Se c’è una cosa che storicamente caratterizza la DC Comics e la rende diversa da qualunque altra casa editrice, è proprio il fatto che il suo universo narrativo abbia nel dna la presenza di realtà parallele che esistono su diverse frequenze vibrazionali, dimensioni alternative, 52 mondi che costituiscono il multiverso, un’infinità di variabili che nondimeno, in maniera eguale, fanno tutte parte della continuity DC.
Certamente gestire una varietà così imponente non è semplice, un impero della fantasia di tale portata non può che essere, per sua stessa natura, periodicamente e ciclicamente sottoposto a delle fratture, a dei cedimenti, ed è così che nascono le ormai celeberrime “Crisi”.
Pur in un indotto fumettistico dove il megaevento è diventato ormai un imprescindibile appuntamento annuale per entrambi gli editori americani mainstream, l’ultima, vera grande Crisi che il lettore DC ricordi è sicuramente Crisi sulle Terre Infinite, del lontano 1985. Un terremoto editoriale che coinvolse tutte le testate della DC Comics, sconvolgendo lo status quo costituito e segnando una frattura narrativa così enorme da far diventare questo evento un vero e proprio spartiacque fra ciò che c’era prima e ciò che ci sarebbe stato dopo, arrivando addirittura a discutere la continuity DC in termini di “Pre-Crisis” e “Post-Crisis”.
Quando tutto questo avveniva, io avevo circa 3 anni. Cominciavo ad articolare le mie prime parole, non potevo neanche lontanamente immaginare quale fosse la potenza straordinaria del linguaggio, la forza dirompente dell’immagine. Men che meno potevo immaginare quale passione, anni più tardi, sarebbe scaturita in me dall’osservare come queste due straordinarie potenze dell’arte potessero combinarsi magicamente insieme all’interno dei Fumetti.
Non vi nascondo che l’idea di vedersi riproporre nuovamente quel terremoto creativo, quella mirabolante frattura editoriale fra ciò che c’era prima e ciò che ci sarà dopo, è qualcosa di talmente suggestivo che lascia in secondo piano tutte le speculazioni su team creativi, autori, disegnatori, convenienza di marketing, e via dicendo. Avevo 3 anni, ed oggi sono alla soglia dei 30. Sono un lettore ormai maturo, la mia passione è solida così come i miei gusti. Leggo fumetti da un paio di decenni, e con gli anni si impara a considerare queste letture quasi come la propria quotidianità, in un
certo qual modo le si dà per scontate, fanno parte della propria vita. Amo i miei personaggi, amo le loro storie, amo gli ideali purissimi che incarnano, per me rappresentano una sorta di nettare e ambrosia, quel cibo divino con il quale non posso fare a meno di nutrire la mia moralità, le mie motivazioni, le istanze più positive e spontanee della mia personalità.
Sinceramente mai, neanche nei miei sogni più rosei, avrei creduto che mi sarebbe stata data l’opportunità di vivere sulla mia pelle una nuova rinascita, un intero universo narrativo che riparte, ben cinquantadue nuove serie che ricominceranno dal numero 1, uno tsunami creativo che getterà le basi di quella che sarà la DC Comics per almeno i prossimi 25 anni, ed io la sto vivendo qui, ora e adesso. E lo faccio insieme ai miei migliori amici, a coloro che mi hanno aiutato a costruire questa community che nel tempo ci è divenuta così cara, quasi fosse una porta aperta sui nostri sogni, una finestra dalla quale spira la fresca brezza della passione, unica a poter rinfrancare come un balsamo benevolo quelle amicizie che divengono speciali solo quando possono vivere di condivisione.
Ed è davvero bello poter dire di condividere tutto questo, oggi, con voi.
So che siete spaventati, so che gli interrogativi sono molti, e che probabilmente lo scetticismo è la strada che sembra più a portata di mano in questo momento. Tutti i cambiamenti sono sempre difficili da accettare, ma quanto aveva ragione Tomasi di Lampedusa quando scriveva “Bisogna cambiare tutto, per non cambiare nulla”.
Se ci pensate, la premessa è straordinariamente semplice. Abbiamo una scatola, con all’interno una serie di cianfrusaglie. La prendiamo in mano e la scuotiamo per bene, finché non sentiamo tutti gli oggetti che vi sono contenuti dentro volare di qua e di là in un moto caotico. Poi la riponiamo, e l’apriamo nuovamente. Le nostre cianfrusaglie non saranno chiaramente così come le avevamo disposte, eppure saranno tutte lì, non mancherà niente.
Anzi, forse aver portato alla luce ciò che prima era in ombra, aver spostato a destra ciò che prima era a sinistra, ci farà venire voglia di andare a prendere in mano quel giocattolo che prima, sommerso dagli altri, era buttato lì, e che invece ora, riaffiorato quasi a nuova vita, appare ai nostri occhi quasi come qualcosa di nuovo, di appena comprato.
Questo è il senso del rilancio DC che ammireremo a partire da settembre. Nulla cambierà, i nostri eroi saranno sempre lì, fulgidi nei loro ideali, splendidi, immutabili.
Se qualcosa cambierà, sarà solo la prospettiva, l’angolazione dalla quale li osserveremo. La bellezza dell’universo DC, dei viaggi nel tempo, dei mutamenti nelle linee temporali, è proprio questa.
Tutto ciò che avete letto in questi ultimi 25 anni, è davvero accaduto, è passato, e nulla potrà mai cancellarlo. Quando Marty McFly tornò nel passato e visse la splendida esperienza di “Ritorno al Futuro”, questo suo viaggio comportò delle modifiche nella sua vita, ma ciò non vuol dire che ciò che aveva vissuto finora non fosse mai successo.
In questi mesi con l’evento Flashpoint, gli Eroi della DC Comics vivranno il loro personalissimo “Ritorno al Futuro”. Dovranno risistemare le cose, come al solito, ma la loro vita, pur risistemata, non sarà esattamente come era prima. È questa la prima regola dei viaggi nel tempo.
Non vedete come tutto sia estremamente coerente? Non limitate il vostro divertimento guardando tutto come se fosse l’ennesima trovata commerciale, cercate di spaziare oltre con la mente. Cercate di osservare il filo logico che unisce tutto, cercate di capire che l’ultima volta che è successa una cosa del genere eravate probabilmente troppo piccoli per godervela appieno, o forse non eravate ancora nati.
Oggi si scrive la storia, per la seconda volta. Ma, diversamente dall’ultima, ora noi siamo qui per viverla! Giorno dopo giorno, annuncio dopo annuncio, serie dopo serie.
Possiamo davvero sentire nostro questo cambiamento, questa è la DC che verrà confezionata per la nostra generazione e per quella dopo la nostra.
Io non so esprimervi la mia felicità nel vivere insieme a voi tutto questo. Nell’amministrare una community che è fiera di ispirarsi agli ideali della League, e nel poter indossare virtualmente le vesti di uno dei personaggi che è l’anima di questa rinascita: Barry Allen.
La bellezza di un sogno non è tanto nel vederlo realizzare, quanto nell’avere intorno i tuoi migliori amici con i quali poterlo condividere.
Viviamo insieme questo sogno. Viviamolo ora. Perché il prossimo treno non passerà prima di 25 anni.

Barry Allen