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Testi: Grant Morrison
Disegni: Frank Quitely, Philip Tan
Edizione Originale: Batman and Robin #1-6 (2009)
Edizione Italiana: Batman n.35-36-37 Ed.Planeta DeAgostini; Batman di Grant Morrison Vol.5: Batman Rinato Ed.RW-Lion (2015);

Grant Morrison’s Freakshow

“La serie televisiva di Adam West con la regia di David Lynch”.

Questo aveva promesso Grant Morrison prima del debutto di Batman and Robin, e in effetti così è stato.  Leggere questa serie significa potersi gustare un prodotto totalmente nuovo e originale, e ricco di spunti. Bruce Wayne è morto eroicamente sulle pagine di Final Crisis, eppure leggendo questa testata non c’è un solo momento in cui il nuovo Batman e il nuovo Robin (Dick Grayson e Damian Wayne) sembrino “fuori posto”. Si è spesso detto che il primo Ragazzo Meraviglia non è adatto al ruolo di Batman in quanto troppo diverso caratterialmente da Bruce e di indole esageratamente “positiva”, e allo stesso tempo il giovane Damian, dopo il lungo ciclo precedente dello scozzese su Batman, in apparenza potrebbe sembrare solo un ragazzino spocchioso e viziato, del tutto privo dei requisiti per essere la spalla del Vigilante di Gotham.

17E invece il nuovo dinamico duo fin dalle prime pagine (bisogna sottolineare che Morrison è stato coraggioso a lanciare una serie dal titolo Batman e Robin con una coppia di protagonisti inedita) stupisce, se non per affiatamento (quello arriverà col tempo) per la dedizione con cui entrambi si sono calati nel ruolo: Dick è un Batman esemplare, metodico, molto serio, con un senso del dovere fortissimo e determinato a non far rimpiangere il suo predecessore, e Damian, nonostante il carattere spigoloso, è focalizzato con assoluta dedizione sulla sua nuova e difficile missione.

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Eppure, nonostante l’apparenza “giocosa” che ad un primo sguardo sembra contraddistinguere la serie (Batman e Robin devono sventare i piani una serie di villlains inusuali e bizzarri, come accadeva nelle storie degli anni 60-70) la Gotham City di Grant Morrison è tutt’altro che divertente. Non solo insolita (del resto Gotham lo è sempre) ma drammaticamente crudele, destinata a fagocitare l’anima di chi non è pronto a difendersi dalle sue fameliche fauci.

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Su questi primi sei numeri della nuova regular infatti si alternano villains che ad un primo sguardo possono sembrare buffi, ma che in realtà sono animati da una brama di sangue senza freni, dando vita ad un freakshow vero e proprio, ovvero una galleria di stranezze cupa e spiazzante. E gli artisti scelti per rappresentare questo bizzarro circo decadente, Frank QuitelyPhilip Tan, per quanto molto diversi nel tratto e nella costruzione della pagina, sono bravissimi a mettere su carta un inquietante caleidoscopio di anime perdute.

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Su tutte spicca Red Hood/Jason Todd, personaggio che Morrison ha deciso di riportare alla ribalta dopo un periodo di oblio (se si esclude la recente Batlle for the Cowl) caratterizzandolo in maniera ancora più borderline rispetto a Judd Winick. Se nella bellissima storia Cappuccio Rosso, nonostante la violenza dei suoi metodi, il lettore è comunque portato a comprendere almeno in parte l’atteggiamento del secondo Robin, in questa storia l’autore britannico estremizza la sua follia, rappresentandolo come un pazzo giustiziere senza freni, ma anche estremamente solo ed incapace di razionalizzare il suo dolore. Il duo improvvisato con la sua sfortunata assistente Scarlet causa in città un’esasperante escalation di violenza, le cui conseguenze sono davvero drammatiche.

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E qual è l’unico elemento che, ancora una volta, può salvare Gotham dall’oblio? Batman autentico simbolo di ordine e giustizia capace di perpetuarsi nonostante l’assenza di Bruce Wayne, e che vigila affinché la legge non venga sporcata da una sanguinaria brama di vendetta. Il Cavaliere Oscuro per Morrison è soprattutto questo, un eroe pronto a sacrificarsi per ciò che il suo simbolo rappresenta, onorando la difficile battaglia che ha scelto.
Complimenti, Dick. Non fai davvero rimpiangere il tuo mentore.

A cura di Elena Pizzi