In Italia il nuovo mensile Panini “Devil e i Cavalieri Marvel” ha debuttato da poco, regalando ai lettori del Bel Paese due delle serie più in vista della Casa delle Idee: Daredevil di Mark Waid e il nuovoPunitore di Greg Rucka. La superstar italiana MARCO CHECCHETTO, artista abilissimo che dalla scorsa estate è il disegnatore regolare della testata (per l’occasione iniziata dal numero #1) ha risposto a una serie di domande sui suoi progetti e sulle sensazioni legate al proprio emozionante lavoro alla Marvel. Leggiamola insieme!
Ciao Marco,
Innanzitutto un grande ringraziamento per la tua disponibilità! Ecco le domande che abbiamo preparato per te, speriamo siano di tuo gradimento!
1) “There will be blood” (“Ci sarà del sangue”) è uno degli slogan che ha accompagnato l’uscita americana del tuo Punitore, che richiama il titolo originale del film “Il Petroliere” con Daniel Day Lewis. Per molti questo nuovo Punisher rappresenta la tua personale “consacrazione”, immaginiamo dunque il peso che avrai sentito nel volerti dimostrare all’altezza delle tante aspettative. Quali sono le tue emozioni alla vigilia della pubblicazione italiana della serie?
– Ciao a tutti!!! Ho speso molte energie all’inizio di questa serie. La Marvel mi ha affidato il rilancio di uno dei loro personaggi più importanti e il peso l’ho sentito eccome. A questo si sono sommati i tempi molto stretti, la pubblicazione dei primi 3 numeri ogni 15 giorni e sicuramente la difficoltà generale nel gestire una serie come regular artist. Adesso che uscirà in Italia penso me la godrò e basta… anche se i primi numeri li sento già lontani, ho modificato il mio stile a partire dal numero 5.
2) In questi mesi hai fronteggiato un’impresa non facile: raccontare il Punitore, attraverso le sceneggiature di Rucka, da un nuovo punto di vista, cioè quello degli altri personaggi (buoni e cattivi) che assistono alla sua implacabile vendetta. E’ stato difficile dare spessore a questo personaggio silenzioso e letale, che si aggira per le strade di New York come un angelo vendicatore? E tu, se fossi un cittadino della New York marvelliana, come “vivresti” sulla tua pelle la crociata di Castle?
– Greg è tosto!!! Le sue sceneggiature sono molto impegnative da disegnare, ma mi hanno permesso di migliorare molto sotto l’aspetto dello storytelling… Greg racconta moltissimo senza usare i dialoghi, ci sono molte pagine senza testo e la vicenda si dipana solo attraverso i disegni. Greg, non solo ha eliminato il classico diario di guerra, ma non fa parlare Frank per i primi 3 numeri della serie. Frank parla con le proprie azioni o si riesce a carpire qualche lato del suo carattere attraverso gli occhi degli altri personaggi (il numero 5 è forse il mio preferito in questo senso, finora).
Che motivo c’è di leggere delle didascalie sul modello di pistola che sta usando? Frank sa esattamente cosa sta usando, è una forza della natura, è una macchina per uccidere, un meccanismo ben oliato ed automatico. Nel terzo numero, ad esempio, si vede solo la brutalità di uno scontro all’ultimo sangue. Nessun dialogo, nessuna didascalia, perché è esattamente quello che succede ai personaggi, nessuno sta pensando in quel momento, l’unica cosa che conta è rimanere quello vivo. Fare questo tipo di storie è faticosissimo, lo sceneggiatore si deve fidare molto del disegnatore e sono sicuramente le pagine in cui il lavoro degli autori si fonde completamente. Posso dire tranquillamente che il nostro Punisher è un fumetto maturo, non tanto per il sangue, la violenza e il linguaggio volgare, ma per la lettura e lo sviluppo dei personaggi. E’ un Punisher nuovo e confrontarlo con tutti gli altri o etichettarlo dopo solo 3 o 4 numeri è sbagliato.
Greg sta scrivendo una gran serie con una trama complessa e lunga che funziona come un film o un romanzo, se volete, piano piano, pezzo per pezzo… non è scritta a brevi cicli da 5 numeri, non è a stagioni come una serie TV. Si sta prendendo il tempo che gli serve e questo è dovuto anche al fatto che ha introdotto molti nuovi personaggi nel mondo di Frank. I personaggi di Greg non sono macchiette, sono personaggi complessi che hanno una loro solida storia alle spalle.
Io e Greg abbiamo una grande stima reciproca e la stessa visione per quanto riguarda la serie.
Sul discorso sul cittadino, invece, direi che forse oggi ci vorrebbe un Punisher nel mondo reale che, invece di girare per le strade, bazzichi fra l’alta finanza e la politica, o no? Hahahahaha!!!!
3) Rucka è uno scrittore che presta molta attenzione ai particolari, per esempio quando si tratta della rappresentazione delle armi e dei congegni militari, anche perché racconta da molti anni trame che hanno soldati (o ex soldati) come protagonisti. Per te una simile attenzione al dettaglio ha rappresentato un problema o uno stimolo? Cosa pensi della scelta di collegare Frank alla Guerra in Iraq e non più al Vietnam? Prescindendo dalla necessità periodica di ringiovanire il personaggio, sono secondo te due guerre che possono aver avuto lo stesso impatto psicologico su un personaggio come il Punitore?
