Il Ritorno di Bruce Wayne #4

Ci ritroviamo questo mese con Batman 46 la prosecuzione della pubblicazione da parte di Planeta deAgostini de Il Ritorno di Bruce Wayne. Gli articoli relativi ai numeri precedenti li potete trovare qui: RdBW #1, RdBW #2, RdBW #3.

Il numero si apre con dei tirapiedi di Vandal Savage che attaccano una famiglia che vive in una fattoria isolata, per recuperare l’ormai famoso (per noi lettori) scrigno marchiato con un pipistrello. La famiglia che lo custodisce è il proseguimento delle linee di sangue dei Miagani e dei Van Derm, che avevano il compito di tramandare e proteggere proprio lo scrigno, seguendo le indicazioni date dallo stesso Bruce nel secondo numero del Ritorno.

Come già successo negli scorsi numeri Bruce compare proprio quando viene invocato un aiuto. Era accaduta infatti la stessa cosa con Annie e con Jack Valor. La particolarità questa volta è che sentiamo direttamente le parole di invocazione di aiuto.

Mandami il tuo strumento più oscuro e spietato di vendetta.

L'invocazione d'aiuto

Poiché in questa mini, Morrison sta ricostruendo man mano il mito dell’uomo pipistrello, credo che quella a cui assistiamo in questo numero sia una tappa importante.
Secondo la continuity attuale Batman continua la sua missione non più per vendicare semplicemente la morte dei suoi genitori, ma perché pensa che quello che fa sia giusto e meritevole di essere portato avanti. Quando talvolta si preme invece sul tasto della crociata nel nome della vendetta, ci troviamo di fronte ad un Batman molto “nervoso”, arrabbiato, impulsivo.
In questo numero del Ritorno vediamo Bruce che bracca costantemente gli scagnozzi di Savage, per vendicare la morte di un bambino innocente (nel quale probabilmente rivede se stesso), ma sembra agire in modo molto più controllato e calmo; come se, dopo aver visto il proprio mantello custodito dalla tribù pipistrello al termine dello scorso numero, Bruce avesse finalmente riacquistato tutte le proprie capacità (oltre alla propria cintura, di cui farà ampio uso) e, soprattutto, avesse ristabilito tutto il proprio percorso di crescita (soprattutto interiore) fattogli compiere da Morrison nel post-Crisi Infinita.

L’ennesimo salto temporale ci permette di seguire da vicino la storia dello sviluppo della città di Gotham. Anche in quest’epoca presentata molto scura, nera e malinconica.
La scena finale del RdBW#3 va collocata tra le pagine 5 e 6: Bruce deve essersi messo sulle tracce di Chuck e Lucky dopo aver visto che avevano ucciso un bambino innocente (e forse dopo aver saputo che avevano preso anche lo scrigno). Esasperati e oppressi dall’avere Bruce alle calcagna, hanno chiesto a Vandal Savage di assumere Jonah Hex (noto personaggio DC), che, dopo aver accettato l’incarico, si reca insieme a loro in città, come vediamo appunto da pagina 6 di questo numero.

A pag. 12 Bruce sta per tirare un pugno ad uno dei pistoleri a guardia del saloon. Questa scena mi ha ricordato il pugno (guantato di nero anche in quell’occasione) che Bruce aveva dato al vetro dell’elicottero alla fine di RIP, simbolo della sua opposizione al male e alle ingiustizie.

