ATTENZIONE: Prima di leggere questa recensione è consigliabile avere già letto anche “Multiversity #6”, in quanto ho dovuto fare qualche riferimento a quel numero; sarebbe anche ottimale avere sottomano la mappa del Multiverso e l’elenco completo delle 52 Terre del Multiverso DC, anch’essa presente in “Multiversity #6”. Questa recensione è da leggersi come integrazione alla Guida Minima a Multiversity di R. Galardini, in appendice all’albo, la quale da sola contribuisce a chiarire molti punti della storia in oggetto, compito tanto più ammirevole quanto davvero esiguo è lo spazio a disposizione di Galardini.

Questa avventura, dal titolo Capitan Marvel e il giorno che non è mai esistito, ha luogo su Terra-5; poco viene detto nell’albo circa la antecedente Storia di Terra-5, mentre di molte delle Terre visitate nei numeri scorsi è possibile ricostruire i fatti salienti in virtù di cenni sparsi nelle rispettive avventure. Terra-5 è una Terra geograficamente identica alla nostra, dove l’unico supergruppo operante è la cosidetta Famiglia Marvel, capeggiata da Capitan Marvel, l’alter ego di Billy Batson, un ragazzino al quale il mago Shazam ha conferito l’onore e l’onere di trasformarsi nel Mortale Più Potente della Terra, in eterno servizio nella squadra del Bene, semplicemente pronunciando il nome del mago stesso. Altri componenti della super-famiglia sono Mary Marvel, alias Mary Batson, sorella di Billy; Freddy Freeman, un giovane edicolante con problemi motori, alias Capitan Marvel Jr.; i Luogotenenti Marvel, tre bizzarri alleati dai fisici disomogenei ma dai nomi identici (anch’essi si chiamano tutti Billy Batson, stando alla continuity pre-Crisis a cui questo Thunderworld Adventures sembra principalmente, ma non esclusivamente come vedremo, rifarsi); lo zio Dudley che qua si riappropria della sua identità di simpatico imbroglione (millanta di avere super-poteri come gli altri Marvel, ma in realtà è un semplice signore grassoccio di mezza età); Rosso Boccalarga, una tigre parlante antropomorfa. Come avrete già capito da questi brevi accenni, Terra-5 è una terra solare, dove assurdo e cartoonesco sono parte del quotidiano, dove gli Eroi vincono sempre e il Male prende sempre delle gran bastonate sui denti. Terra-5 è l’erede diretta di Terra-S del Multiverso pre-Crisis (dove “S” sta ovviamente per “Shazam”), la quale ospitava le avventure del Capitan Marvel pubblicato dalla Fawcett e dalla DC prima del 1986. Anche la nuova Terra-5 (notare che il 5 è il numero in effetti più somigliante alla lettera S) è teatro di avventure ispirate per gran parte alle buone vecchie storie scanzonate e solari del periodo Fawcett (1940-1953), anche se cronologicamente l’avventura si svolge nel XXI secolo, come tutte le altre avventure di Multiversity. Un immenso pericolo incombe su questa Terra apparentemente così spensierata: la Cerchia, il nemico cosmico che minaccia l’esistenza stessa del Multiverso ha infettato anche questa realtà, vedremo poi tramite quali agenti e in che modo.

La trama dell’episodio, se confrontata a quella del precedente “Multiversity #4: Pax Americana”, sembra lineare e facile da mandare giù come un bicchiere d’acqua, ma come sempre Morrison dissemina la pista di segnali, trappole mentali e suggerimenti che il lettore deve saper cogliere per gustarsi al meglio la storia. La storia ruota tutta intorno al piano del malvagio scienziato pazzo Thaddeus Bodog Sivana (primo nemico di Capitan Marvel, sia in ordine cronologico di comparsa, sia come importanza) di creare un giorno artificiale, un ottavo giorno della settimana -Sivanadì- durante il quale il Male può finalmente trionfare anche nella pura e innocente Terra-5. Il piano viene ispirato a Sivana dalla lettura di Multiversity #2: Society of Super-Heroes (tema ricorrente dell’opera: i fumetti sono un ponte tra mondi; quello che è finzione e fantasia in una dimensione, è realtà e sta davvero accadendo in un’altra); tramite il fumetto Sivana apprende dell’esistenza del Multiverso e recluta altre versioni di sé stesso, ognuno abitante una Terra differente (la Legione dei Sivana) e con il loro aiuto collezione una quantità di una sostanza chiamata Suspendio, di fatto tempo cristallizzato, sufficiente a costruire il giorno artificiale, il giorno del Male, Sivanadì: il giorno in cui Capitan Marvel muore. O almeno, così sperano i Sivana.

