Tante sono le persone che apprezzano Geoff Johns. Autore di grandi storie, capace di rivoluzionare personaggi rendendoli idoli dei fan.

Ogni fan di Geoff Johns avrà la sua idea sul perchè questo autore gli piaccia così tanto e come riesca a colpire l’animo di tanti lettori.

Con la mia vista a raggi-x, tuttavia, ho scovato due grandi caratteristiche del modo di scrivere di Johns che credo siano alla base dei suoi successi: anzitutto Johns non scrive solo storie, ma crea mondi. Secondariamente Geoff riesce a infondere grandi discorsi, grandi questioni, grandi temi nei personaggi, facendo diventare questi la rappresentazione stessa del discorso e del tema.

Per approfondire un pochino questa mia umile analisi prenderei ad esempio alcune storie importanti scritte da Geoff Johns: Crisi Infinita, Superman e la Legione dei Super-Eroi, il ciclo di Blackest Night e il recente Aquaman post reboot, che è alle sue prime battute.

Innanzitutto mi sembra doveroso soffermarsi sul concetto di “non creare solo storie bensì mondi”: sono i mondi che al loro interno hanno le storie e non viceversa. Johns riesce a creare quasi un ventre che gli permetta di partorire le storie, e non una semplice storia su un mondo. Johns si sofferma spesso sul mondo circostante al personaggio, caratterizza i comprimari, caratterizza e dipinge i luoghi dei protagonisti, in sostanza Johns all’inizio comincia dal mondo. Questa cosa l’abbiamo vista bene con le operazioni Rinascita (Flash e Lanterna Verde) dove l’autore non si focalizza solo sul protagonista, bensì ricostruisce tutta la mitologia che orbita intorno ad esso. Quest’operazione permette a Johns di creare, come si accennava poc’anzi, un ventre che gli permetterà di partorire le prossime storie.
In secondo luogo Johns fonde nei personaggi non solo un messaggio bensì un discorso, animandolo e portandolo sul fumetto.

Prendiamo Blackest Night: non è solo la storia della guerra fra i corpi della luce, guerrieri armati di un anello che trae potere da un’emozione che viene tramutata in un colore dello spettro luminoso. E’ un discorso sulle emozioni, sulla vita, e sulla morte, non intesa come fine biologica della vita, bensì come annullamento dell’essere, del soggetto. Il lavoro di Johns, che parte innanzitutto dal “ventre” GL Rebirth da cui tutto nasce, si basa, quindi, non solo su un’avvincente storia fantasy e fantascientifica, di avventura intergalattica, bensì proprio su un discorrere sul ruolo delle emozioni nella vita dell’individuo prese sia nella loro singolarità, sia nel loro insieme. Un discorso più che esaustivo sulle Lanterne Rosse e il loro potere basato sulla rabbia cieca è già stato affrontato qui. Questa rappresentazione del Corpo come un insieme di soldati dediti alla rabbia, armati di un anello rosso che ne ha sostituito il cuore, che rigurgitano una sostanza rosso sangue, caustica e fiammeggiante che sembra nascere dalle viscere, proprio come la rabbia che si cova dentro, che corrode, che infiamma, è un modo di visualizzare il concetto della rabbia bellissimo.
Se prendiamo la speranza, potere delle Lanterne Blu, vediamo che Johns ce la rappresenta come capace di attenuare la paura e dare vigore alla forza di volontà, la quale quest’ultima però ne fa sprigionare le potenzialità. La speranza quindi da energia alla forza volontà, ci rende coraggiosi, intraprendenti, tenaci. E tuttavia la speranza stessa da sola non basta e non sprigiona tutto il suo potenziale se non aiutata dalla forza di volontà. E’ un discorso bellissimo se si sta a vedere, perchè è la rappresentazione, come in una favola, di due discorsi spesso difficili da conciliare: è la speranza a dare la forza alle persone o è la forza di volontà che alimenta la speranza?
Sono domande che a volte ci si pone, in quei discorsi fra cinici e ottimisti, che non sembrano mai trovare una soluzione. Ed è bellissimo come Johns riesca ad usare questa storia e questi personaggi per dar vita a questi dilemmi, dandogli anima, facendo diventare i protagonisti i discorsi stessi che si affrontano come corpi armati, composti da fieri sostenitori di un’emozione.
Discorsi paralleli si potrebbero fare per i tutti i corpi, ma è altrettanto bello notare come il concetto di emozioni non diventi solo terreno per un confronto fra le stesse, bensì anche un modo per spiegare lo scontro fra chi vive, chi si emoziona, e chi è morto dentro, si è ridotto ad essere uno zombie che persegue il nulla. Il messaggio diventa che non basta “emozionarsi” ma bisogna vivere, e vivere significa bilanciare tutte le emozioni, rabbia, avidità e paura comprese, per fronteggiare il dilagante “zombismo” di chi ha rinunciato ai sentimenti e alla vita solo per trascorrere un’esistenza passiva.