Bruce tira un pugno guantato di nero

Dopo averlo visto in Batman n°42, nel 1765 impegnato nel rituale per evocare Barbatos (come ricorda lui stesso anche in questo numero), Thomas Wayne rifà la sua comparsa. Abbiamo la conferma definitiva che quel Thomas Wayne che ha guidato il gruppo di adoratori di Barbatos e del Diavolo e il cui dipinto risulta mancante all’interno della galleria degli antenati di Bruce, il Dottor Hurt visto in Batman RIP e in Batman e Robin, e questo Thomas Wayne che cerca di aprire lo scrigno con il pipistrello sono la stessa persona.
Possiamo ricostruire gli eventi, per ciò che sono stati mostrati finora, in questo modo: questo Thomas sembrerebbe effettivamente un membro della famiglia Wayne, vissuto nel 1700.
Nel 1765 partecipò, anzi, probabilmente guidò, il rituale di evocazione del demone Barbatos. (Stando alle parole pronunciate da Bruce in quello stesso numero, B&R#16, è in quell’occasione che Thomas viene contaminato da un’arma proveniente da un altro mondo). Non è ancora chiaro cosa sia davvero successo in quell’episodio, considerando che il pipistrello gigante sembra solo una visione di Thomas.: la donna che è presente con lui lo osserva mentre parla con un muro.
È probabile, però, che è grazie a quel rituale e a quella “contaminazione” che Thomas Wayne acquisisce un’innaturale lunga vita.
A causa delle sue tendenze “sataniche” e per il fatto che a questo punto non invecchia più, potrebbe essere stato allontanato dalla famiglia Wayne (che spesso abbiamo visto come incarnazione della parte buona della città di Gotham) e magari diseredato (questo spiegherebbe anche il motivo per cui Hurt sembra volersi rimpadronire della Villa e afferma che tutto ciò che contiene gli spetti di diritto).
Thomas WayneRincontriamo Thomas nel 1870 circa, epoca in cui dovrebbe essere ambientato questo numero, e, nonostante dovrebbe avere più di 150 anni (come afferma anche Alan Wayne), non sembra invecchiato di un giorno. Per la prima volta è riuscito ad impadronirsi dello scrigno che desidera così tanto; ma, come già avevamo letto su Batman 41 e 42, non è in grado di aprirlo senza distruggerne il contenuto. Per questo ha bisogno di qualcuno che conosca i segreti dei Miagani (nello specifico, occorre usare un particolare fischio per poter aprire la scatola). Sappiamo che la scatola è stata fatta costruire da Bruce, come aiuto a se stesso nei salti da un’epoca all’altra. Forse Thomas crede erroneamente che la scatola abbia un qualche legame con il demone Barbatos, il quale, escludendo il rituale del 1765, non è altri che Bruce stesso, identificato come un dio dalle tribù primitive a cui è comparso nel RdBW#1. I Miagani credevano che Bruce facesse parte della stessa razza cui apparteneva Metron, i nuovi dei e forse la tradizione orale di questa tribù, che poi si è unita alla famiglia Van Derm, si è diffusa anche all’esterno della linea di sangue, generando varianti e piccole inesattezze rispetto all’episodio originale.
Per questo motivo Thomas potrebbe credere che i Miagani siano i depositari di uno strumento che sarebbe in grado di entrare in contatto con i nuovi dei ed ottenere anche la vita eterna.
Un collegamento tra la scatola e il mondo da cui proviene Metron esiste di certo:

Un dio oscuro aprirà questa scatola e ci saranno campane… ma le campane alla fine evocano un altro… dalle ombre… uno che non si fermerà finché i malvagi non risponderanno. Nonno Jerome dice che è qui ora.

Innanzitutto il suono delle campane è ricorrentemente legato alla scatola: anche Jack Valor ricordava quel suono dopo aver visto il contenuto della scatola. Definendole le campane della fine di ogni cosa (The All-Over); effettivamente contribuiscono a formare uno scenario molto apocalittico.
Il dio oscuro è la stessa definizione usata da Annie nel RdBW#2 per definire Darkseid. E il fatto che nonno Jerome (che sembra parlare dall’aldilà grazie al collegamento con la nipote in trance) indichi che colui che viene evocato dalle ombre sia “qui ora”, sembrerebbe un riferimento proprio a Bruce. Anche il fatto che “non si fermerà finché i malvagi non risponderanno” sembra adattabile a Batman.
I salti temporali e tutto quanto sta accadendo a Bruce sono la conseguenza della Sanzione Omega con cui Darkseid lo ha colpito. Abbiamo sentito dalle parole della Justice League, che tutto quanto potrebbe essere una gigantesca trappola in cui lo stesso Darkseid ha incastrato Bruce.
Lo scrigno servirà quindi a Bruce per uno scontro definitivo contro Darkseid? “Un dio oscuro aprirà questa scatola e ci saranno campane”: il verbo al futuro indica qualcosa che succederà nel futuro. Si riferisce allo scontro già avvenuto in Crisi Finale?
Tenete a mente queste parole di nonno Jerome… presto avremo tutte le risposte.

Katie in tranceGli occhi neri di Katie in trance mi hanno ricordato, a pag. 16, due eclissi totali di sole, uno degli elementi ricorrenti in questi numeri. Insieme con i pipistrelli, ovviamente, proiettili e pistole e la collana di perle (che più che elemento ricorrente, si tratta proprio della stessa collana bianca che viene tramandata all’interno dei Miagani, e ora dei Van Derm, fin dalla preistoria).