Qualche nota circa il piano di Sivana. Innanzitutto il Suspendio. Se nell’Universo nulla si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma, questo è altrettanto vero per il Multiverso che sta nella testa di Morrison! Infatti il Suspendio non è un’invenzione dell’Autore scozzese, ma appare per la prima volta in “Shazam #1: The World’s Wickedest Plan” (Febbraio 1973). In quest’avventura, con la quale la DC Comics tentò di rilanciare Capitan Marvel a vent’anni di distanza dall’ultima pubblicazione Fawcett, gli autori cercarono di spiegare simpaticamente anche a livello narrativo il gap di vent’anni tra l’ultimo numero di Capitan Marvel della Fawcett e il primo numero targato DC. Venne narrato, appunto, che il Dottor Sivana immobilizzò tutta la famiglia Marvel (e pure la sua stessa famiglia, per errore!) in uno stato di animazione sospesa in orbita nello spazio proprio usando il Suspendio. Al lettore italiano interessato a leggere quella vecchia storia consiglio di recuperare “Showcase: Shazam!” della Planeta DeAgostini che appunto ristampa l’avventura in oggetto.
La Legione dei Sivana (consiglio di munirsi di elenco delle Terre parallele) è composta da: un Sivana vampiresco che sicuramente proviene da Terra-43, la Terra perennemente immersa nella tenebra e dominata da un gruppo di super-vampiri; il Sivana donna appartiene a Terra-11, nella quale i sessi sono invertiti rispetto alla continuity principale; il Sivana di colore proviene da Terra-23, dove i superuomini (e i loro nemici) sono prevalentemente di origine afro, appunto; il Sivana serpente appartiene alla Terra degli animali antropomorfi, Terra-26; il “Sivana buono”, sposo la tesi di Galardini, appartiene alla “nostra” Terra, Terra-33, prova ne sarebbero il design meno “fumettoso” e il comportamente meno pazzoide.

Assolutamente geniale il suggerimento (politicamente scorretto) di Morrison che i nostri “problemi personali” e comportamenti ansiogeni, nelle Terre di fantasia diventino progetti ultracriminali di conquista del mondo. Assolutamente divertente. Non riesco a identificare il Sivana con gli occhiali oscuri (un omaggio alla benda nera sull’occhio di Nick Fury? Quindi proviene da Terra-8, la terra “marvellosa”?), il Sivana con la maschera da lottatore e il Sivana neonato: inizialmente pensavo quest’ultimo potesse venire da Terra-42, la Terra dei “mini-eroi”, ma incontreremo il Sivana di Terra-42 proprio nel numero successivo ed è diverso. Il Lecter-Sivana è l’agente diretto della Cerchia. A parere dello scrivente proviene da Terra-40, una delle due Terre (l’altra è Terra-3) dove il Male è vincente SEMPRE. Gli indizi che mi fanno propendere verso questa interpretazione sono che egli è l’unico Sivana ad avere sconfitto e ucciso una versione di Capitan Marvel, e il fatto che nel numero successivo egli porti in tasca il Multiversity Guidebook aperto proprio sulla pagina di Terra-40. Che sia un agente della Cerchia me lo fa pensare il fatto che abbia il volto parzialmente coperto dalla maschera à la Hannibal Lecter: nei numeri precedenti, coloro che erano stati infettti pesantemente o arruolati nella Cerchia avevano il volto nascosto o parzialmente coperto: Al Pratt in Multiversity #2, il sergente Steel in Multiversity #4.