– No, nessun problema, anzi!!! Sono un appassionato di film e videogames a sfondo bellico/ militare. Appena ci siamo scambiati le prime mail abbiamo capito che si remava tutti dalla stessa parte.
Il cambio delle origini è stato necessario. Avevamo deciso di farlo più giovane. Il Punisher sessantenne c’è già e lo potete leggere su Punisher Max. Volevamo raccontare qualcosa di nuovo e per rimanere in ambito realistico, senza usare pozioni o magie, dovevamo spostare per forza il conflitto, come è stato fatto per Ironman, insomma. Credo che una guerra sia una guerra, non ce ne sono di migliori o di peggiori. Frank e l’Iraq è una storia mai narrata, per il momento. Quando e soprattutto SE la racconteremo sarà sicuramente qualcosa di nuovo.
4) La New York di queste storie è piuttosto tetra, anche se molto dettagliata nella scelta dei luoghi. Questa città è stata spesso protagonista delle storie di Rucka (soprattutto nei suoi romanzi), tu a cosa ti sei ispirato per rappresentarla?
– A nulla di particolare, a dire il vero. Per me Punisher è un personaggio molto tetro e volevo immergerlo nelle ombre, soprattutto per i primi numeri. Adoro New York.
5) Questo Punitore, a differenza di quello di Ennis e Aaron, si muove nell’Universo Marvel tradizionale. Nelle storie di Ennis in particolare eravamo abituati a vederlo sbeffeggiare gli altri eroi senza pietà, in questo caso le interazioni con gli altri personaggi potrebbero essere diverse. Questo ci collega già al progetto “The Omega Effect”, il progetto da poco annunciato. Come interagirà Frank con Spidey e Devil? Quale sarà il tono della storia?
– AH!!! E’ tutto da scoprire. Nessuno verrà preso in giro. Sono 3 grandissimi personaggi, i miei preferiti insieme a Wolverine e Batman. Spider-Man e Punisher sono l’esatto opposto, Daredevil cercherà di mediare. Il nostro Frank è furbo e sa che in uno scontro diretto non ne verrebbe fuori bene, ma è determinato e sa come volgere la situazione a suo vantaggio. Il tono sarà avventuroso come da tradizione, ma con una punta di realismo portata dal nostro Frank.
6) Quali sono, più in generale, le tue sensazioni legate a questo progetto? Rucka ormai lo conosci, ma Mark Waid è un grandissimo nome dell’industria supereroistica, e potrai cimentarti con due icone come Spidey e Daredevil. Sappiamo che il Ragno è il tuo personaggio preferito, e già in passato sei riuscito a coglierne perfettamente l’essenza dinamica e totemica. Ma Matt Murdock è l’altro grande “acrobata” della Casa delle Idee… Conoscendoti verrebbe quasi da aspettarsi un grande show “circense” dall’incontro dei due, che ne pensi?
– Ho già lavorato su tutti e tre i personaggi nelle loro serie principali ed ognuno di loro ha segnato la mia carriera e il mio modo di disegnare. Ad ogni cambio di serie ho imparato cose nuove e ne ho migliorate altre. Poter disegnare una storia in cui ci sono tutti e tre è stupendo, è come ringraziare questi grandi personaggi che mi hanno dato tanto. Adoro muovere le anatomie, mi diverto un sacco. Punisher è un personaggio abbastanza statico, con Devil e Spidey mi sto sicuramente sfogando.
7) La tua passione per i film e i videogame (i fan che ti leggono su Facebook si saranno certamente accorti di questo) influenza il tuo lavoro di disegnatore? Il tuo Punisher in alcuni momenti assomiglia tantissimo, a detta di molti, a Snake di Metal Gear Solid!
– Fin dalle prime interviste sulla serie è emerso il mio amore per cinema e games e soprattutto su quali elementi mi sarei basato per il mio Punisher ed uno di questi era sicuramente Metal Gear Solid, di cui sono un grande fan. Non mi sono rifatto ad autori passati e, come detto, non volevamo il Frank sessantenne, lo volevamo più giovane, ma allo stesso tempo carismatico, così mi sono ispirato a Big Boss o, se volete, al genitore di tutti: Snake Plissken (Iena Plissken in Italia). La genesi della sua somiglianza poi è stata casuale… Dopo il violento scontro sul numero 3, io e Greg volevamo mostrare ai lettori quanto umano fosse Frank. Dopo quello scontro passano 100 giorni che Frank passa nascosto per curarsi, facendosi crescere barba e capelli. Al decimo numero della serie Frank ha ancora barba e capelli lunghi e ancora non è guarito dalla sua ferita più grave, particolare che lo fa assomigliare molto a Big Boss.
8) Dal punto di vista delle vendite non è un periodo d’oro per i Comics. Sicuramente la crisi economica mondiale è molto rilevante in questo senso, ma, se fossi un editor in chief, quale sarebbe la tua ricetta per ricondurre il Fumetto alla sua primigenia condizione di “main entertainment”?
