GG Studio è una di quelle realtà editoriali che non hanno paura di sperimentare. Negli ultimi anni le collaborazioni con la Casa delle Idee e il numero delle produzioni proprie di questo editore sono cresciute esponenzialmente, al punto da riuscire persino nell’ambizioso tentativo di sbarcare negli States mettendosi a confronto con il mercato di fumetto occidentale più ampio del mondo.
A settembre GG Studio imprimerà una svolta netta alla sua politica, e lo farà grazie ad una miniserie, Extinction Seed, che nelle intenzioni dell’editore si configura come un vero e proprio “big bang” editoriale dal quale prenderanno vita (inizialmente) tre nuove serie e un innovativo universo narrativo, integrato e in espansione.

Il team cui si è chiesto di lavorare a questo “punto 0” per il nascente universo GG Studio è italianissimo e di indiscutibile valore, a partire daDavide Aicardi, cui sono affidate le sceneggiature della miniserie, passando per i disegni di Livia Pastore e i colori di Alessia Nocera, il tutto sotto la supervisione creativa di Giuliano Monni e senza dimenticare l’azzeccatissimo character design di Giuseppe Cafaro.
“Il Seme dell’Estinzione” è rappresentato dal ritrovamento, nel 1963, di un manufatto di avanzatissima tecnologia e poteri infiniti, un oggetto che potrebbe cambiare per sempre la storia del mondo e di chi dovesse entrarne in possesso. Un oggetto che, chiaramente, scatenerà una lotta senza quartiere dalle conseguenze inimmaginabili.
Tre ragazze, inconsapevolmente e casualmente coinvolte, si troveranno loro malgrado ad essere forse l’ultimo baluardo dell’umanità contro lo scenario dell’annientamento totale.
Questa la trama, a brevissimi cenni, giusto quanto basta per introdurvi alla bellissima intervista che l’amico Davide Aicardi ha voluto concedere a noi di DC Leaguers: sentiamo dalle sue vive parole di cosa tratterà questo progetto, cosa ha spinto GG Studio a un’idea tanto ambiziosa, e per quale motivo un lettore italiano dovrebbe prenotare dal preview USA di Diamond questa miniserie in uscita a settembre. Enjoy!

Probabilmente tramite questa esperienza coronerai il sogno di una vita: pubblicare negli USA una serie propria è un’opportunità che non è frequente per uno scrittore italiano, anzi, è proprio una rarità. Come ti senti? Puoi dirci qualcosa in più sulla genesi di questo progetto?

Pubblicare negli USA per uno sceneggiatore italiano è raro, sì, ma altri lo hanno fatto brillantemente prima di me. Penso, per esempio, a Francesco Artibani e Michele Medda con il loro ottimo X-Campus, che ha riscosso un buon successo di critica e pubblico anche in suolo americano, appunto. Io spero di cavarmela dignitosamente almeno, e mi sento… piccolo, direi. Un piccolo autore davanti a un mercato e a un paese immenso e pieno di possibilità. Ma sono pronto a crescere e ad accettare ogni tipo di critica e sfida futura. Extinction Seed nasce dall’esigenza precisa di Giuliano Monni (CEO del GG Studio) di creare un universe nuovo e coerente a cui ricondurre, d’ora in avanti, tutte le pubblicazioni della casa editrice. Quando mi ha parlato per la prima volta del progetto (a Lucca 2009) mi chiese di creare un crossover evento, dal quale poi sarebbero nate 3 serie regolari, per gettare le basi di questa operazione. Giuliano aveva in mente già molte cose in merito: argomento, ambientazione, tipologia dei personaggi… e aveva raccolto tutto in numerosi e giganti file word che, pian piano, mi sono studiato e dai quali sono partito per creare la mini serie. Solo una nota, in chiusura: i sogni di uno sceneggiatore son molti. Pubblicare negli USA è sicuramente fra questi. Rilancio anche quello di scrivere un film diretto da Jean-Pierre Jeunet un giorno … chissà che non ci legga e apra l’elenco del telefono di Milano per chiamarmi.

Come ci si sente ad affrontare il progetto “Extinction Seed”, studiato per un mercato come quello americano che, data la sua vastità ed il filone in cui la serie si va ad inserire, può risultare estremamente competitivo? Ossia, vista la grande offerta nel genere supereroistico, quali saranno le peculiarità che porteranno questo progetto a distinguersi rispetto ad altri prodotti?

