News:

Sostenete DC Leaguers (scopri come).

Menu principale

Topolino - Topic Ufficiale

Aperto da Spider-Bat, 29 Settembre 2009, 00:31:35

Discussione precedente - Discussione successiva

0 Utenti e 2 Visitatori stanno visualizzando questa discussione.

Gorthan

Non ho mai letto molto della disney, a parte pk realoaded, e questa storia di zio paperone che parte dal 2985 consigliate kforkaos mi è piaciuta veramente tanto. Trama, contenuti, disegni mi piace tutto. Sono triste perchè questo venerdi comprerò l'ultimo numero di questa storia e mi chiedo quando ci sarà un altra storia della disney degna di essere letta.

Creation

A me "zio Paperone e la bolla immobiliare" che si trova nell ultimo numero è piaciuta da matti, ma d altronde chi l ha ideata è sempre quel genio di Artibani!!

Paperinik

Citazione di: Creation il 28 Febbraio 2013, 15:33:33
A me "zio Paperone e la bolla immobiliare" che si trova nell ultimo numero è piaciuta da matti, ma d altronde chi l ha ideata è sempre quel genio di Artibani!!
è una garanzia
:quoto: :quoto: :quoto: :quoto: :quoto: :quoto: :quoto: :quoto: :quoto:

Creation

Con pk fece delle sceneggiature formidabili, peccato che non si presti molto alla testata di topolino....

Bramo

Topolino #2988



Il plauso generale che sta raccogliendo Francesco Artibani per Zio Paperone e l'Ultima Avventura, disegnata da Alessandro Perina e arrivata questa settimana alla sua conclusione, è assolutamente e completamente meritato. Il finale della lunga storia non delude le alte aspettative che si erano venute a creare nel corso dei precedenti episodi, infatti, regalando al lettore una resa dei conti tra Paperone e gli avversari che riesce a mettere in luce il carattere astuto e volitivo dello Zione e, al contempo, le caratteristiche che contraddistinguono Cuordipietra e Rockerduck. Non fosse già impegnativo risolvere la faccenda in questi termini, l'autore trova il tempo anche per continuare il gioco delle citazioni (il Maragià del Verdestan, i due autori-padri di Paperone nell'ultima vignetta) e soprattutto di raccontare una bella storia in cui quello che conta non è soprattutto la forza di volontà e il carisma di Scrooge, ma l'aiuto e il supporto che parenti e amici sono in grado di dargli nel momento più critico.
Tra travestimenti di Filo Sganga e disastri "pilotati" di Paperoga, tra TerryFermy e paperopolesi che riconosco in Paperone una persona a cui la città deve tanto, Artibani riesce brillantemente a sfruttare le peculiarità e le caratteristiche del cast senza farle diventare vuoti stereotipi ma al contrario rendendo questi personaggi credibili e realistici. E ci ha regalato una storia che fin d'ora si attesta come una delle migliori con Paperone protagonista, e una delle migliori storie a fumetti degli ultimi anni. No, non solo Disney.
Tanti complimenti vanno anche ad Alessandro Perina: mi spiace leggere di alcuni che sospirano pensando a come sarebbe stato se questa storia l'avesse disegnata Cavazzano, se ci fosse stato Pastrovicchio, se De Vita tornasse a disegnare i paperi... Perina se l'è cavata egregiamente, ha dimostrato di essere consapevole dell'importanza di quello che stava rappresentando ed è andato alla fonte brksiana per ritrarre Cuordipietra in modo fedele. Stessa cosa vale per lo sguardo di Amelia nel primo episodio, o per i Terrini e i Fermini. Al di là di queste dimostrazioni "extra", mantiene il suo stile pulito e piacevole che ha sempre dimostrato di avere per tutta l'avventura, realizzando un lavoro perfettamente all'altezza della sceneggiatura, il che non era facile né scontato. Certo, Cavazzano, Pastrovicchio, De Vita e altri avrebbero disegnato sicuramente benissimo questa storia, ma sono discorsi che avrebbe senso fare in presenza di un lavoro non soddisfacente. Qui abbiamo tavole molto molto buone, con pochissime sbavature, e per questo un grosso applauso va al buon Perina.

