Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, nonostante quello che i giornali e la cosiddetta propaganda alleata volevano far credere, Hitler stava vincendo. Il Reich aveva sicuramente perso gran parte del suo potere dopo le pesanti sconfitte subite in Francia ed Inghilterra e soprattutto dopo la scomoda alleanza fra USA, URSS ed Impero Britannico. Nonostante tutto ciò, il Fürer aveva in mano qualcosa, qualcosa di molto segreto e noto solo alle sfere più alte dei servizi segreti internazionali, qualcosa che avrebbe potuto rovesciare in un attimo le sorti della guerra. Un singolo uomo, un genio di origini misteriose al soldo del Reich, Herr Kleiser, aveva fondato un dipartimento supersegreto all’interno dell’esercito nazista.

Herr Kleiser
Herr Kleiser

Kleiser sembrava possedere una mente fuori del comune, con la quale aveva contribuito a creare armi e tecnologie incredibili, che in pochi mesi stavano ribaltando da sole le sorti del conflitto. Kleiser stabilì la propria base operativa in un atollo sperduto nell’Oceano Atlantico del Nord, poco lontano dalle coste dell’Islanda. Qui, secondo le voci, aveva costruito in pochissimo tempo un complesso di ricerca e sviluppo talmente incredibilmente avanzato da risultare fantascientifico. Una base immensa, dotata di dispositivi di difesa impenetrabili ed invisibile dal cielo, dove venivano create armi al limite dell’inverosimile e dove Kleiser ed i suoi uomini stavano lavorando ad un ordigno speciale, qualcosa che sarebbe stato in grado di spazzare via intere nazioni e che avrebbe posto fine al conflitto e distrutto i nemici dell’Asse nel giro di giorni.

L’America, sebbene avesse scoperto questo terribile segreto, non poteva reagire. La base di Kleiser era inespugnabile ed il geniale scienziato era introvabile. In più, le recenti cocenti sconfitte subite dall’esercito USA a causa delle nuove armi del Reich avevano quantomeno abbattuto il morale delle truppe e la propaganda bellica non riusciva a far entrare nelle casse della tesoreria dell’esercito abbastanza denaro; i buoni di guerra semplicemente non si vendevano più. Ma anche agli USA restava un’ultima carta da giocare, un’invenzione che, sebbene non potesse rivaleggiare con la rapidità di messa in atto offerta da Kleiser, avrebbe potuto bilanciare nuovamente le sorti del conflitto. Si trattava del Progetto Rinascita capitanato dallo scienziato Abraham Erskine.

Dr. Abraham Erskine
Dr. Abraham Erskine

Erskine stava lavorando ormai da decenni alla creazione di un procedimento volto al potenziamento della forma umana. L’obiettivo del progetto era creare dei soldati di nuova generazione, con prestazioni fisiche oltre l’umano, forza, riflessi, resistenza, velocità e sensi sviluppati al di là di ogni limite naturale. Questo progetto era tutto ciò che restava all’America per contrastare le rinnovate forze naziste e su di esso l’esercito puntò tutto. Alla fine Erskine riuscì nel suo intento; creò il Siero del Super-Soldato. Certo, un siero così incredibile presentava non pochi rischi per coloro che vi si sarebbero sottoposti, rischi che solo anni e anni di esperimenti e meticolose correzioni avrebbero potuto fugare. Ma le potenze alleate non potevano permettersi una simile attesa e nonostante le ovvie implicazioni morali, l’esercitò fece pressione affinché si partisse direttamente con la sperimentazione umana. Dopo un’attenta ricerca venne finalmente selezionato un candidato. Un soldato pluridecorato e dall’indubbia lealtà venne ragguagliato sul progetto segreto e si offrì volontario per fare da cavia al Progetto Rinascita. Quell’uomo era Steve Rogers.

 

CAPITAN AMERICA

Il progetto ebbe successo.
Sottoposto all’incredibile siero, Rogers sviluppò in poche settimane tutte le peculiarità che la formula era stata studiata per conferirgli. Divenne sovrumanamente forte e resistente, incredibilmente veloce, i suoi sensi si acuirono fino a livelli incredibili e sviluppò una capacità di guarigione sbalorditiva. Con ogni test, Steve Rogers scopriva un nuovo talento, ed il suo addestramento militare lo portò a spingere queste nuove e straordinarie capacità oltre i loro stessi limiti, applicandole al combattimento sul campo grazie al suo riconosciuto genio strategico. Rogers divenne la macchina da guerra umana di nuova generazione, il primo di una stirpe di soldati perfetti che avrebbero messo in crisi persino le truppe naziste equipaggiate con i miracoli tecnologici di Herr Kleiser. Gli scienziati stabilirono che Rogers non era più un umano; non sarebbe più stato nemmeno definibile come tale. Rogers fu il primo Superumano della storia.