Anche l’approccio più brutale -tale da sconcertare persino il Sivana “originale” tradisce la liaison di questo personaggio con la Cerchia e si sposa con la teoria che vuole la Cerchia come simbolo (tra le altre cose) di tutto ciò che di violento e morboso c’è nel fumetto supereroistico contemporaneo. Non manca il lui neanche la pulsione sessuale: vuole avere tra le mani la innocente eroina Mary Marvel; il contrasto col tono fiabesco del racconto funziona a meraviglia: è come se su Topolino Gambadilegno impazzisse e volesse abusare di Minnie. Con una battuta Morrison distrugge e ridicolizza il tono “realistico” e “adulto” (in realtà volgare e morboso) di gran parte dei fumetti contemporanei mainstream nei confronti della figura femminile.
Dicevamo che il piano di Sivana è ispirato da Multiversity #2. In una tavola vediamo il dottor Sivana leggere l’albo. Perché proprio Multiversity #2 suggerisce a Sivana il suo piano? Le mie teorie: in primis, in quell’albo vediamo due Terre del Multiverso scontrarsi, perciò mai come in quell’avventura le implicazioni di vivere in una realtà a più dimensioni sono evidenti; secondariamente, nell’avventura contenuta su Multiversity #2, il Doc Fate prepara un dispositivo, un portale multiversale con l’intenzione di reclutare supereroi da altre Terre nella lotta contro le armate di Vandal Savage. Da qua Sivana ha preso l’idea di reclutare le sue controparti da altre Terre nella sua lotta contro Capitan Marvel. Ma quello che Sivana non può sapere è che in Multiversity i fumetti sono porte, porte che si aprono su ambi i lati; se da una parte Sivana “entra” in Multiversity #2, carpendone i segreti e in essenza il piano per uccidere Capitan Marvel, dall’altro lato qualcosa “esce” dal fumetto entrando su Terra-5: si tratta della Cerchia: noterete che la pagina di Multiversity #2 che Sivana sta leggendo è proprio quella in cui Al Pratt (personaggio di Multiversity #2) sta a sua volta leggendo “Multiversity: Ultra Comics, il fumetto maledetto che la Cerchia usa per invadere le varie realtà.

Capitan Marvel entra perciò nell’ottavo giorno, il Sivanadì; lui e i suoi alleati hanno tutto contro: il mago Shazam è stato fatto prigioniero; la Roccia dell’Eternità attaccata e invasa dalla Falsa Roccia dei Sivana; i figli di Sivana trasformati in campioni del Male; una piaga di scienziati pazzi pronta a scatenarsi per il Multiverso; la Società dei Mostri del Male è tornata (quest’ultimo è uno storico supergruppo di criminali nemici di Capitan Marvel qua rivisti in chiave Morrisoniana, rimando alle ottime note di Galardini e faccio notare la presenza di un altro personaggio di Multiversity #2 tra di essi); Sivana stesso riesce a carpire il segreto del Fulmine Magico che trasforma Billy Batson in Capitan Marvel e si trasforma a sua volta nel mostruoso Black Sivana. Pare proprio che “il giorno in cui Capitan Marvel muore” sia giunto. Ma Capitan Marvel sa usare anche occhi e cervello non solo muscoli; ha notato che durante il combattimento con la Famiglia Sivana e mostri vari il Sole si è spostato più rapidamente del solito nel cielo, le ore sono passate alla svelta (cosa in effetti riscontrabile anche dal lettore: lo avete notato tutti veeeeeerooooo?). Stando così le cose, Capitan Marvel ha correttamente concluso che il Sivanadì è un giorno più breve degli altri: in effetti Sivana è stato ingannato dalle sue controparti (tutte avide, calcolatrici e malvagie quanto lui) le quali gli hanno fornito una quantità di Suspendio inferiore a quella effettivamente pagata dal povero scienziato pazzo (tenendo il resto per sé stessi); Sivana così ha costruito un giorno lungo soltanto 8 ore, un tempo non sufficiente per uccidere Capitan Marvel. Billy, usando il Suspendio stesso, viaggia indietro nel tempo per avvertire sé medesimo della scoperta e riuscire così a sopravvivere al Sivanadì. Così Capitan Marvel vince ancora una volta, e, rivolto ai Sivana multiversali può orgogliosamente affermare che “Avete avuto la vostra chance. In tutto il tempo e lo spazio esiste UN GIORNO in cui vincete. Ma in tutti gli altri giorni, signori, voi perdete come al solito.”
Qualche nota sparsa a margine. Mary Marvel, qua, ritorna ad essere la ragazzina dolce, affettuosa e tutta casa & scuola del periodo Fawcett. La vediamo compilare un elenco delle “buone azioni”, è carina e compassionevole. Insomma, è quasi come se Morrison si volesse scusare dell’utilizzo che ne ha fatto in Crisi Finale. Da notare il costume di Mary Marvel, che si differenzia da quello classico del periodo Fawcett per quanto riguarda il colore: bianco invece di rosso, un’innovazione questa introdotta negli anni ’90 sulla serie Power of Shazam (nel nr.28 per la precisione).

