Oscure Alleanze

Mag 4, 2010

Testi: Howard Chaykin
Disegni: Howard Chaykin
Albi originali: Batman – Dark Allegiances (albo unico – 1996)
Edizione italiana: volumetto speciale, omonimo, edizione Play Press

Quando la gente guarda l’Italia di Mussolini o la Germania di Hitler, e dice che qui non può accadere… ricordo la visione di un’ondata di poliziotti vestiti di blu che sciamano su una linea di uomini disarmati. E so che il fascismo ha trovato posto anche da noi.

Quella di Chaykin è un’opera fortemente politicizzata. Perché Howard è uno che le cose non le manda a dire. E quando le urla, le urla a squarciagola.

Oscure Alleanze, oggi colpevolmente dimenticato dai più, è probabilmente uno degli Elseworlds (storie immaginarie) più interessanti prodotti su Batman, avendo in sé un sottotesto che difficilmente lascia indifferenti. Da una parte abbiamo la classica (per questo tipo di fumetti) ri-scrittura dell’universo narrativo batmaniano, una storia che vede l’Uomo Pipistrello immerso in un 1938 nel quale i suoi più classici avversari sono calati nel contesto sociale e politico di allora. Ecco quindi come il Pinguino diventi un produttore cinematografico dal dubbio passato, Due Facce un senatore sfigurato che aspira alla Casa Bianca e Lui, il Clown Principe del Crimine, un Reverendo che guida il Ku Klux Klan. Del complotto politico ordito dai tre personaggi non c’è bisogno di scrivere, lo leggerete da soli. Quello che ci preme è portare alla luce il secondo livello di lettura della storia, ovvero quello politico.

I Batman sono solo una risposta bolscevica all’eroismo della legione bianca.

Questa battuta riassume il modo in cui alcuni personaggi di Oscure Alleanze vedano Batman, e probabilmente lo stesso fa Chaykin, con la differenza che per lui questa è una cosa positiva (laddove per Due Facce, tale affermazione era un insulto). L’autore ci mostra un’America in cui la xenofobia, il razzismo e l’antisemitismo stanno prendendo il sopravvento, penetrando capillarmente nella Società (non a caso Joker, capo del KKK, è un reverendo, ovvero un uomo di Chiesa). Bruce Wayne, per sua stessa ammissione, ha capito come sia inutile continuare nella caccia ai piccoli criminali, i borsaioli e i ladruncoli, poiché il Problema sta da un’altra parte (come direbbe il protagonista di V for Vendetta “C’è qualcosa di profondamente sbagliato in questo Paese”). Sente l’esigenza di fare qualcosa per cambiare l’ordine costituito, un ordine che gli piace sempre meno, che sta spingendo gli USA verso un panorama terribilmente simile all’Europa di quegli anni. E per questo egli indossa la maschera. Perché altri non possono.

Volete sapere cosa non va in questo paese? Franklin Delano Rosenfeld…il cane dei Rotschild, che ha rubato la Casa Bianca.

È questo che Joker e soci non riescono a sopportare, è questa “mollezza” che ha colto la Nazione, questa dislocazione a Sinistra che mina una Società ora in grado di sfuggire al loro controllo. Batman nelle mani di Chaykin si libera quindi di ogni possibile rilettura destrorsa (che spesso invece lo accompagna), viene riproposto come il figlio di due medici uccisi dalla polizia perché avevano curato un anarchico; e deciso si erge a paladino di ebrei, neri, omosessuali, protettore di tutte le minoranze che voce non hanno per farsi sentire. Urlerà lui per loro. Urlerà Howard Chaykin.

Se questi sono gli elementi che rendono narrativamente prezioso l’Elseworld in questione, altrettanto superba è la parte grafica, curata da uno di quegli illustratori che negli anni ’80 hanno fatto fare un grande balzo in avanti al Fumetto USA. Una regia delle tavole convulsa e sperimentale, ancora oggi innovativa, unita ad un tratto morbido e seducente, in grado di far “recitare” tutti i personaggi come nessun osannato Jim Lee è mai stato in grado di fare. Una cura estrema per scenografie ed accessori, tutti rigorosamente retrò, in grado di farci sentire i suoni e gli odori di quel 1938. Una volontà di battere nuove strade e nuovi territori che da sempre contraddistingue l’autore di capolavori come American Flagg!, Time2 e Blackhawk.
Un’opera stratificata, insomma, da leggere più volte per cogliere le numerose sfumature che la costituiscono, per capire appieno ciò che Chaykin ci sta dicendo. E per capire come un uomo, da solo, non possa fare la differenza. Ma può almeno provarci.