Il resto del numero fatica a tenere testa alla storia d'apertura. Artibani sforna una storia che sembra un po' sulla falsariga di quelle che realizzava negli anni '90 quando collaborava con continuità sul settimanale: Zio Paperone e la Bolla Immobiliare, disegnata da un Ettore Gula leggermente meno in forma rispetto ai suoi standard, diverte e intrattiene in modo simpatico, e solo il titolo è tutto un programma (lol!), ma ci attestiamo comunque su una buona media, senza particolari picchi. Divertente Il Film Mitologico, della serie Andiamo al Cinema?, scritta come sempre con grande e riuscita ironia da Marco Bosco e illustrata stavolta dal bravo Gigi Piras, mentre invece non mi ha affatto entusiasmato Paperino e lo Spirito Olimpico, la danese di turno, che oltre ad avere una trama abbastanza scialbetta è disegnata da un Massimiliano Fecchi assolutamente sottotono! Me lo ricordavo molto migliore, il nostro italiano all'estero, invece qui realizza delle tavole buone ma con scarso appeal, piatte, senza niente di memorabile.
Il secondo episodio della saga del Trofeo Topolino, scritta da Carlo Panaro e disegnata da Giampaolo Soldati, è una storia che definirei indolore: si legge e si scorda subito, questo per un "concorso di colpa" tra una sceneggiatura non entusiasmante e i disegni di Soldati, che in realtà se la cava meglio che in altre performance ma sfoggia un tratto piuttosto anonimo.

@creation: che significa che non si presti bene allo stile di "Topolino"? L'Ultima Avventura mi pare dimostri l'esatto contrario, così come altre storie scritte in questo ultimo anno e mezzo da quando è tornato al "Topo". E andando più indietro, negli anni '90 ha sfornato cose memorabili non solo su PK ma anche sul settimanale. Ricordiamoci che stiamo parlando di un autore che scrive le storie sull'Unità d'Italia, il Boia Rosso ma anche sceneggiature per i cartoni animati delle Winx, quindi direi che è dotato di uno stile piuttosto multiforme, con il comun denominatore della qualità.
Andrea "Bramo"

Scrivo per:
LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!
www.lospaziobianco.it

SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
Twitter | Facebook | YouTube | Flickr

KforKaos

#170

Mio personale commento alla saga di Artibani, tratto dal mio blog

Fu così che cominciai a riconsiderare l'idea di sottoscrivere un abbonamento a Topolino, dopo quattro anni di astensione a causa di ripetute delusioni legate al livello qualitativo dei numeri.
Apparsa in quattro puntate su altrettanti numeri di Topolino (2985/2988), "Zio Paperone e l'ultima avventura" (Francesco Artibani/ Alessandro Perina) è una saga splendida, che restituisce dignità al personaggio del ricco magnate nato a Glasgow e che si erge a simbolo stesso della rapida ripresa che sta interessando il settimanale, testata ammiraglia della Disney italiana, in questi ultimi, stupefacenti mesi.
In questo periodo di (ottima, se mi chiedete a me) gestione De Poli, abbiamo visto campeggiare sulle pagine della rivista roba del calibro di Dracula di Bram Topker (Enna/Celoni), Zio Paperone e l'isola senza prezzo (Radice/Turconi) e Topolino e gli Ombronauti (Casty): "L'ultima avventura" paperoniana sembra proprio voler rappresentare la situazione del recente passato del Topo, caratterizzato dalla "caduta" e dalla "rinascita", dal "crollo" e dalla "ripresa", dal "capitombolo" e dalla "resurrezione".

