Testi: Peter Milligan
Disegni: Chris Bachalo
Edizione originale: Shade, the Changing Man, Vertigo Comics, serie di 70 numeri:
Ristampa in TP (ferma a tre): The American Scream (#1-#6, 168 pagine)
The Edge of Vision (#7-#13, 192 pagine)
Scream Time (#14-#19, 176 pagine)
Edizione italiana: DC Comics Presenta 8-11 e Shade L’uomo psichedelico 1-12, Comic Art (si interrompe al #23, ormai esaurita e di difficile recupero)

 

WHO IS THE CHANGING MAN?

Già. Chi è Shade, questo personaggio, membro della Justice League Dark e presente in Flashpoint? Ammettetelo, leggendo le news riguardanti il Reboot della DC o dando un’occhiata ai titoli sopracitati, vi è venuta un po’ di curiosità riguardante Shade. Questo mio articolo vuole essere una rapida presentazione del personaggio e anche recensione delle storie da me lette.

Andando per ordine, Shade (da non confondersi con l’affascinante ladro gentiluomo di Starman!) viene creato nel 1977 per la DC dal grandissimo Steve Ditko, noto per creazioni quali l’Uomo Ragno, il Dottor Strange, molti personaggi della Charlton (il suo The Question è stata la principale fonte d’ispirazione per Rorschach, eh!) e Creeper. Questo bizzarro personaggio ha una testata (Shade, the Changing Man appunto) che dura solo per 8 sfortunati numeri, nonostante Ditko sia riuscito a ben definirne le caratteristiche: Rac Shade è un fuggitivo del pianeta extra-dimensionale Meta che possiede la “M-Vest” (o “Miraco-Vest”), indumento magico che gli permette di proiettare un campo di forza e incutere una visione allucinata e grottesca di sé stesso a chi lo guarda.

La trama sommaria di questi otto episodi vede Shade, accusato ingiustamente di tradimento, fuggire dalla propria dimensione sulla Terra e affrontare le autorità di Meta che lo inseguono, oltre a edulcorati supercriminali. Dopo questi 8 numeri, il “Changing Man” cade nel dimenticatoio, per poi essere ripescato negli anni ’80 in una run della Suicide Squad, divenendo membro della squadra e anche apparendo brevemente in Crisi sulle Terre Infinite.

Il buon Rac Shade sembrerebbe finire nuovamente nell’oblio, finché, all’inizio degli anni ’90 in piena “British Invasion”, lo scrittore Peter Milligan e il disegnatore Chris Bachalo lo riprendono per una nuova serie, stravolgendo totalmente il personaggio, dimenticando le atmosfere supereroistiche di Ditko e affrontando temi considerati maturi. Il processo svolto da Milligan e Bachalo è simile a quello che, in quegli anni, stavano attuando molti scrittori britannici ai supereroi della DC. Shade, the Changing Man diventa così un titolo Vertigo.

Benché non sia mai stato un best-seller come SandmanPreacher o Animal Man, la serie di Milligan e Bachalo diventa un cult, ritagliandosi una nicchia di fedeli lettori che gli permette di durare ben 70 numeri. Le storie di Milligan hanno elementi surreali e allucinati e tratta temi scottanticome l’assassinio di JFK, la transessualità, alcolismo e droghe via discorrendo.

I disegni di Bachalo esaltano certamente Shade, ma in tutto questo va anche menzionato l’artista Brendan McCarthy, amico di lunga data di Milligan, che ha disegnato le copertine della serie e lo sketch iniziale del personaggio, con scelte perfette per la testata. Egli ha utilizzato tratti a volte chiari e a volte sporchi, ma che col passare dei numeri deviano sempre di più verso lo psichedelico, incorniciando adeguatamente le vicende allucinanti e i toni surreali delle storie (l’immagine sottostante ne è un esempio). Insomma, un fumetto Vertigo fino al midollo.

A partire dal 2003 la DC ha cominciato a ristampare l’intera serie in TP, ma sfortunatamente sembrano aver sospeso queste ristampe dopo il terzo. E’ un vero peccato, perché esse sono un modo comodo per leggersi questo fumetto, ma per ora si può solo aspettare che la DC sblocchi la situazione. I numeri inseriti in questa ristampa vanno dal numero 1 fino al 19 e i volumi sono stati stampati con questi titoli: Shade, the Changing Man: The American Scream (#1-#6), Shade, the Changing Man: Edge of Vision (#7-#13) e Shade, the Changing Man: Scream Time(#14-#19).

Vi ho ammorbato sulla storia editoriale, tediato sulle edizioni americane (poi parlerò brevemente anche di quelle italiane, non vi lascio andare facilmente), ma qual è la trama di questa nuova serie? Eccovela a parole mie: la bella ma disturbata Kathy George sta per assistere alla condanna a morte del serial killer Troy Grenzer. Sono anni che aspetta questo momento, quell’uomo le ha ucciso i genitori davanti ai suoi occhi e ha anche provocato indirettamente la morte del fidanzato. Nel momento in cui la sedia elettrica sta per friggere l’assassino, questi non muore, perché viene posseduto da un’entità che si presenta come Rac Shade, un alieno del pianeta Meta, che ha seguito la “Madness Stream” (Flusso di Follia) per affrontare l’ “American Scream”, la materializzazione di tutta la follia degli Stati Uniti, che ha l’aspetto di uno Zio Sam cadaverico e scheletrico. Suo malgrado, la povera Kathy si ritroverà coinvolta in questa battaglia e dovrà accompagnare Shade in un viaggio “on the road” per tutto il continente Nord Americano, in cui il nostro eroe dovrà cercare di arrestare l’American Scream e la pazzia a stelle e strisce.