– E’ complicato, oggi i fumetti hanno la concorrenza di altri mezzi di entertainment molto più “fascinosi”. Una cosa che farei da Editor in Chief sarebbe cancellare le testate gemelle. Piuttosto che leggere la 150esima serie di Avengers, X-Men o Batman preferirei leggere qualcosa di nuovo e magari di non supereroistico.
9) Hai un rapporto molto diretto e aperto con gli ammiratori proprio grazie ai social network: pensi sia importante al giorno d’oggi? O ha anche dei lati negativi?
– Sui social network che uso cerco sempre di rispondere a tutti nel più breve tempo possibile.
Se qualcuno ha speso del tempo per scrivere sulla mia bacheca quanto gli è piaciuto il mio ultimo fumetto mi sembra carino e giusto rispondergli. Per quanto riguarda la mia vita privata, invece, mi reputo una persona molto riservata e non mi piace parlare di me o dei miei cari sui social. Per questo nella mia bacheca non si vedono molte foto mie e della mia famiglia, ad esempio.
Secondo me oggi si è perso un po’ il fascino dell’autore di fumetti. Quando ero giovanissimo (non troppo tempo fa eh…) non c’era internet e per vedere o parlare con gli autori eri costretto ad andare alle fiere, li vedevi dietro ai tavoli irraggiungibili e importanti come degli attori hollywoodiani che si concedevano con piacere agli autografi e a pochi sketches. Ricordo con piacere la volta che incontrai John Romita Jr. a Lucca mentre stava andando a mangiare e gli strinsi la mano farfugliando qualcosa in italiano (mentre lui magari mi stava mandando a quel paese). Non lo dimenticherò mai.
10) Domanda super-classica ma che stuzzica sempre gli appassionati: su quale personaggio e con quale autore ti piacerebbe lavorare? Non hai limiti, puoi attingere da ogni contesto. E, per il personaggio che citerai, quale storia vorresti raccontare? In quale situazione vorresti calarlo?
– Spider-Man sempre e comunque. Ghost Rider, Wolverine, Batman, Nathan Never potrei andare avanti all’infinito. Con che scrittori? Greg Rucka, Mark Millar, Garth Ennis, Stefano Vietti ecc… Ce ne sono un sacco.
Se dovessi scegliere vorrei fare qualcosa di veramente dark e “pesante” insieme a Greg su Spider-Man, una sorta di Spider-Man MAX. Quest’anno, poi, mi piacerebbe riuscire a fare qualcosa di mio.
11) Il lettore di solito ammira l’opera dei suoi autori preferiti, “conosce” Greg Rucka, Mark Waid, Andy Diggle, per come essi emergono dalle loro sceneggiature. Ma come sono queste persone nella vita di tutti i giorni? Scherzano, si arrabbiano, pasticciano? Te la sentiresti di condividere con noi qualche aneddoto?
– Non è così scontato che disegnatore e scrittore si parlino durante la lavorazione di un fumetto. Ci sono sceneggiatori a cui non ho mai detto neppure “ciao”. Solitamente è l’editor a tenere tutti i contatti.
Greg è sicuramente l’autore con cui ho avuto ed ho più contatto.
In una pagina Greg mi descrisse la scena di Punisher che sparava come un pazzo con un M60… un’immagine iconica del personaggio con il suo vecchio costume. Io cambiai l’M60 con una mitragliatrice Vulcan. Quando mandai la bozza della pagina seguirono circa una ventina di mail di risate tra me, Greg e Steve (Wacker l’editor della serie)… la prospettiva e la forma dell’arma davano l’idea di un enorme attributo che sparava proiettili. Tra le risate generali decidemmo di tornare alla versione con M60… e quando lo feci smisi di ridere, stavo rifacendo un’intera pagina…
12) Oltre a quelli di cui abbiamo già parlato, puoi dirci qualcosa sui tuoi progetti futuri? Cosa bolle in pentola? La Casa delle Idee sta puntando forte su di te, questo è un dato di fatto.
– Al momento sono ancora impegnatissimo con “The Omega Effect”, poi riprenderò sicuramente in mano il mio Punisher. Con la Marvel comunque non si è mai sicuri di nulla. Avevo appena finito di rispondere ad una domanda come questa (in un’intervista che apparirà su Devil & i Cavalieri Marvel #1) dicendo che avrei lavorato solo a Punisher quando mi hanno proposto il crossover con Devil e Spidey. Quast’anno vorrei riuscire a stampare anche il mio primo sketchbook, lo sto rinviando da troppo tempo.
13) Per concludere, vuoi dire qualcosa ai tuoi fan e a DC Leaguers?
– Grazie per il supporto, sempre e comunque. Spero che il nostro Punisher vi piaccia.
“Non c’è cattivo più cattivo di un buono quando diventa cattivo!”
Ciao Marco, e ancora grazie per il tempo che ci hai dedicato!
– Grazie a voi!!!
Intervista a cura dello staff di DC Leaguers, contatti con l’artista tenuti da Jacopo Pallaga e impaginazione di Marco Cecini.