Prima di tutto una precisazione: ES non è un fumetto supereroistico. Ci sono influenze fantasy, sci-fi e dei più classici racconti di avventura. Qualche personaggio dotato di un talento molto particolare, è vero, ma nessun supereroe. Non per ora, almeno. La vastezza e la competitività di quel tipo di mercato, hanno influenzato il progetto fin da subito. Giuliano ha ben chiara qual’è la nicchia dove dobbiamo inserirci, quali sono i competitor diretti e, di conseguenza, le caratteristiche che la nostra mini serie doveva avere. Non è un caso che le protagoniste siano tre ragazze, come non è un caso che gli argomenti trattati, pur essendo la serie ambientata negli anni ’60, siano di estrema attualità. Anche dal punto di vista contenutistico, la conoscenza millimetrica che Giuliano ha del mercato americano, ha aiutato a non commettere errori banali e ad aggiustare il tiro in alcune occasioni. Può suonare strano, ma si è voluto creare un prodotto adatto al mercato USA, che non perdesse alcune caratteristiche peculiari della narrazione a fumetti europea. Mi riferisco in particolare a quello che mi riguarda, ossia la complessità e tridimensionalità dei personaggi coinvolti e a un contenuto forte delle storie. Si può dire che Extinction Seed sia una sfaccettata anima europea che agisce in un agile e felino corpo americano. Penso sia questo che porterà Extinction Seed a distinguersi dagli altri prodotti. Questo è le taglie di reggiseno delle nostre eroine due volte più grandi delle altre attualmente in circolazione, ovviamente.

Visto il tuo curriculum che spazia tra fumetti, adattamenti, serie tv ed animazione, con argomenti molto disparati (si va da Italo Calvino all’horror), quali sono i mezzi espressivi che prediligi, con quali trovi la maggiore confidenza e quali sono le diverse potenzialità (ed i limiti) che ognuno di essi offre?

Se parliamo di Italia, territorio dove io mi muovo prevalentemente, sicuramente i mezzi espressivi che più amo e che maggiori possibilità offrono a noi autori, sono i fumetti e i cartoni animati. Questo è ovviamente catalizzato dai mezzi produttivi impiegati per la realizzazione finale. Al cinema o in televisione, un’esplosione o un’astronave che decolla, hanno un costo molto elevato. Nei comics o nel cartoon, il costo è sempre lo stesso… si può fare tutto!

Come cambia il modo di lavorare fra l’Italia e gli Stati Uniti? Hai notato differenze eclatanti? Pensi che possa essere un mercato accessibile agli scrittori del nostro paese? I disegnatori italiani che lavorano oltreoceano sono già tanti e apprezzati, sarebbe bello se questo esperimento schiudesse porte anche ad altri meritevoli professionisti nostrani.

Lo staff di ES è tutto italiano. Il GG Studio ha sede in Italia, a Napoli (leghisti astenersi da commenti). Quindi, dal punto di vista lavorativo, non ho riscontrato differenza alcuna. Di sicuro ci deve essere maggiore puntualità nelle scadenze e negli incastri con i collaboratori (disegnatori, traduttori, coloristi) perché la macchina che si mette in moto deve fare un viaggio molto lungo per arrivare negli USA e quindi ha bisogno di più tempo e di una maggiore precisione nelle coincidenze. Le differenze, come ho detto prima, invece ci sono state nel modo di strutturare la storia, nei contenuti, ma soprattutto nel montaggio e nella scelta della sintesi delle scene. 24 pagine per numero, non sono molte per chi è abituato ad averne e leggerne 96. Sicuramente quel mercato è accessibile agli scrittori del nostro paese. Deve esserlo. E anzi, quando le serie regolari andranno avanti, sarà premura sia mia che di Giuliano trovare abili penne che possano affiancarci in questa avventura. Per i disegnatori (mannaggia a loro) è più facile perché a presentarli, a parlare, è il segno. Un disegno, piace o non piace, non ha ostacoli di traduzione. Per gli sceneggiatori questo problema invece c’è e rimane. ES si avvale della collaborazione di due traduttori e adattatori espertissimi e bravissimi come Adam McGovern e Andrea Plazzi. Sono loro che fanno tutto il lavoro, in realtà.

