L’uscita negli Stati Uniti è prevista per il 2 novembre 2011, così Lee Bermejo ha rilasciato alcune dichiarazioni riguardanti la sua graphic novel Batman: Noel, che costituisce la sua prima prova come scrittore di fumetti, fattore che lo ha reso piuttosto nervoso, anche se non vede l’ora che i fans possano ammirare il risultato.

E’ un misto di letteratura e cultura pop.

Così l’ha descritto l’artista americano, che ha confermato come questa storia in realtà fosse stata pensata in origine come un libro per bambini, finchè il progetto non si è poi trasformato in qualcosa di differente, più letterario. Bermejo ha utilizzato una serie di riferimenti allo show degli anni ’60, collocando Batman in un sacco di scenari diversi. I flashback ambientati nel passato propongono un Cavaliere Oscuro con un costume diverso, proprio per sottolineare come questa storia avvenga in un momento successivo, quando Batman è più vecchio. A quanto pare l’autore si è divertito parecchio a rappresentare l’evoluzione stilistica di Batman:

E’ divertente giocare con il suo abbigliamento, mettendolo a confronto con il goffo costume degli anni ’60.

Ecco per voi alcune immagini in anteprima:

UPDATE

Da The Source

Finalmente il 2 novembre è arrivato, e negli USA Batman: Noel è già disponibile in fumetteria. Il blog ufficiale della casa editrice ha realizzato un’intervista a Lee Bermejo (una delle presenze più importanti del recentissimo Lucca Comics and Games) per presentare l’opera. Leggiamola insieme!

Inizialmente volevo realizzare un progetto ispirato al “CANTO DI NATALE” di Charles Dickens, dato che ero stato contattato da un editore europeo per un adattamento di un classico della letteratura: avrebbe dovuto trattarsi di questo o di “Cuore di Tenebra” (di Joseph Conrad, ndt). Il problema è che non volevo realizzare una trasposizione letterale del testo, e allo stesso tempo mi divertiva l’idea di portare avanti una storia di Batman su cui riflettevo da tempo. A un certo punto ho pensato al modo migliore per combinare i due progetti, e questo è diventato il presupposto giusto per raccontare Batman in maniera più innocente, lavorando allo stesso tempo sulle caratteristiche proprie del personaggio e il suo mondo.

La narrazione non è fedele all’originale dickensiano, del resto nessuno di noi può scrivere così bene, quindi perché provarci?  E’ una riscrittura più semplice. Pensavo sarebbe stato interessante avere un narratore, una voce specifica, che ti raccontasse la storia come se fosse una fiaba prima di andare a dormire. C’è più spazio per un’interpretazione personale, e a me piacciono molto le storie “raccontate”: ad esempio ascolto spesso Tom Waits (un celebre cantautore statunitense, ndt) che oltre ad essere un ottimo musicista è fantastico nel raccontare storie. Ho immaginato che fosse lui il narratore, e ho provato a far sì che ciò trasparisse. Questo materiale si adattava perfettamente anche all’approccio artistico che avevo in testa: ho sempre saputo di volere due differenti narrazioni che si specchiassero reciprocamente mentre la storia procedeva.

Il modo in cui Batman (icona contemporanea) e Scrooge (icona letteraria) possono combinarsi è interessante. Penso che ormai Batman sia diventato un personaggio letterario in tutto, attraversando epoche e stili, mentre Scrooge è decisamente ben definito, immutabile. Ciò che rende stimolante il paragone fra i due è il fatto che i cambiamenti di cui Bats è stato protagonista nel corso degli anni siano gli stessi che Scrooge ha affrontato durante la sua vita. Ci sono ancora persone che scherzano sul Batman degli anni ’60 e della serie TV, e allo stesso tempo è comune percepire le sue reintepretazioni contemporanee come più dark e serie. Questo lega indissolubilmente lo scorrere del tempo alla storia del personaggio. Lo stesso vale per Scrooge: onestamente quanto si può scavare ed estremizzare nell’oscurità di una persona senza che questa perda ciò che la definisce, la sua umanità? Questa domanda mi intriga, e ha un ruolo fondamentale nello sviluppo della trama.

Penso che Gotham City abbia un’apparenza davvero vittoriana, ma sinceramente ho cercato di rappresentare la città come faccio di solito, però con una maggiore atmosfera e uno scopo preciso. Fin dall’inizio l’intenzione era quella di mescolare l’estetica di un libro per bambini con quella di un fumetto tradizionale, cercando di alleggerire le atmosfere pesanti e dure di “Joker”: mi piaceva l’idea di rendere il letterenig un po’ più giocoso (Todd Klein, il letterista, ha fatto un lavoro grandioso, credo abbia contribuito tantissimo alla resa globale del volume) e didascalie senza un riquadro.

Certamente trasportare Dickens da un libro a un fumetto non è stato semplice, ma per me nulla lo è, perfino i disegni. Basare la trama su un capolavoro letterario già canonizzato dà la possibilità di giocare all’interno di linee guida definite. La struttura del racconto originale è così perfetta che il riscriverla si è trasformato in una ricerca della voce narrante giusta e dello stile adatto per questa storia. Dickens è un maestro nell’uso del linguaggio, così elegante.. io sono andato nell’altra direzione.

Giocare con il passare del tempo è stato molto semplice, Batman ha avuto miriadi di reinterpretazioni che rendono facile mostrarlo più giovane e positivo semplicemente contrapponendolo a quello di oggi. Penso che questo Batman oscuro, con l’armatura, lo collochi perfettamente nei nostri tempi e rifletta la maniera contemporanea in cui lo si rappresenta. Inoltre mi piace il personaggio in tutte le sue versioni, e artisticamente è molto divertente giocarci.

Io lavoro lentamente, per cui è difficile farlo per me all’interno della continuity. Preferisco storie che approccino il personaggio in maniera ampia. “Joker” e “Luthor” sono autonome, per NOEL è la stessa cosa.  Vorrei che il volume facesse presa su un pubblico vasto, anche chi non legge fumetti con regolarità. Penso che ciò renda l’approccio molto più semplice ai non-appassionati.

Parlando del costume infine posso dire che no, (ride) non vedremo Batman indossare un cilindro in stile gentleman inglese. Chissà, forse è stato un errore, e il cilidro e il bastone da passeggio potrebbero esserne la prossima evoluzione. Magari tra 20 anni accadrà abitualmente…