Anni fa, su una MTV ben diversa da quella attuale, ogni martedì, in prima serata, andavano in onda cartoni animati dal Giappone, quelli che ben presto avremmo imparato a chiamare, più correttamente anime.
Tra i tanti anime, più o meno simili, due si distinguevano per tematiche, stile di narrazione e stile grafico: sto parlando di Aeon Flux e, soprattutto Alexander: Cronache di Guerra di Alessandro il Grande.

VITA DI ALESSANDRO

Quello che più colpisce di questo anime, che ne fa un’opera davvero unica e originale, è la perfetta fusione tra la storia di Alessandro Magno e un’ambientazione che difficilmente si può inquadrare in un unico genere, è infatti a tratti fantascientifica, a tratti onirica, sicuramente un mix inedito e affascinante.
Alessandro è  figlio di Filippo, re di Macedonia, un sovrano proiettato verso il dominio della Grecia, e di Olimpiade, qui rappresentata come una donna folle, assetata di distruzione e accecata da un fede verso divinità innominabili i cui culti hanno sede nell’isola di Samotracia.
Sarà proprio la follia e l’attaccamento morboso della madre di Alessandro a rovinare il rapporto già difficile tra un padre autoritario, che non vuole essere messo in ombra e un figlio ancora più ambizioso del padre che vuole riscrivere il progetto politico, sociale e culturale da lui iniziato.
Alessandro, prima raduna un gruppo di amici a lui fedeli(l’inseparabile Efestione, il fedele Filota, l’impetuoso Clito e il pavido Tolomeo ) poi riesce a farsi un nome durante la repressione della rivolta di Tebe e Atene guidando la carica di cavalleria decisiva in sella al suo Bucefalo, uno stallone indomabile.
Alessandro però, nonostante sia determinante per la vittoria,  non si piega agli ordini del padre e lo scavalca coprendosi di gloria. Filippo, a causa dei consigli maliziosi di Attalo e sempre più ossessionato dalle visioni oscure di Olimpiade, ripudia quest’ultima e toglie il diritto di Alessandro di essere l’erede al trono di Macedonia.
Il destino però difficilmente si può fermare e Alessandro è implacabile: senza rivelare troppo sulla trama e su uno degli episodi più belli ( il numero 4), Alessandro viene incoronato re e comincia la sua folle cavalcata che lo porterà prima a combattere Dario, imperatore del vastissimo impero di Persia, e poi a raggiungere la sconosciuta India.

Dopo la battaglia di Gaugamela sembra che niente possa più fermare Alessandro e che le profezie sul suo conto siano destinate ad avverarsi, trascinando il mondo verso una nuova era o verso la sua distruzione.

TRA ORACOLI, FILOSOFI E ASSASSINI

Il tema centrale di Alexander è il cambiamento e la paura che ne deriva.
Alessandro è il cambiamento inevitabile, il distruttore del mondo, inteso come ordine precostituito, Alessandro è Alessandro e il suo destino è avanzare.
Il suo fato è stato tracciato dalle profezie e dagli oracoli e fu predetto molto prima che nascesse che avrebbe assunto il ruolo di distruttore: fu Pitagora infatti il primo ad annunciare la sua venuta.
Sconvolti da questa rivelazione i suoi discepoli, i Pitagorici, custodi del rigido ordine delle cose, cominceranno a dare la caccia ad Alessandro che, nonostante i continui tentativi di assassinio, riuscirà a continuare la sua missione.
Alessandro prosegue lungo la sua strada fino a Gordio dove si dice che chi scioglierà l’intricato nodo diverrà il dominatore del mondo.
Trovatosi di fronte al nodo, Alessandro sguaina la spada e lo taglia, mostrando che è la forza dell’acciaio, e quindi la dinamicità delle azioni, che dona la corona di dominatore del mondo.
Non solo, Alessandro arriva ad essere un pericolo per la Persia anche perché ragiona fuori dagli schemi, osservando le situazioni da diverse prospettive, come dice egli stesso in occasione della battaglia di Cheronea, e lo dimostra proprio sciogliendo il nodo in modo non convenzionale.
Successivamente sarà l’oracolo di Ammone a rivelare il suo destino ad Alessandro, che sarà finalmente pronto ad affrontare Dario.
Una volta arrivato in prossimità della Persia, proveranno a  fermarlo i seguaci di Zoroastro, confratelli dei Pitagorici, e, infine, saranno i Bramini a combatterlo per evitare la distruzione del mondo.
Una volta arrivato ai confini del mondo, nell’ultima grande battaglia, sarà lo stesso Pitagora a parlare ad  Alessandro nell’ultima puntata della serie animata.
Messo davanti ai limiti del mondo Alessandro decide comunque di avanzare.

