Volto nascosto

Nov 27, 2012

Scritto: Gianfranco Manfredi
Copertine: Massimo Rotundo
Disegni: Goran Parlov, Massimo Rotundo, Alessandro Nespolino, Ersin Burak, Leomacs, Roberto Diso, Giovanni Freghieri, Gigi Simeoni
Editore: Sergio Bonelli Editore
Data: da ottobre 2007 a novembre 2008 (serie terminata)
Prezzo: 2.7 €

 

Volto Nascosto aveva una grande responsabilità ancora prima di apparire in edicola: terza miniserie bonelliana, aveva l’arduo compito di rilanciare il progetto dopo Brad Barron e Demian…

Volto Nascosto può essere considerato un buon tentativo di proposta editoriale coraggiosa.
In un mercato fumettistico (soprattutto italiano) in cui si rincorrono tòpoi abusati e prevedibili, la maestria di Gianfranco Manfredi cerca di dare il passo, proponendo un prodotto che già nella scelta dell’ambientazione, è audace.
14 numeri di romanzo storico che ricostruiscono, in maniera sinceramente dettagliata ed onesta, un periodo poco noto della storia italiana: la prima guerra coloniale italiana di fine ‘800 (dal 1889 al 1896) , che vede il nostro paese impegnato nell’occupazione dell’Etiopia\Eritrea e in cui tantissimi saranno i morti ed inequivocabile la nostra disfatta. (purtroppo rimasta celebre la disastrosa sconfitta ad Adua).
Anche in questo, forse, stà la forza di questa miniserie: per una volta ci si stacca dai ricorrenti scenari americani e si raccontano italiani e che parlano di un nostro passato relativamente recente ma quasi ignorato dai libri di scuola, e tutto questo con grande scrupolosità dell’autore che sfrutta la misera paginetta di inizio volume per approfondire storicamente personaggi utilizzati, per raccontare fatti e usanze, per consigliare libri sull’argomento. Questa sarà un’inequivocabile attitudine di Gianfranco Manfredi.

La tragica avventura coloniale italiana si rifletterà estrinsecamente all’intreccio, che mescola melodramma di passioni e vendette, epicità, avventura tra grandi battaglie, assalti a carovane, assedi e rapimenti.
Una sorta di mix di diversi elementi che prenderanno forma attraverso i personaggi conivolti, perchè anche in questo stà la novità di questa miniserie bonelliana: non esiste un vero e proprio protagonista quantopiù una coralità di tantissimi personaggi, ognuno con le proprie caratteristiche e la propria moralità.
Il giovane Ugo Pastore, ad esempio, solo inizialmente sarà l’unico protagonista a confrontarsi con l’apparente “villain” di turno Volto Nascosto… già dal secondo numero faremo la conoscenza di altre figure fondamentali come Vittorio De Cesari, Matilde Sereni, Sandra Terenzi e successivamente come non citare Menelik II, Taitù, il Sergente Franchi e il Tenente Moltedo.
Anche gli approfondimenti psicologici, dove possibile, rendono gli sviluppi più avvincenti: ad Ugo, ragazzo dalla fortissima moralità, buono per eccellenza fino all’ingenuità, che spara bene ma non per uccidere, che per amore e per amicizia è sempre disposto a tutto, si contrappone Vittorio, rampollo di famiglia nobile e Tenente di Cavalleria, che non è legato a nessun valore morale forte, perennemente ribelle e sopra le righe che fa della guerra l’unico mezzo per sentirsi vivo e non esita per questo ad uccidere.
(Vittorio, a mio parere, diverrà nel corso della narrazione il personaggio più ambiguo, interessante e poliedrico dell’intera opera. Fungerà da “termine di paragone” negli sviluppi degli altri personaggi. Qualche disegnatore lo renderà fisicamente molto simile a Clark Gable)

Ad unire tutti c’è la guerra, metaforicamente impersonata da questo cavaliere misterioso dalla maschera d’argento, che trascende l’uomo per diventare ossessione: la maschera, in questo senso, consente una sorta di transumanizzazione… indossando quell’oggetto si cessa di essere comuni mortali per assurgere a divinità in quanto si abbandona l’individualità propria per abbracciare un concetto universale, che tocca tutti e in cui tutti si riconoscono. Non è un volto, è tutti i volti.
Per questo, Volto Nascosto, rappresenta un leggendario guerriero/profeta islamico adorato da tutti come il salvatore delle terre invase.

Questa maschera è il mio vero volto, non ne ho un altro.

Il lebbroso, sotto la maschera d’argento, è anch’essa una caratteristica allegorica! I lebbrosi vengono chiamati uomini d’argento perché la loro pelle diventa sempre più bianca e “luminosa”, e le loro lacerazioni rendono un’uomo senza apparenti fattezze… per questo dunque, la maschera d’argento non nasconde un segreto bensì lo rivela a chi sa leggerla e dona un volto a chi non lo possiede più.

Non sono un eroe, ma un umile servo. E ne verranno altri dopo di me, ogni volta che il popolo avrà bisogno di una spada.

L’eleganza e la classe che Manfredi infonde a quest’opera sono, a mio parere, solo leggermente incrinate da qualche soluzione non particolarmente riuscita: Matilde Sereni è un personaggio non particolarmente essenziale se considerata al di fuori della “storia d’amore” più classica. I suoi stessi “problemi mentali”, con relativi sbalzi d’umore, la rendono un pò detestabile e fastidiosa al lettore, e spesso sembrano essere pretesti per spezzare la storyline principale con divertissement sinceramente non fodamentali.
Tutto questo incide nel ritmo narrativo che cambia sensibilmente da albo ad albo, con numeri molto incisivi, frenetici e violenti, a numeri molto diluiti, asciutti e didascalici forse pensati per gestire al meglio molti personaggi in poco tempo.
Anche i disegni ne sono lo specchio: più d’atmosfera e soffusi quelli di Massimo Rotundo ottimo per la ricostruzione storica, architetture, varietà degli scenari e costumi, nonchè copertinista, più vividi quelli di Goran Parlov.
Molte delle criptiche trame dei sovrani d’Etiopia, così come alcune scelte narrative, sono lasciate nell’oscurità o all’immaginazione del lettore ed il finale potrebbe stupire non molto in positivo.

In definitiva, Volto Nascosto è un prodotto di altissimo livello intellettuale con un raffinato lavoro di documentazione storica, ambientale e psicologica.
Merita sicuramente di essere letto.