DEATH & REBIRTH

Mar 7, 2013

Death of Superman

Intendiamoci. Non è sempre facile far quadrare le cose: nella vita reale, come nel mondo dei comics, le situazioni che si susseguono non sempre vanno per il verso giusto, o aspettato/desiderato. Ma se c’è una cosa che è equa e giusta in entrambi gli universi è il solo ed unico corpo che costituisce il fattore di importanza alla vita. La morte.
Ad essa non si sfugge e lei coglie tutti e tutto prima o poi. E’ come il tempo: alleato e nemico nel medesimo momento. Nel mondo reale questa tragica esperienza coglie tutti, come nel mondo dei fumetti, dove però a volte sembra essere solo apparente o momentanea e in qualche unica circostanza definitiva.  Ma le situazioni sono solo alcune delle cause che possono portare alla fatal dipartita e le identiche riescono, o possono,  anche a risuscitare chi era stato reclamato dall’angelo nero.

L’elenco degli eroi morti e risorti è lungo, sia in casa Marvel che DC Comics: Jean Grey, Cable, Capitan America per la casa degli X-Men e Superman, Batman, il secondo Robin (Jason Todd) per quella della Justice League. Essi sono solo alcuni degli esempi che portano alla riflessione delle azioni all’interno di una vita fatta di eroismo e umiltà. Cosa porta la morte a reclamarli e poi a concedere loro una seconda (in alcuni casi terza, quarta e anche quinta volendo) possibilità? Chi sceglie di far tornare alla vita gli “eroi”, i “super”? Le case editrici e i fans? Sicuramente. Ma allora che valore dare a tutto questo?

Captain AmericaSpesso si parla di mero commercio mascherato da evento (La Morte di Superman resta uno degli albi più venduti nella storia dei comics) e il più delle volte corrisponde a verità, ma cosa porta un editore a porre fine ad uno dei suoi eroi? L’anima delle vendite è data da alcuni fattori molto importanti: autori di grido o stelle veterane, eventi importanti e pubblicizzati come capisaldi e spartiacque, brand capaci di scalare o restare in vetta alle classifiche per molto a lungo (il brand mutante per la Marvel è da sempre sinonimo di vendite, come Batman per la DC); questi gli elementi di un successo sicuro, ma a volte serve ricorrere all’effetto drama. Effetto che porta ad una fine epica, per poter poi preparare uno sfolgorante ritorno. Molti sembrano non associare la cosa, ma spesso ci si trova davanti alla “morte” anche in casi maggiori e più vasti. Basti pensare ai “reboot”, se si analizzano non sono altro che la “morte” di un vecchio universo che cede il posto a quello successivo/nuovo e anche se il nuovo universo conserva molti elementi del precedente questo resta pur sempre più che naturale. Il nuovo è l’eredità, il lascito, di ciò che esisteva in quello scorso ed è più che giusto che esalti ciò che per molto tempo è rimasto presente: vita che muore, ritorna e si rinnova, non tralasciando quella precedente = reincarnazione/rinnovamento = reboot.

Superman è morto per fermare una creatura di pura forza brutale che avrebbe scatenato l’inferno in Terra; poi è tornato sconfiggendo la morte e messianicamente resuscitando, Hal Jordan (Lanterna Verde) si è sacrificato per salvare il sistema solare e la Terra dall’oscurità del Divoratore di Soli, ha poi fatto ritorno in forma di Spettro (prima, per redimere i suoi peccati) e poi in quella umana (recuperando il suo corpo e sconfiggendo la paura) e ha portato la sua luce a brillare sì tanto, da divenirne ancora araldo. La DC ha in varie occasioni operato l’oblio ai suoi eroi tanto quanto la Marvel (che delle morti e resurrezioni è maestra).