"Zio Paperone e l'ultima avventura" parla proprio di questo, ed è un compito decisamente semplice illustrarne la trama: i più grandi nemici di Paperon de' Paperoni (John D. Rockerduck, la Banda Bassotti, Amelia e, con un magistrale e attesissimo ritorno sulle pagine di Topolino, il miliardario sudafricano privo di scrupoli Cuordipietra Famedoro) si coalizzano per far precipitare nel baratro della più assoluta miseria il povero Paperone e questa volta, inaspettatamente, ci riescono sul serio. Il fu Terrore del Transvaal dovrà quindi cercare di riappropriarsi delle sue sostanze, sconfiggendo la disperazione e potendo contare sull'affetto e sul sostegno dell'ormai mitologico clan dei Paperi e sugli amici di sempre. Riuscirà a risorgere dalle ceneri?
La trama, come si può notare, non è particolarmente complessa da riportare: decisamente più difficile, invece, è analizzare il titanico lavoro svolto da Artibani per dare quelle pennellate sufficienti a trasformare una storia che saprebbe di già visto (vedi alla donrosiana voce "Qualcosa di veramente speciale") in un autentico gioiello, forse addirittura il più splendente nella recente produzione Disney italiana.
Innanzitutto, com'è intuibile dalla sinossi della saga, sono presenti numerose analogie concettuali con il capolavoro di Frank Miller "Devil: Rinascita" e con il capitolo conclusivo della trilogia cinematografica di Chris Nolan "The Dark Knight Rises". Anche qui la parola, anzi, il grande significato su cui ruota tutto è proprio quel suggestivo "RISE" che compariva a caratteri cubitali sulle locandine del succitato film; quattro lettere che, messe assieme, restituiscono una forte connotazione evocativa. Paperone dovrà resuscitare, rialzarsi, sollevarsi, scalare l'abisso e tornare a vedere la luce del sole; e no, senza potersi avvalere di una manciata di detenuti che gli sbraita dietro slogan incoraggianti ma, bensì, della propria determinazione e del calore e della complicità della sua famiglia.

Palesemente, l'analisi non termina qui, o non si parlerebbe tanto bene di questa storia. Artibani è abilissimo, ma abilissimo sul serio, nel tratteggiare la città di Paperopoli come viva, tridimensionale, pulsante; raramente, prima d'ora, s'era vista interagire così bene e così realisticamente tutta la moltitudine di personaggi che affolla le strade della metropoli del Calisota, che si comporta (o meglio, che lo sceneggiatore romano fa comportare) esattamente come se esistesse sul serio. C'è spazio per Paperinik (Paperino è consapevole di avere una seconda identità e la sfrutta nel momento del bisogno, non come accade in altre storie in cui pare essersi completamente scordato di maschera e mantello), i personaggi formulano e vagliano ogni tipo di ipotesi, dialogano con piglio decisamente realistico e la caratterizzazione di tutti loro, di TUTTI (la triade Paperone, Cuordipietra e Rockerduck in primis) è superba, complessa e sfaccettata; ma ancora non mi produco nel plauso definitivo ad Artibani, perchè non è finita qui: lo sceneggiatore gestisce benissimo il ritmo della storia, si lancia in frecciatine che hanno del geniale alla nostra classe dirigente e dona un'incredibile connotazione d'attualità alla storia spiegando, brevemente e semplicemente, le dinamiche dell'alta finanza e di come si possa cadere nella crisi economica più facilmente di quel che si possa pensare.
Certo, qualcuno potrebbe obiettare che l'impero PdP crolli troppo rapidamente, ma ho da controbattere alcune argomentazioni in merito: innanzitutto, la licenza poetica su una cosa così iniqua ai fini degli sviluppi della saga è d'obbligo, soprattutto visto lo splendido lavoro effettuato da Artibani nella sua completezza e dato che si sta comunque parlando di una storia Disney; in secondo luogo, è palesemente ovvio come lo sceneggiatore non voglia tanto soffermarsi su come Paperone perda tutti i suoi averi, ma bensì intenda sottolineare come riuscirà a risalire il baratro della miseria e a sconfiggere i fautori della sua rovina.

