Flash: Un Profilo

Mar 25, 2010

Nello spiegarvi perché io amo Flash, devo in primo luogo soffermarmi sul significato di essere “l’uomo più veloce del mondo”, poi sul perché la mia preferenza fra i tanti velocisti verta su Barry Allen.
Avere il dono della velocità, sarebbe la più grande fortuna del mondo. Percorrere immense distanze in un battito di ciglia, vedere gli oceani che ti scorrono sotto i piedi mentre li attraversi alla velocità del suono, finire di pensare a una cosa solo per rendersi poi conto che l’hai già fatta.
Essere l’uomo più veloce del mondo, muoversi alla velocità della luce, è un miracolo che rasenta l’ubiquità.
Per un uomo che si muove talmente in fretta da percepire le altre persone e il mondo come se fossero fermi, non esiste praticamente alcun limite a ciò che può fare, alle persone che può aiutare.
E’ questo il più grande potere di Flash, la cosa che adoro di lui. Flash è uno, è nessuno, è centomila.
Una singola persona che si muove talmente veloce da non essere nemmeno percepita dall’occhio degli astanti, e che al tempo stesso riesce a fare contemporaneamente (ci si può muovere addirittura più veloce di un momento) così tante cose da sembrare una squadra. A League of One.
Mi piace pensare alla forza di volontà di Flash, alle sue motivazioni, come ad un acceleratore. Posso essere Superman, e spostare un palazzo. Posso essere Batman, e sfogare la mia rabbia in pugni letali.
Posso essere Flash, e correre. E correndo risolvere le cose. E se non vado abbastanza veloce, stringo i denti e accelero. Quando le gambe cominciano a indolenzirsi, spingo ancora di più. E non mollo. E tengo duro, e corro, e corro, fino a che mi passa persino la voglia di fermarmi.
E’ una straordinaria metafora della vita. Quando senti che tutto ti si abbatte addosso, che i problemi sembrano insormontabili, che l’inadeguatezza o la paura ti sovrastano, corri. Chiudi gli occhi, stringi i denti, muovi le gambe, e corri. Sfida le regole, abbatti il muro delle possibilità, supera lo spazio e la luce realizzando l’improbabile.
Quando penso alla cosa più veloce del mondo, penso alla mia mente, alla mia fantasia. Posso raggiungere qualsiasi posto in un istante, posso fare cento cose in un secondo, solo pensando di farle.
Ecco perché amo così tanto Flash, perché lui rappresenta la mia fantasia che si realizza, nel tempo che ci impiego a voltare pagina.
Ma Flash è un personaggio anche estremamente solo, forse il più solo di tutti, e qui mi viene in mente Barry Allen. Immaginate di avere il tempo di pensare alla bellezza delle migliaia di sfumature che il cielo assume nelle più disparate parti del mondo, proprio mentre tutto attorno a voi si muove al rallentatore e afferrate, con quella che a voi sembra un’estrema calma, la ragazza che proprio in quel momento si stava gettando dal ponte. Eravate lì prima che lei lo sapesse, e prima che lei vi veda sarete già scomparsi.
Le vostre braccia sono attorno alla sua vita e la portano in salvo, ma prima che lei si accorga di cosa sta succedendo, voi sarete già a chilometri di distanza pronti a salvare qualcun altro.
Immaginate come era la vostra vita, una vita semplice, dedita, grama, sotto un certo punto di vista. Immaginatevi come l’oggetto del bersaglio del bulletto a scuola, come il lavoratore un pò troppo pulito e perbene che diventa lo spasso per lo scherno dei colleghi.
Immaginatevi metodici, lenti, macchinosi. Immaginatevi perennemente in ritardo.

Cosa fareste se la vostra vita cambiasse di colpo? Se tutto attorno a voi cominciasse a muoversi troppo rapidamente per farvi anche solo rendere conto di cosa sta capitando. Se l’orologio in cima alla torre battesse le ore infinite volte più lentamente di quello che da qualche tempo ha cominciato a battere nel vostro cervello.
Perennemente alla ricerca di qualcuno da salvare, non ci sarebbe il tempo per sentirvi dire “grazie”, né per vedere un sorriso grato affiorare sulle labbra del vostro salvato. Sarebbe semplicemente troppo lento, e in quel secondo in cui voi potreste esservi fermati a godere della gratitudine di uno, un altro potrebbe venire colpito a morte da un proiettile, o cadere da un palazzo, o venire investito da un’auto. E voi vivreste col rimorso perenne che la vostra vanità ha condannato un innocente a perdere la vita.
E un’esistenza fino ad allora pigra, anonima, diverrebbe frenetica, carica di responsabilità. Cupa, dilaniata da una mente semplicemente troppo attiva per potersi concedere il lusso della serenità.
Sareste lì prima che lo sappiano, e sarete andati prima che vi vedano. Riuscite a immaginare qualcosa di più malinconico, una solitudine maggiore?
Nonostante ciò Barry si è sempre sforzato di sorridere, di dare forza agli altri, di trascinarli con la sua energia e fiducia. Nonostante i demoni interiori, la responsabilità e il peso che si porta dentro, agli occhi degli altri Barry figura come un uomo buono, solare, genuino, felice.
E’ questa la grandezza di questo personaggio. Ha ucciso un uomo, e ha subito un processo per questo. Ha sfidato le leggi del tempo e dello spazio, solo per l’egoismo di un momento di felicità con la donna amata.
Ha molti rimorsi, e si porta dietro il peso di alcune drastiche scelte compiute in nome della giustizia.
Ma nessuno ha mai potuto mettere in dubbio il suo eroismo. Il suo ardore per la giustizia, la sua voglia di aiutare, di sacrificarsi per il bene altrui.
Quando l’universo stava per scomparire dal piano dell’esistenza, a Barry è stato chiesto di correre. E lui l’ha fatto, con tutta la forza della sua volontà, con tutta l’energia di cui era capace. Fino alla consunzione, fino a che nulla di lui è rimasto, se non il ricordo.

Nell’ultimo istante della sua vita, Barry era convinto di poter cambiare il destino dell’universo. Senza volerlo, cambiò il suo.
Per anni, mentre tutti lo consideravano morto e il suo nome era stato ereditato dal suo protetto, Barry attraversò l’universo e le dimensioni privo della sua sembianza umana, consumata dall’attrito di un folle viaggio alla velocità della luce, teso nello spazio e nel tempo alla rincorsa di un vettore invisibile e inarrestabile. Qualcuno ha detto che tornerà, qualcuno dice che non sarà più lo stesso. Io penso che vedremo l’eroe che conoscevamo come non l’abbiamo mai conosciuto.

A cura di Marco Cecini