Ma Green Lantern, con la sua guerra di luce, è anche teatro di personaggi favolosi, e per primo il cattivo per eccellenza di questo mondo: Sinestro.

Johns ha sempre un occhio di riguardo per l’antagonista. Sempre. E’ l’antagonista che genera l’eroe, che eleva il protagonista a idolo delle folle. Pertanto è sempre obbiettivo primario e costante di Johns quello di dare estrema tridimensionalità all’antagonista. Questi, a sua volta, diventerà quasi il ventre che partorirà naturalmente la caratterizzazione dell’eroe (o contribuirà a farlo). Adoro i villains di Johns perchè sono ammiccanti, divertenti, tridimensionali e accattivanti. E rendono il protagonista il tuo eroe.

Spesso quindi il lavoro di Johns si articola su queste tappe.
Prendiamo Superman e la Legione dei super-eroi: qui Superman arriva nel futuro dove trova la Legione decimata, un sole rosso che lo priva di poteri e una Lega della Giustizia che ha trasformato il suo ricordo in un simbolo stravolto. Earth-man viene caratterizzato egregiamente, un folle, fallito, che violenta un’idea per trarne un vantaggio che lui recrimina come sottrattogli ingiustamente. E’ un cattivo per cui provi compassione. Ma il simbolismo che Johns usa non è solo scenografico. Il sole rosso che accoglie Clark ad inizio storia non è solo la fonte della perdita dei suoi poteri…è il simbolo della perdita del più grande potere di Superman, cioè i suoi  valori.
Kal non vola più e non lancia raggi calorifici dagli occhi perchè Earth-man lo ha privato del suo più grande potere, i suoi valori di uguaglianza e giustizia. Superman pertanto diventa l’eroe che deve ricominciare a volare grazie ai suoi valori e unicamente sconfiggendo l’idea di Earth-man, e cioè che si possa deturpare il messaggio di un eroe per avere un risultato che non si è conseguito e che non si ha la forza di ammettere non era nostro, che Superman riotterrà il suo potere.
Earth-man rappresenta coloro i quali distruggono le idee, le ideologie, le sporcano solo per raggiungere un qualcosa, e rappresenta anche coloro i quali non hanno la forza di ammettere che non è vero che ogni fallimento è un’ingiustizia a nostro danno. A volte c’ è un motivo valido se “non si entra nella Legione dei super-eroi”. E’ quello che io chiamo “la lotta al discolpismo (termine da me coniato che secondo me ben rende l’idea)”.

Superboy PrimeCrisi Infinita? Cosa è questa storia, oltre ad un bellissimo cross-over, se non una discussione dei fumetti sui fumetti? Quando l’ho letta mi sono divertito tantissimo a notare questo scontro tra eroi, modi di essere eroi, ma soprattutto mi sono divertito a vedere Superboy Prime come il fan scontento, frustrato, che rivuole i suoi eroi, che prenderebbe a pugni quella “maledetta” continuity se potesse, che la cambierebbe con la forza se ne avesse la facoltà, per far tornare il su personaggio quello che a lui piaceva, come lo scriveva Tizio o Caio.

Una cosa molto simile sta accadendo con Aquaman post reboot, il quale proprio nel primo episodio si confronta con un “nerd”, blogger, che lo intervista e lo schernisce con fare sapientone. Sembra che Johns stesse sceneggiando il nerd intransigente, quello tutto internet e blog, che vorrebbe insegnare all’eroe come essere eroe, che lo sfotte per il suo modo di essere. Questo fan viene messo davanti al personaggio che risponde quasi svogliatamente, come se le questioni del fan fossero ben poco interessanti e anzi pure offensive.
In sostanza Johns con le sue storie e i suoi mondi comunica costantemente con il lettore. Non si limita a scrivere e sceneggiare, immette invece discorsi e personaggi destinati a rappresentare idee e concetti e l’utente stesso.

Forse la bellezza dei lavori di Johns sta proprio nel fatto che questo autore è un fan, e vorrebbe poter comunicare con i suoi eroi, vorrebbe poter interagire con queste storie, e allora inventa un modo per poterlo fare, per permettere a noi, suoi lettori, di parlare di amore, paura, forza di volontà, fumetto, morte, vita, valori, ingiustizie, poteri ed eroi, con gli eroi stessi e con le storie.

Crea un mondo dove i suoi personaggi possono nascere e prendere vita, e vivere davvero in modo che poi, in quelle storie, possano, quasi, comunicare con noi.

Altre persone avranno la loro idea, la mia è questa. Ma di certo per un motivo o per un altro mi sento di dire: grazie Geoff Johns per questi bei fumetti.