Hitman

Feb 4, 2011

Testi: Garth Ennis
Disegni: John McCrea
Albi originali: Hitman #1-60; Demon Annual #2; Batman Chronicles (1996); Hitman Annual #1; Hitman/JLA (2007)
Edizione Italiana: Universo DC: Hitman (3 volumi), Euro 25 cad, Planeta Deagostini.
La serie è stata pubblicata integralmente.

Ci sono due tipi di persone al mondo, amico mio. Quelli a cui piacciono i film di Clint Eastwood.. e gli idioti.

Garth Ennis, acclamatissimo scrittore di fumetti di origine irlandese, è conosciuto soprattutto per il lavoro compiuto su due serie: l’incredibile Preacher della linea Vertigo della DC Comics, e Il Punitore, uno dei personaggi più interessanti proposti in questi anni dalla Marvel.
Da sempre Ennis è un autore sopra le righe, irriverente, esagerato, assolutamente “pulp” e i cui “eroi” sono volutamente lontanissimi dai canoni del supererosimo tradizionale. Anzi, chiamarli “eroi” probabilmente è già un punto di partenza decisamente errato.

La Planeta, nella collana Universo DC (splendida iniziativa che permette di gustarsi serie complete in pochi volumi ad un prezzo relativamente contenuto) ha deciso di riproporre per intero HITMAN, serie culto della seconda metà degli anni 90 che per qualche anno ha strabiliato i fan proponendo un tipo di storie completamente diverso da quelle a cui siamo abituati.
Come sempre Ennis riesce a dare il meglio di sé quando può dare sfogo a tutta la propria creatività senza preoccuparsi troppo della continuity, e con Hitman, ancora una volta, ci ha regalato un personaggio davvero unico nel suo genere.

La prima scelta molto coraggiosa compiuta da questo autore consiste nell’ambientazione che fa da sfondo alle avventure del sicario irlandese (come l’autore stesso, e questo qualcosa vorrà dire) Tommy Monaghan, Gotham City, di solito associata alle avventure di un vigilante mascherato un po’ più conosciuto e celebrato di questo implacabile cecchino. Nonostante questo, Ennis è riuscito a creare un universo narrativo a sé stante, rendendolo vivo e pulsante come pochi scrittori sanno fare. Certo, Batman fa qualche sporadica comparsata, ma occupa sempre una posizione “defilata” e, come è ovvio, viene ritratto con perfida (e divertentissima) ironia.
Il disegnatore John McCrea ha lavorato su questo personaggio (e sui suoi “comprimari”) in maniera eccellente, donandogli un look perfetto e contribuendo in maniera decisiva al successo della serie.

Tommy Monaghan è un orfano cresciuto sulle strade di Gotham che scopre presto il suo talento nell’uso delle armi anche grazie ad un periodo trascorso nei marines. In seguito ad uno scontro con un mostro extraterrestre acquisisce alcuni poteri particolari, e diventa in breve tempo uno dei sicari più richiesti della città. Quello che colpisce del personaggio (caratteristica che lo differenzia ad esempio dal Punitore Frank Castle, nonostante in apparenza i due possano sembrare molto simili) è la forte componente “comica” e divertente del personaggio, che nonostante sia costretto ad affrontare situazioni assurde ed intricate, riesce sempre a cavarsela con una buona dose di fatalismo e sfrontatezza.

L’universo di Hitman ruota intorno al bar di Sean Noonan, punto di ritrovo dei protagonisti della serie, situato in un quartiere malfamato e poverissimo di Gotham (abitato in prevalenza da immigrati) denominato il Calderone, dove è la criminalità a dettare le proprie leggi e in cui il potere si conquista con traffici illeciti, guerre tra bande rivali, violenza efferata e sparatorie. Tantissime sparatorie, che nelle storie di Garth Ennis ovviamente non mancano mai.

Attorno al protagonista quindi ruota una galleria di personaggi che assolutamente irrinunciabili: il già citato barista Sean (che per Tommy è come un padre), Pat, Hacken, l’inseparabile Nat, Ringo Chen, Baytor, la fidanzata Deborah Tiegel (anche se i rapporti con il gentil sesso, come prevedibile, per Tommy non sono mai così semplici) lo strampalato Sixpack e la sua improbabile (e delirante) ghenga di presunti supereroi.
Con il passare dei numeri sembra quasi di diventare un acquirente fisso del bar di Sean, di sentire le risate, il tintinnare dei bicchieri (traboccanti di bevande alcoliche, chiaramente), gli scambi di battute quasi sempre poco oxfordiani e di diventare un ascoltatore privilegiato delle avventure ai limiti dell’impossibile di questo gruppo di assassini implacabili. E anche se sai che si tratta di criminali incalliti e spietati, non puoi non provare un’istantanea simpatia nei loro confronti, proprio perché, nonostante tutto, sono “dei bravi ragazzi” con un senso dell’amicizia e del rispetto che spesso colpisce, e che fanno quello che è possibile fare in un quartiere in cui l’unica legge che conta è quella “darwiniana” del più forte.

Ennis si muove benissimo in questo spicchio (umanissimo ma dimenticato) di Gotham, mescolando avventura, comicità, horror, storie di mafia, grottesco, demoni, zombie, vampiri, dinosauri, western, spy-story, avventure natalizie incredibili, sangue e violenza, tantissima violenza (a volte anche eccessiva), anche se si sa che tutto ciò fa parte dello stile di questo scrittore. Chiaramente non mancano continui riferimenti agli eroi più conosciuti della DC, che, come nel caso già citato di Batman, vengono dipinti con pungente e giocosa irriverenza, generando situazioni divertentissime e ai limiti dell’assurdo.
Solo Superman, protagonista di una one shot evocativa e MERAVIGLIOSA che da sola vale l’acquisto dei 3 volumi, viene risparmiato dal feroce sarcasmo del protagonista, e in quelle poche pagine si capisce immediatamente quanto rispetto e ammirazione Tommy (e di conseguenza Ennis) abbia per il supereroe più grande di tutti i tempi. Ed è proprio Kal-El, nell’avventura con la JLA che conclude le avventure di Hitman, rende omaggio in maniera eccezionale ed inaspettata al protagonista.

Le oltre 1500 pagine dei tre volumi scorrono senza intoppi, mescolando presente, passato (e futuro) del protagonista con grande intensità, regalandoci dialoghi bellissimi e mai banali, alternando grande divertimento e momenti intensi e drammatici.
Quando il sipario cala sul bar di Sean Noonan e sulle peripezie di Tommy Monaghan è inevitabile provare subito un po’ di nostalgia. Tutto ha una fine, si sa, anche le belle serie a fumetti.
Una Gotham così, però, nessuno ce l’aveva ancora raccontata.
E’ stato bello, Tommy. Salute!