È in onda in questi mesi per il canale americano CBS, la terza serie di Person of Interest. Serie di successo che è stata in grado di innovare, fondendoli insieme, due grandi filoni tematici tipici delle serie d’oltreoceano: il poliziesco procedurale e le atmosfere post 11 settembre. L’idea alla base dello show è infatti la creazione di una potentissima intellgenza artificiale che riesca a prevedere e a segnalare i crimini violenti e premeditati, compresi gli atti di terrorismo. Poichè al governo interessano solo le minacce di una certa portata, la macchina ha l’ordine di tralasciare tutte le situazioni definite “irrilevanti” legate a violenze domestiche o ad omicidi singoli. È a questo punto che subentra la squadra formata da Harold Finch (Micheal Emerson) e John Reese (Jim Caviezel), che ha come obiettivo quello di impedire che questi crimini vengano commessi, riuscendo a ricevere la lista dei nomi “scartati” dalla lista rilevante.
Si può comprendere come l’idea di ribaltare il classico poliziesco procedurale, facendo agire i personaggi per impedire un crimine e non per indagare su uno già commesso, possa essere inusuale, ma proprio per questo interessante. Gli altri ingredienti che decretano la buona riuscita del serial sono l’ottima scrittura dei personaggi (e le altrettante ottime interpretazioni degli attori che li interpretano), l’attualità dei temi trattati (dalla privacy nell’era digitale alle politiche pensionistiche per gli ex-militari, dalle crisi speculative in borsa ai problemi di immigrazione, e molto altro ancora) e il grande equilibrio con cui vengono portate avanti le numerose trame orizzontali pur mantenendo per ogni episodio una solida struttura verticale. Equilibrio, infatti, è l’aggettivo che più si addice alla serie, che riesce a miscelare sapientemente scene più d’azione con scene e siparietti comici. Questi ultimi a volte un po’ iperbolici, ma mai fini a se stessi.
L’aspetto che colpisce di questa serie tv (e forse uno dei motivi per cui piace così tanto) è che sembra una serie su Batman, ambientata a Gotham, con personaggi presi dal DC Universe… pur mantenendo alcune sue caratteristiche e peculiarità che la distinguono.
A seguire, ci divertiremo a trovare le molte analogie che ci sono tra alcuni dei personaggi di Person of Interest e i rispettivi personaggi dell’universo di Batman.
ATTENZIONE, SEGUONO SPOILER SU PERSONAGGI E TRAME DI PERSON OF INTEREST FINO ALLA STAGIONE 2
JOHN REESE – BATMAN
È il paragone più semplice ed immediato. John Reese è un ex-soldato, ex-agente della CIA, altamente specializzato e addestrato. Conosce più lingue, sa maneggiare veleni e antidoti, sfoggia un buon talento nelle arti marziali e ha pure l’aspetto perfetto per interpretare un elegantissimo Bruce Wayne. La più grande differenza con Batman è che, anche a motivo del suo precedente addestramento, John non ha problemi ad utilizzare armi da fuoco, anche se cerca di non usarle quasi mai in modo letale. John, inoltre, accetta per scelta il suo ruolo di “vigilante” quando gli viene offerto da Harold, anche a motivo del dolore di una perdita subìta, anche se è solo una debole eco rispetto al trauma subìto dal giovane Bruce per la morte dei suoi genitori.
HAROLD FINCH – BRUCE WAYNE, ALFRED, ORACOLO
Harold è quello più difficile da confrontare con una possibile controparte DC, proprio perchè presenta diverse analogie con più di un personaggio. Alcuni degli aspetti più immediati ricordano Bruce Wayne: Harold è un genio, miliardario, filantropo. Harold è il creatore della Macchina (che a sua volta ricorda Brother Eye) e ha dei fondi praticamente illimitati. Anche la sua paranoia (che lo porta a vivere nell’anonimato o usando identità false) ricorda molto quella di Batman nel periodo in cui era scritto da Greg Rucka. La differenza rispetto al sig. Wayne risiede nel suo modo di essere “ricco”, presentando un eccentricità e un ironia che ricordano più Alfred Pennyworth. Harold assomiglia al maggiordomo di Wayne Manor anche per il suo ruolo di supporto alle missioni in prima linea dell’amico John. Infine, a motivo della sua sede operativa situata in una biblioteca, per le sue straordinarie doti di informatico e di hacker e per le azioni di supporto a distanza tramite computer, ricorda anche il personaggio di Oracolo.
