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Max Fridman - di Vittorio Giardino

Aperto da Corto Maltese, 04 Settembre 2010, 01:16:11

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Eobard Thawne

#135
Che coincidenza assurda, stavo un minuto fa guardando notizie su Giardino e in particolare Jonas Fink (apprestandomi alla lettura) e ho scritto "Vittorio Giardino DC Leaguers" per leggere qualche vecchia opinione... entro nel forum su un altro thread e avevo la notifica del messaggio di Solomon... coincidenza così grande data la assoluta non popolarità dei threads dedicati a Giardino
(mi si scusi la nota personale e un saluto a Solomon che, nell'ombra, leggo da anni).

Solomon

«La sola differenza tra la fotocamera e noi è che la fotocamera, questa stupida, non sbaglia mai, mentre noi sbagliamo in continuazione, in ogni disegno: ed è questo che crea la magia!» (Moebius)

Solomon

Dopo qualche ritardo (vedere pagina precedente), Rizzoli Lizard ha ufficializzato sulla propria pagina FB l'uscita del nuovo Max Fridman: 25 marzo!

La copertina è un po' cambiata, e anche la foliazione (216 pagine :bava:).

«La sola differenza tra la fotocamera e noi è che la fotocamera, questa stupida, non sbaglia mai, mentre noi sbagliamo in continuazione, in ogni disegno: ed è questo che crea la magia!» (Moebius)

lenuvoleparlanti

20 euro, 216 pagine, a colori, non è caro.. imho
Poi è Max Fridman  :w00t:  di Giardino :kneel:

Rossoosso

Imperdibile, come tutti i lavori del maestro Giardino... che leggevo già dai tempi dell'Orient Express!!!

Xoressom

Appena posso farò la recensione al nuovo gioiello del Maestro Giardino.

davcovled

Citazione di: Xoressom il 12 Marzo 2025, 08:05:40Appena posso farò la recensione al nuovo gioiello del Maestro Giardino.

Vale anche per me!  :quoto:

Solomon

#142
Citazione di: Solomon il 28 Febbraio 2025, 11:23:04
Che dire, forse non è all'altezza di No pasarán o Rapsodia ungherese, ma è molto bello comunque.

La storia si sviluppa su 170 tavole totali circa, divise in due metà diseguali.

La prima è un po' più faticosa, visto che — purtroppo o per fortuna — le discriminazioni di cui furono vittime gli ebrei, in questo caso austriaci, sono cosa ben nota a chiunque, grazie alla scuola, alla divulgazione e alla fiction, quindi la lettura è un poco "risaputa". Nondimeno, è necessaria per introdurre la famiglia protagonista del racconto, i Meyer, e per costruirne i caratteri e far sì che il lettore si affezioni a loro.

La seconda parte, più lunga (quasi 100 delle tavole totali), vede finalmente l'ingresso di Max, a scoppio ritardato in un certo senso. Anche se per i lettori sono passati quasi vent'anni (ebbene sì: Sin ilusíon uscì nel 2008!), nella narrazione il Nostro è appena rientrato dalla Spagna, dove era stato impegnato nel corso dell'autunno del 1938 (I cugini Meyer invece si svolge fra il dicembre 1938 e il gennaio 1939). Come in No pasarán, il motore che lo spinge a venire in Austria è prettamente personale (là, ritrovare l'amico delle Brigate Internazionali missing in action; qua, aiutare i "cugini" Meyer a espatriare), e la storia sarebbe di per sé abbastanza semplice (procurarsi dei passaporti falsi: poca roba, per un tipo scafato come Max). In questo caso Giardino, però, ancor più che in No pasarán si diverte a ingarbugliare il tutto: proprio il passato di Max — di cui ancora oggi sappiamo poco — fa sì che le autorità naziste e gli altri attori in gioco non riescano a credere che sia davvero venuto a Vienna per una cosa di così poco conto, e la macchina infernale che si mette in moto assume proporzioni del tutto esagerate se rapportate alla posta in palio. Una girandola che offre non solo materia per sostanziare il racconto, naturalmente, ma che è anche (forse) una satira della tentacolare e a volte assurda mania paranoica dei regimi totalitari, che vedono complotti pure dove non ce ne sono.

Come sempre in Giardino, più che la storia (comunque appassionante), è soprattutto l'atmosfera avvolgente la protagonista del fumetto, e bisogna dire che a quasi ottant'anni il Maestro sfoggia una mano assolutamente invidiabile. Non voglio lanciarmi nel paragone trito con le "nuove generazioni" di graphic novel "disegnate male". No, mi piace confrontarlo direttamente con quegli autori che ancora praticano il fumetto realistico, giovani o della sua stessa generazione; e affermo tranquillamente che (ripetiamolo, a quasi ottant'anni) Giardino dà le piste a molti di loro con una precisione e una grazia inalterate, tanto nella definizione delle architetture quanto nella mimica dei personaggi (soprattutto quella di Myriam, la bellissima co-protagonista, che il Maestro si è evidentemente compiaciuto nel definire).

Molti i riferimenti alle avventure passate, in particolare a Rapsodia ungherese (da cui Giardino ripesca e riutilizza un personaggio), che consiglio di rileggere in caso il ricordo non fosse fresco.

«La sola differenza tra la fotocamera e noi è che la fotocamera, questa stupida, non sbaglia mai, mentre noi sbagliamo in continuazione, in ogni disegno: ed è questo che crea la magia!» (Moebius)

Xoressom

Pensavo, comprando I cugini Meyer, che il Maestro Giardino con le sue opere mi accompagna fin da quando ero un ragazzo... molti anni fa. Ho sempre amato la sua pulizia e precisione e continuo a farlo. Aspettavo da tempo questo suo nuovo lavoro e l'attesa è stata ben ripagata. Le vicende si dipanano in un contesto Storico ben preciso e conosciuto (Germania pre ww2), ma il Maestro, fa uno scavo a se, confeziona l'evento in modo personale e affatto scontato. Che disegni, che atmosfere, che classe il Maestro, grande classe; sintentizzando, niente a che vedere con le nuove generazioni di graphic novel sciatte, esteticamente ridicole e senza una goccia di linfa vitale, e mi limito parecchio. Voto 9.


Paolo Papa

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