Alan Wayne era sul ponte per suicidarsi. Il suo obiettivo è porre fine alla stirpe degli Wayne. E’ l’effetto della maledizione scagliata da Annie? Meglio una stirpe incompleta piuttosto che una stirpe maledetta?
La maledizione di Annie ha preso forma nella figura di Thomas Wayne? Data l’acquisizione dell’immortalità potrebbe essere un cancro che macchia il buon nome della famiglia in modo continuo.

Bruce restituisce la collana a Catherine e lei capisce che la madre lo ha riconosciuto come colui che stavano aspettando.

Tutti i giorni del mondo sono uno ed egli deve essere forte per noi tutti!

Tutti i giorni che sono uno è la singolarità temporale causata da Darkseid in Crisi Finale con la sua Il fischio di Katiepresenza sul nostro piano di esistenza. “Colui che deve essere forte per noi tutti” sembrerebbe essere sempre Bruce: questa profezia, tramandata da nonno Jerome da tempi ancora più antichi, si riferisce allo scontro tra Batman e il dio di Apokolips avvenuto in Crisi Finale o si riferisce ad un’altra resa dei conti?
Katie emette lo stesso fischio che abbiamo visto su Batman 42. In quell’occasione chi emette il suono preciso? E’ Dick? Come faceva a conoscere il linguaggio Miagani? O era già Bruce, che qualche pagina dopo avrebbe fatto la sua comparsa attraverso il camino?

Bruce guarda all’interno della scatola ed estrae il libro che aveva scritto durante il RdBW#2. Non ci è dato di poter sbirciare il resto del contenuto, ma sappiamo che lo scrigno continua ad essere protetto dalla stirpe dei Miagani e dei Van Derm, unite ora, con il matrimonio tra Alan e Catherine, con la famiglia Wayne. Proprio quest’ultimi portano a termine la costruzione di Wayne Manor. Poiché sempre secondo le tradizioni orali dell’antica tribù pipistrello, Bruce dovrà tornare (effettivamente è tornato più volte proprio grazie a questi salti temporali), Alan, nell’osservanza del volere della moglie, custodisce lo scrigno fino al suo ritorno, costruendo dei giardini che richiamano la forma di pipistrello (come scoprono Dick, Damian e Alfred su Batman 40 e 41): un ombra sul tempo e sui morti.

Vandal Savage vede Bruce come BarbatosNelle visione causata dall’oppio, Vandal Savage vede Bruce come un pipistrello. E’ un semplice ricordo di quando nella preistoria lo ha sconfitto indossando il pipistrello gigante? Vandal Savage in questo stesso numero dice a Hex di andare a “prendere quel demone“, riferendosi a Bruce: involontariamente ci ha svelato una possibile soluzione? E’ possibile che Barbatos sia effettivamente un demone (evocato da Thomas nel 1765) e che si sia impossessato di Bruce? E’ stato Darkseid ad infettare Bruce in qualche modo? E’ questo il motivo per cui se fa ritorno nel presente ci sarà La Fine di Tutto – The All-Over?

Alcuni hanno ipotizzato che Thomas Wayne potrebbe essere diventato Jack lo Squartatore, poiché lo vediamo andare in Inghilterra alla fine di questo numero. Potrebbe essere che l’unico modo che ha ora per prolungare la propria vita sia quello di fare rituali di sangue, come sembra accennare Alan Wayne, e che lo scrigno gli serva per ottenere la vita eterna in modo definitivo.

Può darsi inoltre, che durante questo viaggio in Europa abbia gettato le basi per fondare l’associazione del Guanto Nero.

Jonah Hex spara a Bruce

Il salto temporale avviene questa volta riprendendo il passaggio simbolico attraverso l’acqua. Bruce ricompare più o meno all’epoca dei suoi genitori. Possiamo pensare a due interessanti possibilità:

  • Bruce è ferito. Verrà portato in ospedale e curato dal suo stesso padre che è medico?
  • L’omicidio dei genitori potrebbe essere invece già avvenuto e dovrà indagare lui stesso sul caso?

Molte domande iniziano a trovare risposta. Le altre, forse, verranno risolte tra un mese… il Ritorno continua…

Restate con noi!

 

Fonti:
http://rikdad.blogspot.com/
http://www.comicsalliance.com/