Come giudichi il mercato indipendente americano attuale? La tua esperienza al timone di una serie creator-owned può definirsi positiva?

Non lo giudico. La parola “indipendente” non mi piace in Italia, come negli USA. Capisco che indichi un certo tipo di circuito, lontano dalle major e magari fuori dalle grandi distribuzioni, ma se un prodotto è valido, lo rimane in qualsiasi circuito sia di casa. Penso a lavori come Maus, Bone o Cerebeus. Non mi viene da associarli alle major. Eppure sono capolavori indiscussi e indiscutibili. La mia esperienza è positivissima! Sto imparando, sto scrivendo, sto per sbarcare in America (come Fievel). Osservo curioso, come un bimbo, tutti i passaggi sia editoriali, che pubblicitari, che di marketing. Quando posso, agisco direttamente, ma per lo più, esclusa la parte creativa ovviamente, mi diverto a scrutare in silenzio.

C’è un fumetto, un libro o un film a cui ti sei ispirato per la tua storia? C’è un filone narrativo in particolare cui vuoi ammiccare tramite “Extinction Seed”? E perché hai scelto quel tipo di ambientazione?

Come ho già detto, l’ambientazione è uscita naturalmente dagli appunti di Giuliano. L’idea di partire dagli anni ’60, è per dare una continuità narrativa alla storia, non di ES, ma del mondo intero. Tutto quello che succede oggi, ha avuto le basi nel passato. Creare un universe non è cosa facile. Così facendo ho l’illusione di averlo creato più vero, vivo e credibile. Non c’è un riferimento preciso utilizzato per scrivere Extinction Seed, non razionale almeno. Ma credo che dentro ci sia finito molto di quello che mi piace e ho visto e letto negli ultimi anni. Non ho trascurato la mia vena di scrittore di sitcom per caratterizzare alcuni personaggi, veramente cinici e sarcastici come piace a me. In quanto al filone narrativo… non vorremmo ammiccare a niente. Anzi, vorremmo crearne uno con un seguito e un riscontro del tutto inediti e nuovi.

Quali sono le caratteristiche che preferisci accentuare nella caratterizzazione dei personaggi? Che dinamiche leggeremo fra i protagonisti di queste serie? Ti sei divertito a sperimentare?

Ogni personaggio ha le sue caratteristiche ovviamente. Caroline, la giovane studentessa, ha dei tratti più cinici, come dicevo prima. Cynthia, la fotografa d’arte, è più ironica. Cathryn, dipendente della Casa Bianca, è più quadrata e sobria. Ognuna di loro ha una dinamica di conflitto con un altro personaggio della serie. Qualcosa di irrisolto. Qualcosa di sospeso. Ma la vicenda di ES metterà in standby tutte le loro situazioni personali, per scaraventarle in un’avventura da cui dipende il destino dell’intero mondo. La parte che più mi interessa è capire come reagiscono le loro caratteristiche più umane e normali, a questo evento catastrofico. Mi sono divertito molto a sperimentare e scriverle, soprattutto per il montaggio, non lineare, con cui si è scelto di raccontare tutta l’avventura.

Qual’è il tuo autore di riferimento?

Un autore solo? Non è possibile. Ogni sceneggiatore ne ha sempre almeno… mille! Al momento segnalerei Grant Morrison, Brian K. Vaughan e Bob Kirkman.

Ci puoi anticipare quale argomento tratterà il fumetto e quale sarà la trama a grandi linee? Senza entrare troppo nel merito, ma prova a ingolosirci un po’ sul perché dovremmo leggere questa storia.

L’argomento principale è la fine del mondo. Annunciata? Imminente? Bufala? Verità? Così come nella realtà, c’è chi ci crede e chi ne è coinvolto direttamente, chi la ignora e la snobba, chi invece vi rimane travolto suo malgrado. Le nostre tre eroine rientrano ognuna in una di queste categorie, ma come nelle storie che si rispettano, che l’eroe sia pronto o riluttante, quando l’avventura chiama, bisogna rispondere. Dagli articoli e dalle interviste in rete, ormai la trama sta venendo fuori sempre di più. Invece è importante il perché si dovrebbe leggere questa storia. Direi perché rappresenta di fatto la nascita di qualcosa di nuovo: un universo narrativo neonato, come abbiamo già detto, ma soprattutto un esperimento editoriale totalmente made in Italy che si propone di camminare con le sue gambe sulle tortuose strade ‘mericane. E sarebbe bello che nel giro di qualche tempo, non camminasse più da solo.