Jean Grey è la prima X-Woman della storia degli X-Men, il suo potere è impareggiabile e si è fusa con l’entità cosmica nota come Fenice (energia primeva fautrice di vita e morte), costei ha in più di un’occasione riportato alla vita la donna. Basti pensare che il personaggio, solo nella run di Morrison (New X-Men), è morto e risorto per ben due volte. La storia di Jean è particolare, già il fatto di essere legata alla Fenice le permette di tornare (quasi) sempre dal trapasso. Sta di fatto che, ora come ora, sono quasi dieci anni che non la si vede costantemente nei fumetti, ma è certo che molto presto risorgerà ancora. Stessa sorte sembra toccare ad uno dei suoi figli, Nathan Summers, meglio noto come Cable. Mutante cyborg del futuro, Cable ha già varcato la soglia oltre la vita in alcune occasioni: è recentemente tornato dal mondo dei morti e curato da un virus, che lo rendeva una creatura tecnorganica, dall’entità Fenice e dalla messia mutante Hope (sua figlia adottiva). Anche personaggi come Charles Xavier (Professor X) e Max/Erik Magnus (Magneto) hanno avuto la loro dose di “morte & rinascita” in alcuni frangenti. Tralasciando il “Fattore X” e spostandoci su altri personaggi possiamo annoverare Spider-Man (L’Altro: morte e rinascita potenziato), Capitan America (freddato a colpi di pistola e tornato alla vita dopo un “viaggio allucinante”) e il suo “sidekick” Bucky Barnes (creduto morto in una missione durante la Seconda Guerra Mondiale e trasformato dai russi nel killer perfetto), Clint Barton, meglio noto come Occhio di Falco, è deceduto e tornato in vita a causa (o grazie) della strega mutante Wanda Django Maximoff, Scarlet. L’elenco potrebbe durare ancora a lungo sia per la DC che per la Marvel, ma la verità è che questo tipo di costante viene piegata al volere di alcune persone, diventando nuova legge fisica o semplice miracolo. Editori ed eroi diventano la stessa cosa, magari con scopi differenti, ma il fumetto (fortunatamente) è anche questo. Se si calcola poi che la stessa cosa accade non solo ai buoni, ma anche ai villains, allora l’effetto in alcuni casi è anche più curioso e d’effetto.
Death in the familyLex Luthor è stato in più occasioni vicino alla morte ed è sempre tornato (escamotage scientifici o patti luciferini), il Dottor Destino è morto insieme a Reed Richards, solo per poi scoprire a distanza di anni che entrambi erano in vita ma tenuti prigionieri da un mutante molto potente. E quante volte il Teschio Rosso o il Barone Zemo sono morti e tornati a tormentare Steve Rogers? E Sinistro? Che dopo la morte e tornato come donna (Sinistra) per poi assumere nuovamente le sue fattezze maschili? Ecco allora che si intravede l’ambivalenza della dama in nero. Ecco che essa giunge come una falce silenziosa davvero per tutti, ma si sa, la vita nei comics è più forte e il bene vince sul male tanto da permettere la continuazione. I fan seguono i loro eroi per vederli vincere, anche a scapito della dipartita stessa, e magari lo faranno sempre; questo le majors lo sanno bene e forti di questo “fandome” continuano imperterrite nella pubblicazione di storie simili. E’ il business dei brand e a molti lettori piace (altri odiano questo tipo di iniziative, ma accontentare tutti è impossibile e nessuno ci è mai riuscito) e continuerà ancora a lungo, come anche le soap-opera o i topos che compongono le storie di Superman, Batman, Ciclope e Iron Man.

Cos’è la morte allora? Semplice. E’ la vita che raggiunge il suo supremo apice. Essa è per gli eroi il sacrificio che permette la continuazione di altre vite (la morte di uno per la vita di molti/tutti) e per i malvagi è il tentativo ultimo di un arcigno piano che fallisce miseramente (la morte come fine di una vita di dolori). A volte è redentiva, altre no, ma resta sempre un culmine. Un vertice alto di una lunga espressione e di un enorme potere (gli eroi e i loro grandi poteri) che arriva al suo termine e brilla più di ciò che è sempre stato.