Capitan America - Il simbolo di una nazione
Capitan America – Il simbolo di una nazione

La validità di un simile miracolo della bioingegneria sarebbe stato duplice: Rogers sarebbe stato tanto il Capitano della nuova generazione di supersoldati, addestrandoli e guidandoli sul campo negli attacchi contro le forze e le risorse di Kleiser, quanto il simbolo della rinata speranza bellica statunitense. In breve, Rogers andava sfoggiato, utilizzato anche come fenomeno pubblicitario per ridare speranza alle masse, rinvigorire gli arruolamenti e alzare le vendite di buoni di guerra. Pertanto non poteva più essere presentato solo come il Capitano Steve Rogers; doveva diventare un personaggio simbolico. Fu così che gli venne dato una divisa apposita che simboleggiasse la forza della nazione, uno scudo che riproduceva le fattezze della bandiera americana (anche questa, immagine estremamente evocativa) ed un nome apposito. Steve Rogers divenne così Capitan America.

La mossa pubblicitaria funzionò alla grande, ma c’è anche da dire che Rogers si rivelò anche una risorsa militare incredibile. Guidò le truppe in alcune delle più riuscite operazioni di sabotaggio della storia, e con un’energia senza eguali, sbaragliò rapidamente tutte le principali basi d’appoggio di Kleiser così come i suoi laboratori secondari e i suoi finanziatori. Ma anche i nazisti ottennero una vittoria non indifferente. Alcune loro spie si erano da tempo infiltrate nel Progetto Rinascita e colpirono uccidendo Erskine e distruggendo tutti gli appunti sul siero, così come tutte le sue scorte, prima che potesse essere somministrato ad altri soldati. Ci sarebbero voluti anni per replicare i risultati di Erskine e non c’era abbastanza tempo. Il mondo doveva farsi bastare un Capitan America.

Nel 1944, in Polonia, Capitan America ed i suoi uomini riuscirono finalmente a scovare ed uccidere Herr Kleiser, durante una delle sue rare sortite dalla base segreta nell’oceano, mentre supervisionava l’invio di alcune parti essenziali per la costruzione della sua “arma definitiva”. Rogers uccise Kleiser e distrusse le componenti, ma riuscì solo a ritardarne la costruzione dato che Kleiser, al contrario di Erskine, aveva un’intera base piena di uomini in grado di portare avanti il suo disegno.

Alla fine di quella missione, Capitan America venne convocato ad un meeting segreto a Marrakesh, dove i vertici dell’intelligence militare lo misero a parte di alcuni sconvolgenti segreti riguardanti la storia personale di Kleiser e l’entità dell’incredibile arma che stava costruendo e che ora è quasi ultimata: con anni di anticipo, Kleiser aveva creato un dispositivo nucleare perfettamente funzionante, in grado di essere lanciato a distanze elevatissime da dei silos appositi, e dotato di un sistema di navigazione automatico. Una tecnologia devastante che gli stessi USA, pionieri del nucleare grazie al Progetto Manhattan, non avrebbero sviluppato fino agli anni ’60. Insieme i capi di Stato Maggiore e Rogers misero a punto un piano per porre fine a quella terribile minaccia.

Gli ultimi istanti di vita di Herr Kleiser
Gli ultimi istanti di vita di Herr Kleiser

LA LEGGENDA

Nel 1945, gli USA radunarono un’impressionante numero di agenti fra i più decorati dell’esercito e li misero sotto il comando di Cap in una missione volta alla distruzione della base misteriosa, individuata grazie ai dati recuperati nel raid in Polonia. Sarebbe stata la battaglia finale, l’ultima nella quale o gli alleati sarebbero usciti vittoriosi o distrutti dall’arma di Kleiser. Una simile impresa andava documentata e così, assieme ai soldati, vennero inviati anche dei reporter militari, tra i quali anche l’amico storico di Rogers, e caldeggiato da quest’ultimo, il fotografo Bucky Burnes. L’atollo fu individuato e centinaia di soldati si paracadutarono verso la futuristica struttura di ricerca. Le difese della base, avanzatissime, falciarono decine e decine di soldati, ma l’avanzata guidata da Rogers fu inarrestabile e alla fine, i soldati americani riuscirono ad espugnarla.

