20 Anni di Sandman

Nov 8, 2009

Percorrendo un tragitto lungo diciassette anni e settantacinque uscite, Neil Gaiman è riuscito, avvalendosi dell’aiuto di una serie di grandissimi artisti per il comparto grafico, a creare la più popolare serie fumettistica del 20° secolo. Sandman ha dimostrato di essere un precursore e una pietra miliare per l’allora nuovo format delle graphic novel e del nuovo e alternativo modo di concepire i fumetti. Indubbiamente poi, tracciò una nuova via non solo per Gaiman, ma anche per l’etichetta Vertigo che dopo Sandman non fu più la stessa.

Quest’anno ricorre il Ventesimo Anniversario di Sandman, che ebbe il suo debutto per l’appunto nel gennaio del 1989.
La Vertigo ha recentemente riedito la serie in un nuovo formato Absolute di 4 volumi, per una raccolta completa di tutte e settantacinque le uscite originali. Ancora non sappiamo se questa nuova proposta editoriale arriverà o meno in Italia con Planeta De Agostini.

L’idea iniziale di Gaiman su Sandman si dimostrò essere abbastanza differente da quel che alla fine il fumetto si rivelò. Inizialmente concepito come un rilancio di Sandman, personaggio dei fumetti degli anni ’70 creato da Joe Simon e Jack Kirby, il fumetto fu da subito affidato completamente all’inventiva di Gaiman, al quale si diede carta bianca nella riscrittura, purché avesse mantenuto il nome originale.

Gaiman si mise subito al lavoro su una storia di otto parti, e attorno alla sua sceneggiatura venne messo insieme il team creativo costituito da Sam Keith (matite), Mike Dringenberg (chine), Todd Klein (letterista), Robbie Busch (colori). Già le prime uscite della serie testimoniarono una netta sterzata rispetto ai classici supereroi DC Comics, alla scoperta di un mondo completamente nuovo.

Per quanto nelle prime otto uscite Gaiman rimanga ancorato all’universo DC con diverse connessioni e rimandi all’interno della storia, aveva già con questi primi capitoli avuto modo di costruire un mondo nuovo e inesplorato, che meritava di focalizzare la sua attenzione indipendentemente da ogni connessione con altre testate. I vertici compresero le potenzialità dietro il talento di Gaiman, e gli lasciarono ampio margine di libertà creativa.

La serie seguì dunque il personaggio di Morfeo, il Signore dei Sogni. Il nuovo protagonista era però ispirato non tanto al personaggio dei fumetti Sandman, quanto al personaggio delle leggende e del folklore occidentale: la prima storia ci mostra appunto Morfeo intento a scappare dopo settant’anni di prigionia. Dopo aver ottenuto la sua vendetta, egli si dedica alla ricostruzione del suo regno decaduto, il Sogno. Dopo 70 anni di prigionia, Morfeo dimostra ai suoi amici recentemente riunitisi un carattere molto più duro di quanto essi ricordassero. Indubbiamente è una storia incentrata sul personaggio di Morfeo, ma Gaiman struttura la storia in modo da potersi soffermare abilmente anche su tutta una serie di altri personaggi contenuti all’interno della sfera d’influenza del protagonista.

Il disegnatore Sam Keith lasciò la serie alla terza uscita, e l’inchiostratore Mike Dringenberg subentrò alle matite per un certo periodo. In seguito numerosi artisti, nuovi come affermati, si cimentarono con l’opera, fra questi Chris Bachalo, Kelly Jones, Colleen Doran, Bryan Talbot, Mike Allred, Jill Thompso, Michael Zulli, Charles Vess e altri.
Negli anni a venire, le storie del Re dei Sogni e della sua inusitata famiglia vennero premiate con una serie di premi, diciotto Eisner Awards, un World Fantasy Award e una considerevole attenzione da parte del Fumetto mainstream.
Col tempo i lettori tradizionali di comics si allontanarono dalla serie, sostituiti da una nuova ondata di lettrici femminili, di lettori che avevano voglia di cimentarsi con qualcosa di più maturo dell’edito tradizionale, e di una componente intellettualistica “stregata” dai continui rimandi letterari di Gaiman. Questo contribuì a definire un nuovo pubblico non solo per l’autore e per questo titolo, ma per la linea Vertigo stessa. Si stava creando attorno a questa serie un pubblico nuovo e ammirato, costituito da persone che fino a poche settimane prima non avevano mai preso in mano un fumetto, e che avevano deciso di cominciare spinte proprio dall’interesse per Sandman.

Sebbene non sia stata di certo la prima Graphic Novel della DC, la raccolta in volumi di Sandman contribuì a rilanciare fortemente, e stavolta in modo definitivo, la vendita delle raccolte sia nelle tradizionali fumetterie che, e fu una cosa nuova per l’epoca, nelle normali librerie.
Il Fumetto otteneva così una visibilità completamente diversa, compiendo un nuovo passo verso la paritarietà con altri formati espressivi del cartaceo, e incontrando anche tutta una fetta di pubblico che solitamente non leggeva fumetti con regolarità.

Inizialmente creato sotto il marchio DC, Sandman e altre miniserie spin-off ad esso legate, contribuirono a formare nel 1993 l’etichetta Vertigo, presto resa famosa da titoli come Preacher, The Invisibles e 100 Bullets.

La serie aveva ormai raggiunto un successo così clamoroso che quando Gaiman annunciò la sua conclusione con l’uscita numero 75 nel 1996, il pubblico dei lettori ne restò grandemente sconvolto; Sandman superava ormai nelle vendite lo stesso Superman della DC, ed era diventato il portabandiera della nuova e apprezzata linea Vertigo, in continua espansione in quegli anni.
Ma continuare a scrivere Sandman dopo aver raggiunto la sua fine ideale sarebbe significato per Gaiman snaturare una creatura che era cresciuta assieme a lui e che ormai aveva completato il suo percorso di maturazione. Preferiva lasciare la serie fintanto che ne era ancora innamorato.

Sebbene la serie finì nel 1996, i suoi effetti si fecero sentire attraverso una serie di spin-off e one-shot legati a questo titolo, e la stessa linea Vertigo fu influenzata pesantemente dal vasto pubblico che grazie a Sandman aveva catturato. La serie in molti modi intraprese un nuovo percorso per il Fumetto a venire, dando una lezione nuova ai creatori, ai lettori e persino agli editori.
Una delle lezioni più importanti per la DC fu ad esempio quella del comprendere la grande forza che si celava dietro la conclusione di una serie regolare, allorché essa avesse portato a compimento anche il suo percorso creativo. Sul lungo periodo, questo avrebbe premiato molto di più che svendere o snaturare il titolo costringendosi a portarlo avanti ad oltranza.

Sandman contribuì a consolidare la forza DC come editore, allargò gli orizzonti del mondo del fumetto e definì nuovi format e nuove ambizioni per le Graphic Novel.

A cura di Chris Arrant e Marco Cecini