Com’è il rapporto col disegnatore? Ti è stato proposto dalla casa editrice o è una tua scelta?

La bravissima Livia Pastore (così come l’eccellente colorista Alessia Nocera), sono virgulti tirati su da Giuliano all’interno dello Studio. È stato lui a proporle ed è lui che le segue quotidianamente nei vari passaggi grafici. Quando mi è stato mostrato il loro lavoro però, è stato come se le avessi scelte io. Non avrei potuto trovare qualcosa da ridire nemmeno analizzando le tavole per un giorno intero (cosa che, tra l’altro, ho fatto).

Come si raggiunge una sinergia totale con il proprio collaboratore? Cosa pensi della nuova tendenza USA (che sta prendendo piede specialmente alla DC) che affida agli artisti non solo i testi, ma anche i disegni?

Noi parliamo moltissimo. Con Giuliano prima, che quindi se si trovasse a dover risolvere problemi di interpretazione dello script ha la risposta pronta, e con Livia poi, nel caso ci fossero ulteriori chiarimenti, cambi al volo o precisazioni. Avendo una supervisione così presente e puntuale, il resto viene da se. Sembra che tutto sia sempre accordato per tempo, risolto prima ancora che il problema si presenti. Per cui raggiungere la sinergia, diventa facile. Frank Miller ci ha dimostrato che si può scrivere e disegnare benissimo allo stesso tempo. Se la qualità è quella, ben venga la tendenza della DC. Ma se devo rispondere sinceramente, non penso ci siano molti autori completi della caratura di Miller. Per cui, sono scettico. Ma se qualcuno volesse affidarmi una storia completa, testi e disegni, io la prendo (so disegnare solo gli omini a fiammifero, ma se fa figo…).

“Gli scrittori devono scrivere sempre”, ha dichiarato di recente Jason Aaron: qual è il tuo rapporto con la scrittura? Come e quando scrivi? Da dove trai l’ispirazione?

Scrivo sempre. Sempre e comunque. Finchè non ho finito il lavoro, risolto la consegna. Quando non scrivo, penso a come risolvere la scena successiva o a come ricominciare il lavoro. La ricerca dell’ispirazione, dopo tutti questi anni, è qualcosa di difficilmente isolabile. Non so dire dove la trovi. A volte, spesso, arriva proprio non cercandola… quando penso ad altro. Comunque capisco Jason Aaron. Probabilmente anche lui ha un affitto molto alto, proprio come il mio.

Hai sottolineato come la creazione/produzione di questa serie sia totalmente pensata e tagliata sulle esigenze del mercato USA attuale, che sta comunque vivendo un momento di generale contrazione delle vendite. Pensi sia davvero possibile ritagliarvi uno spazio in un mercato dominato dalle major? Anche se, come hai giustamente sottolineato, i prodotti validi quasi sempre trovano la loro strada.

Pensare di andare a competere con L’uomo ragno o con Batman sarebbe da folli. Bisogna capire qual è la proprio nicchia, i propri competitor e inserirsi inizialmente in quel contesto. Poi, se il prodotto è valido e funziona, il resto viene da se. Se io, ma più che io l’editore, non avesse pensato che un buon risultato sia possibile, non starebbe investendo in questo progetto.

Le protagoniste della vostra storia saranno 3 donne. Ci sono figure femminili (anche extra-fumettistiche) a cui vi siete ispirati nella caratterizzazione? E’ comunque una scelta coraggiosa, dato che le regular con protagoniste femminili (basta vedere la rapidità con cui chiudono testate scritte anche da autori blasonati, come “Spider-Woman” di Bendis/Maleev) fanno spesso più fatica a conquistare le simpatie del pubblico e ad avere vendite soddisfacenti.