Il tocco di classe che contribuisce a rendere, a mio avviso, "Zio Paperone e l'ultima avventura" tranquillamente equiparabile alle storie dei grandi autori del passato è proprio il fatto di richiamarne le invenzioni narrative e citarle finemente e senza alcuna forzatura. In primis, il più che gradito ritorno di Cuordipietra in Italia, che attendevo da molto, troppo tempo; poi, non si può non citare l'incursione dei Terrini e dei Fermini barksiani nella storia, il riferimento all'altrettanto barksiano Maraja del Verdestan, il mezzo ciminiano costruito prontamente dall'immancabile Archimede, la caratterizzazione di Paperone che rispecchia fedelmente le direttive del suo creatore poi fatte proprie e ampliate dal suo epigono più accorto, Don Rosa, e i camei di Barks e Cimino nella quadrupla conclusiva.
In questo fiume di citazioni e omaggi, non poteva essere da meno il disegnatore, Alessandro Perina, che si rifà fedelmente agli schemi barksiani per quanto riguarda Famedoro e lo sguardo famelico di Amelia. Perina, inoltre, si dimostra un valente illustratore che, con linee morbide ed espressioni particolarmente accattivanti, coadiuva bene una grande, grande sceneggiatura; peccato solo per alcune sbavature qui e lì, ma su cui si passa senza dubbio sopra. Io, per mio gusto personale, avrei gradito maggiormente un Cavazzano, un Pastrovicchio, uno Sciarrone, un De Vita; ma è fuor di dubbio come Perina sia stato decisamente all'altezza della situazione, dimostrando impegno e dedizione a quella che è un'opera da recuperare e leggere a ogni costo, che piacerà indubbiamente sia ai lettori veterani che ai neofiti.
Grazie, Francesco e Alessandro.

"Non m'importa dell'edificio, ma non permetterò loro di cancellare la Collina Ammazzamotori. E' un simbolo per Paperopoli. E' la prova che per arrivare in alto bisogna affrontare sempre una salita, perché non si ottengono risultati senza sacrifici..." (Paperone, 2° puntata)

Voi cosa ne pensate, di questa saga nella sua completezza?
"Furfanti di più nobile stirpe di te mi hanno reso cauto, ingegnoso e litigioso! Ma tu... tu mi hai fatto arrabbiare!"

Creation

@bramo non volevo dire che non si presti bene allo stile di topolino ma che non fa molti lavori per la testata, cioè non si vedono così spesso suoi progetti in topolino, ma del resto tanto di cappello, è uno dei miei autori preferiti, l ho apprezzato tantissimo con PK e anche se in topolino le storie non possono essere sofisticate come nello spillato dedicato al papero mascherato, riesce comunque a scrivere storie interessanti e coinvolgenti!  :up:

Garalla

Nel Topo 2989 ci sarà una storia Faraci/Cavazzano(a mio parere una garanzia), che non avendo ancora letto non posso giudicare.
Nel successivo(2990) una Casty/De Vita, altra coppia che è spessissimo una garanzia...

Creation

Faraci/cavazzano faranno sicuramente un buon lavoro.... Io casty non lo apprezzo troppissimo....  :look:

Garalla

Citazione di: Creation il 06 Marzo 2013, 14:22:55
Faraci/cavazzano faranno sicuramente un buon lavoro.... Io casty non lo apprezzo troppissimo....  :look:

Casty non lo apprezzi come disegnatore o come autore?
Se la prima... ti capisco, ha uno stile un pò suo che non apprezzo troppo ma che non mi dispiace. Se come autore... beh è all'altezza di Romano Scarpa... e uno dei migliori sceneggiatori di storie topesche attualmente in circolazione. Ovviamente riconosco che magari non piace a gusto, ma Casty in questo momento mi fa impazzire.

Creation

No intendevo come disegnatore anche se però non impazzisco neanche per la versione sceneggiatore... ( non ho detto che non è bravo, solo che non lo metto tra i primissimi) complice anche il fatto che propendo più per i paperi che per i topi...

Creation

Ho trovato la storia di jack due di cuori fotonica!!  :clap:

Garalla

Jack due di cuori si presenta una storia molto carina magistralmente scritta, ma da Tito mi aspettavo qualcosa di più, o forse un genere del tutto diverso(un giallo più classico). Comunque un topo meno buono del precedente, ma comunque non male.

