adottata anche dalle streghe pagane in tempi più recenti, Ecate è sicuramente una di quelle dee che è più radicata nel subconscio umano.
E’ una dea dal triplice aspetto, ovvero è rappresentata come fanciulla, madre e vecchia.
Questo suo aspetto triplice la mette in contatto con altre dee appartenenti a diversi Pantheon: basta pensare ad esempio a Morrigan (o a Danu), dea della guerra, dei morti e della sessualità, oppure alle tre parche, che presiedono al destino di ogni essere mortale o alle furie della mitologia greca-romana.
Il ruolo che avrà in Sandman sarà molto importante e decisivo per la sorte di Morfeo.

LUCIFERO

Lucifero è una delle figure più affascinanti appartenenti alla mitologia cristiana.
Era il più potente e bello tra tutti gli angeli, il portatore di luce, la Stella del Mattino, l’angelo più vicino a Dio.
La storia della sua ribellione è sicuramente una delle più raccontate e apprezzate.
In questo breve spazio si vuole dare visibilità all’interpretazione gnostica di Lucifero, ben diversa da quella tradizionale biblica.
Questa tradizione vede il Dio dell’antico testamento come il Demiurgo, che rinchiuse Adamo ed Eva nell’Eden  per renderlo suo schiavo.
Sotto forma di serpente Lucifero donò a i due primi rappresentanti della razza umana il frutto della conoscenza, liberandoli quindi dal giogo del tiranno.
Lucifero quindi è davvero portatore di luce e liberatore della razza umana.
Il poeta inglese Milton attribuì a Lucifero una delle più belle frasi della letteratura di ogni tempo.
Dopo essere caduto negli inferi infatti Lucifero pronuncia la frase:

 

Meglio regnare all’Inferno che servire in Paradiso