Testi: Jason Aaron
Disegni: Ron Garney
Edizione originale: Wolverine 62-65
Edizione italiana: Wolverine (mensile) 228 – 229

BENE & MALE
La perfezione non è di questo mondo, né di quello che segue o di nessuno dei mondi che compongono l’insieme denominato Creato.
La perfezione è effimera tanto quanto l’idea che la genera: è infinitesimale se paragonata agli astri o alla luce che percorre milioni di anni prima di arrivare a toccare le forme solide che devono, indistintamente, essere illuminate.
Se la suddetta smette di essere perfetta nel momento in cui cessa il suo presente, all’interno di uno status coerente, allora lo stesso cessa la sua naturale considerazione nell’equilibrio originario.
Tutto ciò fa parte delle leggi universali che regolano le energie del cosmo e dello spazio; tutto questo è parte integrante del cammino fedele, che l’uomo compie in scelta di ciò che un giorno, sceglierà di rappresentare davanti agli occhi di chi ha permesso la genesi nella sua interezza.
Sulla base di questa sorta di visione messianica, l’essere umano assume la duplice natura di santo e demone: è la sua essenza naturale che chiede alla sua anima di farsi da parte in determinati momenti, mentre in altri prende il sopravvento, gettandosi in preda agli istinti e alle pulsioni: il concetto primevo del bene e del male.

LA BELLA & LA BESTIA
In bilico tra bene (le alleanze con gli X-Men, o quella forzata con la X-Factor del Governo) e male (la Confraternita, gli attentati e le infiltrazioni volte a sovvertire Xavier e i suoi allievi, nel corso degli anni), Raven Darkhölme ha sempre e solo portato avanti i propri interessi, in modo egoistico, preciso e peculiare, matematico e senza mai tralasciare il minimo dettaglio: Mystica è la pura essenza della spia, della ladra e dell’arrivismo fatto “donna”; è la perfezionista che non disdegna l’omicidio come via di fuga e la madre disposta a tutto pur di salvare i propri figli, anche a costo di lasciarli morire, o infettarli con virus mortali.
Raven Darkhölme è una mutante mutaforma dalla pelle blu, capace di assumere l’aspetto di chiunque, possiede un fattore di guarigione cellulare accelerato e ha una preparazione atletica eccellente.
Non si conosce con precisione la sua età, ma sappiamo con certezza che, nei primi anni ’20 del secolo scorso avvicina Logan in Messico: è l’inizio di una travagliata storia, tra il cacciatore e la preda.
E non per forza la preda è Raven.; chiamare preda la bella mutaforma equivale a sottovalutarla, il che è un errore non da poco.
Presente: dopo gli eventi di Messiah Complex e le macchinazioni pericolose di Raven (per salvare Rogue mette in pericolo la piccola messia mutante: Hope), Ciclope affida una missione a Logan: trovare e uccidere Mystica!
James sembra l’unico in grado di trovare la donna ovunque ella si celi, il filo che li lega, da decenni ormai, è indissolubile (innegabile l’attrazione sessuale che Logan prova per Raven e viceversa) e sta per giungere alla sua degna fine.
Ecco, allora, il riaffiorare di vecchi ricordi che vedono un più giovane James “Logan” Howlett alle prese con una bella e letale donna: la sempre amabile Raven, dopo gli eventi del Messico, fa coppia fissa con il mutante canadese e i due spesso si ritrovano in situazioni degne di Bonnie & Clyde.
In un crescendo di scontri  che si susseguono in varie zone del pianeta, Logan e Raven intrecciano una letale danza a cui (forse) solo uno sopravvivrà.

TROVA MYSTICA!
Jason Aaron ha più e più volte offerto al lettore di Wolverine un insieme di trame ed eventi che hanno portato il personaggio in una carambola di tragedie, ma anche di stati emozionali.
Idealmente parlando, Aaron è uno degli scrittori che, negli ultimi anni, meglio si avvicina alle testate del supereroismo mainstream per antonomasia (che sia Marvel o DC Comics), narrandolo come pochi e passando da cicli in cui lo spirito umano la fa da padrone sino ad arrivare alle vere e proprie storie più leggere e ricche di pura azione coinvolgente.
Ecco che il suo Wolverine, dopo aver concluso il capitolo Mystica (ma solo in parte, lo stesso autore riprenderà la storia successivamente), viene innescato in  una piramidale follia inferica, che lo sconvolgerà dall’interno sino a indurlo alla regressione dell’animo e della sua stessa follia.
Questo è un Logan molto più vicino a James Howlett ideale: il vorticante peso dei suoi ricordi, porta il mutante canadese a compiere scelte che influenzeranno radicalmente gli eventi futuri, e non solo quelli personali.
Ecco che il suo peregrinare sulle tracce di Raven diviene una sorta di fuga per la vendetta; vendetta covata da una vita (il loro incontro, come sappiamo, risale al 1921 in Messico) e che viene trasformata nella caccia ideale dallo scrittore che, inserisce senza mai perderne il filo, la storia attuale dello scontro alternata a flashback del loro passato, non così presente.
D’altro canto, la Mystica di Aaron è una delle femme fatale più belle che si siano mai viste: la Darkhölme ideale ed idilliaca nel volto del male e dell’egoismo, che si serve degli altri e degli innocenti per sfuggire a Wolverine e che si fa scudo di orfanelli per allontanarlo.
Raven è una bellissima anima in fuga da un passato che, ormai, non riesce più a controllare e gestire; un giorno tutto ciò tornerà per divorarla e non basteranno tutti i suoi piani di fuga, tutti i suoi trucchi o le sue maschere: perdersi sarà la sola soluzione, e Jason Aaron lo sa bene quando svela i piani della donna; avvicinare Logan in Messico solo per i suoi scopi – la favola del doppio gioco, tanto cara alla bella mutante – e poi abbandonarlo appena la coscienza di lui torna, prepotentemente.

Ron Garney è maestro nel narrare la velocità dei corpi e la potenza degli stessi: in una irrefrenabile lotta contro il tempo e lo spazio, Garney ci porta al centro della scena, soffermandosi sui particolari dei due antagonisti e visivamente scegliendo la forza di entrambi.
Se il suo Wolverine è figlio delle tavole dei Kubert, Raven d’altro canto è una bellezza mozzafiato, tanto quanto il suo essere letale e ricca di sfaccettature differenti: una per ogni aspetto che assume.
Come a voler narrare psiche differenti per ogni forma, il disegnatore ci mostra la raffinatezza degli equilibri che possono esistere in un personaggio come Mystica e che portano la donna a scontri senza regole e a macchinazioni infinite.
La battaglia finale tra lei e Logan è l’insieme universale che congiunge due corpi in una danza di amore e morte, a cui e difficile sottrarsi o solamente prendere le distanze.