Credo che l’errore sia nello scrivere personaggi femminili stereotipati e tagliato con il coltello. Oppure non scriverli affatto, affidandosi solamente alle loro belle chiappe sode e ai seni torniti. Se i personaggi femminili sono ben scritti e sfaccettati, possono essere molto più interessanti dei personaggi maschili. Da subito il GG Studio ha voluto puntare su questa qualità di scrittura più tipicamente europea. Detto questo, adoro Bendis. E adesso mi hai messo nel panico…

Lo scenario scelto per la vostra storia sarà prettamente apocalittico, con “la fine del mondo”, vera o presunta che sia, in arrivo. Pensi che queste ambientazioni “catastrofiche”, che esplorano la paura degli esseri umani di fronte a eventi incontrollabili e inaspettati, siano in realtà lo specchio di un mondo senza certezze? La “paura” esplorata da diversi punti di vista sembra essere dominante nelle produzioni fumettistiche recenti, basti pensare alla Marvel di Quesada, a Green Lantern, o a un prodotto popolare come “The Walking Dead”.

Per essere onesti, umanamente ma anche drammaturgicamente, credo che la “paura” vada utilizzata come uno qualsiasi degli stati d’animo propri dell’uomo. L’amore, la curiosità, la noia e tutte le altre sensazioni che bene consociamo, se sono parte di un personaggio tridimensionale che le affronta e vive nei diversi momenti della sua vita, non sono un problema. Il problema nasce quando si incentra tutta una storia (e a volte anche cose più importanti come le scelte di un governo, purtroppo) sulla strumentalizzazione della paura. Quindi, sì, l’incertezza per il futuro fa parte di questa epoca storica più che mai. Ma ne fanno anche parte lo spirito di iniziativa e la voglia di rinnovamento. Non credo, e spero che non sia così, che si basino interi cicli narrativi solo su un vicolo cieco senza via di fuga come la paura del domani. Ma credo fermamente che l’uomo sia di fronte a un bivio. Se in un film, in un fumetto o in un libro, trova un’indicazione su che direzione prendere, ben venga. Se il messaggio è: “siamo spacciati!”, almeno a me , quella storia non piacerebbe. Quindi evito di scrivere andando in quella direzione.

Trama e personaggi sono ovviamente essenziali nella costruzione di un fumetto. Qual è il tuo punto di partenza? Quale aspetto ti interessa di più, se ce n’è uno? Sono i personaggi che determinano le tue trame o viceversa? Come si costruisce un equilibrio perfetto fra i due aspetti?

Personalmente mi piacciono i personaggi apparentemente integri, impenetrabili e duri, che poi mostrano lentamente i loro punti deboli. Diventano umani andando avanti con la lettura. Spero sempre che siano i personaggi a portarmi nella storia, e non viceversa, perché in questo modo vengono scritte le storie più vere e più sentite. Solitamente procedo individuando i turning point della vicenda sulla trama orizzontale per poi farmici portare dai personaggi nel modo più naturale possibile. La ricetta per l’equilibrio eprfetto, ahimè, non ce l’ho. Ma se qualcuno in un’altra intervista, ve l’ha svelata, per favore, giratemi il pdf!!!

C’è qualcosa che ti senti di aggiungere per i nostri lettori? Due righe per convincerli a leggere Extincion Seed.

ES è la storia di un universo che muore. Ma per noi è solo la scusa per far nascere un altro universo, quello del GG Studio, che prenderà vita con l’ultimo numero della mini serie. È un universo che nasce in Italia e vuole muovere passi importanti in un territorio come gli USA. Nessuno merita credito a priori, ma se proverete a seguirci fin dal numero zero (che potete ordinare direttamente dal catalogo preview Diamond nelle vostre fumetterie di fiducia) sono sicuro che rimarrete con noi fino alla fine, e inizierete a fare il tifo perché questo piccolo Davide (che non sono io) del fumetto riesca a farsi valere con il Golia contro il quale sta per andare a scontrarsi. In chiusura, vorrei davvero ringraziare alcune persone che mi hanno seguito e mi seguono in questa avventura. Giuliano in primis. Grazie per la fiducia e il supporto. Liri che legge, corregge e sorregge. Carlo Chendi, grande maestro, leale amico e abile promotore della mia persona. Francesco Artibani. Lavorare con lui è una continua crescita, oltre che un piacere immenso. Michele Medda per gli sfoghi e il sostegno costante. Maurizio Rosenzweig. Per i consigli e le iniezioni di fiducia. Quando mi tremano le gambe, è lui che me le ferma… solo che lo fa con una dolorosissima mossa di karate!

 

Un sincero grazie a Davide per la sua disponibilità e la sua simpatia, ricordiamo ai nostri lettori che volessero provare il primo numero di questa interessante proposta che il numero 0 è già disponibile in pre-order dal preview Diamond di Settembre 2011!