Il fatto che Shade si presenti col corpo dell’uomo che le ha rovinato la vita non aiuterà Kathy. Nel primo volume assistiamo all’inizio del loro viaggio: lo scopo di Shade è quello di seguire le manifestazioni di follia in America, perché esse segnano il passaggio dell’American Scream. Questo essere è in grado di rendere reali e tangibili tutte le ossessioni, paranoie e squilibri mentali delle persone. Shade lo può affrontare perché è dotato dello stesso potere: egli ha con sé l’iconica M-Vest (qua “M” sembra stare per “Meta” o più probabilmente per “Madness”), che è in grado di alterare la realtà usando la follia. In poche parole, Shade deve combattere la pazzia con altra pazzia.

Nel primo volume i nostri due eroi dovranno vedersela con un uomo ossessionato dall’assassinio del presidente Kennedy, si ritroveranno in un vero e proprio incubo Hollywoodiano e Rac Shade incontra fisicamente l’American Scream nella “Madness Area” (dimensione che si trova fra la Terra e Meta) dove scopre che il suo vero corpo è morto e rimasto in quel luogo. Alla fine di quell’incontro, probabilmente grazie al potere della M-Vest, Shade cambia il corpo di Grenzer in modo da renderlo uguale al suo. Sotto questo aspetto, la M-Vest appare come un lungo cappotto multicolore e con disegni geometrici bianchi e neri. Questo è l’aspetto iconico del personaggio, mantenuto anche nel DC New Universe. Oltretutto, aiuta anche la sanità mentale di Kathy.

Nel secondo volume vedremo la nostra coppia di eroi affrontare un’entità paladina dei barboni formata di spazzatura e due lunghe storie che vedono Shade vedersela con due agguerriti avversari: un hippie che ha trasformato San Francisco in un paradiso nato dall’LSD e lo spirito di Troy Grenzer, che vuole riprendere il proprio corpo. Entrambe le “saghe” sono importanti perché evolvono il rapporto fra Shade e Kathy (soprattutto la seconda) e viene introdotto il personaggio di Lenny, una ragazza che fa amicizia con i due ma che sembra nascondere molti segreti. Assistiamo anche all’evoluzione della psiche di Shade, infatti per annullare la volontà di Grenzer dovrà anche affacciarsi letteralmente su vari lati nascosti della sua personalità.

Nel terzo volume, per non spoilerare troppo, vi dico solo che ci sarà la resa dei conti fra Shade e l’American Scream… ok sì, ho brutalmente spoilerato, ma qualcosa mi dice che non è l’ultima volta in cui si vedrà l’American Scream (poi magari vengo smentito, eh)!

I testi di Milligan sono brillanti, personalmente sono stato catturato dalla lettura dal primo al terzo volume. Egli riesce a destreggiarsi fra trame complesse a oscure psicologie dei personaggi. Questi ultimi sono caratterizzati magnificamente, ritengo che l’abilità maggiore di Milligan sia quella di rappresentare perfettamente i pensieri, le angosce e le emozioni dei protagonisti. Il rapporto che lega Shade e Kathy è uno dei più straordinari e complessi che mi sia mai capitato di leggere, qualcosa che va al di là della semplice coppia di “compagni-ma-innamorati”.

I disegni di Bachalo poi, man mano che si va avanti coi numeri, sono una vera gioia per gli occhi. Nel primo volume il suo tratto è ancora grezzo e anche un po’ bruttino, ma si vede che ciò accade poiché era ancora alle prime armi e doveva crescere come disegnatore. Nei volumi seguenti trova la sua dimensione, e il suo tratto si fa più raffinato e più adatto alle atmosfere della serie. Insomma, diventa bellissimo a vedersi, ponendolo fra i migliori disegnatori del fumetto americano.

Ora vediamo rapidamente com’è avvenuta la pubblicazione italiana… molto… molto… breve e frammentaria. Copio e incollo (sì, sono pigro!) dalla discussione sul nostro forum su questo fumetto, e vi invito anche a darci un occhio: Shade – The Changing Man

Il testo che apre questa discussione, riguardante la pubblicazione italiana è il seguente:

Pur avendo lo stesso nome e la stessa origine, l’Uomo Cangiante di Ditko e quello di Milligan sono differenti fra di loro. Le storie di Ditko hanno visto la luce in Italia sull’antologico “Il Super Eroe” stampato dalla ormai defunta casa editrice Corno, mentre quelle di Milligan sono state parzialmente pubblicate in Italia dalla Comic Art, sulla testata “DC Comics Presenta” dal numero #8 al numero #11, nel 1993, e successivamente sull’omonima serie di 12 numeri “SHADE, L’Uomo Psichedelico” dal Marzo 1994 al Febbraio 1995, utilizzando la formula “2 storie e mezzo” partendo dall’albo americano numero #14 (in parte su “Shade” #8 e in parte sul #9). Gli episodi dal 25 al 70 sono in Italia inediti.

Piccola osservazione personale: trovo che aver tradotto “Changing Man” in “Uomo Psichedelico” rispetto a un più letterale “Uomo Cangiante” da parte della Comic Art sia una scelta azzeccata e rende molto meglio il personaggio e i toni della serie.
Come ultima chicca, che mi sono ricordato giusto ora, segnalo anche che Shade è riapparso su Hellblazer sulla run di Milligan. E’ ovvio che questo scrittore è affezionatissimo al personaggio, dato che lo sta riutilizzando in molti dei suoi attuali lavori in casa DC.

Insomma, a parte la sfortuna di non poterselo leggere completo in italiano, io vi consiglio di recuperare questo fumetto, un vero classico della Vertigo degli anni d’oro. In italiano (quasi impossibile) o in inglese dovete provare a leggerlo, vi regalereste momenti puramente deliranti. Oltre a un fantastico fumetto.