MACCHINA – BROTHER EYE
Creata da Harold/Batman, ha la possibilità di osservare e spiare tutto e tutti. La Macchina, così come Brother Eye, è descritta come quasi umana e ha a disposizione una potenza di calcolo inimmaginabile. Per entrambi, inoltre, lo scopo principale per cui sono stati creati è proteggere le persone.
JOSS CARTER – MONTOYA, GORDON
La Carter è uno dei personaggi che più si evolve nell’arco delle prime due stagioni della serie. È una poliziotta detective con un ferreo codice morale e con una grande passione per quello che fa, richiamando alla memoria, il personaggio DC di Renee Montoya. Per il suo ruolo di punto di riferimento all’interno del distretto di polizia per John, e per il rapporto di profonda amicizia che nascerà tra loro (pur riconoscendo la differenza nei metodi usati), Joss Carter non può che far pensare al leggendario Commissario Gordon.
LIONEL FUSCO – BULLOCK
Stesso physique du role e stesso carattere burbero ma divertente, Fusco è la versione televisiva del detective Bullock. Entrambi i personaggi, inoltre, giocano sui luoghi comuni e sui cliché del ruolo di poliziotto. Anche per quanto riguarda l’evoluzione del rapporto con John/Batman sono simili: dopo una prima fase di “scontro” ne nasce un bel rapporto di fiducia e collaborazione.
BEAR – ASSO
È un paragone che si spiega da sè ed è un bellissimo omaggio all’epoca Silver Age dei comics. Sarebbe bello vedere una versione di Asso simile a quella di Person of Interest in uno dei prossimi film dedicati al Pipistrello.
ROOT – JAMES GORDON JR, JOKER
Root è la nemesi di Harold, avendo simili capacità informatiche e uguali abilità nell’hackeraggio dei sistemi. La sua freddezza e la mancanza di empatia nel rapportarsi con le persone, manifestando una preferenza per sistemi informatizzati e “perfetti”, a suo dire, ricordano molto James Gordon Jr (nella splendida run di Scott Snyder, lo Specchio Nero). Oltre a questo, Root ha una spiccata abilità di autodifesa e autoconservazione, simile a quella del Joker (che inspiegabilmente torna sempre, in un modo o nell’altro), e ha una fissazione per Harold in quanto inventore della Macchina, simile alla fissazione di Joker per Batman.
ZOE MORGAN – CATWOMAN
Zoe Morgan è contraddistinta da una grande classe ed eleganza. Specializzata nel risolvere situazioni scomode, lavora sempre sul filo del rasoio e al limite della legalità. Il fatto che sembri avere nove vite e l’attrazione evidente che c’è tra lei e John, non possono che ricordare la femme fatale Selina Kyle – Catwoman.
SAMANTHA SHAW – BATWOMAN
La Shaw è l’aggiunta più recente al team di prevenzione crimini “irrilevanti”. Presenta una background molto simile a quello di John Reese, e per questi motivi – l’addestramento militare, la determinazione, il fatto di farsi ispirare nella sua missione da John/Batman – non si può non pensare a lei come alla versione di Kate Kane – Batwoman!
CARL ELIAS – PINGUINO
Elias è il capo dei capi, il boss mafioso che ha in pugno tutta la città. Così come il celebre Oswald Cobblepot, il Pinguino, è un uomo “bruttino”, che spesso viene presentato mentre mangia cibi prelibati e che è, volente o nolente, è un informatore e una risorsa che spesso viene interpellato da John/Batman.
Per concludere, citiamo due episodi nei quali, pur non facendo riferimento a personaggi ricorrenti della serie, abbiamo ritrovato analogie con l’universo DC:
EPISODIO 1X14 “IL LUPO E L’AGNELLO”
John Reese si ritrova ad affrontare il “caso del giorno” insieme ad un giovane ragazzo, Darren McGrady, che gli ricorda che gli eroi non devono uccidere, ricreando dinamiche molto simili a quelle tra Batman e Robin.
EPISODIO 2X05 “PRIMA PAGINA”
John deve vedersela con una giornalista, Maxine Angelis, che vuole scoprire il mistero “dell’uomo con la giacca” che aiuta in incognito le persone in pericolo. La tenacia di Maxine e il trucco di John di cammuffare il proprio aspetto grazie a degli occhiali da vista, sono state una divertente citazione del rapporto tra Lois Lane e Clark Kent/Superman.