Un altro rimando a Crisi Finale è lo zaino-jet indossato dagli alleati della Famiglia Marvel durante la loro lotta contro la Società dei Mostri del Male; ricorda molto da vicino quello indossato dallo stesso Rosso Boccalarga in Crisi Finale in occasione della indimenticabile lotta contro Kalibak. Che nella nostra storia lo indossino Rosso stesso e zio Dudley è perfettamente logico, dal momento che essi non possono volare e non hanno poteri particolari; che ne siano dotati anche i Tenenti Marvel è più strano: loo possono volare e non hanno bisogno di armi, se ci rifacciamo alla continuity pre-Crisis. Che Morrison abbia voluto modificare questo aspetto?
Esiste una sola Roccia dell’Eternità in tutto il Multiverso e un solo mago Shazam, che verosimilmente elegge un proprio campione su ciascuna Terra. Prova ne sono i numerosi vagoni della metropolitana (più di 52, comunque) illustrati da Stewart quando Capitan Marvel entra nel tunnel della metro per raggiungere la Roccia.
A proposito dei disegni di Stewart e dei colori di Fairban, non posso che tessere elogi. Hanno catturato lo spirito dell’opera, volutamente retrò e deliziosamente fiabesco. Meravigliose le scene di combattimento e le espressioni di Sivana, ma è l’insieme a funzionare davvero. Se Morrison ha potuto implementare la sua grande idea sulla famiglia Marvel è anche opera degli artisti che lo hanno coadiuvato.
Come ha correttamente scritto Galardini un singolo giorno (corto) dove trionfano le forze del Male è tutto ciò che la Cerchia è riuscita a fare su Terra-5. Ciò contrasta apertamente con i finali, tutti negativi, degli altri numeri di Multiversity. Apparentemente. Vediamo perché. Nelle ultime vignette Capitan Marvel trova e apre un numero di Multiversity #2, lo stesso albo dal quale Sivana ha preso spunto per il suo piano. Criticando i fumetti di oggi per la mancanza del lieto fine, Capitan Marvel apre casualmente la pagina di Multiversity #2 nel quale Parallax, il costrutto malvagio del Conte Sinestro di Terra-40, sembra voler uscire dal fumetto. Parallax pronuncia anche parole minacciose (“Uscirò fuori e distruggerò ogni cosa“), che nell’albo originale non dice. Ancora Multiversity #2, ancora un personaggio di Terra-40. E non a caso Parallax che, nella storia della DC, rappresenta tutto ciò che Capitan Marvel non è: se Capitan Marvel è solare, ironico, autoironico, buono, un bambino dentro (letteralmente!), Parallax è l’emblema della Dark Age degli anni ’90, la creatura che ha trasformato uno dei più puri eroi della DC, Lanterna Verde/Hal Jordan, in un assassino psicopatico. In due vignette, uno scontro di filosofie sullo scrivere fumetti. Morrison con la sua storia di Capitan Marvel ci insegna che non c’è niente di sbagliato o di ingenuo negli eroi “di una volta”, tutti d’un pezzo; che le storie dei supereroi sono divertenti e appassionanti non perché ci sono budella, lutti, genocidi, botte, fascistoidi in costume etc…etc… ma perché ci fanno sognare. Alla minaccia di Parallax di uscire e distruggere ogni cosa, Capitan Marvel ride e getta l’albo – e quindi Parallax, la Cerchia, e tutta la filosofia commerciale e dai toni oscuri e morbosi dei comics contemporanei che questa rappresenta- nella spazzatura alla quale appartiene di diritto.

E la Famiglia Marvel si erge in volo, verso un mondo di sogni colorati e stravaganti verso, come dice Capitan Marvel, la nuova grande avventura di domani.