KforKaos

Citazione di: garalla il 06 Marzo 2013, 11:45:32
Nel Topo 2989 ci sarà una storia Faraci/Cavazzano(a mio parere una garanzia), che non avendo ancora letto non posso giudicare.
Nel successivo(2990) una Casty/De Vita, altra coppia che è spessissimo una garanzia...
Oh, quello non me lo lascerò scappare! ADORO Casty e De Vita!
"Furfanti di più nobile stirpe di te mi hanno reso cauto, ingegnoso e litigioso! Ma tu... tu mi hai fatto arrabbiare!"

Bramo

Topolino #2989



Dopo quattro settimane di Artibani, arriva Faraci a dare il cambio! Sono tornati gli anni '90 di qualità, quando spesso le pagine del settimanale vedevano le firme dei due autori?
Ad ogni modo, Topolino e lo Strano Caso di Jack Due di Cuori è una storia che ci voleva. Perché ritorna la coppia Faraci/Cavazzano, perché ritorna in scena un Rock Sassi in formissima, perché si ritorna a riassaporare quell'atmosfera tipica dell'impostazione che Faraci dà alle sue sceneggiature topolinesche. Certo, stavolta non si tratta di un giallo o di un noir in senso stretto, ma elementi di quel tipo non mancano pur innestati in una trama da commedia romantica. Inoltre un grande peso lo assume la cornice, dove Mickey è seduto in un bar, con tanto di giacca e cravatta alla Anderville, e rompe la quarta parete raccontando direttamente ai lettori questo suo aneddoto. È una cosa semplice, ma al contempo affascinante, cinematografica e poco sfruttata. La storia poi ha quei soliti marchi di fabbrica, che sono citazioni (criceti, ocarine) e quell'opera, forse infinita, di decostruzione del personaggio di Topolino, che qui avviene col costume (lol!) e con il rendere Topolino tutto sommato una spalla, e non il protagonista.
Una storia che non cambierà il modo di intendere il fumetto Disney, intendiamoci, né da assurgere a capolavoro, né in assoluto, né nella carriera dello sceneggiatore, ma sicuramente mantiene la media qualitativa altra a cui Tito ci ha sempre abituati. E Cavazzano gli va dietro, visto che ne approfitta per dimostrare di trovarsi sempre in sintonia con l'amico, realizzando tavole eccellenti e incantevoli, con soluzioni visive interessanti e una gran cura per volti ed espressioni.

E poi c'è Gagnor che, be', gagnoreggia :P Clamoroso a Paperopoli!, disegnata da Alessandro del Conte, è una storia che rientra nei meccanismi tipici della narrazione dell'autore: prende una consuetudine sociale o, in particolare, un un programma televisivo e ne mette in risalto le storture, le assurdità, le devianze. E se in passato era toccato ai programmi di cucina, stavolta è il turno delle trasmissioni sul calcio, argomento già toccato un annetto fa in Paperina, Brigitta e la controestate antisportiva ma che qui si focalizza in particolare su quelle reti locali che non avendo i diritti per mostrare le dirette delle partite commentano in studio le azioni. O dovrebbero, visto che invece la cosa degenera spesso in insulti, trollate e caciara da bar di paese, in cui la cronaca va spesso a ramengo. Gagnor mostra la demenzialità di queste dinamiche, e le mette alla berlina creando un teatro dell'assurdo ancora più assurdo della realtà televisiva, con esiti assolutamente divertenti. Una bella prova dell'autore, supportato da un Del Conte che pare aver ritrovato i fasti di due decenni fa.

Per il resto abbiamo una straniera migliore del previsto (Amelia e il Penny Portasfortuna) dove la sceneggiatura non è malaccio e Fecchi ai disegni offre una prova decisamente migliore di quella della scorsa settimana, Pippercole che bof, e la particolarmente irritante Ciccio e la Torta Spaziale, di Secchi e Held, su cui non ho nemmeno voglia di spendere troppe parole, visto che è una storia che non lo chiede e non lo vuole, è pensata per non essere commentata criticamente, per non essere considerata alla stregua di un'opera su cui ragionare, osservare, fare paralleli. È banale, insensata, debole, offensiva per qualunque lettore dai 3 anni in su.
Andrea "Bramo"

Scrivo per:
LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!
www.lospaziobianco.it

SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
Twitter | Facebook | YouTube | Flickr