I misteri della serie ruotano anche attorno ad un oggetto misterioso, che si vede nell’introduzione di ogni singola puntata: il solido platonico.
Si definisce solido platonico un solido regolare, composto da facce uguali i cui angoli sono equivalenti.
La ricerca disperata di Aristotele del solido lo porterà a realizzare che lo stesso mondo è al suo interno, un mondo che, proprio in virtù della forma del solido, è regolare, rigido e si fonda su regole ben precise.
Sarà proprio la forza di Alessandro che porterà il mondo ad uscire da tale solido.
Alessandro infatti vuole cambiare la faccia del mondo, imprimergli il suo marchio a fuoco in modo da divenire immortale.
Un tema secondario ma che, in poche frasi, fa capire ancora meglio l’importanza nella serie dell’ordine pre costruito tanto difeso dai pitagorici è quelle delle sette meraviglie del mondo: il numero delle meraviglie infatti non è casuale, fondandosi, prima di Alessandro, sul numero sei, numero perfetto secondo i pitagorici in quanto somma dei suoi dividendi (escluso lo stesso sei). Alessandro, costruendo Alessandria, città vivente, pone le basi per costruire la settima meraviglia del mondo il faro di Alessandria, mettendo di nuovo in discussione l’ordine dell’universo stabilito da filosofi e religiosi.

La conclusione della serie, che vede la distruzione del vecchio mondo, è emblematica: nelle sale del suo palazzo Alessandro assisterà alla costruzione matematica del nuovo mondo ad opera di un giovane Euclide.

IL SOGNO DI ALESSANDRO

La forza di Alessandro giace nel suo sogno di immortalità e di essere a capo di un regno immenso, moderno, cosmopolita e capace di accogliere filosofi e sapienti di ogni parte del globo.
Il regno di Macedonia, nonostante la sua potenza bellica, non poteva soddisfare le ambizioni di Alessandro, non quando poteva avere Babilonia, un impero enorme, capace di coprire gran parte del mondo conosciuto.
Quando Alessandro, con i suoi amici, compie la spedizione che li porterà proprio nella città, dove tra l’altro incontrerà Rossane, sua futura moglie e incrocerà lo sguardo con Dario, non si può far altro che restare ammirati dinnanzi alla spettacolare ricostruzione della città: i giardini pensili, sospesi letteralmente sul cielo con in un sogno destano meraviglia nei guerrieri macedoni, abituati alla bellezza, ben più concreta e materiale, della loro patria.

Babilonia sembra essere proprio il centro dell’impero che Alessandro tanto cercava, una città onirica e meravigliosa in grado di ospitare qualsiasi popolo, a patto di riconoscere la divina autorità dell’imperatore.
Proprio il suo scontro con Dario sarà il mezzo con cui Alessandro riuscirà a realizzare il suo sogno: dopo la grande battaglia di Gaugamela infatti, il giovane re, dopo aver ucciso Dario, libererà Rossane e le dirà di essere un dio.
Questa affermazione,non è tanto da attribuire al potere appena scatenato da Alessandro per vincere Dario, bensì si rifà ad un semplice dato di fatto: ora che Dario giaceva morto, Alessandro era di diritto imperatore di Persia e quindi, secondo le usanze di quel popolo, un dio vivente tra i mortali.
Alessandro abbraccia quindi i costumi dei persiani, mischia i due popoli, egli stesso sposa Rossane una ragazza persiana, e dà incarichi di prestigio a chi era al servizio di Dario: il sogno è dunque realizzato, Grecia, Egitto e la sterminata Persia sono riunite sotto il governo di un re illuminato, desideroso di estendere la sua autorità fino ai confini del mondo.

SEGNALI DI STILE

Guardando queste serie  animata, si farà fatica a pensare che possa provenire dal Giappone: lo stile usato per le anatomie è del tutto alieno e diverso rispetto a quello di solito usato in genere per gli anime, d’altra parte Alexander è stato realizzato dagli stessi autori dell’anime già citato  Aeon Flux.
Le architetture degli edifici sono visionarie, mostrando magnificenza e un senso estetico più che umano ma piuttosto divino.
Le anatomie, i costumi, tutto è al di fuori di quanto visto provenire dal Giappone e ricorda  uno stile più vicino a quello del fumetto europeo, ispirato da artisti come Moebius.
Anche i temi trattati sono al di fuori di quanto spesso visto nei lavori di animazione e il tono è sempre serioso e sempre epico.
Anche le atmosfere, vero punto di forza della serie, sono sempre oniriche, ambigue e affascinanti.
In definitiva Alexander è un capolavoro, un esperimento coraggioso che ha dato i suoi frutti, una serie che consiglio calorosamente a chiunque.