La grande battaglia davanti all'avveniristica base di Kleiser
La grande battaglia davanti all’avveniristica base di Kleiser

Qui, purtroppo, la storia si mescola con la leggenda.
Secondo il reportage di Burnes e le testimonianze dei soldati. Gli alleati capitanati da Capitan America riuscirono a fare irruzione nella base troppo tardi. I nazisti lanciarono il missile, ma Rogers riuscì ad aggrapparvisi prima che decollasse e, mentre il missile era in volo verso Washington, lo sabotò, deviandolo verso una destinazione sconosciuta e facendolo esplodere in aria in un’area nella quale le radiazioni non avrebbero arrecato danno a nessuno.

Rogers si sacrificò quel giorno, e la storia di Capitan America si concluse in maniera tanto spettacolare quanto repentina. Nonostante questo, la sola esistenza di un essere come Rogers aprì domande affascinanti sul potenziale nascosto della natura umana e affascinò l’immaginario comune per decenni. Quel giorno morì il primo supereroe della storia.

Dagli effetti personali di Rogers, consegnati ai suoi superiori prima dell’ultima missione, ci è pervenuta una lettera, scritta dallo stesso capitano alla sua promessa sposa, Gail Richards:

“Mia cara Gail, non posso davvero immaginare cosa tu stia pensando ora, ma il semplice fatto che tu stia leggendo questa lettera significa che qualcosa di davvero brutto dev’essere accaduto, e di questo mi dispiace immensamente. Mi dispiace di averti detto che ti sbagliavi, mi dispiace di essere andato in guerra, mi dispiace di essere morto ed averti lasciato da sola in questo modo.  Tutto quello che ho sempre voluto era sposarti, avere dei figli e comprare quella splendida casetta vicino al ciliegio in Caedar Street. Mi spezza il cuore pensare che io e te siamo stati così derubati di tutte quelle piccole gioie che le altre persone danno per scontate. Ma anche se saremo separati per un po’, devi ricordarti che Dio è buono, e che anche le cose più terribili accadono per le migliori ragioni, tesoro mio. Nè l’inferno nè il paradiso potranno tenerci separati, Gail. Nel profondo del mio cuore so che, non importa quello che è accaduto o che accadrà, non in porta quello che il futuro ci riserva… un giorno saremo di nuovo insieme.”

La tragica fine di una leggenda
La tragica fine di una leggenda

Quando la divisione di Kleiser venne sbaragliata, accadde qualcosa di incredibile. Soldati e scienziati nemici si arresero immediatamente, consegnandosi spontaneamente all’esercito statunitense. Le incredibili tecnologie reperite durante il saccheggio della base divenne oggetto di studio degli scienziati americani per i decenni a venire.

Altresì per decenni gli scienziati di tutto il mondo tentarono di studiare e riprodurre il mitico siero di Erskine, ma senza gli appunti o la testimonianza dello scienziato, né tantomeno campioni della formula o del sangue di Rogers, l’impresa si rivelò impossibile.

Col passare del tempo la figura di Capitan America, da vero e proprio simbolo nazionale, cadde nel dimenticatoio delle proteste antigovernative e della disillusione popolare. Già nei tardi anni ’60 l’immagine di Capitan America era considerata come una mascotte al limite del manicheo, con più di una voce che voleva la sua esistenza come una pura menzogna mediatica militarista.

Negli anni ’80, poco meno di quarant’anni dopo questi eventi, gli studi sulle frontiere del potenziamento umano e del concetto stesso di Super-Umano vennero bocciate e riorganizzate in maniera più specifica sotto il comando di alcuni oscuri capi militari e sotto il vessillo di un’organizzazione governativa segreta, la cui esistenza rimane ancora oggi un mistero a metà fra realtà e fantasie cospirazioniste: il fantomatico S.H.I.E.L.D.

Inutile dirlo, proprio in quegli anni simili ricerche stavano riacquisendo un’attualità assoluta, quasi necessaria, grazie all’emergere sul panorama mondiale di una questione che sarebbe stata il fulcro dello scenario geopolitico del trentennio successivo: la questione dei mutanti.

Mentre il mondo perde un grande eroe, Bucky Burnes piange la morte di un amico
Mentre il mondo perde un grande eroe, Bucky Burnes piange la morte di un amico

 

Nella prossima puntata: La Questione Mutante.

 

 

Storia tratta da: Ultimates 01

Scritto da: Mark Millar

Disegni di: Bryan Hitch

Colori di: Paul Mounts