Monster

Apr 19, 2012

Autore: Naoki Urasawa
Disegnatore: Naoki Urasawa
Anno di pubblicazione giapponese: 1995
Anno di pubblicazione italiana: 2003,2011
Pubblicazione Italiana: 18 volumi, 9 volumi (edizione deluxe)
Casa Editrice: Planet Manga
Prezzo: € 4,00, 12,90 (edizione deluxe)
Tipologia: Seinen
Genere: Drammatico, Mistero, Psicologico, Thriller

Trama: Salvare vite umane è il mestiere di ogni medico. Un medico ha il dovere di considerare tutte le vite allo stesso modo, perché nessuna esistenza vale più di un’altra. Questo è quello che pensa il protagonista di questo straordinario manga, il giovane dottore giapponese Kenzo Tenma, questo è il suo imperativo categorico e allo stesso tempo la sua croce. Cosa succede a questo medico idealista e sincero quando si trova a combattere con le dinamiche di potere all’interno della clinica Eisler di Dusseldorf, cosa succede quando un giorno decide di salvare la vita di un bambino piuttosto che quella del sindaco della città, contravvenendo alle direttive del direttore Heinemann (che è anche il padre della sua ragazza, Eva), cosa succede quando si accorge che questa sua scelta ha risvegliato un mostro?

“Vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa un titolo blasfemo… […] Allora la terra intera presa d’ammirazione, andò dietro alla bestia e gli uomini adorarono il drago perché aveva dato il potere alla bestia e adorarono la bestia dicendo: “chi è simile alla bestia e chi può combattere con essa?” (Apocalisse di Giovanni 13, 1- 4)

Non vorrei scadere nel banale e parlarvi di quest’opera dal punto di vista di ciò che è chiaro e palese a tutti, e cioè che ci troviamo davanti ad un thriller.
Piuttosto vorrei presentarvela come un’opera molto più intelligente, che SI SERVE del thriller, come genere amatissimo dal grande pubblico e perciò intrigante a prescindere, per raccontate una vicenda che è gli antipodi.
“Monster”, in verità, è una storia dal grande spessore umano che poggia su colonne portanti come l’esaltazione massima del valore della vita, il perdono e il senso di giustizia.
Per quanto il racconto sia ricco di personaggi, situazioni intricatissime, luoghi ed eventi, tutto è costantemente pervaso da un fortissimo senso morale di cui Kenzo Tenma è l’esempio più palese, ma non per questo unico; moltissimi dei personaggi, anche secondari, ovviamente anche grazie alla grandissima bravura di Urasawa che ama concentrarsi su ognuno di loro approfondendoli e donandogli spessore, salvandoli dal semplice ruolo di comparsa, diverranno allegorie di sentimenti umani che tenderanno ad essere d’esempio verso la storia e verso il lettore.
Questo non significa che siano perfetti: ognuno di loro non è mai totalmente buono o cattivo ma ognuno si evolverà, soprattutto attraverso i propri errori, verso una tipologia piuttosto che l’altra.

La vera arte di “Monster” stà nell’utilizzare il male, la violenza, la cattiveria, il cinismo, come efficace mezzo per l’esaltazione massima di tutto ciò che di elevato c’è nascosto in noi.
Tenma, ad esempio, incarna l’uomo che tende all’eroe, non inteso come luogo comune di protagonista che alla fine sconfigge il male, quanto più come uomo che eleva se stesso attravero i valori in cui crede; salva vite per lavoro, ma crede anche nel significato profondo che se ne cela dietro.
Per lui tutte le vite sono uguali e degne d’essere salvate indipendentemente dal ruolo sociale, senza distinzioni, e per coerenza, per continuare ad essere realizzato e felice con se stesso, sacrificherà tutto ciò che la società capitalistica in cui è immerso poteva offrirgli… fama, denaro e potere.
Addirittura tenterà di diventare un assassino, la nemesi totale di ciò che vorrebbe essere, pur di far fronte all’errore, seppur indiretto, commesso; si farà carico di una missione per salvare altre vite umane innocenti, per non far commettere ad altri un’errore imperdonabile, pur sapendo che compiere un’omicidio significherà perdere irrimediabilmente se stesso per sempre.
Ma non riuscirà mai a premere il grilletto, non riuscirà mai ad uccidere.
Consumato da questa afflizione sia mentale sia fisica, come se questo peso fosse anche una sorta di virus che corrompe Tenma anche al di fuori, e che Urasawa ci mostra attraverso i suoi spledidi disegni, non arriveremo mai al gesto estremo, ma anzi, attraverso un finale meraviglioso e prerfettamente in linea con il senso vero che ho tentato di descrivervi in queste righe, si compirà uno splendido gesto di perdono e d’amore, che renderà la vicenda come infinita, come circolare, come se dalla fine si potesse riprendere idealmente la lettura dall’inizio, perchè il valore della vita non può essere scalfito da nessuna colpa.

Dal punto di vista narrativo ci troviamo di fronte ad un mosaico di personaggi e sottotrame veramente ben congegnato.
E’ abbastanza difficile ricordare tutto, soprattutto nella prima parte del manga in cui i riferimenti spaziali, e soprattutto temporali, saranno tanti.
Ad arricchire ancora di più questa riuscita struttura narrativa Urasawa compie l’ardita scelta di “spezzare” ad intervalli la storia, allontanandosi temporaneamente da Tenma per permettere l’entrata in scena di nuovi importanti personaggi.
Personaggi che non saranno mai comparse, ma pedine importanti di un disegno più grande in cui ognuno ha il spazio e il suo compito da portare a termine al fine di svelare i misteri sul personaggio fulcro, Johan Ribert.
In questo è possibile notare un mezzo passo falso di Urasawa che per quanto si sforzi di far sembrare tutto molto casuale, in realtà esaspera eccessivamente negli incontri fortuiti, in quanto nessun soggetto sarà mai estraneo ai fatti, ma tutti tenderanno a portare i protagonisti verso una meta ben precisa.
Ad impreziosire il tutto troviamo una serie di riferimenti religiosi e fiabeschi inseriti allo scopo di conferire un tratto archetipale alla vicenda: nell’immaginario collettivo la figura di Johan passa da un vampiro ad un alieno, ad un potenziale secondo Hitler e infine il Diavolo in persona (le allusioni alla figura dell’Anticristo sono molteplici)
Le fiabe, che giocano un ruolo anch’esse importantissimo nel conferire un’aura di spaventosa irrealtà,  richiami a “La bella addormentata”, “Cappuccetto rosso”, “Hansel e Gretel”, “La Bella e la Bestia”, “Il pifferaio di Hamelin”, esempi minori di folclore europeo e vari accenni ad alcune delle caratteristiche principali di ogni fiaba, quali la figura del Principe Azzurro, l’utilizzo di determinate formule stilistiche e di allegorie riguardanti determinati artefatti magici.

I disegni di Urasawa come sempre stupiscono per la loro perfetta funzionalità e la ricercata abilità registica.
Sfondi meravigiosamente dettagliati e curati, hanno un’attinenza storica e reale notevole, così come la realizzazione dei personaggi, soprattutto nei visi estremamente espressivi che riescono benissimo a comunicare al lettore le sensazioni emotive che stanno vivendo.

In conclusione se cercate una lettura del pregevole significato e dal buon ritmo, anche se non di immediata comprensione e un pò dispersivo, “Monster” è sicuramente consigliabile.